24/12/19

Quattordici anni

Quando eri appena nata mi sono chiesta tante volte come saresti stata da grande.
Ora ti guardo riconosco in te alcune mie caratteristiche, una forte somiglianza e la stessa attitudine all'insicurezza e al senso di colpa.
Però tu sei cento volte più bella di me.
Buon compleanno, Matilde. E ricorda che, da questo momento in poi, sei penalmente perseguibile.

20/12/19

Bagaglio

Una valigia piena di cioccolato piemontese.


Tanto al ritorno sarà piena di cannoli! XD

19/12/19

Cosa resta

Ho svuotato il 90% degli scatoloni. Restano solo quelli con i libri miei, quelli delle ragazze (ma non scolastici) e due anni e passa di "Topolino" al quale siamo allegramente abbonati.
Solo.


Ecco. T.T

18/12/19

Marketplace

A distanza di due ore dall'annuncio ho rivenduto il letto a castello, quattro cassettiere e una scrivania che a casa nuova non servono.
Non credevo che sarebbe bastato così poco tempo. Non credevo che i torinesi mantenessero vivo un mercato di mobili usati.
Infatti gli acquirenti erano: due arabi, una rumena, una cinese e una coppia di catanesi. :-D

17/12/19

Di nuovo


Di nuovo un trasloco. Di nuovo cambiamo casa.
Ma questa è l'ultima volta, giuro!

16/12/19

All'impiedi

"Lucy, devo fare la pipì!"
"Va bene, Bambina, vai in bagno e tra un secondo arrivo"

Arrivo in bagno e la trovo davanti al gabinetto, in piedi su uno sgabello, con le mutande calate, che si rovista tra le gambe.
"Bambina, ma che fai?!"
"Io voglio fare la pipì in piedi, come Bambino!"

La scena era tanto comica quanto drammatica. In un istante ho pensato a quel senso di diversità, di inspiegabile inferiorità, di frustrazione e rabbia che tutte le bambine che abbiano vissuto promiscuamente con maschi, hanno scritto dentro in modo più o meno esplicito, più o meno forte e influente.

Ciò che ricorderò per sempre di questo episodio è proprio lo sguardo incredulo di Bambina, che proprio non riesce a capire perché suo fratello può fare la pipì in piedi e lei no, perché se ci prova se la fa addosso, tra le gambe e le si bagnano i vestiti. E nemmeno salire su uno sgabello le è di aiuto.

Non so come gestire questa cosa.

13/12/19

Neve

È arrivata


12/12/19

Dubbi

Ho sempre pensato che fossimo noi meridionali quelli chiassosi e incuranti della privacy propria e altrui.
Dalle mie parti tutti sanno tutto di tutti perché le liti si fanno urlando, le telefonate si strillano, i pettegolezzi si gridano.

Mi succede sempre più spesso, però, da assistere a telefonate ad alta voce sugli autobus di Torino. E non c'entra l'uso degli auricolari che, indubbiamente, influenza la percezione del proprio volume di voce, no. Proprio telefonate fatte col telefono all'orecchio, e durante le quali si parla di cose intime, di salute, di amori, di dubbi. Il tutto ad alta voce. Il tutto in uno spazio stretto e affollato, come un autobus. Totalmente incuranti di quelli che stanno intorno.

E allora mi chiedo chissà se la bionda che si lamentava al telefono con l'uomo del quale è relazione extraconiugale l'ha poi perdonato per non essersi fatto vedere quando lei ha fatto il compleanno. Oppure chissà come sta adesso la ragazza che doveva sostenere l'esame di diritto civile ma era preoccupata per il suo ciclo molto irregolare, che comunque era irregolare anche prima di iscriversi a giurisprudenza.
E l'uomo con il giubbotto di pelle avrà fatto in tempo ad incontrarsi a piazza Statuto con l'amico che lo aspettava lì ma che aveva l'appuntamento dal commercialista e non poteva fare troppo tardi?

Dubbi che resteranno irrisolti.

11/12/19

Di come avrei potuto insegnare all'idraulico il suo mestiere

Ma non l'ho fatto. Non mi sembrava corretto fargli fare una magra figura davanti alla padrona di casa mia nonché sua datrice di lavoro.

Non gli ho voluto fare notare che se la pompa dell'autoclave sta sempre accesa ma la cisterna è vuota, è più probabile che si tratti degli sciacquoni di tutto il condominio, magari appena svuotati, che non riescono a riempirsi, dato che non c'è acqua nella cisterna, e non permettono alla pompa di spegnersi, fino a quando non saranno pieni e i rispettivi galleggianti disattivino la pompa, piuttosto che per una perdita in qualche appartamento.

Ma non ho detto niente.

10/12/19

Ti piace?

"Lucy, perché Bambino fa la pipì in piedi?"
"Perché lui ha il pisellino e deve fare la pipì in piedi, invece noi femminucce la possiamo fare comodamente sedute"
"Anche io ho il pisellino!"
"Non è vero Bambina, solo io ho il pisellino! Guarda! Ecco! Questo è il mio pisellino, vedi? Ti piace?"
"No, non mi piace. Bleah!"

