30/08/24

Il male della terra

 Chi crede che il male della terra siano le "mamme pancine", si sbaglia.

Il male della terra sono i "papà simpaticoni".

Li riconosci subito, anche perché è impossibile non notarli:
- non parlano coi loro figli; impartiscono insegnamenti con stile ironico e divertente
- intavolano discussioni con gli altri bambini presenti, assurgendo al ruolo di mentore
- sono parte attiva dei giochi, spingono tutti sull'altalena e guidano l'assalto dei pirati

Si sentono fighissimi. Percepiscono nell'aria il segreto desiderio delle mamme astanti, che si mangiano le mani per non aver scelto loro per procreare, invece di quegli idioti che in questo momento sono alla riunione del fantacalcio con gli amici, o con l'amante, chissà. E loro lì, ad aiutare tutti a salire e scendere dallo scivolo, a interpretare la parte del cliente del ristorante di fango, a spiegare quali principi della fisica stanno alla base dell'oscillazione dell'altalena, a supervisionare i lavori al cantiere degli scavi nella buca della sabbia.
Tronfi e orgogliosi.
Loro sì che sanno come prendersi cura dei bambini.

Si sentono fighissimi, ma poi si stancano.
E mica possono pensare solo loro a tutti questi marmocchi, che non sono nemmeno figli loro. Ma i marmocchi ormai attratti, attivati, fomentati li cercano continuamente, vogliono ancora coinvolgerli, richiedono la loro partecipazione. E allora li vedi che non sanno come fare, come liberarsi, come scrollarseli di dosso, ché loro avevano promesso alla figlioletta una mezz'oretta ai giardini e invece si sono ritrovati a capo della ciurma all'arrembaggio, ma tra 10 minuti inizia la riunione con gli amici per il fantacalcio, e allora annaspano, cercano con lo sguardo le legittime mamme che chiacchierano noncuranti sulle panchine. Quindi battono in ritirata agguantando la figlioletta e strappandola via dall'altalena, indifferenti delle proteste sue e di tutti gli altri marmocchi che ormai li avevano acclamati Re e si ritroveranno senza sovrani.

Le maestre dei centri estivi, invece, si godono la scena e ridacchiano.

29/08/24

Cosa mi è piaciuto di più

 Ultima attività della giornata al centro estivo: cerchio di chiusura nel quale suoniamo la campana tibetana e ripensiamo a tutte le cose che abbiamo fatto insieme durante la giornata e diciamo quella che ci è piaciuta di più.

Gioele: "A me la cosa che mi piace è stare con voi"

Alice: "A me è piaciuto di più andare al parco"

Maria: "A me la cosa che è piaciuta tantissimo è stata colorare"

Diego: "A me la cosa che mi piace più di tutti è la maglietta della maestra"



Diego ha buon gusto.

28/08/24

Cose che non vorresti mai vedere #47

 Un signore anzianotto che, mezzo zoppicante, entra in un bar a chiedere del titolare e insieme si mettono a parlare e organizzare la loro prossima battuta di caccia.

(Ho, infatti, scoperto la caccia riapre domenica. Ma nel 2024? Ancora la caccia?)

27/08/24

Ellie

Oggi vi offro una lacrima strappastorie.

Una cosa che non ho detto esplicitamente qui, è che ho lasciato il mio gatto Elliot alla casa vecchia, insieme a chi ancora ci abita e che si prenderà cura di lui anche meglio di come avrei potuto fare io.

In realtà, nonostante il gatto fosse mio, lo avevo voluto io, il documento di adozione e il microchip fossero a nome mio, non ero io l'umana preferita da lui, e quando ci si trova a fare scelte difficili e dolorose, bisogna mettere tutto dentro il calderone dei pro e dei contro. Li ho lasciati entrambi, gatto e umano, e sono sicura che sia stata la scelta migliore per tutti.
Ma non è questa la lacrima strappastorie che volevo offrirvi, serviva solo a contestualizzare.
A metà luglio ho traslocato nella nuova casa ed ho trascorso tutta l'estate a Torino. Da sola, perché le ragazze sono state a Palermo per un mese.

