Tuttavia ci sono giornate che prendono così. Basta un niente, una sciocchezza qualsiasi, ad esempio la fodera di un vecchio portadocumenti in plastica che fa capolino dal caos sulla scrivania, che lo apri e ci trovi dentro una vecchia tessera del cral del 2011 e d'improvviso...
...d'improvviso crolli, e gli occhi ti si riempiono di lacrime e non riesci a trattenerti. E allora piangi. E ti sfoghi, o almeno è ciò che credi, e non capisci perché piangi, non capisci per CHE COSA piangi. Se è perché nel 2011 eravate ancora una famiglia in assetto standard, se è perché non riesci a immaginare che sia possibile che sia successo veramente, se è perché ti sembra impossibile pensare a come era prima, perché ti sembra un sogno e non sai, non capisci, se ciò che ti sembra un sogno è la vita attuale oppure quella che è da poco finita. Sembra incredibile che solo fino a qualche mese fa le cose erano diverse - meglio o peggio non è facile dirlo: diverse - e ti sembra ancora più incredibile pensare che tutto ciò che è successo, sia accaduto per davvero, ma contemporaneamente pensi che ti viene ancora più difficile pensare di tornare indietro, rimangiare le scelte, le decisioni.
Però c'è questa casa che non fa che ricordarti ciò che è stato, prima durante e dopo, e ne hai tempo a sbatterti a destra e sinistra, a cambiare la disposizione dei mobili, sostituire le foto nelle cornici, aggiungere, togliere, modificare... perché poi basta un niente, basta un'insulsa tessera del cral del 2011 e ti ritrovi di nuovo nell'abisso, nell'inferno, nella disperazione più nera.
E pensi che tutto questo non lo meritavi.
Tuttavia.
Tuttavia è successo.
E l'unica cosa che puoi fare è asciugarti le lacrime e convincerti che va tutto bene.
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