24/12/18

Teenager

E finalmente ci stiamo dentro questa nomenclatura che ti meriti da almeno un anno e mezzo. Sei arrivata agli anni "teen", quelli che sono pieni di contrasti, di alti e bassi, di euforia e frustrazioni, insicurezze e traguardi. Quelli che bisognerebbe saltare a piè pari.

Tredici anni fa sei venuta al mondo. E il mondo intero non sa quanto, da allora, è cambiato rispetto a prima.
Stai diventando grande, stai diventando bellissima.
Buon compleanno, Matilde.

20/12/18

19/12/18

Neve

Ancora non ho imparato, mi servirà più tempo. Alzo lo sguardo distrattamente verso la finestra e mi chiedo chi sia l'incivvile al piano di sopra che batte il piumino dal balcone, facendo volare giù tutte le piume. Poi guardo meglio. Nessuno sta battendo i piumini. Sta semplicemente nevicando.

18/12/18

La settimana del venerdì

Oggi è un martedì che vorrebbe essere un venerdì.
Domani altrettanto.
Dopodomani stessa storia.

Io gliel'ho detto ai bagagli già pronti, alle tonnellate di gianduiotti, ai regali per i bambini, ai maglioncini leggeri riesumati, che bisogna ancora pazientare, e che venerdì sera, quando sbarcheremo tutti quanti (noi, i maglioncini e i gianduiotti) a Palermo arriverà solo quando sarà trascorso il giusto tempo necessario e sufficiente perché dal martedì si passi al venerdì, ma loro niente, non mi stanno ad ascoltare.

17/12/18

Le nuove acconciature

È una mia impressione, oppure anche voi pensate che le nuove ragazze se ne fregano altamente delle proprie pettinature?
Intendo dire: vedo intorno a me stormi di capelli sciolti, malamente arruffati, nella migliore delle ipotesi legati in una coda o in uno chignon spettinato. E non mi riferisco soltanto alle ragazze che incrocio per strada, ma anche qualche ragazzina che le mie figlie seguono su YouTube, e voglio dire, quelle lo sanno che le guardano migliaia di persone.

Io mi ricordo le ore passate davanti allo specchio a creare "la banana" adeguata dopo aver indossato il cerchietto, o la pizza di bruciato dopo l'ennesimo tentativo di lisciare la frangetta con spazzola e phon e le liti per mantenere ben voluminosa l'onda del ciuffo dietro.
Quante energie spese.

Queste qui, invece, si alzano dal letto, afferrano quello che trovano, un codino, una fascia, una mutanda, e se l'attorcigliano ai capelli ed è fatta.
La stessa Matilde spesso si tiene i capelli davanti legati "a fontanella" come glieli facevo io quando aveva 2 anni.
Quando aveva 2 anni credevo che se avesse potuto mi avrebbe odiata, invece ora se la fa da sola e sembra proprio non preoccuparsene.
Come cambiano le generazioni.

14/12/18

Le mani in tasca

"Ma guardatelo, Bambino, con le mani in tasca!"
La nonna dei Bambini è innamorata-rincitrullita come tutte le nonne, e ogni vezzo, ogni parola, ogni espressione dei nipoti, sembra quasi che la facciano solo loro al mondo, ma va bene così.
"Bambino! Tieni le mani in tasca, come un vero giovanotto!"
Già, è normale che i nonni si esaltino per ogni sciocchezza dei loro nipoti.
"Ma guardalo! Con le mani in tasca! Signora Lucy, ma chi glielo ha insegnato?"
"Signora Nonna, ad essere sincera non lo so. Lo avrà visto fare a qualcuno..."
"Ma lo guardi, con quelle mani in tasca, è proprio un giovanotto"

Chi sarà l'oggetto dell'emulazione di Bambino? Forse avrà visto il padre, e lo imita. Certo è un po' una scocciatura perché adesso ha preso a camminare tenendo le mani in tasca e se inciampa va lungo lungo a terra col muso, perché non riesce a pararsi con le mani.

Si avvicina l'orario della liberazione dell'ostaggio, ossia tra poco posso andare via da qui. Mi cambio. Tolgo la tuta che indosso qui e mi rimetto i miei abiti borghesi, ossia jeans e maglione. Mi rimetto le scarpe e trascorro, come una disperata, gli ultimi minuti dietro il vetro della finestra, in modo da avvisare il padre del Bambini che torna a casa. Mentre aspetto loro giocano. Mentre aspetto mi infilo le mani in tasca.
Dannazione.

13/12/18

Babbo Stremato


Nemmeno lui ne può più... :-D

12/12/18

La bambina prigioniera

"Bambinaaaa! Bambinaaaa!"
La voce disperata di Bambino in lacrime mi sorprende. Stavano giocando a fare cucu da dietro la porta della cucina mentre io stavo preparando il loro pranzo. Solitamente quando uno dei due urla o piange è a causa dell'altro che gli ha fatto un dispetto o lo ha picchiato, o entrambe le cose.
Mi giro, lo guardo. Non vedo Bambina. 
Interrompo cio che stavo facendo e mi avvicino. La porta della cucina è aperta più di quanto dovrebbe ed è incastrata con la maniglia della porta che le fa angolo perpendicolarmente.
A quel punto la sento. Bambina mi chiama. Si trova prigioniera nello stretto angolino che si forma tra le due porte.
Ok. Calma. O rompo la porta o rompo la maniglia.
Faccio allontanare Bambino e tiro verso di me la porta, rompendone la parte di rivestimento dell'area che si era bloccata con l'altra maniglia.
Il risultato è questo:


(Qui ormai avevo già fatto. Immaginate che la maniglia sulla sinistra arrivava a metà spessore della porta)

Ok, Bambina è salva, la porta un po' meno e la tata ha una manciata di capelli bianchi in più.

11/12/18

Messaggio subliminale

Va bene che, essendo vegetariana, tendo a frequentare fruttivendoli nel rapporto di 1000:1 rispetto ai macellai. Va bene che, essendo Angelica ghiottissima di carote, ogni settimana ne compro almeno un chilo. Va bene che, essendo simpatico e gentile, vado ormai sempre da uno stesso fruttivendolo marocchino tra le centinaia che ci sono al mercato vicino casa. Va bene che, andandoci da sola, probabilmente lui mi immagina zitella o qualcosa del genere. Va bene che, temendo un cambio di trattamento, io non ho mai fatto nulla per smentire la sua supposizione.

Tuttavia, considerando le carote che mi ha venduto la volta scorsa, temo che ci sia qualcosa, in questa situazione, che mi stia sfuggendo di mano.

10/12/18

Granny pride

Nessuna vergogna potrà turbare il mio orgoglio da "catanonna" mentre mi infilo gongolando dentro il mio letto con le lenzuola di flanella, godendomi lo "zero impatto termico". Sono lontani i tempi delle lenzuola di seta nera.

07/12/18

Il paradiso degli orchi

È il primo libro della saga dei Malaussène di Daniel Pennac.
Quella tetralogia l'ho letteralmente divorata, mangiata, masticata. Credo che, dopo "Il giornalino di Gian Burrasca" siano i libri che ho riletto di più in tutta la vita. Ora stanno uscendo in audiolibri, letti da Claudio Bisio. Spettacolare. Semplicemente spettacolare. Bisio, poi, interpreta Pennac a meraviglia; gli si addice proprio. Mesi fa avevo già ascoltato "Storia di un corpo" e sono arrivata alla fine con le lacrime di emozione.
Fantastico. Per gli amanti di Pennac è davvero imperdibile. Vale la pena di aprire l'account anche solo per questo.

06/12/18

In dialetto

"AmicoNerd, secondo te cosa sta succedendo al mio computer?"
"Che problema ha?"
"È lentissimo, guarda. Si blocca il mouse, la tastiera scrive una lettera subito e le altre dopo trenta secondi... Ecco, ad esempio in questo momento... Vedi? Amunì! Camurrìa di computer!"
"Lucy, non credo che sbattere il mouse contro la tastiera lì aiuti a reagire piu velocemente"
"E l'ho capito, ma sta gran camurrìa di computer ca ci avissiru @&#€&#&€&#&#*_#&"&#@@#€_€&@+€#!!!"
"..."
"Ti sto dicendo ca stu computer &€&#_#€+&-#&#__*-€+&€-#&+*!"
"Continuo a non capire"
"E camurrìa pure tu! Ma quando ti deciderai a imparare il siciliano?!"

È più forte di me: so incazzarmi solo in dialetto :-D

05/12/18

Due contro una

"Angelica, cos'hai in tasca?"
"Eh? Oh! AH!!!"

Seguono minuti convulsi durante i quali Angelica recupera dalla sua tasca un foglio, lo strappa in mille pezzi, li butta nel sacco per la carta, poi ci ripensa e li recupera tutti e va a nasconderli. Ci mancava solo che li ingioiasse, poi era al completo.

Le ipotesi sono due: o ha rapito il criceto di qualche compagno e sta mettendo in piedi una vera e propria estorsione, oppure c'era scritto qualcosa di compromettente e sentimentale.

La cosa certa è questa. Una per un motivo, una per un altro, le mie figlie stanno crescendo ed io sono in netta inferiorità numerica.

04/12/18

La regina delle Amazzoni

La mia psicologa ha definito la mia personalità come la tipologia "amazzone".
La mia famiglia al femminile è il mio regno, ed io lo difendo strenuamente, dopo aver tanto faticato per costruirlo.

