29/04/16

Batticuore

...e poi un gesto inaspettato, trasformato in una specie di caccia al tesoro, che mi ha regalato uno dei più forti batticuore degli ultimi tempi, risollevando le sorti di una giornata pesante, di una settimana pesante, di un mese pesante e, forse, di tutta un'intera vita pesante.


28/04/16

Grammarnazi

Premessa: alcune mamme della scuola hanno proposto a un fotografo noto nella mia città di farci un prezzo di favore per le foto di classe di fine anno nel caso in cui fossero riuscite a fargli avere "il monopolio" di tutta la scuola. Il prezzo pattuito è più basso del 30% rispetto alla media e il prodotto è di indubbia qualità.

Mi telefona una di loro: "Ciao Lucy, senti per il discorso della foto mi ha detto il vice preside che i genitori devono firmare l'autorizzazione, per ragioni di privacy ecc ecc"
"Scusa, ma noi la firmiamo a inizio anno scolastico, insieme all'autorizzazione per le uscite didattiche nel territorio in orario scolastico"
"Si, lo so, ma il vice preside dice che non tutti i genitori le firmano"
"Però a noi adesso stanno dando quest'altra incombenza, mentre voglio vedere se fanno l'appello prima di portare i bambini al cinema per vedere quali sono autorizzati a uscire dalla scuola e quali no. Ma non importa. Scrivo una bozza e gliela fai leggere al vice preside"

Due ore dopo: "Lucy la tua richiesta va bene, solo che bisogna scriverla a nome di ciascuna rappresentante"
"Nel senso che siamo noi rappresentanti che comunichiamo alla preside di aver ingaggiato il fotografo? Bene, quindi ci assumiamo noi la responsabilità del consenso dei genitori e firmiamo solo noi"
"No. La vogliono firmata da tutti i genitori"
"Se la devono firmare i genitori non la possiamo presentare a nome nostro"
"..."
"Ascoltami, io non posso scrivere una cosa iniziando 'la sotto scritta Lucy van Pelt' e poi farla firmare ad altre persone"

Segue una discussione sulla pedanteria del vice preside, sulla grammatica italiana e sulla quantità di scocciature che ci vengono imposte a titolo gratuito.
Alla fine ho scritto la richiesta a nome mio comunicando, tra le altre cose, di aver già provveduto alla raccolta delle autorizzazioni da parte di tutti i genitori, e allegandone il foglio con le firme.
La mamma che se ne stava occupando mi ha telefonato dopo un'oretta: "Lucy, ho inoltrato il tuo modello di richiesta alla maestra e al vice preside ed entrambi erano entusiasti e hanno pure voluto sapere chi l'aveva scritta. Dice che era proprio precisa e perfetta."
"Ora gli mando il curriculum, magari mi trovano un posto nella segreteria..."
"L'ho anche inoltrata a tutte le altre rappresentanti così possiamo procedere al più presto."
"Va bene"
"Comunque grazie davvero, anche a nome delle altre. Si vede che hai più esperienza!"

Esperienza di che? Ho sulle spalle solo tre anni da rappresentante, contro i 20 da insegnante del vice preside.
Ma forse, rispetto a lui, ho più esperienza di grammatica, quello sì.

27/04/16

Fortemente snaturata

Il fatto:
Alla bambina è caduto un dente da latte e, dopo averlo annunciato e mostrato alla madre, corre a nasconderlo lì, nel solito cofanetto, dove lei ripone i dentini caduti e l'indomani la Fatina dei Denti le fa trovare delle monete.

Ciò che potrebbe accadere dopo:
- La mamma affettuosa aspetta che la bambina si addormenti per sostituire il dentino nel cofanetto con delle monete.
- La mamma distratta se ne va a dormire e si dimentica di vestire i panni della Fatina dei Denti.
- La mamma snaturata si dimentica di sostituire il dentino la sera, se ne ricorda l'indomani mattina, ma si accorge di non avere monete nel portafogli.
- La mamma fortemente snaturata, resasi conto di non avere monete nel portafogli e forte del fatto si svegliarsi la mattina con un'ora e mezza di anticipo rispetto alle sue figlie, entra di soppiatto nella loro cameretta, agguanta il loro salvadanaio, lo deruba di una manciata di monete ed effettua la sostituzione del dentino da latte.