Disperata e con la sindrome della crocerossina sempre in tasca, nonostante un trasloco in corso, mi sono offerta come stallo per l'associazione che si occupa di randagi dalla quale avevamo preso Elliot. Mettevano continuamente annunci di richiesta di stalli, ed io non solo ho patito la solitudine, ma non mi sentivo nemmeno più a mio agio a indossare abiti senza peli di gatto addosso.
Mi sono offerta, mi hanno dato una gattina giovane, avrà a malapena un anno, che era stata recuperata due mesi prima; era incinta, aveva partorito due cuccioli, dei quali uno è morto, ed era stata stallata da una persona che però non riusciva a garantire la sua sicurezza, tanto che la gattina scorrazzava allegramente tra macchine e camion di uno dei corsi più trafficati di Torino.
Ri-recuperata è stata affidata a me.

Io l'ho chiamata Ellie, perché ovviamente mi veniva spontaneo chiamarla Elliot, ma è anche detta La Miciuzza, proprio con l'articolo nel nome, in stile Pennac.
Non la adotterò, però. 
Non me la sento ancora di prendermi la responsabilità di un altro essere vivente, devo prima scoprire se riuscirò a prendermi cura di me stessa e delle mie figlie, ma continuo ad ospitarla in stallo in casa mia.



26/08/24

Si ricomincia

Oggi ricomincio a lavorare al centro estivo.
Ieri sera ho riattivato la sveglia delle 5.24, ma non sono riuscita ad addormentarmi abbastanza presto.
Forse avrei anche potuto essere meno estrema, regolare la sveglia alle 6. Ce la farei lo stesso ad arrivare in tempo, ma ormai è quella la mia abitudine: le 5.24.
Anche perché in realtà non pesa, anzi! Mi piace molto sentirmi accompagnata dalla luce che arriva pian piano. Quando mi alzo è buio pesto, quando finisco la meditazione del mattino il cielo è più chiaro, mentre mi preparo la colazione e inizio ad essere operativa e più reattiva anche la luce si attiva con me.
Mi sembra un modo dolce e propiziatorio per iniziare la giornata.

25/08/24

24/08/24

Effetti del trasloco

 In tutte le case c'è almeno un cassetto delle cose che non hanno altri posti dove essere riposte.

A casa nuova ne ho 3 e il problema è che quando cerco una cosa che non ha un suo posto ufficiale finisco per rovistare in almeno due cassetti prima di trovarla.

23/08/24

Ho ripreso a sognare

 Da quando mi sono trasferita in questa nuova casa non mi era ancora capitato di ricordare i sogni al risveglio.

Stanotte ho sognato due o tre cose. La prima che mi ricordo, la più sconvolgente, è stato un incontro saffico con una mia cugina che non frequento più da anni.

Poi ho sognato di guidare una macchina e perdermi in stradine di campagna, con questa macchina strampalata, mezza cabriolet, mezza carro armato.

Infine ho sognato il mare. Un mare scuro, cupo, agitato ma non pauroso, con onde alte e sottili, quasi come la cresta di un dimetrodonte.

Non mi sono molto soffermata sugli ipotetici significati degli episodi in sé, quanto sul fatto di aver ripreso a sognare, o meglio, a ricordare i sogni al risveglio. In genere, la prima cosa che mi succede quando sto male, è proprio smettere di ricordarli. Voglio prenderlo, dunque, come un buon segno, vuol dire che mi sto adattando alla nuova vita.

22/08/24

Siamo alle solite

Quando pensi di averle viste tutte... no, c'è sempre una nuova richiesta assurda.

