30/11/09

La casa, la caverna, l'isola

Di Francesca Picone.

Bah.
E' un romanzetto breve che si legge in poche ore. In pratica sono tre storie che si intrecciano, la Casa, la storia della protagonista, la Caverna, il racconto di uno strano rapporto che nasce tra due donne tenute in ostaggio dentro un bar da un pazzo... e l'una è l'amante del marito dell'altra, e l'Isola, il romanzo che la protagonista cerca di scrivere.

Quello che manca, sostanzialmente, è la verosimiglianza delle tre storie narrate. Le prime due vengono date per "vere", mentre per la terza soltanto alla fine si profila la possibilità di essere una "storia vera". Ma di verosimile non hanno niente, nessuna delle tre.

La casa.
Vabbè, forse è la meno assurda tra le tre storie, sebbene il comportamento della protagonista sia davvero eccessivo e "forzato".

La caverna.
Nonostante si tratti della storia più "intrigante", in realtà è la più noiosa. Fatta di dialoghi composti da battute lunghissime, sul femminismo, sul comunismo, sul '68 ecc, dove non si capisce bene quale delle due donne stia parlando, perché si confondono. Ho capito benissimo che è proprio la "con-fusione" delle due donne il nocciolo dell'intero romanzo, cominciando dalla loro somiglianza nel nome, nel fisico, fino alla loro "follia" finale, ma secondo me, espressa così, questa peculiarità riesce solo a disorientare il lettore e spingerlo ad interrompere la lettura.
Sarò sincera: almeno 3 volte avevo deciso di lasciarlo a metà, e per un romanzetto di 125 pagine è davvero grave. L'unico motivo per cui l'ho portato a termine è stata la curiosità di sapere non tanto come andava a finire (perché fin dall'inizio si viene a sapere che le due donne la scampano), ma in che modo riuscivano a scamparla. In modo assurdo e inverosimile, anche quello. Mi chiedo se l'autrice abbia mai letto un romanzo poliziesco o anche solo visto un film... il pazzo sequestratore si comporta in maniera sconclusionata e "la polizia" al megafono, da fuori, si comporta pure peggio... Insomma, roba che, al confronto, persino "Don Matteo" diventa verosimile e realistico.

L'isola.
Altra vicenda inverosimile, per quanto dolcissima e poetica. Non sono un'esperta, ma credo che una clandestina che sbarchi in una qualsiasi delle nostre isolette, difficilmente avrebbe la vita così facile come quella raccontata nel romanzo... troppo facile trovare il primo lavoro, troppo facile trovare il secondo lavoro, troppo facile non essere caduta tra le mani di sfruttatori, troppo facile non avere problemi con la legge, visto che si tratta comunque di una clandestina, fino alla fine.

Insomma, in definitiva, non posso dire che sia stato il peggior romanzo letto negli ultimi tempi, ma nemmeno il migliore.

E ora vediamo se mi becca anche lei con Google...!

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