"Mamma, la Fatina dei Denti stanotte si è proprio superata! Mi ha portato ben 3 euro e 20 centesimi!"
"Accidenti! È stata davvero generosa...!"



(Sì, un po' me ne vergogno. Ma proprio poco, quasi niente)

26/04/16

Fare notte

Fare notte lavorando con stoffa, ago e filo e cucire a mano.
Fare notte per rispondere a una richiesta di qualche mese fa.
Fare notte e non sentire la stanchezza e gli occhi che si chiudono.
Fare notte e terminare, infine, il prodotto richiesto.
Fare notte e fare il bilancio dell'impegno speso, dei danni fatti e rimediati, ma soprattutto del proprio stato di salute: un dito punto più volte, al limite del sanguinamento, gli occhi stanchi e brucianti, la mano dolorante e con le dita intorpidite, i muscoli della schiena irrigiditi.

Ho fatto notte per realizzare la soluzione a un problema. Ma era il problema di un amico, di un caro amico.

Caro Gandalf, la tua ciambellina per poggiare il casco della moto sul bancone dell'accettazione al tuo centro di fisioterapia è pronta. No, tesoro, non c'è bisogno che prendi in mano il portafogli, non voglio soldi. Come voglio essere pagata? Tu comincia a trattare la mia schiena partendo dalle cervicali, e non fermarti fino a quando non te lo dico io!
;-)

22/04/16

Sorelle

Ed è quando le guardo da lontano, mentre camminano per strada insieme e senza di me, con la grande che tiene per mano la piccola al momento di attraversare le strade, e la piccola che richiama all'attenzione la grande quando ci sono robacce da evitare sui marciapiedi, che mi rendo conto di quanto sono cresciute, di quanto si amano, di quanta cura si prendono l'una dell'altra, di quanto sono davvero sorelle.
Le guardo e mi commuovo. E mi complimento con me stessa che, nel crescerle, finora, ho proprio fatto un buon lavoro.

21/04/16

La tesi di laurea

In principio erano 10.
Abiti costituiti da 5 differenti pezzi di tessuto per ciascun lato, il davanti e il dietro.
Poi siamo diventate più brave, più audaci, più esperte. Abbiamo riservato per le casacche i 10 pezzi, mentre abbiamo iniziato a realizzare abiti con 14 fasce, 7+7 pezzi di tessuti diversi.

Qualche giorno fa arriva "il capo" e ci annuncia che siamo state selezionate per un grande evento all'estero. Ha grandi progetti, grandi idee da realizzare. Lavoriamo come le pazze, mattina e pomeriggio, senza tregua, senza sosta. Io ormai creo abiti ad occhi chiusi, e ne sforniamo a decine, sia per l'evento che per i negozi sulle isole che si stanno risvegliando.

Poi, stamattina, arriva il capo in laboratorio e annuncia trionfante: "Ho l'ultimo abito per l'evento all'estero".
Raccoglie svariati scampoli di tessuto, tutti diversi, ma tutti della stessa tonalità di colore, dunque spiega: "Voglio che sia un abito a fasce. Voglio che sia un capolavoro".
Poi guarda me.
Io mi siedo. Ha tra le mani del lino, della seta, dell'organza e un meraviglioso tulle tempestato di paillette.
"Che mi stai per dire, Capo?"
"Lo devi fare tu"
"Lo farò"
"Dev'essere il nostro pezzo forte"
"Lo sarà"
"Deve avere più fasce di quante ne abbiamo usate finora"
"Le avrà"

Srotola il foglio col figurino da lei appena creato sul tavolo del laboratorio.
Una vertigine mi scuote.

"Scusami, Capo... Sei sicura di aver contato bene le fasce?"
"13 per lato. Ci porterà fortuna".

26 fasce in tutto, da cucire e, soprattutto, far combaciare all'attaccatura laterale.

"Io faccio il cartamodello e poi ve la sbrigate voi" dice la PiùSarta tra noi.
"La parte più difficile sarà tagliare tutti i pezzi di stoffa, specialmente quella sottile e scivolosa, e segnare i pezzi del modello con l'imbastitura" commenta la Signora Tedesca.
"Lo considererò la mia tesi di laurea" mi rassegno io.


