19/01/18

Scempio della perfezione

Erano perfetti.
Due figure esili, posti l'uno di fronte all'altra. Lui la sovrastava in altezza di almeno un palmo. Stavano a distanza, i due corpi eretti allineati con precisione. Parlavano.
Ad un certo punto lui si china su di lei. La bacia.
La bacia sulla bocca, ma senza avvicinarsi, senza toccarla. Avrebbero potuto abbracciarsi, lui avrebbe potuto afferrarle i fianchi per stringerla a sé, far aderire i loro corpi mentre lei gli cingeva il collo con le braccia, ma non lo fa.
Restano così, dritti dritti, ad un passo di distanza, con le labbra appiccicate.
Sono perfetti.
Penso che in quel momento, il gelido mezzogiorno di una limpida giornata invernale, e in quel luogo, il parco che circonda la biblioteca musicale di Torino, loro due con quel bacio raffigurino la poesia di un gesto.
Poi si staccano, ed entrambi prendono un tiro dalla sigaretta che reggono ciascuno nella propria mano.

E a me cadono le palle.

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