24/02/17

Capelli fucsia power

Premessa: Matilde va a scuola a piedi da sola, ma visto che lo zaino pesa circa un terzo di quanto pesa lei, per trasportarlo utilizza un trolley sul quale, mio padre ed io, abbiamo fatto tuning, perché con le sole dotazioni di fabbrica lo zaino se ne andava ugualmente per i fatti suoi. Sarà che il tragitto è tutto un sali e scendi dai marciapiedi, visto che sugli scivoletti in genere ci si posteggia.

Ieri, di ritorno da scuola, Matilde mi comunica di aver perso uno dei perni che reggono le ruote del suo trolley, ma di aver miracolosamente ritrovato quanto meno la rotella. La comunicazione è avvenuta esattamente mentre l'aereo rollava sulla pista per portare mio padre a Torino, a raggiungere il resto della famiglia recentemente arricchita da una new entry.
Le rispondo di non preoccuparsi, che glielo avrei di sicuro aggiustato entro domenica, ossia prima di salire io su un aereo per andare a conoscere il nipotino appena sfornato, e per fortuna l'indomani non ha scuola, bensì la sfilata di carnevale lungo il corso principale organizzata dal comune.

Stamattina, con calma visto che non ho lavorato, ho guardato la situazione. Le ruote si tengono su un tubicino di acciaio filettato internamente e bloccate da un unico perno ciascuna. Sottostimando l'entità del danno, prendo il tubicino, vado alla ferramenta vicino casa e chiedo "Ci siamo persi il perno di questo tubicino. Me ne dai tre o quattro che ci vadano bene?"
Il ragazzo armeggia per qualche minuto e mi restituisce l'affarino.
"Mi dispiace, non ce l'ho. Il perno ha una filettatura dispari mentre io ce l'ho solo pari" e mi indica un negozio di bulloneria dove provare a chiedere.
Ed io che nemmeno credevo esistesse un negozio specializzato solo in perni e bulloni, e che si chiamasse "bulloneria".
Vado. Stessa scena. Il tizio fa qualche prova e sentenzia che la filettatura è sinistra. Posso provare in un negozio di ricambi auto, che hanno i perni sinistri, oppure me lo faccio rifare su misura da un tornitore.

Allibita mi dirigo verso un ricambiata e nel frattempo mi telefona Matilde che ha finito la sfilata di carnevale lungo il corso e posso andare a riprenderla. Vado, la recupero, saluto i professori, e insieme a lei mi dirigo verso il ricambista.
Lungo la strada incontriamo un fabbro. Nonostante io sia accompagnata da una ragazzina che indossa una parrucca fucsia, entro, spiego il problema e chiedo se mi può aiutare. Lui guarda, prova, armeggia, si arrende e mi manda due porte accanto, dal tornitore.
"In fondo è il suo mestiere" dice.

Mentre andiamo, scherzo con Matilde "Certo però, che pure noi, così conciate... Che credibilità ho, adesso, a presentarmi da un tornitore accompagnata da una coi capelli fucsia?"

Il tornitore ha fatto qualcosa alla filettatura interna del tubicino per renderla compatibile col perno che aveva lui. Dopo cinque minuti mi restituisce il tutto.
"Grazie! Quanto le devo?"
"... Uhmpf. Buona giornata"

Uscendo Matilde mi chiede "Mamma, ma il tornitore non ti ha fatto pagare?"
"No. Hai visto che gentile?"
"Sarà stato tutto merito dei capelli fucsia"

23/02/17

Il mestiere che non farò mai

"Sai, mamma, credo che l'unico mestiere che non potrei mai fare da grande, è il medico"
"E perché? I medici in genere guadagnano bene, Matilde"
"Sì, è probabile. Ma non potrei proprio farlo"
"Ti impressioni del sangue e tutto il resto?"
"No mamma. È proprio che mi fa schifo l'idea di dover frugare dentro il corpo delle altre persone"

Ineccepibile.

22/02/17

Possibile?

Mi sto rammollendo. Sto invecchiando. Faccio fatica pesino a yoga.
Eppure...
Eppure ho rimesso in giro la bici dopo la pausa autunninvernale, mi sono fatta un bel giretto, il solito che facevo quando non lavoravo ancora e la prendevo quasi tutti i giorni, e in particolare ho voluto fare una deviazione al percorso abituale e tornare a casa da una strada che non facevo più, perché in salita e - secondo i miei ricordi di 15 anni fa, quando ero giovane e bella - faticosa. Ebbene, non lo è stata. O meglio: è stata pesante, ma non impossibile.
E qualcosa non mi torna. Come mai quando facciamo a yoga la posizione dell'asse, o il cane, o persino il cobra, sento fatica immane, sento di non riuscire a reggere il mio peso con le braccia? D'accordo, la bici la spingo con le gambe, ma è davvero possibile che negli anni mi si siano rammollite le braccia e rinforzate le gambe?