20/04/16

L'ansia delle mamme

Squilla il telefonino privato della designer con cui collaboro. È il marito. Lei risponde concitata. Chiude, armeggia col telefono, lo richiama.
Si ritira nel suo studio.
Dopo pochi minuti ritorna in laboratorio e ci spiega che la sua figlia adolescente, al momento a scuola, ha mandato un messaggio sul gruppo whatsapp: "Vi ho voluto bene" seguita da una faccina triste.
Per sincerarsi che fosse una ca##ata, il padre l'ha chiamata, ma lei non ha risposto. Una volta, due volte, dieci volte. Dunque ha chiamato la moglie, che non aveva ancora letto il messaggio.

Seguono sei o sette minuti durante i quali si sono alternati gli stati d'animo in tutte noi presenti, e mamme.
Di sicuro è una sciocchezza.
È pur vero che ha avuto una discussione con la professoressa di italiano.
Non si sa mai cosa passa per la testa di questo ragazzi.
Non risponde al telefono perché la ricreazione è finita.
Magari ha sbagliato gruppo in cui scrivere.
Ma stamattina quando è andata a scuola.era tranquilla?
Certo, con tutte le storie che si sentono in giro.

Dopo 7 minuti la designer si infila in macchina e va a scuola.

Dopo 20 minuti arriva un messaggio della figlia adolescente: "Tutto ok"

Dopo 30 miniti torna la designer con lo stesso aspetto di una che ha partorito per la seconda volta la stessa figlia.
Aveva l'interrogazione di chimica e non si sentiva sicura. Non credeva che i genitori so sarebbero spaventati così tanto. Si è meravigliata del fatto che sua madre l'abbia ri-partorita di nuovo davanti ai compagni, ai professori, ai bidelli e ai cani randagi che gironzolano davanti al portone della scuola. Non pensava, non credeva, non immaginava, si è scusata tanto.

E se nell'interrogazione di chimica non prende 9 c'è pure il resto, aggiungo io.

19/04/16

Un nuovo record

Quattro abiti finiti e rifiniti in 7 ore lavorative.
Non solo sto diventando una sarta.
Non solo sto diventando una sarta magra.

Sto anche diventando una sarta magra e veloce.

18/04/16

La cena del rientro

È vero che non ci siamo assentate per molto, giusto un fine settimana lungo, ma quando scrivi a tua madre che siete appena atterrate all'aeroporto di Palermo e lei ti risponde che per cena ha fatto le panelle... beh, è un gran bel modo per rientrare a casa.

15/04/16

La figlia preferita

Dopo aver sentito alla radio di una ricerca di una qualche università americana secondo la quale ogni genitore avrebbe un figlio preferito, Matilde mi chiede: "Mamma, ma è vero? Anche tu, quindi, hai un figlio preferito?"
"Io non ho figli. Solo figlie"
"Mamma... Hai capito cosa intendevo dire..."

Ho capito, Matilde, e no, non saprei dire chi di voi due è la mia preferita.
Io ho due figlie e le amo nella stessa quantità, entrambe.
Ho una figlia nella quale mi rispecchio, e una figlia che è come avrei voluto essere. Ho una figlia che mi soffoca di coccole ed effusioni, e una che mi sta vicina anche da lontano. Ho una figlia che mi fa stare in ansia e mi preoccupa per alcune sue fragilità emotive, e una figlia che fin da quando è nata ha dimostrato che è venuta al mondo per rompere il ca##o a tutti pur di raggiungere i suoi obiettivi. Ho una figlia che ama parlare e raccontarmi quello che pensa e mi fa domande incredibili per la sua età, e una figlia che mi ascolta con pazienza quando le parlo di me e di come mi sento. Ho una figlia che mi rinnova ogni giorno la benedizione dell'essere mamma, e una figlia che più di una volta mi ha fatto rimpiangere di averla cercata. Ho una figlia che mi aiuta con le faccende di casa ogni volta che glielo chiedo e una figlia che lo fa spontaneamente in autonomia. Ho una figlia che viene ad accoccolarsi con me ogni volta che ne ha l'occasione, e una figlia che quando si accorge che sono stanca o triste o avvilita mi prepara una tisana. Ho una figlia che mi aiuta a scegliere l'outfit ogni giorno e una figlia che mi dice che sono bellissima pure quando indosso il maxi pigiama di pile.
Ho due figlie e le amo allo stesso modo e nella stessa quantità, così come loro mi amano allo stesso modo e nella stessa quantità, se pur me lo dimostrano in maniere diverse.

