Da anni, da quando bazzico internet e intrattengo rapporti cordiali con amici d'oltrestretto, ogni volta che dico "Vado al mare" mi sento rispondere "Ma tu ci vivi al mare".
Credo sia giunta l'ora di chiarire questa cosa.
No. Io non ci vivo al mare. Il mare più vicino a casa mia è ad almeno 5 km a volo d'uccello, e comunque è un mare dove non mi bagnerei nemmeno il mignolo del piede.
"Dovresti vedere l'adriatico, allora!", mi ha risposto una volta un'amica, "E considera che per bagnarmici il mignolo del piede io devo farmi 120 km!".
Va bene. Se io mi faccio 50 km sono a Cefalù. Se io mi faccio 90 km sono a San Vito lo Capo. Se me ne faccio 170 sono a Gioiosa Marea. Lipari è a un tiro di aliscafo. Va bene. Mare di qualità ben superiore.
Ma io NON VIVO AL MARE.
Secoli fa, quando internet era solo per pochi eletti eppure avevamo tutti un senso di protezione della nostra privacy e della nostra identità che adesso sembrerebbe da paranoici, avevo due mie fotografie digitalizzate tramite lo scanner, che diffondevo agli amici virtuali solo dopo almeno una decina di email di carteggio.
Una delle due mi ritraeva seduta su un muretto ai piedi di un albero, in camicia e giacca sui jeans, come si usava negli anni '90.
Quando la mandai ad un ragazzetto di un paesino sperduto della toscana, lui mi disse: "Sai, devo confessarti una cosa: la tua foto mi ha meravigliato. Ogni volta che ho provato ad immaginarti, ti ho sempre visualizzato con lo sfondo di una spiaggia, col mare e i gabbiani in lontananza. So che è sciocco, ma ti immaginavo come se indossassi sempre e solo il costume da bagno".
Ecco.
No.
IO NON VIVO AL MARE.
(Però, in fondo, lo capisco. Quando io penso ai miei amici del nord, da ottobre ad aprile, io penso che vivano sommersi dalla neve. Persino mio fratello, che sta a Torino, io me lo immagino sempre imbacuccato come se dovesse scalare l'everest ogni volta che esce per andare al lavoro.)
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