Io, in coda alla posta. Chi è l'ultimo? Un ragazzetto. Bene.
Pochi minuti dopo arriva una signorotta. Chi è l'ultimo? Io alzo la mano. Bene.
Passano i minuti, decine, e la fila non si muove. Mi informo col ragazzetto che si trova già dietro l'angolo del pilastro e vede ciò che accade allo sportello. Manca il collegamento. Bene. Anzi, male.
La signorotta, dietro di me, guarda nervosamente l'orologio, sbuffa, mostra evidenti segni di nervosismo.
La fila rimane bloccata per 35 minuti. Finalmente comincia a scorrere, anche se a rilento.
La signorotta dietro si lamenta ad alta voce, fingendo di parlare tra se e se... "Mamma mia che tardi! Tra 15 minuti esatti devo tornare a timbrare..." Una signora accanto, che fa la fila all'altro sportello, la guarda con interesse, non so se reale o meno, ma quello sguardo fa scattare la molla interna del "discorsetto" della signorotta "Ma quanto tempo ci vuole... io ho fretta! Ho preso un'ora di permesso e devo tornare in ufficio alle 11.01!"
Io fingo di non sentirla. Lei continua:
"Non ce la faccio così... ma ormai che sono qui non mi conviene tornarmene adesso..."
Io continuo a fingere indifferenza: mia figlia mi ha svegliato alle 6, proprio mentre stavo sognando che le scale della nostra casa di campagna erano crollate e arrivava una macchina della polizia... non saprò mai che cosa doveva farci la polizia con le nostre scale, e ora che vuole questa? Che la faccio passare? Ma nemmeno se me lo chiede direttamente. La giornata è cominciata malissimo e la signorotta non lo sa che io aspetto soltanto una scintilla di pietra focaia per sbottare tutta la rabbia che reprimo dentro...
La fila va avanti, ma arriva il turno di un signore che deve spedire 14 raccomandate... mi metto comoda, semplicemente appoggiandomi al muro.
La signorotta continua a "pensare ad alta voce" che ha proprio fretta, che deve tornare in ufficio entro 7 minuti...
Io continuo a vegetare aspettando il mio turno, quando all'improvviso lei lo fa, ed io non me lo sarei mai aspettato. Non chiede a me, bensì al signore che viene tre turni prima di me : "Senta, mi scusi, mi fa passare prima per favore... io devo tornare a lavorare..."
Quell'uomo si è meritato in un solo secondo la mia eterna stima.
La guarda, dapprima sbalordito per la richiesta, poi quasi offeso, quindi le risponde: "Ma perché, secondo lei io faccio la fila alla posta per mestiere?"
"No... che c'entra..." farfuglia lei
"...o peggio ancora, per divertimento?" continua lui
"No, ma io volevo solo chiedere un favore..."
"Bene allora si rimetta al suo posto nella fila e si stia zitta, perché qua siamo già tutti nervosi da questa attesa e il suo borbottìo continuo (l'ha detto in siciliano, però, NdR) mi fa innervosire ancora di più"
E la signorotta se n'è tornata zitta zitta dietro di me.
Il ragazzetto che mi stava davanti mi ha guardato sorridendo complice... se fossimo stati più in confidenza avremmo fatto partire un'ovazione all'indirizzo del signore, ma visto che non ci conoscevamo nemmeno ci siamo limitati a sorriderne insieme...
Quando è arrivato il mio turno, la signorotta ha poggiato il suo pacchetto sul bancone, io l'ho guardata e lei mi ha detto solo "Scusami, era per poggiarlo perché è un po' pesante", quindi l'impiegato ha chiesto scusa e si è assentato un attimo.
Un attimo che sarà durato almeno 4 minuti. Quando è tornato ed ha cominciato l'accettazione dei miei pacchetti ho guardato l'orologio ed erano le 11.09. Ho guardato la signorotta e le ho detto "Nemmeno se le avessi ceduto il mio turno sarebbe arrivata in tempo..."
La sua smorfia di risposta è riuscita a farmi passare un po' di malumore.
OLAAAAAAAAAAAAAA
RispondiEliminala faccio io la OLA ...... sto signore merita una medaglia
la signora invece ........ una scintilla di pietra focaia
Il signore è stato FE NO ME NA LE e anche tu!
RispondiEliminaChiara
applausi il signore e anche a te per la rispostina pungente io non sarei stata così carina
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