La questione, poi, è sempre la solita: quanto peso ha, davvero, per me la conseguenza di questo mio essere? Ossia, quanto sono disposta a sbattere la testa al muro fino a farla cambiare, rispetto a quanto posso limitarmi a prendere atto del motivo principale della mia infelicità nelle relazioni con gli uomini? (Che poi, bisogna rendergliene merito, Gandalf lo aveva già detto secoli fa e senza che fosse necessario pagarlo).

Sono in terapia da 10 mesi ed è vero che sembra che gli argomenti che saltano fuori siano sempre gli stessi, però sono io che non sono sempre la stessa. Sei mesi fa, ad esempio, ero Lady Oscar; oggi sono Ippolita.
Non vedo l'ora di diventare la professoressa Mc Gonagall.

03/12/18

Come fermare il tempo

di Matt Haig

È l'ultimo audiolibro che ho ascoltato, con la meravigliosa interpretazione di Neri Marcorè. La storia di un uomo che, per una non meglio definita "disfunzione" invecchia molto lentamente, nell'ordine di un anno ogni 15, per cui attraversa i secoli e la storia dell'umanità dal tardo medioevo ai giorni nostri, dove di mestiere fa l'insegnante di storia.

La storia mi è piaciuta molto, considerandola una variazione sul tema di Benjamin Britten. Purtroppo, però, il finale mi ha un po' deluso. È vero quel che si dice, che i punti deboli di un romanzo sono l'inizio e la fine.

30/11/18

La causa della delusione

Ascoltando alcuni testi di musica italiana degli anni '90 mi viene da chiedermi se la cosiddetta "crisi del maschio moderno", in realtà, non sia dovuta alle altissime aspettative con cui siamo cresciute noi degli anni '70-'80 riguardo che cosa, davvero, pensavamo che avremmo avuto da un uomo.

29/11/18

Il secondo grande passo

"Signora Lucy, mi permetta una domanda"
"Mi dica, Maestra di Angelica"
"Ma come mai in casa non avete la televisione?"
"La televisione? Boh... Non l'abbiamo mai avuta, nemmeno a casa, giù. Avevamo un televisore che usavamo per guardare i dvd", ma la televisione... Boh, abbiamo smesso di guardarla una decina di anni fa e non abbiamo mai più ripreso l'abitudine".

Avevamo una TV in cucina, ma quando, nel 2007, Matilde ha iniziato a cenare con noi, non l'abbiamo più accesa. Poi il mobile su cui poggiava è stato spostato e riqualificato, e l'abbiamo spostata in un'altra stanza dove non stava nemmeno attaccata alla corrente, poi a mia zia si era rotta la TV e gliel'abbiamo regalata.
Avevamo un altro televisore, nello studio, che usavamo soprattutto per i dvd. Ogni tanto, nel pomeriggio, guardavamo Rai yoyo, ma da quando Matilde ha iniziato le elementari ha smesso con la TV, e Angelica non se n'è mai appassionata. Qui a Torino non l'ho mai posseduta proprio.

Una volta una persona, incuriosita, mi ha chiesto come facessimo ad informarci. Io ascolto la radio al mattino, e internet fa il resto.
Tuttavia la maestra di Angelica mi ha fatto riflettere: a me non mancano certo i mezzi per informarmi, e ormai persino Matilde può ricevere le notizie di attualità sullo smartphone. Ma Angelica? Angelica si trova fuori dal mondo. Ascoltiamo tutte e tre il giornale radio delle 6.30 ma forse non basta.

Mi sa che devo fare un altro grande passo. Devo procurarmi una televisione.
Il bello è che, ormai, non so nemmeno più come funzionano. Ci vorrà un'antenna? Un decoder (ricordo che a Bagheria lo avevamo)? Ma soprattutto: dove la posiziono?

28/11/18

Arricchire

Quando per la millemillesima volta mi ritrovo, al lavoro, a fare una lavatrice di vestitini e accessori sporchi di m*rda, compresi i vestiti miei, pur non provenendo da me la suddetta materia, mi prende uno sconforto pazzesco che mi fa domandare cosa ho fatto nella vita precedente per meritare una cosa del genere.
Poi mi dico che non ha senso arrabbiarmi con un bambino di 2 anni solo perché ha la pensata di togliersi da solo il pannolino mentre lo sto spogliando, e senza darmi il tempo di fermarlo. Lui non ha un'adeguata panoramica sulla catena causa-effetto di ogni suo gesto, ogni sua alzata d'ingegno, non ha sufficiente esperienza del mondo per poter fare previsioni, anzi! è proprio facendo cose di questo tipo che si costruisce il bagaglio di esperienze su cui in futuro potra basarsi per prevedere gli effetti delle sue azioni. Ad esempio, ormai sa perfettamente quali sono i modi efficaci per fare piangere la sorella.
Ecco. Non ha senso arrabbiarmi.
Ma sperare di arricchirmi, quello sì.

27/11/18

My heart *is still* go on...

La nota melodia di flauto echeggia in camera di Matilde. Aspetto il ritornello e poi piombo dentro cantando a squarciagola "Near, far, wherever you are..."
Lei smette di suonare e si aggiunge: "I believe that the heart does go on..."
Angelica ci guarda mentre concludiamo (anche con parole inventate) la nostra performance.
Alla fine, tra le risate, mi lascio andare al racconto: "Eeeeh! Titanic! Io l'ho visto al cinema!"
"Davvero? Al cinema?"
La guardo, indecisa se sculacciarla subito o dopo cinque minuti.
"Sì, Matilde, può sembrare strano ma io ero già nata quando è uscito al cinema. E comunque saranno passati giusto vent'anni, non duecento".

Le "cose del millenovecento" come le chiama lei, le sembrano sempre preistoria.

26/11/18

Quel potere magico

Solo i figli hanno quel potere magico di riuscire a smontare, con una sola frase, un gesto, un pensiero, 40 anni della tua vita come individuo e 13 come genitore, facendoti rimettere in discussione tutto quanto e facendoti chiedere improvvisamente: "Ma che ca##o ho fatto fino ad ora?".

#noncelapossofare

23/11/18

Pensa per te

In realtà non sono in grado di stabilire se la mia impressione possa essere verosimile o no, ma da qualche tempo Bambina ha preso l'abitudine di "ribattere" ai miei rimproveri nominando le mie figlie.
Ad esempio: "Bambina non devi salire in piedi sul tavolo!" - "Matilde!"
Oppure: "Bambina non si strappano le foglie dalle piante!" - "Angelica!"

Non ho ancora capito se si tratti di minacce ("Se mi rimproveri ancora picchio Matilde quando arriva!") o se voglia accusarle di averglielo insegnato loro ("Angelica mi ha ordinato di farlo almeno 15 volte al giorno")
Più probabilmente, dato che ormai io faccio parte della loro vita, e le mie figlie con me, si tratta di un'esortazione all'esame di coscienza: "Tu rimproveri me, ma pensa a quello che combinano le tue figlie!".

:-D

22/11/18

Il cielo di Torino

Un aspetto che sto imparando ad apprezzare, della città di Torino, è la disinvoltura con cui il cielo riesce a essere grigio e plumbeo per intere settimane e poi uscirsene una mattina cosi, a sorpresa, azzurro, limpido e pulito, come se non avesse mai fatto altro prima di quel momento.


21/11/18

Messaggi vocali

"Va bene, Amica di Palermo, se devi trovare la superficie laterale, la superficie totale e il volume di un parallelepipedo a base quadrata devi avere la misura del lato della base e dell'altezza. Fammi sapere!"
...
"Ciao Mamma dei Bambini, ti volevo dire che Bambina è molto raffreddata ed ha tanta tosse stizzosa. Fammi sapere se domani vuoi che le faccia un po' di aerosol"
...
"Invece se il parallelepipedo ha la base triangolare devi avere tutti e tre i lati del triangolo, a meno che non sia equilatero"
...
"Ciao Papà dei Bambini, ho appena lasciato i marmocchi con i nonni. Oggi ho fatto una lavatrice coi vestitini ma non ho fatto in tempo ad aspettare che finisse l'asciugatrice. Quando torni puoi toglierli? Poi domani li piego io"
...
"No, è la circonferenza che si calcola con due-pi-greco-raggio, non l'area del cerchio! Però guarda che queste cose le fanno in quinta elementare, non in terza media!"
...
"Si, Papà dei Bambini, intendo dire di togliere i vestitini dall'asciugatrice, o quanto meno spegnila quando finisce, giusto per non lasciarla in standby tutta la notte, poi domani ci penso io"
...
"E lo so che siete tutti scarsi in matematica in famiglia, per questo ti aiuto io. Dai, vi voglio bene tutti quanti"

Una signora ha camminato poco distante da me per tutto il tragitto dal lavoro a casa, ascoltando i messaggi vocali che registravo nel frattempo. Chissà che mestiere ha pensato che io facessi. La santa, probabilmente.

20/11/18

Le manca?

Mi si chiude la gola, mi si incrina la voce e la familiare sensazione di bruciore agli occhi sembra smentire la mia risposta: "No, ma proprio no. Ma nemmeno un briciolo".
Lei mi guarda come sempre, quando mi metto a piangere, in attesa. In attesa che passi, in attesa che io dica qualcosa.
"Dottoressa, lo so che può sembrare un controsenso, e nel nostro so nemmeno io perché sto piangendo, ma no, Schroeder non mi manca, né fisicamente, né sentimentalmente. Quando lo frequento mi fa molto piacere stare in sua compagnia, sono dispiaciuta per il fatto che ci frequentiamo pochissimo, ma non posso assolutamente dire di sentire la sua mancanza, né nella quotidianità, né nel mio "sentire" nei suoi riguardi".