Bambina e Bambino riescono a concentrare il riassunto del rapporto conflittuale uomo-donna nonostante i soli 3 anni di età.

09/12/19

Fate come se non ci fossi

di Marco Presta.

Ho iniziato ad ascoltare "Il ruggito del coniglio" alla fine degli anni '90, quando andavo all'università. Li ascoltavo da una radiolina a batteria, un walkman Sony, ed ero moderna perché usavo degli auricolari invece delle cuffie. Ho continuato ad ascoltarli per anni, a volte assiduamente a volte no, ma li ho sempre adorati i due "conigli", per quella capacità di fare satira ed ironia educata, mai volgare, mai eccessiva, sempre intelligente e colta.
Ho letto anche alcuni dei libri che hanno scritto, negli anni, anche ascoltandoli in audiolibro a volte.
Così avrei fatto anche con l'ultimo di Marco Presta, lo avrei aspettato su audible, se non fosse che qualche settimana fa ho letto l'annuncio della sua presentazione in una delle librerie pericolosamente vicine a casa mia, quindi l'ho comprato. Di carta.


Ma non mi sono mica limitata solo a comprarlo...

Aloha! :-)

06/12/19

PTN

Inizia così: Matilde mi mette a conoscenza del fatto che i Pinguini Tattici Nucleari hanno aggiunto una data torinese al loro tour del 2020. 
La mia faccia era a forma di punto interrogativo. 
"Chi?" 
E lei, con la sua ben nota capacità affabulatoria e travolgente mi sciorina la storia di questo gruppo pop rock indie, corredandolo da ascolti su Spotify, stralci di videoclip, parti di testo recitate a memoria ecc.
Letteralmente stravolta da una tale mole di informazioni e cotanta intensità (nonché del brillìo dei suoi occhi mentre ne parla) le dico "Eh, vabbè, e quindi?"
E quindi la prima parte della nostra storia finisce con me che, carta di credito alla mano, scelgo sulla pianta del pala alpitour di Torino due posti ("Mamma, andiamo sulla platea in piedi, così balliamo e ci scateniamo!" "Figghiamia, a fare la scatenata ci vai quando ai concerti ti ci porta tuo zio lo sphashato. Io non ce la posso fare in platea all'impiedi circondata da adolescenti che si agitano come forsennati") a sedere all'anello superiore centrale. Vale come regalo - nell'ordine - di compleanno, natale, befana, onomastico e - sulla fiducia - promozione.
La seconda parte della storia, invece, inizia con me che cerco su Spotify questi Pinguini, anche solo per non arrivare al concerto proprio ignorante, e finisce con me che canto a squarciagola il ritornello di "Verdura".
Siamo la fine del moooooondoooooo!

05/12/19

I leoni di Sicilia

di Stefania Auci

Un romanzo storico moderno, che racconta, con una narrazione moderna, eventi storici dalla prima metà dell'800 fino all'unità d'Italia.
Un romanzo che racconta in primis la storia della famiglia Florio, una delle più grandi e potenti famiglie d'imprenditori siciliani del passato, ma non solo. E' una fotografia ben nitida della società, dei rapporti familiari, dei rapporti uomo-donna e maschio-femmina, nonché la radiografia della cultura siciliana, che mannaggiallei è sempre identica e immutata, in secula seculorum.
Ho trascorso tutto il tempo di ascolto dell'audiolibro ponendomi due domande alterne:
1) Ma com'è possibile che, nonostante il fervore dei Florio e di altri di cui si parla nel romanzo, che hanno mostrato interesse e spirito imprenditoriale, desiderio d'investire, di sfruttare le potenzialità del territorio e dei frutti di sicilia, non si sia mai riusciti a decollare davvero?
2) Ma davvero da più di duecento anni si ripropongono in forma identica sempre gli stessi meccanismi ostativi?

Ora, al di là delle probabili "romanzature" di tutta la vicenda (per quanto sono sicura che la scrittrice si sia basata su documenti storici) l'ho trovato un libro davvero interessante. Interessante per chi vuole davvero capire la sicilia e i siciliani. Cioè la devi capire, vivendola da dentro la testa dei protagonisti, la rabbia per gli abusi di potere, i pregiudizi, l'ipocrisia morale dei siciliani, e quell'inevitabile indolenza che mira all'immobilità, per capire davvero la sicilia e i siciliani. E chi decide di andarsene.

Notevole, da lacrime agli occhi, la descrizione dell'arrivo dei piemontesi a Palermo, subito dopo la spedizione dei mille, che quando si deposita la polvere dei bombardamenti da parte delle navi, attraccano scoprendo la città colorata, puzzolente e bellissima. Difficilmente la si potrebbe descrivere altrettanto bene in modo diverso.

