26/11/19

Il piccolo granchio

Succede che fai un sogno, un sogno in cui (metaforicamente) osi molto, senti paura per ciò che vorresti fare, che stai per fare, e nel sogno trovi una soluzione che ti dia coraggio.
Succede che, nella vita reale, tu abbia preso una decisione che ti fa sentire esattamente come nel sogno, che ti mette addosso una non indifferente paura. Paura di fallire, di sbagliare, di non riuscire, di essere inadeguata e incapace. Nella vita reale hai, in effetti, l'aiuto che ti dà coraggio, ma non è sufficiente.
Incentri su questo argomento - la paura - tutta un'intera seduta di psicoterapia, e ne esci ottimista e propositiva.

Poi succede che hai una mattina libera e decidi di andare in quella libreria fantasmagorica che sta abbastanza vicina a casa tua perché tu possa andarci facilmente, ma non abbastanza vicina dal poterla frequentare troppo spesso, per fortuna, ché altrimenti diventerebbe un crollo per le tue finanze.
Ci compri due cosette e poi ti fai un giro. E lo vedi.
Sta lì, seminascosto sul suo ripiano, con una parola in bella vista che sembra chiamarti.


Succede che lo apri, lo leggi, e capisci che il piccolo granchio sei tu.


Il piccolo granchio che ha paura del mare, perché fa le onde alte alte e lui è piccolo piccolo, ma restandosene lì in disparte, bloccato dalla paura, si perde la meraviglia del mondo sommerso. E allora si fa coraggio, poco a poco, un passo alla volta. E si butta.

Succede che le cose non succedono quasi mai per caso. 

"Anche il libro è un regalo? Faccio un pacchetto?"
"No, grazie, il libro è per me. Nel senso che è proprio stato scritto per me".


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