Eppure piangevo. Ormai ho capito che è proprio il concetto di "mancanza" che mi fa da interruttore per le lacrime (oltre a quel continuo viavai di aerei nel cielo di Torino, che porcatrottola me ne dovevo emigrare in una città con l'aeroporto più distante). Ma che cosa, davvero, mi manca?
Alla fine l'ho capito. Non è Schroeder in quanto lui, né come persona, né come marito o ex marito che dir si voglia, bensì ciò che lui simboleggia e rappresenta, ossia la mia vita passata: noiosa, frustrante, mediocre, infelice, eppure "sicura", facile, gestibile, comoda.

Come dico spesso, non mi pento della decisione presa, ma devo ammettere di vivere momenti di sconforto, nei quali mi sembra di faticare il doppio per ottenere la metà, sempre sul filo della lama, sempre di corsa, sempre in bilico tra le mille risorse e opportunità e le concrete possibilità di approfittarne.

"Le manca?" mi ha chiesto la mia psicologa parlando del mio ex marito, e mentendo con le parole io ho risposto di no. Oggi non tornerei con lui, ma se potessi tornerei volentieri indietro nel tempo a 6-7 anni fa.

16/11/18

Alla femminina

"Dove stai andando?"
"Faccio un salto a casa mia a prendere un cavo USB. Non riesco a collegare la stampante al Wi-Fi"
"Se non funziona il modulo Wi-Fi gliela riportiamo indietro"
"No, è il wps del router che non funziona"

Apriamo una piccola parentesi.
Io sono una ferma sostenitrice della autorevolezza di ciascuno nel proprio mestiere. Non mi sognerei mai di contestare un medico in argomenti di medicina, un muratore in argomenti di muratura, un ingegnere in argomenti di ingegneria. Tuttavia ho una conoscenza dell'informatica che rispecchia molto la mia conoscenza dell'inglese: mai studiata in modo ragionato, ma molto praticata. Inoltre ho una conoscenza di me stessa superiore agli altri, nel bene e nel male.

"Fammi vedere, apri la pagina per gestire il router"
"Toh, guardala. Ma ti dico che è un problema del pulsante. Vedi, non si accende nemmeno più il led"
"Dov'è la sezione per gestire il wps?"
"Qua e... Oh! Era spento!"
"..."
"Scusami ma come ha fatto a disattivarsi?!"
"Qualche settimana fa ci ho smanettato per impostare accensione e spegnimento automatico. Molto probabilmente non sapevo cosa fosse il wps e l'ho spento"

C'è un metodo di problem solving che si chiama "alla femminina", del quale sono esperta e che mi aiuta non soltanto nel risolvere in generale i problemi della vita, ma soprattutto per rimediare a quelli creati dalla mia audace e intraprendente incompetenza.

15/11/18

Le canzoncine

Le canzoncine sono, ad oggi, 20. È questo il nome con cui i Bambini che accudisco chiamano la playlist di video musicali che ho salvato sul mio smartphone appositamente per loro. Io odio la TV, specialmente quella per i bambini, e nonostante i genitori stessi mi abbiano suggerito di accenderla nei momenti più critici per distrarre e intrattenere i Bambini, io non so nemmeno dove sta il telecomando.
Fino all'estate scorsa, le canzoncine erano le sigle di Bia, di Lady Oscar, di Ugo Robot e del Mago Pancione, da me cantate e coreografrate. Poi ho procurato i video delle sigle originali.
Secondo me non è guardare la TV, e nemmeno YouTube. È ascoltare musica accompagnata da immagini, imparare a memoria, imparare a intonare, imparare a memorizzare una sequenza, perché ovviamente la playlist è sempre uguale, per cui loro sanno già cosa verrà dopo.

E fin qui io ho fatto bene il mio lavoro di accudimento ed educazione, partecipando attivamente e non limitandomi al mero rinco%ionimento davanti uno schermo.

Tuttavia, nei mesi, la playlist si è arricchita di sempre nuove canzoncine, per lo più sigle di cartoni animati del passato (Kiss me Licia, Occhi di Gatto, Magica Emi...) e di canzoncine per bambini (Il coccodrillo come fa, The Lion sleeps tonight, sia in italiano che in inglese, nella vecchia fattoria) e qualche versione animata di canzoni italiane del secolo scorso (Papaveri e papere, Il ballo del qua qua).
Sono solo tre quelle totalmente fuori contesto, ma che i Bambini apprezzano come le altre, se non di più: il Chu chu ua, che chi ha figli nei dintorni dei 10 anni ricorderà come tormentone delle feste di compleanno, e che a fronte di una musica semplice e ballereccia e un testo praticamente inesistente, ha un videoclip ufficiale molto poco per bambini; la bellissima "Prego, grazie, scusi, tornero" di Celentano, che ho iniziato a cantare io per gioco quando hanno imparato a dire grazie, e che è diventata una delle preferite; ma la peggiore di tutte, la meno adatta per testo, musica e immagine, ma quella che vogliono riascoltare almeno due o tre volte al giorno... "Il cobra" di Rettore. Ho iniziato io a canticchiarla quando è saltato fuori il seroensedi pezza e da allora è diventata un cult.

Un'altra canzone che canto spesso è quella della banana in quanto "unico frutto dell'amor" ma come video non ho trovato nulla di carino, per cui al momento dovrei aver scongiurato il licenziamento.

14/11/18

L'ascensore con lo specchio screanzato

Gli specchi degli ascensori sono impietosi e screanzati.
Forti della loro posizione impositiva e della pessima provenienza e qualità della luce, mostrano il peggio del peggio di chi vi si specchia, con particolare predilezione per il far risaltare tutti, ma proprio tutti i capelli bianchi.
Screanzati.

13/11/18

La palla arroccata

Come relitti di imbarcazioni che affiorano sul fondale dei laghi prosciugati, i rami spogliati degli alberi in autunno mostrano le malefatte dell'estate appena finita.


12/11/18

Il voto in scienze

"Matilde, devi darmi la password del registro elettronico"
Impallidisce.
"Matilde..."
"Ma io non me la ricordo"
"Scusami, ma tu non ti vai a guardare i compiti e i voti sul registro elettronico? Da dove accedi?"
"Si, ci vado dall'applicazione, ma il logol l'ho fatto tempo fa e non mi ricordo la password"
"Matilde, cosa c'è sul registro elettronico che non devo venire a sapere?"
"Niente..."
"Quindi devo andare in segreteria a fare resettare la password"
"Aspetta... Forse è lanostrasolitapassword"
"Vediamo... Ah ok, sono entrata"
"Va bene mamma, allora io vado"
SLAM. Chiude la porta di casa dietro di sé. Riapro.
"Ma perché scappi? Almeno salutami"
"Non sto scappando. Ciao"
Scappa.

Era un 6.
Venerdì scorso è stata interrogata in scienze su un argomento che non aveva ben studiato e compreso, e aveva preso 6. E non me l'aveva detto.
"Me l'ero dimenticato" si è poi giustificata "ma comunque 6 non e un brutto voto"

Non è un brutto voto, ma stride maledettamente con il resto della sua media; non aveva capito un tubo dell'argomento e le è anche andata meglio del dovuto. Sta di fatto che me lo aveva nascosto, ed è la prima volta che la becco a nascondermi qualcosa.

08/11/18

Ho insegnato

Ho insegnato a Bambino a dire Bambino. Prima diceva Tambino. Finalmente oggi, un po' giocando, un po' scherzando, è riuscito a dirlo chiaro, con le consonanti giuste. Era raggiante di felicità e orgoglio, ma quando è tornato il padre, e gliel'ha fatto sentire, lui non ha reagito chissà come, quasi ritenendo irrilevante la cosa.
Non ho ancora capito se è solo torinese, oppure se proprio non ha la capacità di empatizzare coi figli.

07/11/18

Cambiare

Oggi mi attanaglia una domanda esistenziale. Ma perché, noi adolescenti degli anni '90, eravamo così fissati col "cambiare" riferito al prodotto di una relazione con l'altro sesso, con spiccata maggioranza di una tale fissazione delle ragazze nei riguardi del proprio fidanzato?
Sembrava che la missione di una ragazza di 16 anni, nel 1994, fosse quella di "cambiare" il proprio ragazzo tra una canzone dei Neri per Caso e una di Biagio Antonacci. Ma perché?
Se ti ci sei messa, perché lo vuoi cambiare? Se ti ci si sei messa, si suppone che ti piaccia, o no? Cosa vuoi, plasmarlo secondo il tuo personale gusto?

Boh, quando sento i discorsi di mia figlia e delle sue coetanee, spesso sorrido di tenerezza. Certe cose sono rimaste identiche mentre altre sono completamente diverse, e per fortuna sembra sparita questa vocazione da kamikaze freudiano.

06/11/18

Rifiuto per la maternità

Sull'autobus, di ritorno dallo studio della psicologa, c'era una coppia con una neonata di 3-4 mesi.
La bambina piangeva perché aveva fame. Non so perché la madre impiegasse tutte quelle energie per distrarla, invece di tirare fuori una tetta. Forse si si vergognava a farlo sull'autobus, o in realtà non allatta la bambina e non aveva portato con sé un biberon di latte. Sta di fatto che, a guardarli e sentire le inequivocabili urla della bambina, mi è sembrato un enorme spreco di energie quel passarsela di braccia in braccia, tentando di distrarla invitandola a guardare fuori da un finestrino che probabilmente lei non metteva nemmeno a fuoco. Aveva fame, era evidente. Devi procurarle ciò di cui si ciba invece di armare teatrini inutili che aumentano la sua frustrazione e il suo pianto.

