Sono tornata indietro di 10 anni, quando viaggiavo per l'università. Prendevo il treno e poi andavo a piedi, perché sono un po' troppo claustrofobica per lo standard massimo richiesto ai viaggiatori dalla compagnia degli autobus.
Facevo all'incirca un paio di chilometri a piedi, forse anche di più, all'andata e al ritorno, verso la stazione. Sotto il sole torrido di giugno. Sotto la pioggia implacabile di novembre.
Oggi piove, ma c'eran cose che andavano comprate, e così sono uscita.
Mani in tasca e cappuccio in testa, sotto la pioggia, beata.
Adoro la pioggia, amo camminare per le strade bagnate, anche a costo di inzupparmi fin nelle mutande...
Mi son ricordata di quel temporale, una mattina di tanti anni fa, quando sono arrivata in facoltà che gocciolavo, e mi son chiusa nel bagno delle donne e mi son piazzata sotto il soffio di aria calda dell'asciugamani. Completamente zuppa, sia io che il contenuto del mio zaino. E poi, alla fine, sono uscita asciutta solo quando tutte le lezioni erano finite.
Ricordo che ero furiosa, tutti i libri bagnati, non potevo muovermi, camminavo e facevo "ciack ciack" nelle scarpe... E gli sguardi a metà tra il divertito ed il pietoso delle altre frequentatrici del bagno.
Invece adesso ne sorrido.
Son tornata a casa molto più asciutta del previsto, ma è stato bello concedermi questa parentesi di ricordi, questa proiezione nel passato, quando molte cose andavano meglio, e molte andavano peggio.
La pioggia...
il tuo blog cinguetta.......
RispondiEliminaquando andavo all'università a pisa, scesa dal treno dovevo farmi altri 10 minuti in bici...siccome a pisa piove spesso, nello zaino avevo sempre un impermeabile e i pantaloni impermeabili...sono sempre arrivata asciutta!!!
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