Sono uscita di casa bella pimpante, annunciando a Woodstock e a me stessa: "Andiamo a fare la nostra bella figuraccia quotidiana!".
Tutta la mattina ho pensato e ripensato, ho scritto una dedica "commemorativa" dell'evento sul frontespizio del libro, quindi sono giunta alla conclusione che il luogo migliore per incontrare "lo/a sconosciuto/a" fosse la stazione.
Vado in macchina o a piedi? Meglio a piedi... magari incontro per strada già un viso che mi ispira e non ho bisogno di andare oltre. Scendo di casa un'ora prima del solito, così ho tutto il tempo per arrivare alla stazione, regalare il libro e tornare verso il centro per prendere Matilde a scuola.
Già per strada incontro qualcuno che mi ispira, ma non ce la faccio. Non riesco a trovare il coraggio di fermare un passante, dargli il libro e... poi? Andare dove? Proseguire per la mia strada oppure torno indietro? Non voglio lasciare all'altro troppo tempo per seguirmi con lo sguardo, non lo sopporterei...
La stazione è il luogo ideale: scelgo lì il viso ispiratore, tra le persone che aspettano i treni, quindi me ne vado in fretta. Il piano è ottimo.
Avvicinandomi alla stazione vedo ragazzi salire verso il centro: hanno inequivocabilmente l'aria di quelli che sono appena arrivati. C'è una ragazza che mi ispira, ma sale velocemente lungo l'altro marciapiede, quindi lascio stare. Ecco: credo che la scelta migliore sia su una donna, in ogni caso... magari se fermassi un ragazzo crederebbe che voglio acchiappare...
Arrivo alla stazione. Do un rapido sguardo ai passeggeri in attesa. C'è un ragazzo con gli occhialoni e il tascapane che non può non aver già letto Pennac. C'è una signora di mezza età... forse lei? Considero chi tra loro è il più isolato dagli altri... non voglio mica mettermi a fare davanti ad altri il discorsetto che mi sono preparata.
Va behe, mi decido, vada per la signora. Scendo il sottopassaggio e arrivo al binario 2. La signora sta accanto ad un uomo anche se non sembra che si conoscano. Il ragazzo con gli occhialoni è più lontano. Va bene, vada per lui. Tanto il treno arriverà a minuti ed io me ne andrò subito.
Mi avvicino e il treno arriva. Ecco: sempre in ritardo, i treni, quando servono... proprio oggi quello delle 12.08 arriva in anticipo.
Il treno si ferma e tutti quelli che aspettavano salgono dalle porte. Ok, aspetterò il prossimo.
Mi siedo sulla panchina, il treno è ancora fermo perché è in anticipo. Il ragazzo con gli occhialoni si affaccia fuori dal finestrino ed io, in pochi istanti, mi faccio il conto se convenga oppure no dargli il libro così, al volo. Ma il finestrino è alto... e se non ci arrivo? Che razza di figura sarebbe se gli facessi il discorsetto, gli porgessi il libro e poi lui non riuscisse ad afferrarlo?
Lo faccio o non lo faccio? Il capotreno fischia, chiude le porte; il treno parte. Non lo faccio.
Mi si libera la visuale sui cartelloni dei treni e il successivo è alle 12.45! Mannaggia! Ho perso l'occasione! Potevo provarci comunque col ragazzo con gli occhialoni, e invece mi sono fatta tremila paranoie.
La stazione è, ormai, praticamente vuota.
Un uomo con un bambino, una donna con una signora anziana e un ragazzo dall'aria strana, mezzo intellettuale e mezzo sfasciato. Arriva un'indiana, mangia crackers... Non me la sento di darlo a lei, magari nemmeno capisce quello che dico.
Arriva sul binario un uomo con la faccia da ignorante... no, questo magari lo butterebbe. Arrivano due ragazzini tutti fikissimi... mi prenderebbero in giro per tutto il resto della loro vita...
Sono già le 12.15 ed io devo essere a scuola da Matilde entro mezz'ora. La strada è in salita ed io sono zavorrata... che faccio? Basta, me ne vado. Decido di provarci col ragazzo mezzo intellettuale e mezzo sfasciato, nella speranza che la sua personalità dominante sia quella dell'intellettuale. Scendo di nuovo nel sottopassaggio e riemergo vicino all'ingresso in stazione.
Ed eccomela davanti.
Una ragazzina, avrà 18-19 anni: trucco leggero, aria intelligente, sguardo sveglio. E' lei.
"Scusami... posso farti una domanda?"
"Si..."
"A te piace leggere?"
Forse è stato uno sbaglio: lei si schernisce sorridendo... forse pensa che voglio venderle qualcosa...
"No, ascolta! Oggi, in tutta Italia c'è un'iniziativa: regalare un libro ad uno sconosciuto"
Sorride imbarazzata e divertita.
"Ecco, tu sei la mia sconosciuta e questo è il tuo libro!"
Mi ringrazia, ridendo. La saluto augurandole "Buona lettura!", dunque infilo rapidamente l'uscita dalla stazione.
L'ho fatto. Non ci posso credere, l'ho fatto. Ho fermato una sconosciuta per regalarle un libro.
E' stata un'esperienza straordinaria.
Lo rifacciamo anche l'anno prossimo?
Bravissima, è stata un'ottima idea andare in stazione!
RispondiEliminafantastico! sei stata una vera eroina!!! bravissima!
RispondiEliminaLinda
Io sono scesa con il libro in borsa...sono andata in centro, ho cercato di cogliere qualche segno, come se volessi la conferma di non essere l'unica a conoscenza di questa iniziativa, ..niente,,,ero perplessa....poi camminando camminando.....ME NE SONO COMPLETAMENTE DIMENTICATA!!!! Katya
RispondiEliminagrande!! io non ci sarei mai riuscito!
RispondiEliminaK
non ci sarei mai riuscita....
RispondiEliminama se l'anno prossimo mi trovo a palermo e ti fermo, siccome non ci siamo mai viste di persone, vali come sconosciuta...? mmmmm
Io non ce l'avrei mai fatta. Hai tutta la mia ammirazione!!! Bravissima!
RispondiEliminasplendido, candido e bello..tremila paranoie, si, ma alla fine tu almeno lo hai fatto e ne sei rimasta soddisfatta, io no, mi è mancato il coraggio, o il tempo o la giusta tranquillità per interagire con una persona ad un buon livello...non so, ma mi è dispiaciuto...grazie per la condivisione del tuo momento!
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