30/11/18

La causa della delusione

Ascoltando alcuni testi di musica italiana degli anni '90 mi viene da chiedermi se la cosiddetta "crisi del maschio moderno", in realtà, non sia dovuta alle altissime aspettative con cui siamo cresciute noi degli anni '70-'80 riguardo che cosa, davvero, pensavamo che avremmo avuto da un uomo.

29/11/18

Il secondo grande passo

"Signora Lucy, mi permetta una domanda"
"Mi dica, Maestra di Angelica"
"Ma come mai in casa non avete la televisione?"
"La televisione? Boh... Non l'abbiamo mai avuta, nemmeno a casa, giù. Avevamo un televisore che usavamo per guardare i dvd", ma la televisione... Boh, abbiamo smesso di guardarla una decina di anni fa e non abbiamo mai più ripreso l'abitudine".

Avevamo una TV in cucina, ma quando, nel 2007, Matilde ha iniziato a cenare con noi, non l'abbiamo più accesa. Poi il mobile su cui poggiava è stato spostato e riqualificato, e l'abbiamo spostata in un'altra stanza dove non stava nemmeno attaccata alla corrente, poi a mia zia si era rotta la TV e gliel'abbiamo regalata.
Avevamo un altro televisore, nello studio, che usavamo soprattutto per i dvd. Ogni tanto, nel pomeriggio, guardavamo Rai yoyo, ma da quando Matilde ha iniziato le elementari ha smesso con la TV, e Angelica non se n'è mai appassionata. Qui a Torino non l'ho mai posseduta proprio.

Una volta una persona, incuriosita, mi ha chiesto come facessimo ad informarci. Io ascolto la radio al mattino, e internet fa il resto.
Tuttavia la maestra di Angelica mi ha fatto riflettere: a me non mancano certo i mezzi per informarmi, e ormai persino Matilde può ricevere le notizie di attualità sullo smartphone. Ma Angelica? Angelica si trova fuori dal mondo. Ascoltiamo tutte e tre il giornale radio delle 6.30 ma forse non basta.

Mi sa che devo fare un altro grande passo. Devo procurarmi una televisione.
Il bello è che, ormai, non so nemmeno più come funzionano. Ci vorrà un'antenna? Un decoder (ricordo che a Bagheria lo avevamo)? Ma soprattutto: dove la posiziono?

28/11/18

Arricchire

Quando per la millemillesima volta mi ritrovo, al lavoro, a fare una lavatrice di vestitini e accessori sporchi di m*rda, compresi i vestiti miei, pur non provenendo da me la suddetta materia, mi prende uno sconforto pazzesco che mi fa domandare cosa ho fatto nella vita precedente per meritare una cosa del genere.
Poi mi dico che non ha senso arrabbiarmi con un bambino di 2 anni solo perché ha la pensata di togliersi da solo il pannolino mentre lo sto spogliando, e senza darmi il tempo di fermarlo. Lui non ha un'adeguata panoramica sulla catena causa-effetto di ogni suo gesto, ogni sua alzata d'ingegno, non ha sufficiente esperienza del mondo per poter fare previsioni, anzi! è proprio facendo cose di questo tipo che si costruisce il bagaglio di esperienze su cui in futuro potra basarsi per prevedere gli effetti delle sue azioni. Ad esempio, ormai sa perfettamente quali sono i modi efficaci per fare piangere la sorella.
Ecco. Non ha senso arrabbiarmi.
Ma sperare di arricchirmi, quello sì.

27/11/18

My heart *is still* go on...

La nota melodia di flauto echeggia in camera di Matilde. Aspetto il ritornello e poi piombo dentro cantando a squarciagola "Near, far, wherever you are..."
Lei smette di suonare e si aggiunge: "I believe that the heart does go on..."
Angelica ci guarda mentre concludiamo (anche con parole inventate) la nostra performance.
Alla fine, tra le risate, mi lascio andare al racconto: "Eeeeh! Titanic! Io l'ho visto al cinema!"
"Davvero? Al cinema?"
La guardo, indecisa se sculacciarla subito o dopo cinque minuti.
"Sì, Matilde, può sembrare strano ma io ero già nata quando è uscito al cinema. E comunque saranno passati giusto vent'anni, non duecento".