Già erano assurde le richieste (e negli anni non sono state poche, credetemi) di fare "inserimento". Cioè: tu devi far frequentare tuo figlio per una settimana o magari due... e vuoi fare l'inserimento?!
Adesso mi chiama una mamma per sapere se il figlio può fare una prova al centro estivo.
Una prova?! Ma di che cosa?
Voi ormai mi conoscete, io cerco sempre di entrare nella testa dei genitori con cui interagisco, cerco di immedesimarmi per comprendere meglio le necessità, le paure, le aspettative...
In pratica, nei sogni di questa mamma, lei portava suo figlio da noi due o tre ore, non so, poi tornava e, se gli piaceva lo lasciava e pagava la retta, altrimenti se lo riportava a casa e amici come prima.
Ma io non capisco una cosa: quando andate al cinema chiedete di sedervi una decina di minuti e, se il film vi piace, restate e pagate il biglietto, altrimenti ve ne andate e amici come prima?
Quando andate al ristorante vi sedete e chiedete di fare un assaggio di tutte le portate e, se il cibo vi piace, restate e completate il pasto pagando, altrimenti ve ne andate e amici come prima?
Quando prendete un treno o un aereo vi accomodate e osservate il paesaggio per qualche minuto e, se vi piace restate e pagate il biglietto, altrimenti ve ne andate lanciandovi col paracadute e amici come prima?
Quando andate a farvi i capelli vi fate lavare, tagliare e acconciare solo metà testa e, se vi piace restate e vi fate fare pure il resto e pagate, altrimenti ve ne andate e amici come prima?
Ecco. Siamo alle solite.
Se avete bisogno di "piazzare" vostro figlio per poche ore, ci sono i baby parking, che servono proprio a questo. E comunque li DOVETE PAGARE, perché voi avete un problema e loro vi offrono la soluzione.
Smettetela di pretendere volontariato da chi lavora.
Oh.
E questo è il "buongiorno".

20/08/24

Per strada

 Una ragazza spiega ad un anziano signore che dopo aver inserito tre volte il pin nel telefono, deve inserire il puk.

Una signora ben vestita si ferma a frugare dentro i cassonetti della carta esposti fuori dai palazzi.

Un tassista si distrae a guardarmi passare in bici, solo perché indosso gli shorts (l'ho visto bene) e non si accorge che un po' dietro di me c'era Matilde e per poco non la investe. 

19/08/24

Non mi mancava

 Le ragazze sono tornate a casa dopo un mese trascorso dal padre, a Palermo.

Mi sono mancate. Mi sono mancate le loro interminabili chiacchiere, il loro disordine, i loro abbracci.
Ciò che non mi è mancato affatto sono le domande che mi hanno fatto da dietro la porta mentre sono in bagno.

18/08/24

4m0r3 e 5e55o

 Piccolo prologo fuori argomento: ho trovato divertente cercare le varie combinazioni di lettere e numeri con cui avrei potuto scrivere il titolo di questo post senza scrivere le parole per intero. Vai a capire perché, poi.

Nella mia vita, tranne che in un solo caso o forse in due, ho predicato bene e razzolato malissimo riguardo una eventuale separazione tra sentimenti e attrazione fisica. Sono stata cresciuta con il mito dell'amore romantico, della monogamia assoluta ed estrema, ossia un uomo solo per tutta la vita.

Ovviamente questa legge mi ha precluso mille esperienze, ha compromesso irrimediabilmente la percezione di me, degli altri, dei maschi e delle femmine, ha fatto di me una ragazza bacchettona ed estremista, giudicante, superba e dannatamente infelice.

Ma se il ragazzo che avrei baciato sarebbe necessariamente dovuto essere l'uomo con cui avrei trascorso il resto dei miei giorni, non era certo un'esperienza da poter prendere alla leggera, no?

Non ce l'ho con chi mi ha inculcato quest'idea. I peggiori errori li facciamo tutti in buona fede. C'era un intendo etico di fondo, e probabilmente un'incapacità a gestire argomenti come sessualità, contraccezione, malattie ecc, e allora meglio incutere terrore e seguire la linea del proibizionismo ferreo, tantopiù che con me evidentemente funzionava. 
Quanto male siamo stati capaci di farci pur di compiacere i nostri genitori?

Ma veniamo al sodo.

Dopo la fine del mio matrimonio, ho capito che avendo vissuto i precedenti 35 anni con la netta distinzione tra le due cose, ma in favore dell'amore, era giunto il momento di scoprire se potevo farlo anche in favore del sesso. Ed ho scoperto di sì.

