Sono sull'autobus. Deve aver saltato una corsa in precedenza, perché è stracolmo. Dopo 4 fermate non riparte. Ricevo una telefonata, mi distraggo, solo quando chiudo la conversazione mi rendo conto che siamo ancora fermi e chiedo alla ragazza accanto a me cosa stia succedendo.
"L'autista se n'è andato" risponde. Come se fosse la cosa più normale che possa succedere quando si decide di usare i mezzi pubblici.
Vedo arrivare un altro autobus dietro, della stessa linea. Scendo e mi preparo a salire sull'altro, dato che, visto che si muove, quello l'autista ce l'ha. Subito dietro c'è ancora un altro autobus, ma è di un'altra linea.
La fermata è strapiena di gente, non sono l'unica ad aver avuto quell'idea. Avvicinandosi, però, notiamo che l'autobus è vuoto, e accanto al numero della linea c'è la scritta "Fuori servizio", dunque la scena madre.
Una signora scende dal marciapiede e va sulla strada, brandendo una stampella e inveendo contro l'autista "Eh no, eh! Non si fa così" e mentre l'autobus devia sull'altra corsia per evitare di metterla sotto, lei continua a stillare "Ma dove ca##o vaaaaaaaaaaaaaai!".
Parte la risata collettiva degli astanti, un po' per la scena, un po' per esorcizzare la situazione.
L'autobus dietro è di una linea che può parzialmente portarmi a destinazione. Salgo anch'io, ancora ridendo.
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