Le "cose del millenovecento" come le chiama lei, le sembrano sempre preistoria.

26/11/18

Quel potere magico

Solo i figli hanno quel potere magico di riuscire a smontare, con una sola frase, un gesto, un pensiero, 40 anni della tua vita come individuo e 13 come genitore, facendoti rimettere in discussione tutto quanto e facendoti chiedere improvvisamente: "Ma che ca##o ho fatto fino ad ora?".

#noncelapossofare

23/11/18

Pensa per te

In realtà non sono in grado di stabilire se la mia impressione possa essere verosimile o no, ma da qualche tempo Bambina ha preso l'abitudine di "ribattere" ai miei rimproveri nominando le mie figlie.
Ad esempio: "Bambina non devi salire in piedi sul tavolo!" - "Matilde!"
Oppure: "Bambina non si strappano le foglie dalle piante!" - "Angelica!"

Non ho ancora capito se si tratti di minacce ("Se mi rimproveri ancora picchio Matilde quando arriva!") o se voglia accusarle di averglielo insegnato loro ("Angelica mi ha ordinato di farlo almeno 15 volte al giorno")
Più probabilmente, dato che ormai io faccio parte della loro vita, e le mie figlie con me, si tratta di un'esortazione all'esame di coscienza: "Tu rimproveri me, ma pensa a quello che combinano le tue figlie!".

:-D

22/11/18

Il cielo di Torino

Un aspetto che sto imparando ad apprezzare, della città di Torino, è la disinvoltura con cui il cielo riesce a essere grigio e plumbeo per intere settimane e poi uscirsene una mattina cosi, a sorpresa, azzurro, limpido e pulito, come se non avesse mai fatto altro prima di quel momento.


21/11/18

Messaggi vocali

"Va bene, Amica di Palermo, se devi trovare la superficie laterale, la superficie totale e il volume di un parallelepipedo a base quadrata devi avere la misura del lato della base e dell'altezza. Fammi sapere!"
...
"Ciao Mamma dei Bambini, ti volevo dire che Bambina è molto raffreddata ed ha tanta tosse stizzosa. Fammi sapere se domani vuoi che le faccia un po' di aerosol"
...
"Invece se il parallelepipedo ha la base triangolare devi avere tutti e tre i lati del triangolo, a meno che non sia equilatero"
...
"Ciao Papà dei Bambini, ho appena lasciato i marmocchi con i nonni. Oggi ho fatto una lavatrice coi vestitini ma non ho fatto in tempo ad aspettare che finisse l'asciugatrice. Quando torni puoi toglierli? Poi domani li piego io"
...
"No, è la circonferenza che si calcola con due-pi-greco-raggio, non l'area del cerchio! Però guarda che queste cose le fanno in quinta elementare, non in terza media!"
...
"Si, Papà dei Bambini, intendo dire di togliere i vestitini dall'asciugatrice, o quanto meno spegnila quando finisce, giusto per non lasciarla in standby tutta la notte, poi domani ci penso io"
...
"E lo so che siete tutti scarsi in matematica in famiglia, per questo ti aiuto io. Dai, vi voglio bene tutti quanti"

Una signora ha camminato poco distante da me per tutto il tragitto dal lavoro a casa, ascoltando i messaggi vocali che registravo nel frattempo. Chissà che mestiere ha pensato che io facessi. La santa, probabilmente.

20/11/18

Le manca?