Dopo mio marito e prima dell'Ingegnere ho "avuto" due uomini. Di nessuno dei due ero neanche lontanamente innamorata, con nessuno dei due avrei mai potuto vivere una quotidianità più lunga e duratura di quella che era stata strettamente necessaria in quel momento. Con uno dei due è finita malissimo, lui era molto preso, troppo: nei suoi sogni aveva trovato una "brava mogliettina" che gli portava in dote pure due figlie già belle cresciute che lo deresponsabilizzavano su eventuali futuri intenti riproduttivi: un affare d'oro.
Ma io non lo amavo. Nemmeno un po'. Sì, magari gli volevo bene, ovvio. Ci si affeziona, poi. Ma amore no, manco per niente. 
Non ho più sue notizie dal 2015.

L'altro no, lo sento ancora ogni tanto. Siamo amici. Lui è tornato dalla moglie ed è stato un bene per tutti. Gli ho voluto e gli voglio un gran bene, ma nemmeno quello è mai stato amore. 

Poi c'è stato l'Ingegnere. Per 9 anni quasi ininterrotti: 2 vissuti a distanza, 3 nella stessa città ma ognuno a casa sua, 4 in convivenza.
Ci eravamo lasciati altre due volte in questi 9 anni, e la seconda, che è durata anche un paio di mesi, ha visto un'altra meteora attraversare il mio cielo, ma io gli sono sempre stata fedele. Così come avevo fatto con mio marito.

E allora la mia riflessione di oggi è questa: io sono capacissima di vivere esperienze di sesso che non siano sostenute da sentimenti romantici, ma nel momento in cui ci sono di mezzo i sentimenti romantici divento integerrima e fedele.

Posso stare con un uomo anche solo un pomeriggio senza problemi, difficoltà o sensi di colpa (ovviamente se la situazione è chiara e pacifica per entrambi) ma nel momento in cui sono sentimentalmente legata a un uomo, tutti gli altri scompaiono.
Ok, li vedo, li noto, li apprezzo, ma mai e poi mai riuscirei a farci qualcosa.

E adesso?

Adesso sono tornata single da più di 4 mesi. Ho incontrato qualcuno, ma non mi sento più le forze.
Non mi sento più le forze per amare. Già dopo la fine del mio matrimonio avevo sentito il mio cuore fermarsi, e infatti l'evento che mi ha incoraggiato con l'ingegnere è stato proprio un fortissimo batticuore dopo un abbraccio che ci siamo scambiati. L'illusione di una resurrezione. Boh, forse lo è stata, almeno per i primi tempi.

Adesso il mio cuore è proprio morto, fermo. Ormai non batte più nemmeno nei momenti emozionanti, dopo un complimento o un approccio fisico.

Mi sento un involucro pieno di energia vitale, ma senza sentimenti, ed ho paura di far del male a qualcuno in questo modo. 

17/08/24

Ricordi antichi

 Oggi è il compleanno di mio fratello. Avevo quasi 5 anni quando è nato, e mi ricordo benissimo tutto quanto. Uno dei ricordi più antichi che ho è proprio quando mia madre ha fatto il test.
Mi ricordo che mio padre mi portò in bagno, in quello che chiamavamo "secondo servizio", e mi fece vedere qualcosa. L'immagine che ricordo è un pallino blu circondato da un alone giallastro, ma può anche darsi che sia una ricostruzione fuorviata. Eppure ogni volta che ci ripenso la vedo così. Mio padre mi aveva detto che se spuntava il pallino significava che dopo qualche mese sarebbe arrivato un fratellino o una sorellina. 
Poi non ho effettivamente ricordi di mia madre incinta, né della sua pancia. Mi ricordo bene, però, che a un certo punto io andai a dormire a casa di alcuni zii di mia madre, dove i cugini giocavano con me e mi viziavano, fino a che, una sera, mi hanno portato in clinica a vedere mia madre e il fratellino che era nato.

C'è una fotografia che mi ritrae mentre mi affaccio sulla culletta. Ecco, di quel momento non ho ricordi miei. Ricordo soltanto che avevo fatto amicizia con un'altra bambina, e anche a lei era nato un fratellino, e sua madre era in una camera vicina a quella dove stava mia madre.
Noi correvamo in corridoio nonostante i rimproveri e le raccomandazioni, e a un certo punto era arrivato suo padre. Vedendolo quella bambina si mise davanti a me, in un gesto che adesso interpreto come farmi scudo con il suo corpo.