04/12/19

Incauta

I gruppi whatsapp di mamme della scuola sono il male. Lo sappiamo.
Incauta è la madre che si lascia inserire nei gruppi della scuola. Ma mai quanto si rivela incauta la tata che da il proprio numero di telefono alla nonna apprensiva della Neonata che accudisce.
Sigh.

03/12/19

Nel mezzo del marasma

Avevo un colloquio con un insegnante di Matilde, dunque sono andata al liceo che frequenta. Il colloquio era fissato per le 10.05, ossia alla fine del primo intervallo. Ovviamente sono andata in anticipo. Inevitabilmente mi sono trovata nel mezzo del marasma di una ricreazione di liceo.
Se non l'avete vissuta, in età adulta, non potete capire.


02/12/19

Ginko


In oriente lo chiamano "l'albero d'oro" e quando il sole illumina le sue foglie in autunno, non è difficile capire il perché.
Peccato che la controluce del cielo non abbia permesso alla.foto di rendergli il giusto merito. Ma trovarlo davanti girando un angolo, in tutto il suo splendore dorato sui rami e per terra, è uno spettacolo meraviglioso.

29/11/19

Lo riconosci

Lo riconosci dalle vibrazioni nell'aria, l'amore. Quando passi accanto a due ragazzi non più giovani, dopo aver visto da lontano che lui baciava lei, e lei rigida e immobile sorreggeva la sua bici, ma da vicino la vedi sorridere, con le guance arrossate e gli occhi luccicanti, e quasi senti il suo cuore battere fortissimo nel suo petto.
Passi accanto e quasi vengono le lacrime agli occhi anche a te.
Lo riconosci dalle vibrazioni nell'aria.

28/11/19

Il primo passo del granchio

Ok. L'ho fatto.
È la quarta volta in vita mia che lo faccio.
Mi sono licenziata dalla famiglia dei Bambini.
Non con effetto immediato, chiaramente, ma dando loro due mesi interi di preavviso. Mi occuperò del Biondo e della Vipera fino al 31 gennaio, poi addio e grazie per tutto il pesce (anche se io non lo mangio perché sono vegetariana).
Ho bisogno di avere i pomeriggi liberi perché voglio buttarmi nello yoga per bambini e farne il lavoro con cui arrivare all'età della pensione. Mi mette paura l'idea di rinunciare ad un'entrata fissa e sicura, ma io non ho affrontato il trasferimento a Torino per invecchiare crescendo i figli degli altri e facendo la casalinga in casa loro. Merito di meglio e so fare molto meglio.

Il piccolo granchio ha fatto il primo passo verso il mare.

27/11/19

Il conto delle minne

di Giuseppina Torregrossa.

La parola "conto" in italiano indica una quantità, in siciliano è il racconto. Nel titolo del libro ha entrambi i significati: il racconto del martirio di Sant'Agata, alla quale furono strappati i seni, che da vita ai famosi dolcetti, "le minne di Sant'Agata", e il conto dei seni rimasti nella famiglia protagonista del romanzo: tre seni per tre donne.

Il romanzo mi ha lasciato perplessa. Inizia bene, prosegue benissimo, ma nella seconda metà perde, crolla rovinosamente, distrugge tutta la poesia che aveva creato fino a quel momento trasformandosi in una squallida versione delle 50 sfumature, e non riuscendo nemmeno a riprendersi nel finale.
È la prima volta che leggo Torregrossa, mi dispiace essermi fatta questa idea. Le darò un'altra opportunità in futuro, perché amo il modo in cui racconta Palermo, ma non mi ha convinto.

26/11/19

Il piccolo granchio

Succede che fai un sogno, un sogno in cui (metaforicamente) osi molto, senti paura per ciò che vorresti fare, che stai per fare, e nel sogno trovi una soluzione che ti dia coraggio.
Succede che, nella vita reale, tu abbia preso una decisione che ti fa sentire esattamente come nel sogno, che ti mette addosso una non indifferente paura. Paura di fallire, di sbagliare, di non riuscire, di essere inadeguata e incapace. Nella vita reale hai, in effetti, l'aiuto che ti dà coraggio, ma non è sufficiente.
Incentri su questo argomento - la paura - tutta un'intera seduta di psicoterapia, e ne esci ottimista e propositiva.

Poi succede che hai una mattina libera e decidi di andare in quella libreria fantasmagorica che sta abbastanza vicina a casa tua perché tu possa andarci facilmente, ma non abbastanza vicina dal poterla frequentare troppo spesso, per fortuna, ché altrimenti diventerebbe un crollo per le tue finanze.
Ci compri due cosette e poi ti fai un giro. E lo vedi.
Sta lì, seminascosto sul suo ripiano, con una parola in bella vista che sembra chiamarti.


Succede che lo apri, lo leggi, e capisci che il piccolo granchio sei tu.


Il piccolo granchio che ha paura del mare, perché fa le onde alte alte e lui è piccolo piccolo, ma restandosene lì in disparte, bloccato dalla paura, si perde la meraviglia del mondo sommerso. E allora si fa coraggio, poco a poco, un passo alla volta. E si butta.

