Abbiamo ricevuto l'invito alla festa di compleanno di un compagno di Angelica, uno di quelli più agitati, dispettosi, accusati dai compagni per monellerie variegate.
Per un periodo è stato anche compagno di banco di Angelica, lei se n'è lamentata continuamente, ma se l'è tenuto senza protestare.
La settimana scorsa è arrivato l'invito, ovviamente pomeridiano in giorno lavorativo, ed io ho chiesto, come di consueto, a qualcuno dei genitori di accompagnarvi Angelica, ché io posso solo andarla a riprendere. Il vuoto.
Anche Angelica, in classe, ha chiesto ai vari compagni e sembrava che nessuno sarebbe andato alla festa.
Ho subodorato il boicottaggio "etico" di stoca##o. Ho scritto alla mamma del festeggiato e le ho chiesto se poteva prendere lei Angelica a scuola e portarla alla festa, e lei mi ha dato disponibilità.
Quando sono andata a riprenderla alla festa, Angelica mi è corsa incontro sorridente e poi è tornata dentro. Era l'unica "bianca" tra gli invitati, c'era l'intera colonna sudamericana di Torino Cenisia e soltanto un altro compagno di scuola, quello ancora più monello del festeggiato.
Andando via, Angelica mi ha detto di essersi divertita moltissimo, anche durante il tragitto insieme alla famiglia del festeggiato e di aver socializzato con tutti quei cugini peruviani. Ha mangiato due fette di torta ed era contenta di avergli regalato un giocattolo perché tutti gli altri gli avevano regalato vestiti.
I bambini sono bambini. Ci sono quelli che sembrano bambolotti e ci sono quelli agitati, quelli che ubbidiscono subito e quelli che hanno bisogno che si perda un po' di tempo in più per insegnare le norme del vivere in società, ma sono bambini.
Disertare la festa di compleanno di un bambino monello non lo farà diventare più docile, anzi gli scaverà ancora di più quella ferita di non-accoglienza da parte dei compagni.
Quando la smetteremo di confidare in un inesistente potere educativo della negazione?
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