Vestito di nero dalla testa ai piedi. Occhiali da sole. Si posiziona eretto al centro di uno spiazzo pavimentato di uno dei parchi di Torino. Si rivolge al sole e se ne resta lì, dritto e concentrato.
Poi solleva una gamba, piega il ginocchio, allarga l'anca, poggia il piede a terra in una postura a gambe leggermente divaricate. Inspira lentamente mentre solleva le mani davanti a sé, e poi braccia e avambracci, assecondando il movimento con le spalle. Espira, ripetendo il movimento all'inverso.
Continua per alcuni minuti e, nonostante io abbia apposta rallentato il mio passo per poterlo guardare più a lungo, devo per forza oltrepassarlo.
Mi allontano, faccio il giro, cerco di osservarlo anche dagli altri viali. Non so cosa sia, forse tai-chi. Ma il punto non è questo. Ciò che mi colpisce è la fluidità dei movimenti, l'elasticità, non la forza, bensì l'energia che sprigiona.
È potente.
Mentre me ne vado gli dedico un ultimo sguardo. Lo invidio per quel suo corpo lì. E a occhio e croce avrà almeno 80 anni.
Nessun commento:
Posta un commento