Succede che le cose non succedono quasi mai per caso. 

"Anche il libro è un regalo? Faccio un pacchetto?"
"No, grazie, il libro è per me. Nel senso che è proprio stato scritto per me".


22/11/19

Ho sfidato

Ho sfidato il freddo, ho sfidato la pioggia, ho sfidato lo sciopero del mezzi pubblici per andare ad un appuntamento con un commercialista che mi illuminasse ed istruisse sul come rendere più professionale la mia attività, attualmente di similvolontariato (=nero), di yoga con bambini e famiglie.

Dal freddo mi sono difesa con sciarpa e giubbotto.
Dalla pioggia mi hanno protetto il cappuccio e l'ombrello.
Lo sciopero dei mezzi pubblici l'ho affrontato con un disagio paragonabile ad un giorno di non sciopero dei mezzi pubblici a Palermo.
Il commercialista è stato gentilissimo, chiaro, paziente, mi ha spiegato tutto parola per parola, ha risposto alle mie domande, mi ha dato alcuni suggerimenti interessanti, si è dimostrato competente e preparato, e anche in materia di yoga. Tuttavia, dal suo preventivo per l'assistenza fiscale, non mi ha difeso nessuno.

21/11/19

Allegro occidentale

di Francesco Piccolo.

Ho ricominciato con gli audiolibri, dopo il centenario che era di carta. Per me Piccolo è stata proprio una scoperta piacevolissima di questi ultimi mesi, non lo conoscevo e nel n lo avevo mai letto, ma mi piace sempre più e credo che poco a poco recupererò la lacuna.
E non è solo per i temi di cui racconta e nemmeno per la lieve ironia con cui ne parla, ma per la capacità spudorata di dire a voce alcuni tra i pensieri che tutti noi facciamo e che non sapremmo mai esprimere con una tale aperta trasparenza e un tale candore che li rendono normali.
Lui racconta episodi che possono essere successi a tutti, ma che ciascuno terrebbe per sé o censurerebbe nel parlarne ad altri, e lo fa partendo dal presupposto implicito che sia normale, e che tutti abbiano fatto, almeno una volta nella vita, un'esperienza analoga.
L'imbarazzo per una manifesta reazione di eccitazione sessuale durante un massaggio terapeutico, o il senso di frustrazione dopo aver fatto l'elemosina ad un bambino e quello è scappato via senza ringraziare perché altrimenti gli altri bambini gli prendono ciò che ha ricevuto, o il senso di disagio quando ci si trova ad essere gli unici, in un gruppo che fa una certa esperienza, a non averla mai fatta prima, ecco lui racconta tutto questo con un candore spudorato che non fa altro che farci pensare che sì, anche noi ci sentiamo così.
Lo consiglio. La parte dedicata all'Australia, poi, è davvero esilarante.

20/11/19

Pro e contro

Vai a lezione di inglese ad un corso serale dedicato esclusivamente ad adulti che non frequentano altre scuole pubbliche o istituti di formazione professionale.

Pro: l'età media dei tuoi compagni di classe è 86 anni dunque anche se sarai sbattuta e devastata dalla giornata lavorativa, sarai sempre la più fresca tra gli studenti.
Contro: l'età media dei tuoi compagni di classe è 86 anni, dunque sono sordi. Chiacchierano ad alta voce illudendosi di non essere sentiti e incuranti del fatto che impediscono a te e alle tuoi giovani orecchie di sentire la lezione del prof.

La prossima settimana mi siedo al primo banco, e non solo per ammirare il professorino figo, ma proprio perché altrimenti non sento niente.

18/11/19

Il centenario che voleva salvare il mondo

Avevo letto il primo libro, anni fa, e - come dice lo stesso autore nella premessa - non sembrava che ci sarebbe stato un seguito. Anche perché era già pazzescamente rocambolesca la vita di un centenario, figuriamoci cos'altro avrebbe potuto combinare nel suo centounesimo anno di vita.

Il libro è carino, godibile, a tratti divertente. Sono presenti alcuni leader mondiali (Trump, Merkel, il nordoreano, Putin... il mio preferito è Putin, comunque!) che fanno e dicono cose inventate (?) ma assolutamente credibili e verosimili, ma manca di quella genialità nuova che c'era stata nel primo libro. Dunque, mentre consiglierei a chiunque di leggere "Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve", questo secondo episodio non è così imperdibile.
Spero che non ce ne sia anche un terzo in programma (anche se la fine del secondo episodio potrebbe far sorgere il dubbio), anche perché sto Allan Karlsson si deciderà a tirare le cuoia prima o poi, no?