Dite ai ricercatori che vadano a farsi un giro in giardino ogni tanto.

14/04/16

Commessa adorabile

"Buona sera, un paio di giorni fa ho comprato dei collant, qui da voi, di quel tipo li, sull'espositore. La ragazza che me li ha venduti mi ha parlato di una promozione..."
"Sì, signora. Acquistandone quattro ne riceve un quinto in omaggio"
"Benissimo, allora siccome li ho provati e sono spettacolari, ne prendo quattro, 15 denari, colore naturale, taglia L"
"Ottima scelta signora. E per lei non serve niente?"
"Sto già spendendo 40 euro in collant..."
"Ah, perché sono per lei?! Taglia L?! Ma davvero? Non l'avrei mai detto..."

Ti ringrazio per il complimento, cara commessa di calzedonia. Adesso sì che puoi star certa che, oltre al fatto che i vostri collant sono davvero meravigliosi, non andrò a comprarne mai più da nessun altra parte! :-D

13/04/16

La ripresa, ovvero: relazione 2.0

Ed è quando ti accorgi di essere stata sommersa di coccole e attenzioni inedite, di essere stata avvolta con gesti sinceri e affettuosi, di essere stata ricoperta di parole bellissime che hanno espresso emozioni e sentimenti autentici col solo scopo di non darli per scontati, ecco: è in quel preciso istante che ti rendi conto di quanto sia stato importante e utile darsi una seconda possibilità.

Pur tra mille peripezie e chilometri di distanza, centinaia di malintesi, decine di discussioni e un paio di giorni di stand by, la storia con l'Amico Nerd continua.

12/04/16

L'unica differenza

"Mamma possiamo mangiare un pezzo di cioccolato?"
"No"
"Daaaaaaai, un pezzo piccolo!"
"No. Ragazze ma quando mai si mangiano cose dolci dopo cena? Dovete andare a dormire senza troppi zuccheri in circolo, ché vi fanno agitare"
"Però papà ce lo fa mangiare il cioccolato dopo cena"
"Io ti sembro papà?"
"In effetti no. Tu ce li hai i capelli"

11/04/16

"T'a stari rintra!"

Quella del titolo era una delle esclamazioni preferite di mio nonno all'indirizzo di mia nonna. Letteralmente significa "Devi restare dentro", ossia "Devi rimanere a casa".

Viaggio a Torino - ottobre 2015: su Palermo e provincia si scatena una specie di tornado che divelle coperture e tettoie in lamiera dai terrazzi, spazza via un intero impianto di gazebo dove una nota pizzeria aveva il servizio all'aperto, piovono tonnellate d'acqua che impregnano e fanno crollare i controsoffitti in cartongesso delle scuole, compresa quella di Matilde e Angelica.
Io devo gestire il panico, il caos e le ansie dei genitori tramite il gruppo di whatsapp.

Viaggio a Torino - dicembre 2015: alla seconda tornata di doppi turni, si scatena una specie di sommossa popolare contro la preside. C'è chi minaccia di ritirare i figli dalla scuola. Io devo gestire il panico, il caos e le ansie dei genitori tramite il gruppo di whatsapp.

Viaggio a Torino - aprile 2016: la sera del penultimo giorno dico "Ma tu guarda, stavolta non mi sembra neanche vero che non è successo niente!". All'alba dell'ultimo giorno, due ore prima di andare in aeroporto, ricevo la telefonata della mia dirimpettia "Lucy, ti hanno rubato il motorino dell'acqua!"


E per un massimo di 50 centesimi di rame che ci avranno ricavato, io ho dovuto spendere 185 euro per comprarne uno nuovo.
T'a stari rintra, diceva mio nonno.

08/04/16

Volando verso nord

Non importa quanto sia la differenza di temperatura e di clima; non importa se stai lasciando la ritrovata primavera per reimmergerti nel dimenticato inverno; non importa il poco tempo che potrai trascorrere lì.
Ciò che importa è che tu vada. Fosse anche per 40 ore o poco più.
Vai. E dai l'abbraccio che vuoi ricevere.

