06/06/25

Il tempo della scrittura

Una cosa che mi sta capitando sempre più spesso è quella di leggere i post del passato remoto di questo blog. 
A volte apro la pagina, magari con l'idea di scrivere qualcosa, e invece mi perdo tra i post del 2012, oppure mi rileggo tutta la categoria dei "sassolini nelle scarpe" ecc.
Avevo una capacità veramente notevole di scrivere su cose insignificanti, roba quotidiana che, oggi, passerebbe inosservata; ci ricamavo sopra una narrazione accattivante che faceva venir voglia di sapere come andava a finire.

Non so se la chiave fosse la creatività della giovinezza, oppure se in realtà nell'età matura faccio sempre meno caso alle cose.
Sta di fatto che mi sento prosciugata, confusa e distratta. O forse tartassata da più cose da fare e pensare di quante realmente riesca a gestire. 
Poi ci sono i dolori. Dieci anni fa ero capacissima di stare anche due o tre ore davanti al pc; lo facevo. Quando scrivevo romanzi ero capacissima di stare tutta una mattina a scrivere e riscrivere senza nemmeno alzarmi a fare pipì. Oggi, dopo mezz'ora mi formicola la mano, mi fa male il gomito, mi viene il mal di schiena, mi si incricca il collo, mi si stancano gli occhi, e devo interrompermi, alzarmi, muovermi, e perdo il filo.

Forse la verità è che c'è un tempo per ogni cosa, e il tempo della scrittura, per me, è passato.

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