E dire che a 18 anni ero capace da dare filo da torcere a braccio di ferro ai più fracchi dei miei compagni maschi.

21/02/17

La putìa vince sempre

Da più di un mese faccio "acquista e restituisci" su zalando per un paio di banalissimi e semplicissimi tronchetti neri e bassi, da tutti i giorni. Sembrano la cosa più difficile da comprare. O sono grandi, o sono strette, o in foto rendevano meglio, o sono scomode.
Mi ero rassegnata. Mi sarebbe piaciuto prenderli coi saldi, ma evidentemente  non era destino.
Fino a quando, complice una mezz'ora "regalata", ossia libera da lavoro e incombenze varie, mi sono fatta una passeggiata a piedi lungo il corso pedonale della mia ridente cittadina. Senza grandi illusioni, ma giusto per trascorrere la mezz'ora, sono entrata in un negozio di scarpe. La commessa mi ha domandato, io ho risposto. Lei mi ha porto un paio di tronchetti neri e bassi, l'ultimo paio rimasto. Le ho provate. Perfette.

Alla faccia degli shop online :-D

20/02/17

Cugine maggiori

"Buongiorno ragazze! E auguri a voi che stanotte siete diventate cugine di S.!"
"È nato il cuginetto?"
"Sì sì, stamattina alle 6"
"Oooooh! Che bello! Mamma io sono contentissima!"
"Eh sì, Angelica, tutti lo siamo"
"Ma io sono per la prima volta cugina maggiore di qualcuno, perché finora sono stata la più piccola!"
"Hai ragione"
"E io invece ero già cugina maggiore di L. ma minore di S. Ma quelli sono cugini dal lato degli Schroeder. Dalla parte dei van Pelt, invece, sono cugina ancora più maggiore, perché sono la più grande di tutti quelli che verranno anche dopo! Quindi sono la cugina suprema! La cugina Jedi!"

Matilde e i suoi deliri di onnipotenza mattutini.

17/02/17

Non rigirare il coltello nella piaga

"Lucy, ma tu perché non hai mai completato gli studi?"
"Gandalf, è una storia complicata. Perché me lo chiedi?"
"Perché non mi sembri una che si spaventasse a studiare"
"Non lo ero, infatti. O meglio, avrei potuto non esserlo"
"E allora com'è che non ti sei più laureata?"
"Perché il mio era un percorso di studi costoso e dispendioso, e io e Schroeder avevamo deciso di sposarci, e allora invece di pagare le tasse d'iscrizione, i libri e tutto il resto del materiale che mi serviva per studiare ho deciso di cominciare a lavorare"
"Ma com'è che avete deciso di sposarvi prima che tu ti fossi laureata?"
"E' una domanda complicata"
"Non eri ancora incinta"
"No, non lo ero"
"E com'è che non ti è mai più venuto in mente di riprendere gli studi?"
"Mi è venuto in mente almeno una dozzina di volte. In media, una volta l'anno ho tutt'ora questa idea, ma puntualmente mi è bastato guardarmi per un istante con l'occhio critico razionale esterno per rendermi conto che non è una cosa che posso fare"
"Perché? Mica per una questione d'età? Perché ti ricordo che ho ripreso a studiare io che so' più vecchio de te"
"Ma tu non sei me. Non hai le responsabilità e le incombenze che ho io. E probabilmente intorno a te le persone ti incoraggiano e supportano in tal senso"
"Certo, questo è vero"
"Ed è, probabilmente, il vero motivo per cui io non ho mai completato gli studi. D'altro canto conosco decine di mie coetanee che si sono laureate dopo il matrimonio e i figli, ma probabilmente avevano accanto persone che hanno dato loro supporto, incoraggiamento e sostegno. E magari anche aiuto concreto"
"Me stai dicendo che è tutta colpa de tu marito?"
"No, non mi riferisco solo a lui"
"E a chi?"
"Gandalf, ma non stavamo pianificando le visite del fine settimana prossimo? Ecco, continuiamo a lavorare, dai"
"Va bene. Era solo per chiacchierare. Mica volevo rigirare il coltello nella piaga"

Ecco. Però lo stai facendo.

16/02/17

Che status sei?