Mi si chiude la gola, mi si incrina la voce e la familiare sensazione di bruciore agli occhi sembra smentire la mia risposta: "No, ma proprio no. Ma nemmeno un briciolo".
Lei mi guarda come sempre, quando mi metto a piangere, in attesa. In attesa che passi, in attesa che io dica qualcosa.
"Dottoressa, lo so che può sembrare un controsenso, e nel nostro so nemmeno io perché sto piangendo, ma no, Schroeder non mi manca, né fisicamente, né sentimentalmente. Quando lo frequento mi fa molto piacere stare in sua compagnia, sono dispiaciuta per il fatto che ci frequentiamo pochissimo, ma non posso assolutamente dire di sentire la sua mancanza, né nella quotidianità, né nel mio "sentire" nei suoi riguardi".

Eppure piangevo. Ormai ho capito che è proprio il concetto di "mancanza" che mi fa da interruttore per le lacrime (oltre a quel continuo viavai di aerei nel cielo di Torino, che porcatrottola me ne dovevo emigrare in una città con l'aeroporto più distante). Ma che cosa, davvero, mi manca?
Alla fine l'ho capito. Non è Schroeder in quanto lui, né come persona, né come marito o ex marito che dir si voglia, bensì ciò che lui simboleggia e rappresenta, ossia la mia vita passata: noiosa, frustrante, mediocre, infelice, eppure "sicura", facile, gestibile, comoda.

Come dico spesso, non mi pento della decisione presa, ma devo ammettere di vivere momenti di sconforto, nei quali mi sembra di faticare il doppio per ottenere la metà, sempre sul filo della lama, sempre di corsa, sempre in bilico tra le mille risorse e opportunità e le concrete possibilità di approfittarne.

"Le manca?" mi ha chiesto la mia psicologa parlando del mio ex marito, e mentendo con le parole io ho risposto di no. Oggi non tornerei con lui, ma se potessi tornerei volentieri indietro nel tempo a 6-7 anni fa.

16/11/18

Alla femminina

"Dove stai andando?"
"Faccio un salto a casa mia a prendere un cavo USB. Non riesco a collegare la stampante al Wi-Fi"
"Se non funziona il modulo Wi-Fi gliela riportiamo indietro"
"No, è il wps del router che non funziona"

Apriamo una piccola parentesi.
Io sono una ferma sostenitrice della autorevolezza di ciascuno nel proprio mestiere. Non mi sognerei mai di contestare un medico in argomenti di medicina, un muratore in argomenti di muratura, un ingegnere in argomenti di ingegneria. Tuttavia ho una conoscenza dell'informatica che rispecchia molto la mia conoscenza dell'inglese: mai studiata in modo ragionato, ma molto praticata. Inoltre ho una conoscenza di me stessa superiore agli altri, nel bene e nel male.

"Fammi vedere, apri la pagina per gestire il router"
"Toh, guardala. Ma ti dico che è un problema del pulsante. Vedi, non si accende nemmeno più il led"
"Dov'è la sezione per gestire il wps?"
"Qua e... Oh! Era spento!"
"..."
"Scusami ma come ha fatto a disattivarsi?!"
"Qualche settimana fa ci ho smanettato per impostare accensione e spegnimento automatico. Molto probabilmente non sapevo cosa fosse il wps e l'ho spento"

C'è un metodo di problem solving che si chiama "alla femminina", del quale sono esperta e che mi aiuta non soltanto nel risolvere in generale i problemi della vita, ma soprattutto per rimediare a quelli creati dalla mia audace e intraprendente incompetenza.

15/11/18

Le canzoncine

Le canzoncine sono, ad oggi, 20. È questo il nome con cui i Bambini che accudisco chiamano la playlist di video musicali che ho salvato sul mio smartphone appositamente per loro. Io odio la TV, specialmente quella per i bambini, e nonostante i genitori stessi mi abbiano suggerito di accenderla nei momenti più critici per distrarre e intrattenere i Bambini, io non so nemmeno dove sta il telecomando.
Fino all'estate scorsa, le canzoncine erano le sigle di Bia, di Lady Oscar, di Ugo Robot e del Mago Pancione, da me cantate e coreografrate. Poi ho procurato i video delle sigle originali.
Secondo me non è guardare la TV, e nemmeno YouTube. È ascoltare musica accompagnata da immagini, imparare a memoria, imparare a intonare, imparare a memorizzare una sequenza, perché ovviamente la playlist è sempre uguale, per cui loro sanno già cosa verrà dopo.