Poco prima di scendere dall'autobus lasciandovi dentro la famigliola disperata, ho fatto questa riflessione.  Io non ci riuscirei più, e poco importa se ho mie amiche coetanee che stanno iniziando adesso o hanno iniziato da poco a figliare. Non è questione di età anagrafica in termini assoluti, ma di quello che c'è stato prima.

Non ho più le forze.
Continuo a vivere immersa nella maternità altrui, ad avere l'occhio e l'orecchio allenato all'interpretazione del pianto e dei malesseri dei figli degli altri, ma no, non ho più risorse per la maternità in prima persona, e a dire il vero, mi sto anche stancando di quella per conto terzi.

Mentre camminavo lungo la strada verso casa, ho pensato che vorrei scriverci un racconto su questo tema. Chissà.

05/11/18

Il serpente

Bambino e Bambina giocano nella loro casetta. Poi Bambino esce, tenendo sotto braccio un pitone da un metro e mezzo.


Dopo un istante di brivido mi chiedo: ma dove l'hanno trovato un serpente di pezza così realistico? Risposta: all'ikea.
Quando torna il padre, nel pomeriggio, gli chiedo: "A chi [diamine] è venuta la [pessima] idea spiritosa di regalarlo ai Bambini?" Risposta: allo zio materno.

Beh, abbiamo tutti almeno uno zio materno che ha sempre delle spiritose idee regalo.

31/10/18

Il tempo libero

In una vita frenetica e piena di impegni, dove rinunci al sonno per poter avere gli unici 40 minuti quotidiani da dedicare a te, e ti arrabatti costantemente tra la frustrazione di un lavoro che ti gratifica, ti permette di campare, ma ti fa sentire in ostaggio della vita di altri, e il sempre-presente senso di colpa nei confronti delle tue figlie e del poco tempo che dedichi loro, e gli altri doveri nei confronti della casa, della dispensa, del parentado, quando hai un giorno libero all'improvviso, ti ritrovi spaesata.
Come se qualcuno ti avesse mollato di colpo nel bel mezzo di una piazza enorme e circondata dal paese della cuccagna. Sai che hai almeno 7 ore tutte tue, ma non sai come impiegarle - o meglio - vorresti poterle impiegare con tutte quelle cose per le quali non hai mai tempo: leggere, dormire, fare pulizie accurate, passeggiare, fare una telefonata, andare in bici. Non sai dove dirigerti, dal centro di quella piazza, da quella parte o dall'altra? Basteranno 7 ore per poter andare sia di qua che di là? E se non bastasse, quale direzione offre le attrazioni migliori? E se poi fosse una delusione? E se rimpiangessi il tempo impiegato da quella parte, mentre ti sei privata di esplorare dall'altra?

Ti senti così.
E ti ritrovi alle 8 del mattino a guardare fuori dalla finestra e pensare: "E adesso?"

Nella vertigine di tutto il quel-che-potrei-fare, opti per un vegetare consapevole, che con una lavatrice avviata mette a tacere il tuo senso del dovere, e con una passata di smalto sulle unghie appaga il desiderio di fare una cosa da donna adulta.

Poi divano, coperta, musica e sguardo fisso sul soffitto bianco. Adieu.

30/10/18

Terrible two

"Bambina, senti un po' che puzza! Vieni qui, così ti cambio il pannolino"
"No, grazie"

Siamo entrati appieno nella "terrible two", l'età del no-a-tutti-i-costi.
Però con educazione, bisogna ammetterlo.

#lofacciopersoldi

29/10/18

La settimana di passione

Fuori stagione, decisamente.
Per tutta la settimana scorsa si sono susseguite malattie, vere e immaginarie, prima per l'una e poi per l'altra figlia, mentre la mamma eroicamente resiste, ché la malattia, vera o immaginaria che sia, è cosa che non può permettersi.

Questo per dire che ancora resisto, imperterrita.

19/10/18

90s Italia

Sono nata negli anni '70, ho imparato a leggere negli anni '80 ma sono davvero cresciuta negli anni '90.
Per una curiosa concomitanza di disservizi e presunzione di diritti inesistenti, alle scuole medie ho studiato francese, e a quei tempi si studiava una sola lingua straniera, ed ho proseguito anche al liceo dunque non ho mai davvero imparato l'inglese. Non l'ho mai studiato in modo ragionato e strutturato, come si può fare a scuola, né ho mai avuto modo e occasione di praticarlo dal vivo.
Solo dopo il diploma, con l'arrivo di internet a casa, ho iniziato a sforzarmi di decifrarlo, e tale continua ad essere il mio livello attuale: mi sforzo di decifrarlo e di, eventualmente, farmi capire. Un livello che mi ha permesso di viaggiare all'estero e tornare, di dare indicazioni ai turisti, di sostenere conversazioni semplicissime e poco altro, ma questa gravissima lacuna, durante l'adolescenza, mi ha precluso la musica straniera. Perché quando hai 16 anni e ti struggi di nemmeno-tu-sai-cosa vuoi ascoltare canzoni che parlino a te e di te, e lo scoglio linguistico è insormontabile.
Per questo motivo la musica con cui sono cresciuta, sono passata dallo status di bambina a quello di donna, è la musica italiana di quegli anni, dalla Pausini a Grignani, dagli 883 a Bersani, da Antonacci a Giorgia.

Ecco perché sono drogata della play list '90 Italia su Spotify.

18/10/18

Nina sente

Ho appena finito di ascoltare l'audiolibro "Nina sente", di Elasti, letto da lei stessa. Non ho mai letto nessuno dei suoi libri precedenti perché ho sempre temuto che fossero troppo autobiografici e ispirati/scopiazzati dal suo blog. Persino quello sulla ragazza alla pari, per quanto "di fantasia" sarebbe stato pericolosamente, liberamente ed eccessivamente tratto dalla sua vita.
Non ho nulla contro De Lillo, ci mancherebbe altro. Ho iniziato a seguirla quando ha iniziato anche lei col blog. Stavamo su Splinder insieme, all'epoca, eravamo entrambe due mamme che scrivevano sul proprio blog della quotidianità domestica. Tra l'altro i suoi tre figli si intersecano anagraficamente con le mie, per cui eravamo davvero sulla stessa barca.
Certo, ammetto di aver rosicato per parecchio quando lei è riuscita a "sfondare" come blogger, in quel momento storico in cui i blog andavano fortissimo, ma l'ho sempre seguita con stima. Ora la ascolto quotidianamente alla radio e la trovo molto garbata e intelligente.

"Nina sente" è un giallino. Nel senso che c'è un morto di mezzo ma non è certo l'argomento principale del romanzo. Lo stile discorsivo è piacevole, il linguaggio e i dialoghi sono verosimili, la caratterizzazione dei personaggi è nel definita, anche se scivola nei cliché ogni tanto, ma glielo perdoniamo perché tutto il romanzo gira intorno ad un'ambientazione che è un cliché per eccellenza, dunque diventa verosimile.
Poi letto da lei è proprio una chicca. Lo consiglio.

17/10/18

Rimedi da bambini

"Ahia! Bambina, fai piano, oggi sono tutta dolori. Sono andata a fare un giro in bici dopo tanto tempo, e mi fa male dappertutto"
"Ahia"
"Sì, oggi sono tutta ahia, ahia da tutte le parti, le braccia, le gambe, la schiena, addirittura fino al culetto..."
"Il culetto"
"Si, mi fanno male pure i muscoli del culetto"
"Il culetto. Fa male il culetto"
"Si, mi fa male il culetto"
"Mettiamo la cremina!"

Ben mi sta.

16/10/18

Nel 2019

Ho appena segnato sul calendario un impegno per il 2019, nonostante siamo ancora a metà ottobre.
Però è una serata al Regio, per l'opera, e allora è bellissimo così. :-)

15/10/18

I segni

Quando ti chiede di comprarle delle brassiere; quando il suo numero di piede non rientra più nel reparto kids e dovete guardare in quello donna; quando la sorprendi a mettersi il tuo rimmel.
Questi sono i segni che tua figlia sta crescendo piu in fretta di quanto tu stai invecchiando.

#noncelapossofare

11/10/18

Summa maxima

Sveglia alle 4.50, yoga e meditazione fino alle 5.40, colazione e preparazione del pranzo; alle 6.20 sveglio le mie figlie, alle 6.25 inizio a preparare la loro colazione ma alle 6.30, con Angelica in bagno, arriva Matilde in cucina e mi dice "Mamma, vieni un attimo". 

La prima cosa che penso è che Angelica stia male, o che ci sia qualche mostro interdimensionale che si è materializzato nella sua stanza, ma Matilde mi porta all'ingresso e mi dice "C'è una sorpresa". Mi aspetto il tradizionale biglietto di auguri hand&heart made, ma va per aprire la porta di casa. 
Per un attimo fugace temo che ci sia qualcosa, tipo un serpente inchiodato alla porta, o una testa di capretto sullo zerbino, invece no. C'è lui, alle 6.30 del mattino, con un mazzo di fiori.