"Mamma, ma tu sei single?"
"No. Single di sicuro no. Ma perché me lo chiedi?"
"Per curiosità. E se non sei single, che status sei?"
"Vuoi sapere il mio status per come lo vedo io, per come è nella realtà o per come lo è per la legge?"
"Tutti e tre"
"Per come mi vedo io, sono fidanzata con l'amico Nerd. Nella realtà, però, non è del tutto così, perché ci vediamo pochissimo, un paio di giorni al mese, e generalmente i fidanzati si frequentano più spesso anche per capire se stanno bene insieme."
"Certo. Vanno al cinema insieme, in pizzeria, a farsi le passeggiate, a prendere l'aperitivo con gli amici..."
"Già"
"E invece tu e l'amico Nerd potreste farlo ognuno per i fatti suoi, nella propria città e magari facendovi la videochat su Skype"
"Esattamente"
"E per la legge, invece? Sei divorziata? Essere divorziati è uno status?"
"È uno status, ma in realtà io non sono ancora divorziata. Per la legge io sono ancora sposata con papà. Siamo separati legalmente ma non ancora divorziati"
"E che cosa cambia?"
"Che se io muoio tra un minuto, lui eredità la casa in cui abitiamo. Dopo che saremo divorziati, quando io morirò la erediterete soltanto tu e Angelica"
"Angelica, perché mi stai guardando in questo modo?"
"Matilde, temo che, dopo aver ascoltato, Angelica stia progettando di uccidermi dopo che avrò firmato il divorzio"
"Non è vero! Mi stavo chiedendo se la stessa cosa vale anche per papà"
"Sì, vale anche per papà. Però ti prego di non progettare di uccidere nemmeno lui..."

E questi sono i tipici dialoghi prima della buonanotte.
-_-'

15/02/17

Nel duemilaventi

"Oh, mi è arrivato il nuovo bancomat. Bene. Quello vecchio scade a fine mese"
"Ma perché c'è una scadenza?"
"Sì, certo, funziona sempre così con le carte bancomat, o le carte di credito... persino quelle prepagate"
"Ah, non lo sapevo"
"E tu guarda che curioso. Questo nuovo scade nel 2020. Quello di priva aveva una validità di 3 anni. Evidentemente l'hanno aumentata"
"Mamma... il 2020 è tra 3 anni"

M*rda.

14/02/17

Non si finisce mai di imparare

Da più di 6 anni sono consulente alla pari per l'allattamento al seno. Tra alti e bassi, tra periodi più intensi e periodi più calmi, posso dire di aver fatto centinaia di consulenze, molte andate a buon fine, alcune no. Ho conosciuto e parlato con centinaia di mamme, per lo più all'avvio dell'allattamento, alcune in momenti di crisi dopo i primi mesi, un paio che avevano bisogno di informazioni, idee e supporto per smettere. So che "centinaia" non significa "tutte", ma ritengo di aver avuto accesso ad un campione significativo di mamme. Non dico che credevo di "averle già viste tutte" (e "sentite" di tutti i colori), ma quasi.
E invece no. Sono stata chiamata da una mamma che è stata in grado di stupirmi, presentandomi una situazione mai vista prima e che, personalmente, non credevo nemmeno che potesse realmente verificarsi.
Ed è sorprendente scoprire come, nonostante tutto, l'universo della maternità mi dia sempre nuovi spunti di riflessione e occasioni di imparare cose nuove. Non solo sull'allattamento in sé, ma soprattutto sugli esseri umani.

13/02/17

Il fine settimana perfetto

"Mamma ti rendi conto che è mezzogiorno e noi siamo ancora in pigiama?"
"Matilde, non ricordo di averti vietato di vestirti..."
"No, infatti..."
"Quindi se ti vergogni di pranzare in pigiama, vèstiti"
"No no, non mi vergogno affatto. E' solo che questo si sta rivelando il weekend perfetto e volevo fartelo notare".

Figlia mia ^_^

09/02/17

Esercizio abusivo della professione medica

"Buonasera. Prego"
"Buonasera. Ho appuntamento col dottor Luminare, mi chiamo Vattelapesca"
"Sì, si accomodi. Ha già alcuni esami da mostrare al dottore? In particolare nel formato DVD...? Li dia a me che mi porto avanti il lavoro e li carico sul PC mentre lei aspetta il turno"
"Sì, sì. Ho questa che è la prima risonanza, del 2014, dove è emerso il problema bla bla bla di cui devo parlare al dottore, ma poi ne ho altre tre bla bla bla fatte nel 2016, a partire dalla cervicale fino alla lombare. Qui invece ho la radiografia del ginocchio, perché le spiego bla bla bla il mio è un problema che nasce come neurologico bla bla bla, ma ha avuto ripercussioni di tipo ortopedico bla bla bla, dunque per me è importante che il dottore veda anche il ginocchio. Perché, capisce, bla bla bla, visto il quadro generale bla bla bl..."
"Signor Vattelapesca, io ho studiato musica. Il dottore sarà certamente in grado più e meglio di me di darle un'opinione competente"

Mi piace che mi chiamino "Signorina", ma no, Dottoressa mai. E il fatto che stia diventando esperta di tutti i software Dicom possibili e immaginabili, non significa che io sia capace di interpretarne le immagini e i referti.