Chissà perché.

E comunque uno dei ricordi più antichi che ho è quello di sentirmi schiacciata tra il muro di un corridoio e il corpicino di una bambina che, forse, voleva proteggermi.

16/08/24

Gli effetti della solitudine

 In questi giorni sono stata da sola. Sul finire di luglio ho portato le ragazze in Sicilia ed io sono tornata a Torino. Ho fatto praticamente 3 intere settimane da sola. Mai successo prima d'ora.

Ovvio, non sono stata completamente sola per tutto il tempo: mi sono vista con alcuni amici, ho conosciuto qualche persona nuova ed ho smesso di frequentarne qualcun altra. Ma in casa, nella quotidianità, sono stata sola.
Devo ancora una volta correggermi: nemmeno in casa sono stata del tutto sola. Da esattamente 13 giorni ospito in stallo una gattina salvata da un'associazione da probabile morte violenta. Resterà con me ancora fino a metà della settimana prossima, circa, poi andrà in clinica per essere sterilizzata e quindi adottata. Non da me, voglio precisare.

Quindi non sono mai stata davvero sola, eppure mi sento sola e riconosco gli effetti collaterali di questa condizione:
1) parlo da sola, commento e descrivo ciò che faccio, e no, non parlo alla gattina.
2) mi sono comprata la settimana enigmistica e ho impiegato il tempo risolvendone tutti i giochi, tutti, anche quelli che non capisco o che non mi sono riusciti
3) da una settimana ho la fibra a casa e mi sono sparata più film e serie su netflix in questi 7 giorni di quanto non abbia fatto nei precedenti 5 anni
4) mi annoio ad andare fuori, in giro, per negozi, al supermercato, sull'autobus, per strada: tollero di più stare sola a casa che non fuori casa

Le ragazze torneranno domenica e, davvero, non vedo l'ora.

Non vedo l'ora di avere nuovamente desiderio di solitudine.

Perché il fulcro della questione è questo: trascorro l'intero anno a desiderare di stare da sola, per essere libera e padrona del mio tempo, ma poi quando ciò accade non riesco a goderne appieno.

15/08/24

La maledizione dei bambini

 Da un po' di anni mi sono convinta che il mio dharma sia occuparmi dei bambini. Il "dharma" è un concetto che può essere semplificato con "essenza", "ragion d'essere", "scopo nella vita", "missione", e via così.

Da un po' di anni sembra che io non riesca a stare lontana dai bambini, e non intendo in maniera attiva, perché, dipendesse da me, una bella pausa me la prenderei volentieri.
No, il fatto è che l'Universo non riesce a trattenersi dal mettere bambini sulla mia strada.

Ok, ci lavoro coi bambini, ormai since 2016. Ma il problema è che anche quando non lavoro, al di là dei vari bambini della mia famiglia, comunque non passa un giorno in cui io non ci abbia a che fare in maniera prevalentemente passiva. Poi viene solleticato il mio dharma, quindi agisco attivamente.

Se sono al supermercato e c'è vicino a me una persona con un bambino nel passeggino, io potrò ignorarli quanto voglio, ma andrà a finire che per qualche strana ragione mi troverò comunque costretta ad interagirci, ad esempio il bimbo si toglie una scarpa e chi è con lui non se ne accorge: che fai? Non gliela raccoglie e gliela dai? 
Sono stata circondata da scolaresche sui mezzi pubblici, da famiglie al ristorante, nei negozi, per strada.

E a casa.

Dove abitavo prima, circa un anno fa si era trasferita una famigliola con un neonato di pochissime settimane. Si capiva che era neonatissimo da come piangeva. Tutta la notte.
E quante volte sono stata tentata dallo scendere a bussare al piano di sotto per offrire il mio aiuto, tanto non potevo dormire comunque!, e magari far riposare le braccia stanche di madre e padre.

Anche qui, a casa nuova, al piano rialzato abita una famiglia con 3 figli. Ecco, nessun neonato, ma i due più piccoli (di due e quattro anni, credo, o giù di lì) non fanno altro che piangere, strillare, litigare, urlare e giocare nei modi più chiassosi che esistano.