Abbracci, baci, emozione e commozione. 
Si era messo d'accordo con Matilde ieri sera per farmi questa meravigliosa sorpresa e, mentre li abbraccio entrambi, tra le lacrime di gioia e i cuoricini che svolazzano intorno a noi, dal bagno la voce di Angelica urla: "Ma che sta succedendo? Mi sentite? Qualcuno mi porta la carta igienica?! Dove siete?!".
Ecco, direi che il giorno del mio quarantesimo compleanno si è presentato come summa della mia vita, in tutte le sue sfaccettature. 



10/10/18

La tessera del mhh

"Mamma mi prendi la tessera dell'autobus nella tasca dello zaino?"
"Tieni. Ora mi raccomando, quando arrivi a casa avvisami ma poi non ti distrarre più e fai i compiti"
"La tessera dell'autobus ha la stessa metrica della macchina del capo"
"Matilde sto parlando di cose serie"
"Si, mamma,, ti ho sentito. Te l'immagine, la tessera del mhh ha un fsss nella gomma"
"Matilde"
"Si mamma, appena arrivo ti avviso e poi mi faccio i compiti"
"Bene. E quando arriva Angelica fate prima merenda ma poi chiedile se ha compiti e se ha bisogno di aiuto"
"..."
"Magari ha bisogno di qualcuno che la ascolti mentre ripete"
"..."
"Lo so che vi chiedo tanto, ma io purtroppo ho questi orari e non posso farne a meno. E non potete nemmeno aspettare che io torni a casa per fare i compiti"
"..."
"Ma mi senti? Perché sorridi?"
"No niente, è che stavo ancora canticchiando in testa la tessera del mhh ha un fsss nella gomma"

Homer, esci da questo corpo.
#noncelapossofare

09/10/18

Eri bellissima

"Me lo ricordo pure io il giorno del tuo matrimonio. Eri bellissima".

Oggi sarebbero stati 14 anni. Io me lo ricordo ancora come se fosse stato ieri. Ci sono sensazioni, emozioni e pensieri lucidi che ricordo perfettamente. Uscendo da casa, quando mi sono guardata allo specchio dell'ascensore (in cui potevo stare solo io, il mio abito e il mio velo), mi sono vista e mi sono detta "Sta succedendo davvero, lo stai facendo davvero", nel bene e nel male, al punto che ho anche pensato che non si dovrebbe mai lasciare che una sposa resti da sola davanti a uno specchio nel giorno del suo matrimonio.
E poi l'ansia, e le lacrime a dirotto entrando in macchina, con mia cognata accanto che non sapeva come tamponare il trucco che si stava sciogliendo, e mio cognato, alla guida, che si è fermato lungo la strada a comprare due chili di riso per farmi stare tranquilla visto che non avevamo avuto conferma che qualcuno se ne fosse ricordato.

Ho in memoria centomila ricordi e aneddoti di quel giorno e posso affermare con serenità che nessuno di questi porta con sè dolore, rabbia, tristezza o rammarico.
Nonostante tutto, nonostante l'epilogo, mai una sola volta, in questi 5 anni, mi sono giudicata stupida perché ero stata raggiante di felicità il giorno del nostro matrimonio.

Ero bellissima, mi ha detto stamattina una persona molto cara che quel giorno era accanto a noi. "Ero giovanissima", ho risposto, ma è vero che ero anche bellissima.

08/10/18

L'amica

Un fine settimana al profumo di mare, suono e rumore della mia terra, sapore di dolci autunnali, risate, lacrime e tante, tante parole.
Ho lasciato tanta gente in Sicilia, tanti pezzi di cuore, ma per fortuna ogni tanto alcuni di questi vengono a trovarmi a Torino e mi fanno sentire di nuovo a casa per qualche ora.

04/10/18

Livello tecnologico

Il fatto che mio nipote arrivi a casa mia e chieda al forno a microonde di fargli sentire il valzer del moscerino alla stessa maniera di come lui, a casa sua, si rivolge al suo home assistent, mi fa capire due cose.
La prima è che stiamo sottovalutando la dimensione di quanto questi "nativi digitali", i "millennial" ce la faranno prendere in saccoccia tra una ventina d'anni al massimo, ossia quando la generazione degli '80 sarà anziana; e la seconda è che persino un bambino di un anno e mezzo, arrivando a casa mia, riconosce che l'oggetto tecnologicamente più avanzato di tutta la casa è il forno a microonde del 2004.

03/10/18

La nuova babysitter

La baby-sitter che fino a pochi giorni fa si occupava di accompagnare Angelica a scuola e poi riprenderla e portarla a casa, ha trovato un altro lavoro. Non che ci volesse molto a trovare un lavoro più remunerativo di quello che offrivo io, ma sta di fatto che, per movimentare ancora un po' le mie giornate, mi sono pure sorbita due giorni di colloqui conoscitivi con ragazze, donne, signore di variegata natura, estrazione sociale, età e ambizioni.

Quella notevole era la signora di 58 anni. Che non entro certo nel merito dell'età in sé, quanto nel rinforzo della consapevolezza che tra vent'anni pure io sarò ancora ad annacarmi i figli degli altri.

Insomma, alla fine ha vinto la neolaureata siciliana che abita vicino, per cui anche dal suo punto di vista può valere la pena di farsi sottopagare da me.
Se non altro non avrà colpa del peggioramento della polentonizzazione del linguaggio delle mie figlie, come invece accadeva con la piemontesissima ragazza di prima, che al primo giorno in cui era andata a prendere Angelica a scuola le aveva chiesto "Com'è?".

"Mamma, mi ha chiesto com'era ed io le ho risposto che era bello, ma in realtà non ho capito a cosa si riferisse".
Figghia mia :-)

02/10/18

In sala d'attesa

Fa un certo effetto ascoltare dalla sala d'attesa i discorsi di una coppia che fa terapia nella stanza adiacente. 
Prima pensi che gli studi associati degli psicologi dovrebbero avere la stessa struttura degli studi insonorizzati delle sale di registrazione, poi ascolti. 
Non è tanto l'argomento, e nemmeno i toni che usano reciprocamente i due.
Il vero dubbio che hai riguarda chi ha avuto modo di ascoltare te, in una situazione analoga e capovolta. Chissà cosa ha pensato.

01/10/18

Come ti chiami?

"Come ti chiami?"
"Tambino"
"Bambino, Ba. Ba. Bambino"
"Tambino"
"Ascolta, Ba. Bbbba. Bambino. Bbbba. Ripetilo, Bbbbbba"
"Bbbbbba"
"Esatto! Bbbbbba. Bambino"
"Bbbbbba. Bbbbbba...tambino"

28/09/18

L'ultimo giorno libero

Oggi è il mio ultimo giorno libero. Da lunedì lavorerò 5 giorni a settimana coi Bambini e il sabato faccio lezione di yoga.
Volevo approfittarne, quindi ho pensato di andare in centro a fare un giro per i negozi in quella modalità rilassata che difficilmente ho avuto da quando ho figli. Volevo comprare una camicia bellissima da indossare alla mia festa di compleanno, non importava il prezzo, doveva essere bellissima.
Ho girato per chilometri e sono entrata in cento negozi e l'unica cosa che ho ottenuto è stato comprare un paio di jeans (utili ma non indispensabili) e farmi impaccare la tessera dell'euroclub da quelli che ti fermano per strada chiedendoti quale sia l'ultimo libro che hai letto.

Me ne torno a casa mesta mesta, pensando che non sono più capace di scegliermi una camicia senza chiedere l'opinione delle mie figlie.

27/09/18

Vecchia gloria

Cammini lungo il marciapiede che costeggia una scuola. Il muro è alto e sovrastato da una rete di metallo. La giornata è fresca ma soleggiata. Senti un gran vociare di ragazzi e capisci che quella è la zona della palestra e del campo, e loro stanno facendo ginnastica. Proprio mentre passi lì accanto per un pelo non ti colpisce una palla che è volata al di qua del muro. Senti voci di disappunto. E' un supertele blu, e pensi che le scuole a Torino sono cento volte più attrezzate di quelle di Bagheria, ma alla fine gli fanno fare ginnastica col supertele degli anni '80.

Ti rimbalza davanti, urta una macchina parcheggiata e tu lo afferri prima che finisca per strada.
Ce l'hai in mano. Guardi il muro e la rete. Ma sì, almeno provaci. 
Ti allontani di due passi, lanci la palla in un piccolo auto-passaggio e la colpisci in baker. La lanci più in alto del muro, ma non abbastanza per scavalcare la rete. Le voci dall'altro lato si rianimano. 
Non sanno chi sei, ma sanno che ci sei, che ci stai provando. E tifano per te.

Riprendi la palla, fai altri due passi indietro per avere maggiore slancio e riprovi. Ce la fai. La palla oltrepassa il muro e la rete, acclamata da festose urla di gioia.

E te ne vai così, col sorriso sulle labbra, accompagnata dagli ultimi strascichi di ringraziamenti, e ti senti un po' una vecchia gloria della pallavolo, ma in realtà è tutto merito del fatto che hai visto e rivisto mille volte "Mila e Shiro".