E fin qui io ho fatto bene il mio lavoro di accudimento ed educazione, partecipando attivamente e non limitandomi al mero rinco%ionimento davanti uno schermo.

Tuttavia, nei mesi, la playlist si è arricchita di sempre nuove canzoncine, per lo più sigle di cartoni animati del passato (Kiss me Licia, Occhi di Gatto, Magica Emi...) e di canzoncine per bambini (Il coccodrillo come fa, The Lion sleeps tonight, sia in italiano che in inglese, nella vecchia fattoria) e qualche versione animata di canzoni italiane del secolo scorso (Papaveri e papere, Il ballo del qua qua).
Sono solo tre quelle totalmente fuori contesto, ma che i Bambini apprezzano come le altre, se non di più: il Chu chu ua, che chi ha figli nei dintorni dei 10 anni ricorderà come tormentone delle feste di compleanno, e che a fronte di una musica semplice e ballereccia e un testo praticamente inesistente, ha un videoclip ufficiale molto poco per bambini; la bellissima "Prego, grazie, scusi, tornero" di Celentano, che ho iniziato a cantare io per gioco quando hanno imparato a dire grazie, e che è diventata una delle preferite; ma la peggiore di tutte, la meno adatta per testo, musica e immagine, ma quella che vogliono riascoltare almeno due o tre volte al giorno... "Il cobra" di Rettore. Ho iniziato io a canticchiarla quando è saltato fuori il seroensedi pezza e da allora è diventata un cult.

Un'altra canzone che canto spesso è quella della banana in quanto "unico frutto dell'amor" ma come video non ho trovato nulla di carino, per cui al momento dovrei aver scongiurato il licenziamento.

14/11/18

L'ascensore con lo specchio screanzato

Gli specchi degli ascensori sono impietosi e screanzati.
Forti della loro posizione impositiva e della pessima provenienza e qualità della luce, mostrano il peggio del peggio di chi vi si specchia, con particolare predilezione per il far risaltare tutti, ma proprio tutti i capelli bianchi.
Screanzati.

13/11/18

La palla arroccata

Come relitti di imbarcazioni che affiorano sul fondale dei laghi prosciugati, i rami spogliati degli alberi in autunno mostrano le malefatte dell'estate appena finita.


12/11/18

Il voto in scienze

"Matilde, devi darmi la password del registro elettronico"
Impallidisce.
"Matilde..."
"Ma io non me la ricordo"
"Scusami, ma tu non ti vai a guardare i compiti e i voti sul registro elettronico? Da dove accedi?"
"Si, ci vado dall'applicazione, ma il logol l'ho fatto tempo fa e non mi ricordo la password"
"Matilde, cosa c'è sul registro elettronico che non devo venire a sapere?"
"Niente..."
"Quindi devo andare in segreteria a fare resettare la password"
"Aspetta... Forse è lanostrasolitapassword"
"Vediamo... Ah ok, sono entrata"
"Va bene mamma, allora io vado"
SLAM. Chiude la porta di casa dietro di sé. Riapro.
"Ma perché scappi? Almeno salutami"
"Non sto scappando. Ciao"
Scappa.

Era un 6.
Venerdì scorso è stata interrogata in scienze su un argomento che non aveva ben studiato e compreso, e aveva preso 6. E non me l'aveva detto.
"Me l'ero dimenticato" si è poi giustificata "ma comunque 6 non e un brutto voto"

Non è un brutto voto, ma stride maledettamente con il resto della sua media; non aveva capito un tubo dell'argomento e le è anche andata meglio del dovuto. Sta di fatto che me lo aveva nascosto, ed è la prima volta che la becco a nascondermi qualcosa.

