28/09/18

L'ultimo giorno libero

Oggi è il mio ultimo giorno libero. Da lunedì lavorerò 5 giorni a settimana coi Bambini e il sabato faccio lezione di yoga.
Volevo approfittarne, quindi ho pensato di andare in centro a fare un giro per i negozi in quella modalità rilassata che difficilmente ho avuto da quando ho figli. Volevo comprare una camicia bellissima da indossare alla mia festa di compleanno, non importava il prezzo, doveva essere bellissima.
Ho girato per chilometri e sono entrata in cento negozi e l'unica cosa che ho ottenuto è stato comprare un paio di jeans (utili ma non indispensabili) e farmi impaccare la tessera dell'euroclub da quelli che ti fermano per strada chiedendoti quale sia l'ultimo libro che hai letto.

Me ne torno a casa mesta mesta, pensando che non sono più capace di scegliermi una camicia senza chiedere l'opinione delle mie figlie.

27/09/18

Vecchia gloria

Cammini lungo il marciapiede che costeggia una scuola. Il muro è alto e sovrastato da una rete di metallo. La giornata è fresca ma soleggiata. Senti un gran vociare di ragazzi e capisci che quella è la zona della palestra e del campo, e loro stanno facendo ginnastica. Proprio mentre passi lì accanto per un pelo non ti colpisce una palla che è volata al di qua del muro. Senti voci di disappunto. E' un supertele blu, e pensi che le scuole a Torino sono cento volte più attrezzate di quelle di Bagheria, ma alla fine gli fanno fare ginnastica col supertele degli anni '80.

Ti rimbalza davanti, urta una macchina parcheggiata e tu lo afferri prima che finisca per strada.
Ce l'hai in mano. Guardi il muro e la rete. Ma sì, almeno provaci. 
Ti allontani di due passi, lanci la palla in un piccolo auto-passaggio e la colpisci in baker. La lanci più in alto del muro, ma non abbastanza per scavalcare la rete. Le voci dall'altro lato si rianimano. 
Non sanno chi sei, ma sanno che ci sei, che ci stai provando. E tifano per te.

Riprendi la palla, fai altri due passi indietro per avere maggiore slancio e riprovi. Ce la fai. La palla oltrepassa il muro e la rete, acclamata da festose urla di gioia.

E te ne vai così, col sorriso sulle labbra, accompagnata dagli ultimi strascichi di ringraziamenti, e ti senti un po' una vecchia gloria della pallavolo, ma in realtà è tutto merito del fatto che hai visto e rivisto mille volte "Mila e Shiro".

26/09/18

Incomprensioni linguistiche

"Buongiorno Lucy, oggi per i pranzo dei Bambini troverai in frigo delle polpette col sugo. Ci sono anche delle costine già cotte, gliele puoi aggiungere, oppure dargliele a parte, fai tu. Grazie e buona giornata"

Questo il consueto messaggio che ricevo alle 7.30 dalla madre dei Bambini con le istruzioni per la giornata. In genere non esprimo mai pareri e opinioni riguardo l'alimentazione dei Bambini. Secondo me mangiano troppa carne, ma va bene, io non sono né la loro mamma né la loro pediatra, ma stamattina mi sono molto sorpresa. Già le polpette, ma pure le costine...! Che poi, in generale, le costine sono un taglio di carne molto grasso e poco salubre pure per gli adulti, figuriamoci per i bambini.
Non chiedo nulla a padre, quando arrivo, perché di solito non sa rispondermi sulle questioni pratiche come queste, e prima di scrivere di nuovo alla madre, per chiedere conferma, apro il frigo.

In questo modo scopro che le "costine", da queste parti, non sono le costolette di maiale o di agnello, come dalle mie. È un tipo di verdura ':-D

25/09/18

Misteri


Certe volte mi chiedo che idea abbia di me mia figlia.