26/09/18

Incomprensioni linguistiche

"Buongiorno Lucy, oggi per i pranzo dei Bambini troverai in frigo delle polpette col sugo. Ci sono anche delle costine già cotte, gliele puoi aggiungere, oppure dargliele a parte, fai tu. Grazie e buona giornata"

Questo il consueto messaggio che ricevo alle 7.30 dalla madre dei Bambini con le istruzioni per la giornata. In genere non esprimo mai pareri e opinioni riguardo l'alimentazione dei Bambini. Secondo me mangiano troppa carne, ma va bene, io non sono né la loro mamma né la loro pediatra, ma stamattina mi sono molto sorpresa. Già le polpette, ma pure le costine...! Che poi, in generale, le costine sono un taglio di carne molto grasso e poco salubre pure per gli adulti, figuriamoci per i bambini.
Non chiedo nulla a padre, quando arrivo, perché di solito non sa rispondermi sulle questioni pratiche come queste, e prima di scrivere di nuovo alla madre, per chiedere conferma, apro il frigo.

In questo modo scopro che le "costine", da queste parti, non sono le costolette di maiale o di agnello, come dalle mie. È un tipo di verdura ':-D

25/09/18

Misteri


Certe volte mi chiedo che idea abbia di me mia figlia.

24/09/18

Il mezzo crudele

L'aereo è un mezzo di trasporto crudele.
È troppo veloce e violento il modo con cui ti strappa via dalla città di partenza, e troppo rapido e improvviso il modo in cui ti appoggia a destinazione.
Non ti da il tempo di abituarti, non ti permette di indugiare con lo sguardo sui luoghi che lasci, di notare come muta il paesaggio e come lentamente si trasforma da quello di partenza a quello di arrivo. No, lui ti prende e, correndo, ti lancia lassù, tra le nuvole, e ti tiene così, in sospeso, sulle spine, che non sai mai dove sei che le nuvole son sempre uguali, e il mare è sempre uguale, e se anche si vede la terra, da quell'altezza non distingui niente, paesi, città, monumenti, è tutto lo stesso presepe. Poi ti agguanta, ti dice di reggerti forte e toh, siamo arrivati. Dall'altro capo del mondo, senza capire come, senza potersi gustare la trasformazione.
L'aereo è un mezzo di trasporto crudele, ma io li benedico sempre gli aerei. È solo la mia inguaribile ferita da emigrata che mi fa straparlare.

20/09/18

Il momento peggiore

Il momento peggiore non è quando fai i biglietti, e spendi uno sproposito. Non è quando capisci che dovrai muoverti coi mezzi pubblici e dovrai organizzarti in maggiore anticipo. Non è quando tua figlia grande ti annuncia che in quei giorni avrail test d'ingresso e dovrà recuperarlo a causa dell'assenza. Non è quando la sera prima tua figlia minore ha la febbre. Non è quando cerchi di incastrare le coincidenze tra autobus e pullman navetta, né quando arrivi in aeroporto e l'addetto alla sicurezza ti dice che l'accesso family è riservato alle famiglie di almeno 4 persone. Non è nemmeno quando, per l'ennesima volta esce a campione tua figlia piccola per il controllo antidroga. Non è la fila al gate, non è l'attesa e nemmeno il fastidio per quelli che hanno il posto 25 ed entrano dalla porta anteriore bloccando lo scorrimento dei passeggeri. Men che meno le turbolenze che ogni tanto si affrontano in volo.

Il momento peggiore è quando ti affacci alla porta dell'aereo e scendi la scaletta e ogni elemento fa reagire il tuo corpo, e senti sulla pelle l'aria diversa. L'aria di casa.

E guardi il mare poco distante dalla pista, e le colline un po' più in là, e senti - sai! - che sei a casa. E piangi, per questa terra che ti ha mandato via per il solo piacere di riaccoglierti come un ventre materno ogni volta che torni.

19/09/18

Da arresto

Le 7.32 sono l'orario migliore per una bella epistassi di Angelica.
Esci di casa alle 7.41, con 6 minuti di ritardo rispetto la tabella di marcia ottimale e collaudata, e con una mano sporca del sangue di tua figlia, ma te ne accorgi solo a metà strada. La pulirai arrivata al lavoro, sempre ammesso che non ti succeda qualcosa per strada e quando arrivano i soccorsi si accorgono che il sangue sulla tua mano non è compatibile con l'incidente e lo analizzano e scoprono che non è tuo ma dall'analisi del DNA notano che è compatibile al 50% e allora capiscono che è di tua figlia e pensano che ti sei macchiata di qualche efferato crimine ai danni di quell'innocente bambina e ti arrestano.


18/09/18

La coincidenza

Mio giovane e atletico ragazzo, che tanto baldanzosamente ti adoperi a farti la corsetta di prima mattina, e ci incrociamo ogni giorno, più o meno allo stesso punto, perché abbiamo evidentemente gli orari sincronizzati, credimi: non ci credo nemmeno per un istante che sia una coincidenza che tu senta la necessità di tergerti il sudore della fronte con il lembo della maglietta e che, quindi, la sollevi per passartela sulla fronte e mostrare i tuoi addominali scolpiti proprio nell'istante in cui passo io, ma sappi che, ogni volta che lo fai, te ne sono sempre immensamente grata.

17/09/18

Cose che non vorresti mai vedere #45

Bambina che, indicando la figura di un serpente nel libro degli animali, lo nomina "Serpente" però abbassando la voce in un sussurro roco, che sembra quasi Harry Potter che parla in serpentese.

14/09/18

Desideri maschili

"Sai, siccome si avvicina il mio compleanno, casomai a qualcuno servisse un'idea... ho aggiornato la mia lista dei desideri di amazon. Che ne sai... magari qualcuno se la va a cercare veramente... boh?"
"Ho capito... Fammi vedere..."
":-)"
"Ma...?!"
"Cosa?"
"Lucy sei assurda"
"Perché?"
"Perché in pratica hai la dista dei desideri di un maschio"




Solo perché desidero un nuovo set di punte per il trapano, una nuova cassetta per gli attrezzi ed un fantasmagorico set di cacciaviti? E vabbè... ;-)

13/09/18

Le rovino la piazza

Ciao amore, buona giornata!
"Ciao mamma, a più tardi!"
Ma magari ti vengo a prendere io a scuola, all'uscita...
"Per forza?"
No, mica per forza. Solo perché oggi è uno degli ultimi giovedì che ho liberi e magari ti faceva piacere che ti venissi a prendere almeno una volta...
"Mamma, ma così mi rovineresti la piazza. Che figura ci faccio? Torno da sola fin dalla prima media e ora, in terza!, mi viene a prendere la mamma?! Dai, non restarci male, ma preferisco tornare da sola, come sempre"

Ho bisogno di una betoniera di gaviscon.

12/09/18

Intrattenimento musicale

A Bagheria avevamo una chiesa vicinissima, quasi dentro casa, al punto che quando suonavano le campane non potevamo fare nulla oltre ascoltare: non si sentiva la TV, la musica, non si poteva parlare al telefono né far addormentare le bambine. Era fastidioso oltre ogni limite.
Per parecchi anni, inoltre, il salone parrocchiale estata la sede della banda cittadina, dunque nelle sere primaverili, estive e autunnali, ossia quando sia loro che noi tenevamo le finestre aperte, ascoltavamo le loro prove. Era noioso sentirli ripetere più e più volte lo stesso attacco, ma erano bravi e diventava piacevole.

Durante il primo anno a Torino, abitando su un grande incrocio, l'unico suono proveniente da fuori erano le sirene Delle ambulanze e i rumori di traffico a tutte le ore del giorno e della notte.
Qui a casa nuova, invece, essendo su una traversa, in una zona più ritirata e a maggiore distanza dai semafori, non sentiamo quasi nulla (tranne la neonata del primo piano con le coliche del lattante).
Abbiamo anche una chiesa vicinissima, ma queste chiese piemontesi sono perfettamente in linea con la personalità degli abitanti: discrete. Le campane suonano solo due o tre volte al giorno, e per pochissimo tempo.
Ma dall'altro lato della strada, la grande rivelazione è l'accademia di danze popolari. La banda "classica" dal repertorio poliedrico è stata soppiantata dalla fisarmonica a palla. E se mi affaccio al balcone della cucina li vedo anche gli arzilli vecchietti che si spaccano di mazurche. Adorabili.

Siamo tornate a vivere in un vontcont simile a quello di Bagheria, ma con la caratterizzazione torinese. Non è malaccio.

11/09/18

Il nonno indiano

Al primo piano del palazzo in cui abitiamo ci vive una giovane coppia di indiani con la loro neonatissima figlia. Non so se in occasione della nascita della nipotina, o se in pianta stabile (considerando la dimensione dell'appartamento che è uguale al mio, propendo per la prima, ma trattandosi di indiani non mi meraviglierei della seconda) abitano con loro anche i genitori - credo - di lui.
I ragazzi sono due giovani normali, la nonna è normale, ma il nonno è bellissimo. Un Kabir Bedi dei giorni nostri. Generalmente i due uomini vestono all'occidentale mentre le donne indossano gli abiti tradizionali, e la domenica sono proprio abiti stupendi, coloratissimi e scintillanti. Soltanto una volta ho incontrato il nonno con l'abito tradizionale, una lunga casacca bianca e il copricapo in testa. Sembrava proprio un principe indiano appena smontato dall'elefante.