Che fai? Non vai a suonargli indossando la maschera da It?
No, non lo fai. Ma vorresti tanto.

Le maledizioni sono così: bisogna subirle e accettarle e basta.

14/08/24

Ritorno

 Ritorno qui oggi, in un afoso pomeriggio d'agosto. Scrivo seduta al tavolo della cucina della MIA nuova casa di Torino.

Ne sono successe di cose negli ultimi anni, ma considerando che almeno fino al 2020 cercavo di mantenere una certa costanza, riassumerò brevemente ciò che è stato dopo. Magari non proprio tutto-tutto, ma quanto meno gli avvenimenti salienti.

Io, di mestiere, faccio l'insegnante di yoga. Insegno soprattutto ai bambini, nelle scuole, ma anche alle famiglie, nei centri privati. E poi ho iniziato ad insegnare anche agli adulti.

Matilde è stata bocciata in seconda liceo. Lo scientifico non era la sua strada: ha perso un anno ed ha cambiato con il liceo linguistico. Ha compiuto 18 anno lo scorso dicembre e a settembre inizierà il quinto anno. Non ha ancora preso la patente, ma in compenso ha una fidanzata. Sì, avete letto bene, non è un refuso. Mentirei se dicessi che per me è stato facile da capire/accettare, ma ormai l'ho capito/accettato, discorso chiuso.

Angelica ha finito la terza media, ha compiuto 14 anni lo scorso giugno e inizierà a frequentare il liceo delle scienze umane. E' stata la ragazzina più popolare/corteggiata/conosciuta della scuola e del quartiere, ma lei sempre picche a tutti. E' cresciuta, ma non è cambiata.

Io ho posto fine alla mia relazione stabile con Raffaele. Ho provato a cercare negli ultimi post il soprannome con cui lo chiamavo (forse era l'Ingegnere?) ma non l'ho trovato. E mannaggia alla pupazza, col senno di poi quanto è illuminante questa constatazione? In questo blog, che è stata la MIA VITA per anni e anni, non trovarne facilmente menzione era una curiosità che, se avessi notato anche solo due anni fa, mi avrebbe risparmiato almeno 2 anni di infelicità. Ma va bene, è andata così.

Ho lasciato l'ingegnere, quindi. Sì, vivevamo tutte con lui, motivo per cui, come dicevo all'inizio, adesso sono seduta al tavolo della cucina della MIA nuova casa di Torino.

Non ho molta voglia di raccontare e ripercorrere ancora una volta tutta la genesi del cambiamento. Poco fa no visto i post che riguardavano il trasloco precedente, quello in cui ci siamo trasferite da lui. Molto carino quello in cui dichiaro che sarebbe stato l'ultimo trasloco della mia vita.

No. La vita mi ha insegnato che io posso pensare, desiderare, impegnarmi in tutto quello che voglio, ma poi come deve andare lo decide lei, senza nemmeno chiedere la mia opinione. L'unica mia possibilità è quella di accettarlo, e seguire il flusso, e cercare di starci a galla in questo flusso che scorre, senza annegare.

Da qualche mese avevo pensato di voler tornare a scrivere. Ho aperto word diverse volte, ma ho scritto qualche riga, mezza pagina, e poi basta. Mi sono convinta che non sono più capace.

Oggi pomeriggio, però, mi è venuto il dubbio se questo blog esistesse ancora, se fosse ancora online, e adesso che l'ho trovato ancora qui, ad aspettarmi con pazienza, mi è venuta voglia di riprenderlo in mano. Ma stavolta non farò il solito errore degli anni passati. Non mi prendo nessun impegno. Se mi andrà, tornerò a scriverci qui le cose strane che mi succedono (e sono parecchie), quelle che penso (e sono ancora di più) e le mirabolanti avventure di mia figlia e Woodstock, Matilde e Angelica, ché ormai le categorie a loro dedicate si chiamano così e così continueremo a chiamarle.

Magari si aggiungerà qualche nuova categoria di argomenti, chissà.

Per il momento chiudo e mi godo la soddisfazione di aver scritto molte più parole in questo post di quante ne abbia mai potute scrivere negli ultimi anni.

Sono tornata, forse.