Sono arrivata domenica sera nella cittadina al confine con la Francia dove i bambini che accudisco trascorreranno due settimane coi nonni.
Mentre il treno si inerpicava sulle Alpi, costeggiando il fiume, ho avuto un'ora e mezza di viaggio per immaginare il paesaggio in altre stagioni. Poi sono scesa dal treno, accolta da tutta la famiglia più i vicini di casa, tutti contenti e sollevati per l'arrivo dei rinforzi.
Non riuscirò mai a capire perché questi due piccoli demoni con me sono gestibili mentre per i familiari no.
Percorrendo a piedi il tragitto verso la casetta mi sono guardata intorno.
Montagne.
Altissime montagne. Da tutti i lati.
Solo montagne e nessun orizzonte. È persino peggio di Torino.
Mi manca l'aria.
Meno male che sono solo due settimane.
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