15/11/19

Fatte fa' sta pera

"Gandalf, hai presente il dolore ormai cronico e inguaribile al braccio destro che mi tormenta da mesi?
"Eh"
"Sono andata dal dottore"
"Alla buon'ora"
"Lo so che trascuro la mia salute, ma lo sai che..."
"Lo so, lo so, così come pure tu lo sai che male pe' te che te ne sei annata, che te faceva comodo avè n'amico fisioterapista che t'aggiustava tutti i giorni in cambio de n'orlo ai pantaloni ogni tanto"
"Vabbè, a parte che mi hai anche fatto spostare tutti gli stemmi e gli stemmini che avevi sulla vecchia giacca da moto a quella nuova e quello è un lavoro che ho fatto a mano e su tessuti tecnici durissimi, per non parlare del velcro che andava a finire che mi aggiustavi ma poi io peggioravo quando ti ripagavo con lavoretti di cucito"
"Vabbè, vabbè, e quindi? Che t'ha detto er dottore?"
"Che mi fa un'infiltrazione di cortisone"
"Al gomito?"
"Si. Che ne pensi tu?"
"E che ne devo pensà? Fatte fa' sta pera de cortisone e vedrai che starai meglio. Speramo che sto dottore la sappia fare, semmai"

Il dottore l'ha saputa fare.

14/11/19

Anche in privato

"Matilde, ma tu che cosa vuoi fare da grande?"
"Eh?"
"Voglio dire... non ne parli mai..."
"Boh... non lo so ancora..."
"Vabbè, tenendo presente il fatto che ancora c'è taaaaaaaanto tempo per decidere, facciamo finta che tu abbia la possibilità, oggi, di scegliere il mestiere che vuoi fare da grande con la garanzia di riuscirci. Cosa sceglieresti?"
"Boh... ma... non... boh..."
"Matilde, stiamo sono chiacchierando, va bene qualunque cosa. Puoi anche scegliere di fare la tiktoker..."
"No, non sceglierei di fare la tiktoker. Ci sono così tanti modi per rendersi ridicoli in privato... perché decidere di farlo anche in pubblico?"

Giusto.
E comunque, alla fine, non mi ha risposto.

13/11/19

Ho i capelli bianchi

Ho iniziato a tingermi i capelli intorno ai 21 anni. Avevo già qualche capello bianco, eredità genetica della nonna materna, ma soprattutto voglia di trasgredire.
Nel momento storico in cui ci si tingeva di nero corvino, io mi lanciavo sul rosso ciliegia, sul viola melanzana, sul fucsia ciclamino. Adoravo lo scintillio di quei colori quando venivano illuminati dal sole, che mi si riconosceva da lontano.
Poi mi sono calmata e sono scesa al rosso mogano. Per anni.

Per anni ho tinto i capelli per gioco, per voglia di scherzare, per avere l'illusione di poter decidere di essere diversa in un paio d'ore, come quando ho virato bruscamente al rosso carota, nel 2014, portandolo e curandolo con costanza per più di un anno prima di scendere di nuovo di uno scalino, verso un rassicurante castano dorato, molto simile al mio colore naturale anche se ormai non era più facile stabilire quale fosse.

Quando tingevo i capelli dovevo farlo ogni 2 mesi al massimo, altrimenti la e crescita diventava oscena, le punte sembravano paglia e i capelli bianchi cominciavano a farsi prepotentemente notare.

Ecco, forse è stato proprio per scoprire l'entità del danno, camuffata per anni e mai realmente appurata, che ho smesso di tingerli. Mi chiedevo quanti ne avessi davvero di capelli bianchi, perché dal 1999 circa non ne avevo idea (anche perché ho continuato a tingerli regolarmente anche in gravidanza, usando la tintura di hennè invece che quella permanente).
Così ad agosto 2018 ho fatto l'ultima tinta. Poi ho pazientato.
Ho continuato a tagliarli, mantenendoli sempre sul medio-corto. Non cortissimi, ma mai a toccare le spalle. Fino a quando, adesso, credo di aver tagliato l'ultimo centimetro che era rimasto con la traccia dell'ultima decolorazione, dunque sono al naturale.


In molti mi hanno chiesto il perché. Boh?
Mi piacerebbe dire che sto lanciando una mia personale battaglia in favore dell'accettazione del tempo che passa e lascia i segni, oppure contro la dittatura dell'apparire che impone alle donne di mantenere sempre un alto livello di cura estetica, finalizzata al contrastare i segni del tempo e fingere di essere più giovani, più toniche, più felici di quel che si è, ma non è così. Non me ne importa niente. Semplicemente mi sono stancata (e annoiata) del gioco.
Prima non era una necessità, lo facevo perché mi piaceva farlo e in qualunque momento avrei potuto smettere. Ora non sarebbe più così, ora sarebbe una schiavitù.
E allora basta così, grazie. Ho avuto il mio periodo punk e poi quello "estetico".
Ora mi godo i miei raggi di luna.

12/11/19

Me lo dice in italiano?

La signorotta viene a lezione di inglese, ma lo parlicchia, probabilmente questo è il secondo o terzo anno che frequenta il corso, e da sempre le risposte, e fa la saputella, e spera di essere l'ammiccante milf che fa colpo sul professorino...
Il professore scrive una frase, la pronuncia, ma l'ha scritta su una tripla lavagna già piena di altre frasi e lei, alzando la mano, chiede in inglese dove sia stata scritta quella frase.
Io l'ho capito subito cosa aveva chiesto, ma probabilmente deve aver fatto qualche errore di grammatica o di pronuncia perché il professore finge di non capire, lei si arrabatta, riprova, cambia l'ordine delle parole, ma il professore la stronca: "Me lo dice in italiano, che forse è meglio?"

