26/05/25

Quella che avrei potuto essere

Ventisei anni fa avevo un fidanzato più vecchio di me di ventun'anni.
Ovviamente è iniziata lì la mia carriera di "femmina maledetta" della famiglia, che vergogna, che scalpore, un uomo più vecchio, un uomo divorziato, sarei finita all'inferno ecc.
Il discorso più sensato, all'epoca, me lo fece mio padre facendomi notare che stavo scegliendo una strada dove avrei finito entro altri 20-30 anni a fare da badante e basta. Mi ricordo le parole esatte "Quando tu avrai 40, 45 anni sarai ancora una donna matura ma giovane, lui invece sarà già un anziano da accudire".
La cosa in quel momento non mi preoccupava: avevo vent'anni ed ero una sognatrice ingenua e svampita. Poi quella storia finì, ma per altre ragioni.
Quell'uomo è morto alcuni anni fa. L'ho saputo perché avevamo ancora conoscenze comuni. Aveva fatto in tempo ad andare in pensione e dopo un paio d'anni ha avuto un infarto destante e ciao.
Nella filosofia spirituale che seguo si dice che il momento in cui si muore è stabilito dal bagaglio di roba da scontare che ci portiamo dalle vite precedenti, quindi non credo che conducendo una vita diversa, accanto a me, sarebbe morto prima o dopo. Dunque posso dire che, se lo avessi sposato, a quest'ora sai una giovane vedova benestante, probabilmente con una simpatica pensione di reversibilità che mi terrebbe al sicuro dal dovermi massacrare di lavoro per campare, però non era scritto che andasse così, né a me, né a lui, e per ora la sua pensione di reversibilità se la becca un'altra (sì, si era anche sposato).

E' alla me di quegli anni che penso quando faccio lezione con la mia allieva privata, una donna di 72 anni che ha un marito di 91 anni, e del quale non fa che lamentarsi.
Ogni tanto mi fa tanta tenerezza: pur coi suoi problemi di mobilità compatibili con la sua età, è una donna lucidissima, intelligente, curiosa e attiva. Il vecchio marito è per lei solo una zavorra.
Stamattina mi ha detto "Dovevo liberarmene prima, ormai non posso più farlo" e mi ha fatto pensare a tutte le "liberazioni" che ho vissuto prima che fosse troppo tardi.

Conduco una vita faticosa, è vero, ma non rimpiango niente. E poi, se avessi fatto scelte diverse in passato più o meno recente, non avrei le figlie che ho, e loro due, da sole, valgono la pena di queste e altre mille fatiche.

Ogni tanto col Capitano ci diciamo che è un gran peccato non essersi incontrati a vent'anni... ma - appunto - nessuno dei due sarebbe oggi quel che è. Ed io oggi mi piaccio tantissimo, con tutti i miei punti di forza e le cazzate che ho fatto, le gioie e i dolori.
No, non vorrei proprio essere diversa da quel che sono oggi.

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