24/09/18

Il mezzo crudele

L'aereo è un mezzo di trasporto crudele.
È troppo veloce e violento il modo con cui ti strappa via dalla città di partenza, e troppo rapido e improvviso il modo in cui ti appoggia a destinazione.
Non ti da il tempo di abituarti, non ti permette di indugiare con lo sguardo sui luoghi che lasci, di notare come muta il paesaggio e come lentamente si trasforma da quello di partenza a quello di arrivo. No, lui ti prende e, correndo, ti lancia lassù, tra le nuvole, e ti tiene così, in sospeso, sulle spine, che non sai mai dove sei che le nuvole son sempre uguali, e il mare è sempre uguale, e se anche si vede la terra, da quell'altezza non distingui niente, paesi, città, monumenti, è tutto lo stesso presepe. Poi ti agguanta, ti dice di reggerti forte e toh, siamo arrivati. Dall'altro capo del mondo, senza capire come, senza potersi gustare la trasformazione.
L'aereo è un mezzo di trasporto crudele, ma io li benedico sempre gli aerei. È solo la mia inguaribile ferita da emigrata che mi fa straparlare.

20/09/18

Il momento peggiore

Il momento peggiore non è quando fai i biglietti, e spendi uno sproposito. Non è quando capisci che dovrai muoverti coi mezzi pubblici e dovrai organizzarti in maggiore anticipo. Non è quando tua figlia grande ti annuncia che in quei giorni avrail test d'ingresso e dovrà recuperarlo a causa dell'assenza. Non è quando la sera prima tua figlia minore ha la febbre. Non è quando cerchi di incastrare le coincidenze tra autobus e pullman navetta, né quando arrivi in aeroporto e l'addetto alla sicurezza ti dice che l'accesso family è riservato alle famiglie di almeno 4 persone. Non è nemmeno quando, per l'ennesima volta esce a campione tua figlia piccola per il controllo antidroga. Non è la fila al gate, non è l'attesa e nemmeno il fastidio per quelli che hanno il posto 25 ed entrano dalla porta anteriore bloccando lo scorrimento dei passeggeri. Men che meno le turbolenze che ogni tanto si affrontano in volo.

Il momento peggiore è quando ti affacci alla porta dell'aereo e scendi la scaletta e ogni elemento fa reagire il tuo corpo, e senti sulla pelle l'aria diversa. L'aria di casa.

E guardi il mare poco distante dalla pista, e le colline un po' più in là, e senti - sai! - che sei a casa. E piangi, per questa terra che ti ha mandato via per il solo piacere di riaccoglierti come un ventre materno ogni volta che torni.

19/09/18

Da arresto

Le 7.32 sono l'orario migliore per una bella epistassi di Angelica.
Esci di casa alle 7.41, con 6 minuti di ritardo rispetto la tabella di marcia ottimale e collaudata, e con una mano sporca del sangue di tua figlia, ma te ne accorgi solo a metà strada. La pulirai arrivata al lavoro, sempre ammesso che non ti succeda qualcosa per strada e quando arrivano i soccorsi si accorgono che il sangue sulla tua mano non è compatibile con l'incidente e lo analizzano e scoprono che non è tuo ma dall'analisi del DNA notano che è compatibile al 50% e allora capiscono che è di tua figlia e pensano che ti sei macchiata di qualche efferato crimine ai danni di quell'innocente bambina e ti arrestano.


18/09/18

La coincidenza

Mio giovane e atletico ragazzo, che tanto baldanzosamente ti adoperi a farti la corsetta di prima mattina, e ci incrociamo ogni giorno, più o meno allo stesso punto, perché abbiamo evidentemente gli orari sincronizzati, credimi: non ci credo nemmeno per un istante che sia una coincidenza che tu senta la necessità di tergerti il sudore della fronte con il lembo della maglietta e che, quindi, la sollevi per passartela sulla fronte e mostrare i tuoi addominali scolpiti proprio nell'istante in cui passo io, ma sappi che, ogni volta che lo fai, te ne sono sempre immensamente grata.

17/09/18

Cose che non vorresti mai vedere #45

Bambina che, indicando la figura di un serpente nel libro degli animali, lo nomina "Serpente" però abbassando la voce in un sussurro roco, che sembra quasi Harry Potter che parla in serpentese.