#LaCoccaDelProfIt'sMe :-)

11/11/19

Soddisfatta

Credo che la lezione di yoga che ho tenuto sabato pomeriggio sia stata la migliore finora. Era una lezione per genitori e figli e sono stata perfettamente nei tempi, ho ricevuto feedback positivi, li ho fatti cantare mantra e meditare per 3 minuti interi e, soprattutto, mi hanno pagato tutti.
So' soddisfazioni!

08/11/19

Fatto

E comunque sappiatelo: la porta dell'anima di una donna sta nel suo collo dell'utero, e se certe parti del corpo, in natura, vengono tenute chiuse, protette, rivestite e non accessibili, un motivo ci sarà.

(E' andata bene, credo anche meglio di tre anni fa, ma l'aria - santocielo! - certe cellule del corpo umano non sanno nemmeno che esiste l'aria e quando lo scoprono, perché qualcuno gli ha piazzato nei pressi uno strumento medico che serve proprio ad aprire e allargare ciò che normalmente sta chiuso e, se si allarga, è solo perché viene "riempito" e non divaricato, certe cellule, dicevo, reagiscono e urlano chiedendo "ma che diamine sta succedendo, cos'è questo freddo?!" e urleresti pure tu insieme a loro, ma non lo fai, perché sei una donna adulta e sana di mente e hai pagato la persona che ti sta facendo questo, proprio perché ti facesse questo, ma le cellule lì sotto e lì dentro - dentro, soprattutto dentro - non lo sanno e insomma, allora per fortuna è finita e se ne parla di nuovo tra tre anni)

07/11/19

Wow

"Pronto?"
"Signora Lucy? Sono la segretaria della ginecologa con cui ha appuntamento domani per sostituire la spirale"
"Oh, sì, mi dica"
"Le telefono per dirle che la dottoressa si è accorta di aver esaurito le spirali e di non fare in tempo a rifornirsene, dunque voleva sapere se può acquistarla lei in farmacia, così la dottoressa gliela inserisce soltanto, oppure se vuole spostare l'appuntamento al mese prossimo"
"No, no, non lo sposto. La prendo io in farmacia. Ci vediamo domani"


"Buongiorno, avevo chiamato per ordinare un dispositivo intrauterino, mi avevate detto che lo avrei potuto ritirare dopo le 17..."
"Sì, certo, è arrivato. Eccolo"
- SBAM -
"Wow!"
"Non si preoccupi, in realtà la spirale è molto più piccola. La confezione contiene anche tutto l'occorrente monouso per inserirla"
"Sì, lo so, ne ho già inserita una tre anni fa, lo so che di per sé è piccola, ma ammetterà che vedere una confezione di queste dimensioni, sapendo cosa contiene, fa un certo effetto"


06/11/19

Non poteva saperlo

Neonata compirà un anno tra 10 giorni: gattona in modo spedito, si aggrappa ad ogni appiglio e si solleva, si fa i chilometri poggiandosi al muro, alla sedia, al mobile, alle mie gambe, all'armadio, al lettino ecc.

Succede che al mattino, quando arrivo a casa sua, trovo (quel gran figaccione de) il padre che mi aspetta per mollarmela e correre a prepararsi a uscire. Per comodità, discrezione e professionalità, io mi metto in cameretta con Neonata e chiudo la porta, sia per permettergli di andare in giro in mutande, sia per evitare che Neonata vada in giro intralciando le frenetiche operazioni di preparazione del padre.

Oggi è successo che lui, entrando in cameretta per salutare, abbia aperto la porta proprio mentre la figlia ci teneva le ditine tenere nei pressi, pizzicandogliele.
La bambina ha pianto, ovviamente, ma io l'ho rassicurato sul fatto che era stato un pizzichino di un millimetro, non si è fatta niente, e che comunque lui non poteva sapere che la figlia stava proprio lì, dietro la porta, mentre lui la apriva ecc...
Sono convinta che, comunque, una volta uscito da casa, abbia fatto harakiri.

05/11/19

La fata carabina

Quando ho scoperto che su audible era stato pubblicato "La fata carabina" di Pennac letto da Claudio Bisio, non ho potuto fare a meno di interrompere tutte le altre letture e mandarlo giù tutto d'un fiato.

