E' il titolo del romanzo di Paola La Rosa e Paola Maraone.
La storia della relazione d'amore tra una donna tutto sommato comune e un vegano bonazzo.
La storia di per sè è molto carina, spassosa, esilarante e a tratti tragicomica. Menzione speciale per quando lei si ritrova la casa invasa da criceti "salvati" da un laboratorio di vivisezione.
A parte la storia, dicevo, a me ha fatto parecchio riflettere. Non tanto sul veganesimo in generale (che qui, ovviamente, è particolarmente caricaturato) quanto proprio sull'estremizzazione delle nostre idee.
Voi lo sapete, e se non lo sapete ve lo dico, io seguo un'alimentazione vegetariana e a tratti vegana, ma mai e poi mai mi permetto di giudicare o mal tollerare gli onnivori intorno a me, persino seduti alla mia stessa tavola.
Cioè succede molto spesso che ai pranzi di famiglia io e le mie verdure sediamo circondate da piatti ricolmi di salsiccia e roastbeef.
Io la mia scelta alimentare (ed etica) la vivo assolutamente in prima persona, mai e poi mai mi spenderei un solo istante per fare evangelizzazione. Tollero e mi aspetto tolleranza.
(Poi ci sono alcune persone speciali, che "prendono punti" proprio per il modo in cui si interfacciano con la mia alimentazione. Faccio l'esempio di mia madre e tre uomini molto importanti nella mia vita. Mamma: cucina per me a parte qualcosa di solo vegetariano/vegano e tripudi di carne per tutti gli altri commensali; Gandalf: al ristorante ordina per sé piatti di carne, assaggia i miei piatti vegetariani e mi propone di assaggiare il suo dicendomi "Giuro che non lo dirò a nessuno"; il Perfido: mi ha portato al ristorante vegano, accollandosi di mangiare vegano anche lui; l'Amico Nerd: ha cucinato vegetariano per me, per sè e per tutti gli altri commensali).
Ecco, questo è un libro che vorrei tanto che leggessero tutti quelli che, invece, fanno della propria scelta la propria "etichetta" (io ho smesso da tempo di definirmi vegetariana. No, io sono solo io, Lucy Van Pelt, non mangio animali, quello sì, ma non *sono* proprio nient'altro che il mio nome) ritenedosi i depositari della vera verità assoluta, e sentendosi in dovere di far sapere a tutti quanto sono più fighi loro con le loro prese di posizione.
No. Gli estremismi sono sempre sbagliati. Sempre.
Comunque il libro è carino e godibilissimo.
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