18/11/25

La direttrice

A giugno sono stata invitata da un'azienda a fare un corso di yoga in pausa pranzo per il personale.
In quell'occasione ho visitato la struttura individuando la sala più adatta, ma mi sono relazionata solo con la ragazza promotrice dell'accordo. Solo poco prima di andarmene mi ha invitato a conoscere la direttrice.
Sono entrata, dunque, in un lussuosissimo ufficio, con lampadari, quadri alle pareti, scrivania e poltrona presidenziale.
La direttrice era una donna probabilmente mia coetanea, molto simpatica e accogliente, ben curata ma non appariscente.

A inizio ottobre, dunque, comincio il corso con 4 allieve mai viste prima. 
Mi mantengo sul soft generico, perché sono 4 corpi, 4 età e soprattutto 4 modi diversi di vivere il movimento, l'alimentazione e la cura del proprio benessere, ma conduco comunque le lezioni a modo mio: col sorriso, sdrammatizzando le difficoltà e la fatica, guidandole in un viaggio all'interno del proprio essere, incoraggiandole e supportandole nelle fasi critiche e buttando lì qualche battuta ogni tanto.

Solo dopo più di un mese, incrociandola all'uscita dal bagno dove era andata a cambiarsi e vedendola in abiti "ufficiali", ho finalmente riconosciuto la direttrice nell'allieva alla quale 10 minuti prima avevo detto che doveva (sic) "stringere le chiappette così tonifichiamo per bene il lato B e cominciamo da novembre a lavorare per la prova costume di luglio".

Per fortuna non mi ha licenziata.
Ancora.

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