Ho avuto modo di riflettere sul paragone che, generalmente, si fa tra il libro e il film, dove quasi sempre il libro esce vincitore (ma a volte ho il sospetto che sia solo uno snobismo congenito da lettore che vuole apparire colto, che non un effettivo livello inferiore del relativo film: voglio dire, sono cose diverse e se devo giudicare un film soltanto paragonandolo al relativo libro è ovvio che ne esce sminuito, ma è una caratteristica propria della differenza di linguaggio narrativo... Ma stiamo divagando...)
Ho avuto modo di riflettere, dicevo, sul paragone tra libro e audiolibro. Anche in questo caso trovo che il paragone vada preso con le pinze, perché ci sono alcune variabili che possono influenzare il giudizio sull'audiolibro e che potrebbero dare risultati differenti, se modificate, ma non di rado mi ritrovo a cercare la versione cartacea di un audiolibro che ho ascoltato con particolare piacere, oppure di ascoltare volentieri l'audiolibro di un libro che amato. Ecco, mentre la prima quasi sempre mi porta grande soddisfazione e gratificazione, la seconda è un rischio.
Ad esempio, ho provato ad ascoltare "Castelli di rabbia" di Baricco, ma non sono andata oltre i 3 minuti. Non lo puoi ascoltare. È un libro molto bello, ma devi leggerlo con i tuoi occhi, altrimenti lo perdi e ti perdi.

Ecco, con l'accoppiata Pennac-Bisio invece, vado sul sicuro. Trovo che Claudio Bisio sia la perfetta voce lettrice di Pennac.
Non vedo l'ora di ascoltare gli altri.

04/11/19

La finestra

L'autunno torinese è ormai entrato nel pieno delle sue caratteristiche, in particolare riguardo alla temperatura, dunque la nostra cara Isotta ha iniziato le procedure di letargo.
Chiaramente, non glielo faccio fare fuori in balcone, nonostante la sua casetta nuova fiammante sia dotata dei comfort che tutte le tartarughe vorrebbero avere, ma, come ogni anno, la trasferisco in una scatola più piccola che tengo nel punto più lontano dai riscaldamenti. Tuttavia, passando dagli 8° di fuori ai 20° di dentro, il suo metabolismo si risveglia e anche lei tira la testolina fuori dal guscio. Si aggira comunque sonnacchiosa nella piccola residenza invernale, e non mangia più, però quest'anno le ho sostituito la vecchia scatola di cartone con una gabbietta di legno, e lei ha scoperto che c'è una finestra dalla quale può affacciarsi di tanto in tanto.


31/10/19

Grande orgoglio

Sono sopravvissuta a quattro giorni di lavoro con Neonata in compresenza con la nonna materna.
Ma chi m'ammazza a me?

30/10/19

Le zucchine assetate

"Lucy, che cosa stai cucinando?"
"Le zucchine, Bambina"
"Le zucchine di papà?"
"Sì. Papà mi ha chiesto di cucinargliele"
"Le posso mangiare?"
"Non ancora, Bambina, non sono ancora cotte"
"Poi papà me le fa mangiare"
"Sì, certo, suppongo di sì"
"E perché le stai cucinando?"
"Perché da cotte sono più buone da mangiare"
"E perché le cucini con il fuoco?"
"Perché per cucinare ci vuole il fuoco, altrimenti il cibo resta crudo"
"E perché ci metti il sale?"
"Bambina, cara, con il sale il cibo è più saporito, più buono"
"E ci metti anche l'acqua?"
"Sì, ci ho messo anche un gocciolino d'acqua"
"E perché ci hai messo l'acqua?"
"Perché ci voleva l'acqua"
"Ho capito: le zucchine avevano sete"

29/10/19

Cose strane che vedo in giro #1

Due signori di mezza età, davanti all'ingresso elegante di un grande condominio in un corso signorile e trafficato che parlano ad un telefonino coprendolo con un fazzolettone di stoffa, come nella migliore tradizione del camuffamento della voce allo scopo di estorsione e/o minaccia e/o scherzo telefonico.

(Inauguriamo una nuova rubrica, va)

28/10/19

Insieme

Come dice la mia psicologa: è bello scoprire di saper fare le cose da soli, ma farle e condividerle insieme agli altri è ancora più bello.
E allora mi sono ritrovata a fare spesa e cucinare, e fare ordine e pulizia, per la cena d'inaugurazione ufficiale di casa del FidanzatoNerd (ormai possiamo chiamarlo così), con 15 invitati coi quali fare bella figura, e mai, ma proprio MAI nel corso della mattina e del pomeriggio mi sono sentita sopraffare dall'impegno, o prendere dal panico. Perché abbiamo lavorato insieme, in perfetta suddivisione delle mansioni, ed è andato tutto bene, e a fine serata ci siamo davvero dati il cinque perché siamo stati bravissimi. Perché lo abbiamo fatto *insieme*.

Questo è uno dei più grandi insegnamenti che sto ricevendo in questa seconda vita.

25/10/19

Una buona giornata

Dopo una settimana di cielo coperto, tempo uggioso e due giornate intere di pioggia ininterrotta, stamattina è spuntato il sole.


Mi è sembrata la giornata ideale per mettere in atto una decisione importante presa qualche mese fa e che si concretizzerà a inizio 2020.