10/09/18

Giornata di m*rda

Arrivo a casa dei Bambini puntuale, alle 7.50. Il padre sta facendo colazione, Bambino è sveglio e sta seduto sul seggiolone in attesa del latte, Bambina dorme.
"Ciao Lucy, oggi sono un po' più rilassato, non ho urgenza di uscire"
"Ah, bene, allora io nel frattempo riscaldo il latte per Bambino. Bambina dorme nel lettino suo o in quello vostro?"
"Nel nostro"
Nemmeno il tempo di riporre la bottiglia di latte in frigo che ecco Bambina comparire in cucina.
"Ma buongiorno Bambina! Sei arrivata giusto in tempo! Bambino sta già bevendo il suo latte, adesso ti preparo il tuo"
La faccio sedere sul seggiolone, scaldo il suo biberon e continuo a chiacchierare con il padre, che mi racconta che sabato sono andati al lago, ecc ecc.
Porgo a Bambina il suo biberon e lei inizia a bere. Bambino ha smesso di bene il suo. Mi guarda. Si tocca sotto il vassoio del seggiolone e fa emergere una manina che tiene tra le dita qualcosa di marrone e appiccicoso.
Mi pietrifico.
"Bambino, che cos'hai in mano?"
"Che cos'ha?" chiede il padre
"Bambino non mi dire che è..."
"Cacca!" esclama lui perplesso.
Era sporco tra le gambe, era sporco il seggiolone, prendendolo ha sporcato la manica della mia maglia nonché il lavandino del bagno dove l'ho spogliato per lavarlo in maniera espressa.

"In effetti forse dovremmo passare alla taglia successiva di pannolini. Questi ormai sono troppo piccoli" mi saluta il padre uscendo di casa. 
Non aveva fretta, ma probabilmente si è ricordato di un impegno improvviso e a me sono risuonate le parole del Granduca Monocolao: "Sire, dileguossi!"

Lo faccio per soldi, sappiatelo.

07/09/18

Il ritorno

Ho ripreso la psicoterapia dopo il fermo estivo.
È stato interessante scoprire come sono tornata esattamente al punto di partenza, come se fosse stata la prima seduta.
La dottoressa dice che la differenza è che oggi io ne sono consapevole, per cui non è stato un tornare indietro circolare, ma un percorso a spirale intersecata da raggi. Lo stesso punto d'incrocio tra la spirale e i raggi io lo sto vivendo camminando su un'altra spira, per cui non è la stessa cosa.



Intanto durante il ritorno a casa la gente sull'autobus mi guardava incuriosita e solo a casa mi sono accorta che avevo tutto tl trucco colato per quanto avevo pianto.
Devo procurarmi uno specchietto da borsa.

06/09/18

Bocciata in anticipo

Sono stata rifiutata ad un corso di yoga, in quanto "insegnante di yoga".

Centomila ostacoli messi in mezzo per poi, finalmente, ammettere il "vero" pregiudizio: l'insegnante di sarebbe sentita a disagio sapendo che tra gli allievi aveva un'altra insegnante.
La fragilità dell'essere umano non smette mai di sorprendermi.

05/09/18

All-Sharing

Avendo rottamato la cara vecchia Julie, e non potendo ancora procurarmi un altro mezzo di trasporto privato, sto rinnovando tutti i miei account di car sharing a Torino (che avevo usato negli anni passati) aggiungendo anche dei nuovi profili di bike sharing e, novità di oggi, persino lo scooter sharing.

L'ultima volta che ho guidato un motorino poteva essere il 2001-2002, a spanne, ma se penso che sono riuscita a sopravvivere al primo anno da emigrata, non ho paura di riprovare.
O forse sì :-D

04/09/18

Mamma Oca

Oggi è stato il primo dei giorni in cui sono stata precettata non solo dai Bambini ma anche dal Cuginetto. Dato che non è ancora iniziata la scuola, ho portato con me anche Matilde e Angelica.
Già quando porto i Bambini a passeggio, la gente per strada mi guarda con compassione... Oggi sembravo Mamma Oca coi paperotti al seguito: 13, 8, 5 anni e due gemelli di 2 anni nel passeggino.

Solo un signorotto si è permesso di commentare con una signora accanto: "Una squadra!". Contrariamente al solito, i passanti mi hanno solo guardato senza attaccar bottone. Probabilmente temevano che gli avrei chiesto l'elemosina.

03/09/18

Un anno

Un anno fa sbarcavamo a Genova e ci avventuravamo con la compianta Panda alla volta di Torino.
Un anno fa non avrei mai immaginato di quanto avremmo cambiato la nostra vita e di quanto bene ce la saremmo cavata.
Un anno fa era ancora da scoprire, oggi è da vivere.
Tornerei indietro a bisbigliarmi nell'orecchio: "Stai facendo bene".

31/08/18

Lo zaino nuovo

Lo zaino che Angelica usava a scuola lo scorso anno si è rotto. Poco male: lo avevamo comprato in una super offerta al supermercato, non era niente di speciale.

Ne abbiamo comprato uno nuovo. Lo abbiamo fortemente voluto tra quelli in super offerta al discount, così magari non arriva nemmeno a Pasqua.

30/08/18

Julie

Sei stata il teatro della nostra vita per 17 anni, hai visto iniziare e finire tutto, hai portato con delicatezza e cura noi e le nostre figlie, mi hai portato a partorire, in viaggi di piacere, e di lavoro, non ti sei mai spaventata di nulla né delle salite nè delle discese, del fango, della neve, della ghiaia, della sabbia. Col caldo più torrido e il freddo più gelido sei sempre stata prestante e impeccabile. Nonostante la ormai veneranda età, ci hai portato a Torino, attraversando il mare e le montagne, ed era l'ultimo favore, l'ultimo sforzo che ti chiedevo, ma tu, nella tua ignorante e grezza potenza, hai fatto di più, hai voluto servirci e accompagnarci per un anno ancora. Ma ora non ce la fai più, ed è giusto che il tuo indomito spirito di riposi e la vecchia ferraglia trovi nuova riciclata vita. Addio Julie, e grazie di tutto.


29/08/18

L'orecchio di tutti

Da quando mi ritrovo ad essere un elemento esterno inserito in contesti familiari intimi, mi sono spesso chiesta se una sventura analoga sarebbe potuta succedere ad un'eventuale tata permanente delle mie figlie.
La suocera mi parla della nuora, il suocero dei consuoceri, la cognata dei suoceri, la mamma della suocera, la suocera del genero, il genero parla male di tutti e i migliori sono i Bambini che quando si domanda loro dove sono tutti i vari parenti loro rispondono che sono a casa a fare ninna nanna.

Ovviamente io mi limito ad ascoltare. Mi astengo persino dall'annuire per non correre il rischio che qualcuno pensi che io stia confermando o esprimendo un qualsiasi giudizio. Però che fastidio.

28/08/18

Il silicone


A me il silicone ha sempre puzzato di maionese, e non mi sono mai spiegata il motivo.
Oggi, dopo una vita passata ad utilizzarlo personalmente per le piccole manutenzioni in casa, ho finalmente scoperto il perché.

Quasi quasi ci potrei aprire un nuovo tag: "cose che sto scoprendo a quarant'anni"

27/08/18

Cose che non vorresti mai vedere #44

Gli occhi sbalorditi e le labbra "a cucchiaino" dei Bambini Che Accudisci quando ti vedono comparire alle 7.50 nella cucina di casa loro dove stavano facendo colazione insieme al padre e ti è evidente che quell'espressione sul loro viso non e dovuta al fatto che non ti riconoscono, bensì proprio perché ti hanno riconosciuto ed hanno perfettamente capito chi sei, cosa ci fai lì e quello che sta per ricominciare dopo tre intere settimane in cui loro si sono beati delle esclusive e totali cure dei loro genitori.

26/08/18

Ferie a Torino - Giorno 21


(È stato il nostro commiato alla macchina. Chi capisce da questo fotogramma cosa abbiamo fatto, vince il link per vedere la performance completa su YouTube)

18/08/18

Ferie a Torino - Giorno 13



(Il memento mori di stamattina, davanti casa vecchia e casa nuova)

16/08/18

Ferie a Torino - Giorno 11


(Un segno supplementare oltre quello del costume)

10/08/18

Ferie a Torino - Giorno 5


(Sarà un lutto difficile da smaltire)

03/08/18

La domanda da evitare

Ho sempre avuto l'abitudine chiede dove si trova il luogo di cui mi parla un interlocutore.
"Sai, sono stato in una pizzeria..."
E dov'è?
"In vacanza abbiamo fatto una passeggiata..."
E dov'è?
"Vorremmo visitare il museo..."
E dov'è?
"Mia figlia fa ginnastica in una palestra..."
E dov'è?
E situazioni analoghe. Il problema è che, mentre fino a un anno fa nella maggiorparte dei casi, avevo di sicuro tutte le conoscenze adatte a localizzare virtualmente nella mia mappa il luogo di cui si parlava, ora non più.

"Sai, siamo stati in una pizzeria..."
E dov'è?
"In via..."
E dov'è?
"Hai presente la zona..."
E dov'è?
Eccetera eccetera.
Devo smetterla di chiedere dove si trovano i luoghi. Impiego almeno 7-8 minuti solo a localizzarli, per poi scoprire, comunque, che si trovano in aree a me sconosciute o quasi, e mi perdo il resto del racconto.

