Quando ho annunciato di volermi trasferire a Torino, per cercare un lavoro e una vita nuova, qualcuno aveva commentato dicendo che era il peggiore gesto di egoismo che stavo compiendo sulla pelle delle mie figlie.
Ma io stavo male.
Io, a Bagheria, mi sentivo soffocare.
Quindi ho scelto, ho deciso, ho preso e siamo andate. So benissimo che ho chiesto e continuo tutt'ora a chiedere alle mie figlie uno sforzo molto grande, ma se è vero che io sono una donna cazzuta, loro lo sono ancora più di me, e se la stanno cavando alla grande, inciampando talvolta, ma rialzandosi e vincendo sempre.
Ho fatto bene. Ma non per loro: per me. Perché se io sto male, loro non possono stare bene.
E stamattina, in attesa alla ASL di Torino (che vorrei regalare al signorotto che si lamentava della lunga attesa un buono per 10 minuti di altrettanta situazione alla ASL di Bagheria, e poi ne riparliamo) apro il libro di Enrica Tesio e ci trovo questo dono, proprio lì, sulla seconda pagina del capitolo che non avevo ancora letto.
Non è che i figli non siano la priorità. Il problema è che se non si salvano prima le madri, chi potrebbe mai salvare i figli?
Non è egoismo, è necessità, è sopravvivenza, è lungimiranza.
Questo devo impararlo.
RispondiEliminaDevo salvarmi io per salvare lui.
E lo farò.
Anche a distanza mi insegni sempre tanto <3
LA Santa