11/07/25
Il samurai
10/07/25
La vecchia in bicicletta
09/07/25
Il ciclista umiliato
08/07/25
Meglio di un horror
06/07/25
Al sicuro
05/07/25
Le mie possibilità
04/07/25
Amico/a del mio risveglio
Il punto fermo dei miei risvegli antelucani, però, è lui/lei: il pianeta Venere, la stella del mattino.
Quando apro gli occhi alle 5, lui/lei è lì a guardarmi e dirmi che sì, quella è la mia strada.
03/07/25
Cose che non vorresti mai vedere #48
02/07/25
Ma come si fa?
01/07/25
L'uomo col cane
30/06/25
Son soddisfazioni
27/06/25
Matura
26/06/25
Sempre lui
25/06/25
Cose da non dire a un'insegnante di yoga #11
24/06/25
L'orda di barbari
23/06/25
Insieme
22/06/25
Ti sembro il tipo?
21/06/25
Cose da non dire a un'insegnante di yoga #10
19/06/25
Il dente avvelenato
18/06/25
Io mi ricordo...
17/06/25
Sette mesi
16/06/25
La manipolazione
13/06/25
Woodstock15
12/06/25
La soddisfazione dell'ego
11/06/25
La buona azione
10/06/25
Gli intermezzi
09/06/25
Cosa hai imparato?
06/06/25
Il tempo della scrittura
04/06/25
Il cinghiale indemoniato dentro la mia spalla
01/06/25
Il silenzio
30/05/25
Demotivata o distratta?
29/05/25
Torino NON è la mia città, ma...
28/05/25
L'edera
26/05/25
Quella che avrei potuto essere
25/05/25
20/05/25
Devo dirlo
18/05/25
Rivedersi
17/05/25
L'amore da adulti
16/05/25
Cose da non dire a un'insegnante di yoga #9
15/05/25
Dall'osteopata
13/05/25
Mansplaining legittimo
11/05/25
La brava mamma
08/05/25
Dopo più di 11 anni
07/05/25
Cose da non dire a un'insegnante di yoga #8
06/05/25
Il genitore 11 settembre
Qualche tempo fa avevo commentato con le mie figlie la figura del "genitore elicottero", approfittandone dell'esempio concreto che ci dava un aneddoto riguardante un'amica di Angelica, ma provando a spostare il discorso su piani più generali e in realtà anche personali.
Dissi che secondo me tutto si poteva dire di me, tranne che fossi un genitore-elicottero. E Matilde, con la sua proverbiale ironia e crudezza, rispose che al massimo ero un "genitore-11-settembre".
Ben mi sta, e ci sto anche. So perfettamente di aver fatto in passato anche più recente determinate scelte che hanno condizionato la loro vita, anche in maniera drammatica. Ero sicura che un giorno ne avrei pagato il conto - anche in termini letterali sotto forma di psicoterapia a gò-gò per entrambe - ma che lo accettavo in nome del mio diritto a vivere, oltre che a sopravvivere.
Mai avrei immaginato che così tanto potente sarebbe stata la forza devastante, lo sconquasso delle loro anime. Mi sono sempre fatta in quattro e anche in otto per offrire loro tutte le opportunità che meritavano e che chiedevano, mi sono fatta in 16 per garantire loro un tenore di vita decente ed assicurarmi che "da grandi" non dovessero avere il problema di una madre dipendente dal sostegno economico di qualcun altro. Le mie parole in testa sono sempre state queste: non voglio essere un problema per nessuno.
E probabilmente non lo sarò un problema, ma ne ho creati, ne ho seminati, coltivati, cresciuti e pasciuti parecchi. E adesso i nodi vengono al pettine, ma i denti di questo pettine sono strettissimi e il dolore è lancinante.
La definizione di "genitore-11-settembre", a questo punto della storia, mi sembra persino riduttivo.
05/05/25
Ineccepibile
03/05/25
Non è un vagabondo, ma sono io
02/05/25
Il pensiero-rifugio
01/05/25
Nespole experience
30/04/25
Disidratata
28/04/25
Verso il fondo
27/04/25
Lucy went to the mountains... again
Nell'estate del 2018 scrivevo questo. Ecco, la mia percezione non è cambiata di molto, ma ciò che è stato completamente diverso è stato il contesto (di vacanza) e la compagnia (il Capitano).
Credo, però, di avere un problema con il senso di accoglienza. E' una riflessione che ho fatto proprio mentre stavo lì, seduta al balconcino della casa in montagna del Capitano dove abbiamo passato insieme il nostro primo fine settimana "di coppia".
Dalla montagna io mi sento non accolta, che è anche un po' diverso dal sentirmi rifiutata, ma è proprio come se fossimo due cose diverse, acqua e olio, che li puoi accostare, agitare, mischiare, emulsionare, ma alla fine non si fonderanno mai. Non a caso, l'unico elemento con il quale mi sono sentita in armonia è stata proprio l'acqua: il fiume che scorreva lì poco fuori dal paese e nel quale sono persino riuscita a immergere le mani.
Però, siccome il saggio ci insegna che quello che noi sentiamo provenire dall'esterno verso di noi in realtà riflette quello che noi sentiamo verso l'esterno, la mia riflessione a riguardo è stata proprio sul fatto che, in realtà, sono proprio IO a non accogliere la montagna dentro di me.
E uso la scusa di essere una creatura di mare, una creatura di altitudine poco più che zero, una creatura di boschi di pini marittimi, querce da sughero, mandorli e ulivi invece che di abeti e noccioli...
Le montagne continuano a mettermi paura, a farmi mancare l'aria, a farmi sentire prigioniera senza via di fuga, ma quando ho bagnato le mani nel fiume ho pensato al mare nel quale, inevitabilmente quel fiume si sarebbe trasformato centinaia o migliaia di chilometri dopo. Ho visto lì la mia via di fuga, ho focalizzato nel percorso dell'acqua la direzione da seguire per respirare.
Ecco perché inconsciamente i fiumi io li ammiro sempre dando le spalle alla sorgente e guardano nella direzione dell'acqua che scorre, perché è al mare che voglio che portino il mio cuore e i miei pensieri.
Con la mano nell'acqua ho proprio pensato "Vai, fiume, porta questa carezza al mare" e mi sono commossa.
Non ne guarirò mai.
23/04/25
Cose imparate e mai dimenticate
E come se 25 anni fossero passati in 25 minuti mi rivedo all'esame di teoria musicale, quando una delle domande sicure era quella di indicare la tonalità di uno spartito potendo guardare solo la prima battuta e l'ultima. Me lo ricordo ancora: il mio era in Re maggiore. Dissi "Escluderei il Si minore, perché gli accidenti in chiave sono il Do# e il Fa#, ma l'ultima nota dell'ultima battuta è un Re, dunque azzarderei la tonalità di Re maggiore", e il prof, il meraviglioso e fighissimo prof, mi rispose "Il suo azzardo è corretto", poi mi diede 30 e lode.
E' assurdo come certe cose, una volta imparate, non si dimenticano.