(O più semplicemente, devo procurarmi una buona mappa topografica della città di Torino, nonché una cartina fisico-politica del Piemonte)

02/08/18

Troppo toy

"Ehm, sai, Lucy, mia cognata mi ha raccontato che la prima settimana di settembre, prima che inizi la scuola, ha qualche problema per suo figlio (il Cuginetto dei Bambini Che Accudisco ndr) perché lei deve lavorare..."
"Sì, Mamma dei Bambini, me ne ha già parlato il mese scorso, quando mi sono occupata di Cuginetto per un paio di giorni..."
"Si, lo so, ma il problema è che a lei serve qualcuno per tutta la settimana... Infatti aveva chiesto alla babysitter storica di Cuginetto, che in realtà e anche disponibile..."
"Beh, dai, per me non è un problema, non ci resto male. A lei serve tutta la settimana ed io posso darle disponibilità solo per due giorni"
"No, Lucy, il problema è un altro. Il problema è che Cuginetto non la vuole l'altra. Ha detto che vuole solo te"

Ottimo. Un bambino di 5 anni si è innamorato di me.
Va bene il toy boy, ma questo è eccessivamente toy! :-D

(E va a finire che per alcuni giorni di inizio settembre io avrò tre-dico-tre bambini da accudire contemporaneamente)

01/08/18

31/07/18

Fratello e sorella

Caro Padre Dei Bambini Che Accudisco,

il fatto che, quando mi hai salutato uscendo, stamattina, specificandomi che saresti tornato alle 18, dopo aver fatto un'ora di camminata a piedi perché ti sei messo in testa che devi tornare a casa a piedi anche se ci sono tipo ottanta gradi ed io spero che tu vada in ferie prima di schiattare su un marciapiede ché altrimenti mi tocca di trattenermi coi tuoi figli pure oltre l'orario di lavoro, io ti abbia risposto "Non preoccuparti, ormai tu ed io siamo praticamente fratello e sorella" stava a significare che non mi scandalizzo certo perché tu rincasi tutto puzzolente e grondante di sudore. Mi preme che tu torni a casa vivo, l'ho detto prima. Se poi fai schifo o sei bello figo non potrebbe importarmene di meno.
Ecco. Il mio considerarci fratello e sorella si riferiva a questo, alla caduta delle barriere del presentarsi bene.
Ma da qui ad andartene in giro per casa, dopo aver rapidamente fatto la doccia, con l'accappatoio non del tutto chiuso, mi sembra un'interpretazione fraintesa della mia risposta.

30/07/18

Completa

Dovevano arrivare nel tardo pomeriggio, ma una volta arrivate all'aeroporto di Palermo mi hanno avvisato che l'aereo era in ritardo. Ho dovuto fare visita alla gelateria sotto casa per arginare il dispiacere.
Ripianificate le procedure di recupero, subito dopo cena sono andata a prenderle.
Grandi. Emozionate. Abbronzate. Sorridenti. Ma soprattutto grandi.

È stato senza dubbio rilassante trovarmi sola e libera per più di un mese, senza responsabilità dirette, in pieno diritto di saltare i pasti o di nutrirmi di solo gelato, che tanto non c'era nessuno a cui dare il pessimo esempio, ma nel momento in cui ho riabbracciato le mie figlie ho capito che solo in questo modo sono completa.

27/07/18

Abbiamo finito il tempo

E' questa la frase con cui la mia psicologa sancisce da fine della seduta.
Oggi abbiamo finito non soltanto il tempo odierno, ma anche quello del prossimo mese, perché mi toccheranno 5 intere settimane senza terapia, e l'aspetto più carino è che, proprio oggi, la seduta è stata devastante.
Sono passati 6 mesi interi, ho acquisito una più lucida comprensione dei meccanismi che metto in atto per difendermi, ho persino capito quali dei comportamenti di chi mi è stato vicino, in tutta la mia vita, abbiano innescato in me un meccanismo di difesa. Ma quello che non ho ancora capito è che cosa me ne faccio di questa nuova consapevolezza. Mi permette di riconoscere nei miei comportamenti quelli "sbagliati", ok, bene, fantastico, grandioso, ma... poi?

Mi sono ritrovata dopo 6 mesi ad aver fatto il giro della circonferenza, ed essere tornata al punto di partenza.
Mi trovo al punto di partenza, ma con il bagaglio della consapevolezza di ciò che mi accade.
Devo provare a fare un altro giro. Se funziona scoprirò che non è un cerchio, ma una spirale, ossia che il punto in cui mi ritrovo e il percorso che seguo non è esattamente quello di prima, ci somiglia ma si distacca, non lo sovrascrive ma vi scorre accanto e, a lungo andare, porta ad una meta ben più lontana dal punto da cui sono partita.
Se non funziona avrò buttato tempo e soldi.
Funzionerà.

26/07/18

A quasi quarant'anni

Eppure io fisicamente mi piaccio.
Ora sì.
Posso dire che come quasi-quarantenne faccio la mia figura. Era a vent'anni che ero un disastro.
Certo ho le smagliature, la cellulite, i capillari in evidenza e una varice dietro il ginocchio destro. Qualche ruga intorno agli occhi, molti capelli bianchi e delle mani rovinate da anni di unghie rosicchiate.

Ma come quarantenne, madre di due figlie, non sono male. E non lo dico nemmeno troppo in giro che, in realtà, io ero così anche a vent'anni. I capillari e la varice mi sono spuntati a 17-18 anni, così come i primi capelli bianchi, poco dopo i 25, quindi no, l'età non c'entra, e tanto meno le gravidanze e gli allattamenti e le fatiche della maternità.

Da un punto di vista puramente estetico, sono mille volte meglio adesso che vent'anni fa.
Da un punto di vista della salute... beh. Il braccio destro e la gamba sinistra non sempre collaborano. La schiena me la dovrei fare trapiantare di nuovo. Il ciclo non ho ancora capito che cosa gli gira per la testa perché invece di rarefarsi diventa più frequente anche se meno intenso.

Vorrei arrivare così, cristallizzarmi in questa forma per i prossimi 10 anni. Credo che se arrivo a 50 anni così come sto arrivando ai 40, ce la posso fare.
Nel frattempo devo ancora organizzare i festeggiamenti. Perché i 40 si festeggiano in grande, oh se si festeggiano!

25/07/18

L'uso dei social

L'uso dei social andrebbe interdetto a chi non ha l'intelligenza, la decenza e/o il buon senso di capire fino a dove è lecito spingersi, e qual è il limite oltre il quale può risultare offensivo il proprio comportamento, anche se fatto con spirito esclusivamente ironico e goliardico.
Anni fa mi rimproverarono per aver scritto su facebook che io e Schroeder ci eravamo separati, ma che ne sapevano loro di quanto io fossi stata pubblicamente umiliata, proprio su facebook? Anche se il tutto era iniziato, apparentemente, in toni ironici e goliardici, poi non lo era più stato e ciò che io volevo far sapere a tutti, soprattutto alle persone che ci leggevano in comune, era che io, a quel punto, non avevo più sopportato oltre, ed era proprio lì, su quella stessa pubblica piazza che volevo dirlo.

Oggi il mio pomeriggio è stato guastato da una stronzata che ho letto, proprio su facebook. Una stronzata superflua ed eccessiva, di pessimo gusto, di dubbia utilità. E secondo me chi l'ha letta non ha nemmeno sorriso.
Una stronzata che, però, mi ha infastidito, perché va a toccare due argomenti (i viaggi e i soldi) su cui io sono un unico fascio di nervi scoperti, e dunque ipersensibile.

L'uso dei social andrebbe interdetto agli stronzi. Ma forse farei meglio a tirarmene direttamente fuori io, per preservarmi il fegato.

24/07/18

La vera giornata pesante

Non è quando stanno male. Ho fronteggiato febbri, raffreddori, tossi, congiuntiviti, eritemi, dentizioni, vomiti, nasi chiusi, nasi colanti, nasi sanguinanti, inappetenze, otiti, paterecci, diarree e tutto il repertorio delle malattie infantili. Mi sono adoperata, ho curato, confortato, somministrato farmaci in tutti gli orifizi del corpo umano, con o senza consenso e collaborazione. È stato stancante, ma non sono state quelle le vere giornate pesanti.

Non è quando mi accollano il cuginetto. Ho portato a spasso tre bambini contemporaneamente, li ho portati al parco senza perderli mai di vista grazie al mio triplice paio di occhi, li ho fatti mangiare in tre, giocare in tre, lavare in tre, vestire in tre, dormire in tre. Li ho separati quando si picchiavano e coinvolti in giochi insieme. È stato stancante, ma non sono state quelle le vere giornate pesanti.

La vera giornata pesante è quella non-stop, quando i due Bambini non dormono contemporaneamente. Se ne addormenta solo uno ed io trascorro l'ora successiva a convincere l'altro a seguirne l'esempio. Poi passa un'ora, un'ora e mezza, e finalmente si addormenta. Giusto in tempo perché il primo si svegli, bello riposato e carico di energia. Ecco, la vera giornata pesante è questa. Perché non mollo mai, non mi fermo mai, non stacco mai nemmeno per un minuto. Undici ore senza tregua.
Per fortuna me ne capitano poche, ma ogni volta è sempre un disastro.

23/07/18

La corte interna

Questa sera ho fatto una cosa che non avevo mai fatto ancora, ma che desideravo da quando mi sono trasferita. Aprire le porte del balcone che da sulla corte interna, portare una sedia, un bicchierino di limoncello del discount e sedermi ad ascoltare.


Se fossi una fumatrice, ci sarebbe stata bene anche una sigaretta.
Quanta vita c'è nei nostri dintorni, vita che ignoriamo, di cui non conosciamo nulla, eppure che esiste e ci circonda.
Tra un mese esatto non abiterò più qui. Avevo sempre desiderato stare ad ascoltare e farmi i fatti degli altri che abitano vicino a me, e l'ho fatto proprio in extremis :-)