14/09/18

Desideri maschili

"Sai, siccome si avvicina il mio compleanno, casomai a qualcuno servisse un'idea... ho aggiornato la mia lista dei desideri di amazon. Che ne sai... magari qualcuno se la va a cercare veramente... boh?"
"Ho capito... Fammi vedere..."
":-)"
"Ma...?!"
"Cosa?"
"Lucy sei assurda"
"Perché?"
"Perché in pratica hai la dista dei desideri di un maschio"




Solo perché desidero un nuovo set di punte per il trapano, una nuova cassetta per gli attrezzi ed un fantasmagorico set di cacciaviti? E vabbè... ;-)

13/09/18

Le rovino la piazza

Ciao amore, buona giornata!
"Ciao mamma, a più tardi!"
Ma magari ti vengo a prendere io a scuola, all'uscita...
"Per forza?"
No, mica per forza. Solo perché oggi è uno degli ultimi giovedì che ho liberi e magari ti faceva piacere che ti venissi a prendere almeno una volta...
"Mamma, ma così mi rovineresti la piazza. Che figura ci faccio? Torno da sola fin dalla prima media e ora, in terza!, mi viene a prendere la mamma?! Dai, non restarci male, ma preferisco tornare da sola, come sempre"

Ho bisogno di una betoniera di gaviscon.

12/09/18

Intrattenimento musicale

A Bagheria avevamo una chiesa vicinissima, quasi dentro casa, al punto che quando suonavano le campane non potevamo fare nulla oltre ascoltare: non si sentiva la TV, la musica, non si poteva parlare al telefono né far addormentare le bambine. Era fastidioso oltre ogni limite.
Per parecchi anni, inoltre, il salone parrocchiale estata la sede della banda cittadina, dunque nelle sere primaverili, estive e autunnali, ossia quando sia loro che noi tenevamo le finestre aperte, ascoltavamo le loro prove. Era noioso sentirli ripetere più e più volte lo stesso attacco, ma erano bravi e diventava piacevole.

Durante il primo anno a Torino, abitando su un grande incrocio, l'unico suono proveniente da fuori erano le sirene Delle ambulanze e i rumori di traffico a tutte le ore del giorno e della notte.
Qui a casa nuova, invece, essendo su una traversa, in una zona più ritirata e a maggiore distanza dai semafori, non sentiamo quasi nulla (tranne la neonata del primo piano con le coliche del lattante).
Abbiamo anche una chiesa vicinissima, ma queste chiese piemontesi sono perfettamente in linea con la personalità degli abitanti: discrete. Le campane suonano solo due o tre volte al giorno, e per pochissimo tempo.
Ma dall'altro lato della strada, la grande rivelazione è l'accademia di danze popolari. La banda "classica" dal repertorio poliedrico è stata soppiantata dalla fisarmonica a palla. E se mi affaccio al balcone della cucina li vedo anche gli arzilli vecchietti che si spaccano di mazurche. Adorabili.

Siamo tornate a vivere in un vontcont simile a quello di Bagheria, ma con la caratterizzazione torinese. Non è malaccio.

11/09/18

Il nonno indiano

Al primo piano del palazzo in cui abitiamo ci vive una giovane coppia di indiani con la loro neonatissima figlia. Non so se in occasione della nascita della nipotina, o se in pianta stabile (considerando la dimensione dell'appartamento che è uguale al mio, propendo per la prima, ma trattandosi di indiani non mi meraviglierei della seconda) abitano con loro anche i genitori - credo - di lui.
I ragazzi sono due giovani normali, la nonna è normale, ma il nonno è bellissimo. Un Kabir Bedi dei giorni nostri. Generalmente i due uomini vestono all'occidentale mentre le donne indossano gli abiti tradizionali, e la domenica sono proprio abiti stupendi, coloratissimi e scintillanti. Soltanto una volta ho incontrato il nonno con l'abito tradizionale, una lunga casacca bianca e il copricapo in testa. Sembrava proprio un principe indiano appena smontato dall'elefante.