08/11/18

Ho insegnato

Ho insegnato a Bambino a dire Bambino. Prima diceva Tambino. Finalmente oggi, un po' giocando, un po' scherzando, è riuscito a dirlo chiaro, con le consonanti giuste. Era raggiante di felicità e orgoglio, ma quando è tornato il padre, e gliel'ha fatto sentire, lui non ha reagito chissà come, quasi ritenendo irrilevante la cosa.
Non ho ancora capito se è solo torinese, oppure se proprio non ha la capacità di empatizzare coi figli.

07/11/18

Cambiare

Oggi mi attanaglia una domanda esistenziale. Ma perché, noi adolescenti degli anni '90, eravamo così fissati col "cambiare" riferito al prodotto di una relazione con l'altro sesso, con spiccata maggioranza di una tale fissazione delle ragazze nei riguardi del proprio fidanzato?
Sembrava che la missione di una ragazza di 16 anni, nel 1994, fosse quella di "cambiare" il proprio ragazzo tra una canzone dei Neri per Caso e una di Biagio Antonacci. Ma perché?
Se ti ci sei messa, perché lo vuoi cambiare? Se ti ci si sei messa, si suppone che ti piaccia, o no? Cosa vuoi, plasmarlo secondo il tuo personale gusto?

Boh, quando sento i discorsi di mia figlia e delle sue coetanee, spesso sorrido di tenerezza. Certe cose sono rimaste identiche mentre altre sono completamente diverse, e per fortuna sembra sparita questa vocazione da kamikaze freudiano.

06/11/18

Rifiuto per la maternità

Sull'autobus, di ritorno dallo studio della psicologa, c'era una coppia con una neonata di 3-4 mesi.
La bambina piangeva perché aveva fame. Non so perché la madre impiegasse tutte quelle energie per distrarla, invece di tirare fuori una tetta. Forse si si vergognava a farlo sull'autobus, o in realtà non allatta la bambina e non aveva portato con sé un biberon di latte. Sta di fatto che, a guardarli e sentire le inequivocabili urla della bambina, mi è sembrato un enorme spreco di energie quel passarsela di braccia in braccia, tentando di distrarla invitandola a guardare fuori da un finestrino che probabilmente lei non metteva nemmeno a fuoco. Aveva fame, era evidente. Devi procurarle ciò di cui si ciba invece di armare teatrini inutili che aumentano la sua frustrazione e il suo pianto.

Poco prima di scendere dall'autobus lasciandovi dentro la famigliola disperata, ho fatto questa riflessione.  Io non ci riuscirei più, e poco importa se ho mie amiche coetanee che stanno iniziando adesso o hanno iniziato da poco a figliare. Non è questione di età anagrafica in termini assoluti, ma di quello che c'è stato prima.

Non ho più le forze.
Continuo a vivere immersa nella maternità altrui, ad avere l'occhio e l'orecchio allenato all'interpretazione del pianto e dei malesseri dei figli degli altri, ma no, non ho più risorse per la maternità in prima persona, e a dire il vero, mi sto anche stancando di quella per conto terzi.

Mentre camminavo lungo la strada verso casa, ho pensato che vorrei scriverci un racconto su questo tema. Chissà.

05/11/18

Il serpente

Bambino e Bambina giocano nella loro casetta. Poi Bambino esce, tenendo sotto braccio un pitone da un metro e mezzo.


Dopo un istante di brivido mi chiedo: ma dove l'hanno trovato un serpente di pezza così realistico? Risposta: all'ikea.
Quando torna il padre, nel pomeriggio, gli chiedo: "A chi [diamine] è venuta la [pessima] idea spiritosa di regalarlo ai Bambini?" Risposta: allo zio materno.

Beh, abbiamo tutti almeno uno zio materno che ha sempre delle spiritose idee regalo.