Accadono cose che, pur nella loro tragicità, ti fanno ridere.
E non si tratta di uno scivolone per strada o di un buffo incidente domestico, che quelli - si sa - fanno sempre ridere tutti, tranne il malcapitato che si rompe l'osso del collo, no, parliamo di cose serie, cose vere, cose che ti toccano nel profondo intimo del tuo passato, del tuo presente e del tuo futuro. Eppure ti viene da ridere. E se ti domandi il perché, non trovi una risposta valida.
Da qualche settimana a questa parte ti ritrovi a piangere per cose ben più sciocche, e, quando avresti finalmente una scusa valida, tu ridi.
Forse perché ti senti ridicola, o perché sei campionessa di autoironia. Perché prima ancora che siano gli altri, a ridere di te, cominci a farlo tu che così quando sarà il loro momento tu ti sarai già abituata e non ci rimarrai male.
O magari vuoi esorcizzare la paura. È risaputo e universalmente noto in tutte le letterature che la paura si scaccia via con una risata. Da Harry Potter a Totoro, da Pinkie Pie allo Spauracchio, ridere ad alta voce fa scappare la paura.
Oppure, ed è la spiegazione più plausibile, dopo dieci lunghi e intensi anni non hai ancora capito quanto è vero il sottotitolo del tuo blog.
Tu hai bisogno di aiuto.
Dello psychiatric help devi per prima approfittarne tu. E con sollecitudine.
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