07/04/16

06/04/16

Il coraggio che io non ho

"E così parti?"
"Già. Mi hanno fatto questa proposta di gestire un ristorante in Costa Azzurra e... mi capisci? Coi tempi che corrono... Non me la sento di rifiutare. Sarà difficile stare due mesi interi senza la mia famiglia, mi raggiungeranno alla fine della scuola, ma a settembre torneranno qui ed io resterò lì per altri due mesi ancora, ma... può essere l'occasione della mia vita, Lucy. Mi capisci? I miei figli qui non hanno in mano niente. Forse soltanto all'estero possiamo trovare le risorse per andare avanti, e questa proposta che mi hanno fatto mi sembra allo stesso tempo la più grande benedizione e la più grande catastrofe della mia vita. Ma non posso perderla, devo coglierla. Sono terrorizzata, ma non posso permettermi di lasciarmela sfuggire"

Ti capisco benissimo, Veronica, madre di una compagna di scuola di Matilde. Ti capisco e ti invidio.
Ti invidio perché io il coraggio di andarmene e cogliere occasioni "fuori" non ce l'ho.

05/04/16

Lucy è strana

Una mia amica al figlio: "Guarda che si può vivere benissimo senza televisione! C'è tanta gente che lo fa, e vive bene lo stesso, anzi forse pure meglio degli altri!"
Figlio: "Non è possibile, non ci credo. Dimmi il nome di una sola persona che non ha la televisione in casa"
Amica: "Lucy!"
Figlio: "Lucy non vale. Lei è strana"

E' bello sapere di essere portata come buon esempio di vita.
Un po' meno bello scoprire che il tuo modo di vivere viene considerato "strano" persino da un ragazzino di 11 anni.

04/04/16

La donazione di sangue

Una cosa di cui, forse, non ho mai parlato su questo blog, è il mio essere donatrice di sangue.
Ho iniziato a 18 anni esatti e, tranne le sospensioni per le gravidanze, l'anno successivo ai parti, e qualche anno di licenza aggiuntiva dato dalla difficoltà di gestire le bambine neonate e la donazione di sangue, ho donato con costanza.

Nella mia vita ho donato sangue intero, ma anche sole piastrine tramite aferesi (che è un vero e proprio trip mentale che consiglio a tutti di concedersi anche una sola volta nella vita XD).

Tutto questo per raccontare, in realtà, due cose.
La prima è che negli ultimi tempi avevo notato, durante il prelievo, un senso di mancamento dovuto all'abbassarsi della pressione. A febbraio 2015 sono stata lì lì per svenire, ma io non sono mai riuscita a svenire in vita mia. A novembre 2015, ho avvertito l'abbassamento di pressione, ma non ho visto le stelline della volta precedente. Ieri mattina, invece, non ho sentito proprio nulla. Se ci ripenso, prima della donazione di febbraio, la volta precedente risaliva a più di un anno prima, quindi forse dovevo solo riabituarmi.

Seconda cosa. Alla donazione di ieri ho incontrato due miei cugini e, parlandone, ho raccontato loro che ho iniziato a 18 anni precisi. Dentro di me (e per fortuna solo dentro di me) mi son detta "Apperò, sono quasi 10 anni di onorata carriera di donatrice!", poi mi sono ravveduta. Porcapuzzola sono VENTI anni di onorata carriera di donatrice. Se ne avevo 18 quando ho iniziato, sono esattamente DICIANNOVE anni.
E mannaggia come passa il tempo, e a come la vita ce la mette tutta per fartelo notare!

01/04/16

A 220 contro un muro

Ed è quando tua figlia grande torna da scuola dicendo "Sai, mamma, la mia compagna D. ci ha raccontato che ieri era assente perché l'altro ieri le è arrivato il ciclo" e tu chiedi conferma a sua madre, e lei sì, te lo conferma, che ti senti come se ti fossi schiantata contro un muro correndo alla velocità di 220 km/h.

Non è che io non sia pronta.
Non è che non sia pronta Matilde, ché mi ha vista armeggiare da sempre con assorbenti e coppetta, e sa benissimo di che si tratta e come funziona.
È solo che... Cavolo... Il solo pensiero mi mette ansia. Il solo pensiero di potermi ritrovare con una figlia "signorina" da un momento all'altro, mi mette addosso terrore. E sconforto.
Per il tempo che passa.