10/09/18

Giornata di m*rda

Arrivo a casa dei Bambini puntuale, alle 7.50. Il padre sta facendo colazione, Bambino è sveglio e sta seduto sul seggiolone in attesa del latte, Bambina dorme.
"Ciao Lucy, oggi sono un po' più rilassato, non ho urgenza di uscire"
"Ah, bene, allora io nel frattempo riscaldo il latte per Bambino. Bambina dorme nel lettino suo o in quello vostro?"
"Nel nostro"
Nemmeno il tempo di riporre la bottiglia di latte in frigo che ecco Bambina comparire in cucina.
"Ma buongiorno Bambina! Sei arrivata giusto in tempo! Bambino sta già bevendo il suo latte, adesso ti preparo il tuo"
La faccio sedere sul seggiolone, scaldo il suo biberon e continuo a chiacchierare con il padre, che mi racconta che sabato sono andati al lago, ecc ecc.
Porgo a Bambina il suo biberon e lei inizia a bere. Bambino ha smesso di bene il suo. Mi guarda. Si tocca sotto il vassoio del seggiolone e fa emergere una manina che tiene tra le dita qualcosa di marrone e appiccicoso.
Mi pietrifico.
"Bambino, che cos'hai in mano?"
"Che cos'ha?" chiede il padre
"Bambino non mi dire che è..."
"Cacca!" esclama lui perplesso.
Era sporco tra le gambe, era sporco il seggiolone, prendendolo ha sporcato la manica della mia maglia nonché il lavandino del bagno dove l'ho spogliato per lavarlo in maniera espressa.

"In effetti forse dovremmo passare alla taglia successiva di pannolini. Questi ormai sono troppo piccoli" mi saluta il padre uscendo di casa. 
Non aveva fretta, ma probabilmente si è ricordato di un impegno improvviso e a me sono risuonate le parole del Granduca Monocolao: "Sire, dileguossi!"

Lo faccio per soldi, sappiatelo.

07/09/18

Il ritorno

Ho ripreso la psicoterapia dopo il fermo estivo.
È stato interessante scoprire come sono tornata esattamente al punto di partenza, come se fosse stata la prima seduta.
La dottoressa dice che la differenza è che oggi io ne sono consapevole, per cui non è stato un tornare indietro circolare, ma un percorso a spirale intersecata da raggi. Lo stesso punto d'incrocio tra la spirale e i raggi io lo sto vivendo camminando su un'altra spira, per cui non è la stessa cosa.



Intanto durante il ritorno a casa la gente sull'autobus mi guardava incuriosita e solo a casa mi sono accorta che avevo tutto tl trucco colato per quanto avevo pianto.
Devo procurarmi uno specchietto da borsa.

06/09/18

Bocciata in anticipo

Sono stata rifiutata ad un corso di yoga, in quanto "insegnante di yoga".

Centomila ostacoli messi in mezzo per poi, finalmente, ammettere il "vero" pregiudizio: l'insegnante di sarebbe sentita a disagio sapendo che tra gli allievi aveva un'altra insegnante.
La fragilità dell'essere umano non smette mai di sorprendermi.

05/09/18

All-Sharing

Avendo rottamato la cara vecchia Julie, e non potendo ancora procurarmi un altro mezzo di trasporto privato, sto rinnovando tutti i miei account di car sharing a Torino (che avevo usato negli anni passati) aggiungendo anche dei nuovi profili di bike sharing e, novità di oggi, persino lo scooter sharing.

L'ultima volta che ho guidato un motorino poteva essere il 2001-2002, a spanne, ma se penso che sono riuscita a sopravvivere al primo anno da emigrata, non ho paura di riprovare.
O forse sì :-D

04/09/18

Mamma Oca

Oggi è stato il primo dei giorni in cui sono stata precettata non solo dai Bambini ma anche dal Cuginetto. Dato che non è ancora iniziata la scuola, ho portato con me anche Matilde e Angelica.
Già quando porto i Bambini a passeggio, la gente per strada mi guarda con compassione... Oggi sembravo Mamma Oca coi paperotti al seguito: 13, 8, 5 anni e due gemelli di 2 anni nel passeggino.

Solo un signorotto si è permesso di commentare con una signora accanto: "Una squadra!". Contrariamente al solito, i passanti mi hanno solo guardato senza attaccar bottone. Probabilmente temevano che gli avrei chiesto l'elemosina.

03/09/18

Un anno

Un anno fa sbarcavamo a Genova e ci avventuravamo con la compianta Panda alla volta di Torino.
Un anno fa non avrei mai immaginato di quanto avremmo cambiato la nostra vita e di quanto bene ce la saremmo cavata.
Un anno fa era ancora da scoprire, oggi è da vivere.
Tornerei indietro a bisbigliarmi nell'orecchio: "Stai facendo bene".