08/02/17

Ma si che sei capace

"Non ce la farò"
"Ma sì che ce la farai"
"Di sicuro mi perdo"
"Ma no che non ti perdi. Portati il telefonino, così in caso di emergenza mi chiami, ma io sono sicura che non ti perdi. Che tu sia preoccupata è normale, è una cosa che non hai mai fatto prima, ma ciò non toglie il fatto che tu sia perfettamente in grado di farlo"

Non avendo né un elicottero, né una giratempo, la coincidenza tra la fine del mio orario di lavoro pomeridiano e l'uscita di Matilde dalla palestra, ad esattamente 12 km e 50 minuti di traffico dallo studio medico, è stata la buona occasione per:
- lei scoprire di sapersi muovere e orientare per strada anche al di fuori del consueto percorso casa-scuola
- io testare le mie capacità di pilota da corsa degli sgusci a bordo di una prestante panda vintage del 2001

"Io sono appena entrata in città, tu dove sei?"
"Sono in piazza"
"Aspettami davanti al fioraio che tra due minuti sono lì"
...
"Com'è andata?"
"Bene. In effetti non mi sono persa"

In effetti è una ragazzina matura e assennata. In effetti è la perfetta dimostrazione di come più lasciamo loro la possibilità di crescere in autonomia, più loro crescono.

07/02/17

Certi martedì

Ci sono certi martedì che, per la quantità di cose che hai da fare con tempi ristrettissimi, quasi in contemporanea e in luoghi distanti tra loro una decina di chilometri ma una cinquantina di minuti di traffico, sembrano quasi dei giovedì.
Il problema è che invece sono dei martedì, e hai davanti a te ancora una settimana quasi intera.


06/02/17

Tre anni

Tre anni e sembra ieri.
No.
Non sembra affatto ieri, sembra tre vite fa, sembra che sia appartenuto ad altri, sembra impossibile che avesse mai potuto essere diverso.
Non è: "Ma come abbiamo potuto lasciarci?", e non è nemmeno "Ma come ci è venuto in mente di metterci insieme?".
È più un "È accaduto, e c'era un buon motivo".
È accaduto perché non eravamo fatti per essere coppia. È accaduto perché diversamente, se non fossimo mai stati una coppia, non sarebbero nate Matilde e Angelica, e loro due da sole bastano perché ne sia valsa la pensa di tutto, di stare insieme e del non starci più.


02/02/17

Quel gran figo di tuo padre

"Ciao Lucy, bentornata"
"Ciao MammaDiUnaCompagnaDiAngelica"
"Grazie per quel favore che mi hanno fatto i tuoi genitori con mia figlia. Ero disperata"
"Ma figurati"
"Tra l'altro ho capito chi è tuo padre. A scuola eravamo tutte innamorate di lui"
"Eh?!"
"Era il gran figo della scuola"
"Ma guarda che mio padre ha 65 anni. Non avreste mai potuto andare a scuola insieme"
"Il professore! Tuo padre non è professore?"
"S-s-si. Insegnava alla scuola media del BorgoDiPescatori vicino alla nostra ridente cittadina"
"Esatto. Io andavo lì a scuola"
"..."
"Certo tu non te lo ricordi, o comunque non lo immagini, ma tuo padre a 35 anni era fighissimo, e noi lo adoravamo".

Credo che l'espressione basita del mio viso comincerà a dissolversi tra 5 o 6 giorni almeno.

01/02/17

Soddisfazione

Può sembrare poca cosa, ma ogni volta che riesco a posteggiare in uno spazio di poco superiore alla lunghezza della mia macchina, e in due sole manovre, penso a quel sant'uomo di Claudio, l'istruttore della scuola guida (che poche cose mi ha davvero insegnato, e il posteggio è una di quelle), ma soprattutto, poi, urlo all'indirizzo degli altri automobilisti che stanno dietro di me: "E ora imparate come si posteggia, bifolchi!".

La vera soddisfazione sta nei complimenti delle mie figlie, per aver fatto "una cosa in cui si guida", ma senza dire parolacce.