(Se aguzzate la vista, in fondo, dietro i palazzi, si riconosce il Monviso innevato)

24/10/19

Curiosità

Torino è piena di alberi da frutto. Nei cortili condominiali, nei giardinetti pubblici, talvolta persino lungo i viali, è facile trovare alberi di mele, nespole, susine, ciliege, cachi, prugnette (che qui chiamano ramassin), fichi.
Fioriscono e fruttificano come i loro colleghi delle aziende agricole, eppure quando i frutti maturan, nessuno li raccoglie.

Sarà che dalle mie parti, gratis così per strada, si possono recuperare a malapena limoni e arance amare, ma io questa cosa proprio non la capisco

23/10/19

Il sogno

Lasciamo stare il fatto che ho sognato di essere dalle mie parti in Sicilia, un po' in città, un po' in campagna, a ridosso di un'autostrada sul mare che non esiste nella realtà.
Lasciamo stare il fatto che nel sogno mi trovavo nella necessità di spostarmi con un mezzo di trasporto e decidevo di usare lo stesso servizio di car sharing che saltuariamente utilizzo a Torino e che in Sicilia non esiste (più).
Lasciamo stare che iniziavo prendendo a nolo la cinquecento rossa tipica del servizio, e finivo per ritrovarmi a guidare un motorino.

Ma il fatto che mi sono svegliata proprio subito dopo aver parcheggiato il suddetto motorino sotto casa (vera) dei miei genitori, questo no, non lo posso accettare. Anche perché mi sono svegliata prima di aver terminato il noleggio sull'applicazione ed ho passato i primi cinque minuti dopo il risveglio (che trascorro praticando yoga leggero) a convincermi che era stato solo un sogno e che non aveva senso aprire l'app dal telefonino per controllare se non avessi ancora in corso una sessione di noleggio aperta.

22/10/19

Turbamento

Hai deciso che non è mai troppo tardi per tornare a studiare. Va bene.
Ha capito di avere necessità improcrastinabile di imparare l'inglese. Va benissimo.
Ti sei iscritta al corso A2 dell'università popolare. Ottimo.
Vai alla prima lezione e ti ritrovi, insieme a un'altra decina al massimo di ragazzi, ad abbassare l'età media dei 200 studenti portandola fino a ben 114 anni, e solo perché tra i ragazzini ce ne sono un paio che hanno di sicuro meno di 25 anni. Fantastico.

Stai seduta bella tranquilla in seconda fila, tra una signorotta che ti chiede se ti fermi anche per la lezione seguente, perché lei deve riservare il posto ad un'amica coetanea, e una coppia di baldanzosi centenari che non si capisce se riusciranno davvero a leggere le scritte alla lavagna.

Poi arriva lui, il professore.
Tu lo guardi e dici: non può davvero essere lui il professore. E invece lo è, e a quel punto nel tuo corpo e nel tuo spirito si materializza un turbamento dimenticato. Forse sei anche addirittura arrossita, come ti succedeva quando avevi 16 anni e ti ritrovavi ad aprire la porta all'amministratore del condominio dove abitavo con i tuoi genitori. Per fortuna né la madamina, né i due centenari se ne sarebbero potuti accorgere.

Ok, prendiamone atto: ti sei innamorata.

Inizia la lezione e pensi divertita che vuoi diventare la cocca del professore.

21/10/19

La pianista

Da ragazza andavo a lezione di pianoforte. L'ho raccontato mille volte: purtroppo ho iniziato troppo tardi, avevo più di 16 anni, e non sono mai riuscita ad essere brava. Ero sempre troppo legata al repertorio che avevo studiato, non ero capace di improvvisare e, chiaramente, il mio repertorio andava sul classico, il che non mi rendeva nemmeno popolare tra i coetanei. Ho continuato fino al primo anno di università, poi, ho continuato a studiare da sola e, paradossalmente, proprio quando ho cambiato corso di laurea e sono passata al DAMS, ho smesso. Mi sono dedicata più alla musica teorica che alla pratica e, dopo il matrimonio, ho smesso del tutto.

La musica ha sempre rappresentato un rimpianto della mia gioventù, ma mai e poi mai avrei forzato o "caldamente consigliato" alle mie figlie di imparare a suonare uno strumento. Studiare musica è comunque studiare e mai e poi mai avrei imposto loro un impegno così pesante solo per soddisfare il mio rimpianto.

Tanto la natura, se vuole, sa fare da sé. Io ho sempre pensato che il mio compito fosse di incoraggiare le espressioni artistiche o sportive delle mie figlie, e mai di scegliere al posto loro.
Ebbene, da qualche tempo Matilde ha manifestato interesse per la musica. Alla fine della terza media ho comprato come regalo collettivo una tastiera elettronica semipesata, di seconda mano ma quasi nuova, sulla quale si è cimentata nei mesi scorsi. Ora ha chiesto di prendere delle lezioni. Lezioni vere, in una scuola di musica vera.

Mi fa un certo effetto guardarla mentre si esercita. Rappresenta una scena che non avrei mai immaginato.
È un po' come sentirla parlare in inglese.
È incredibile assistere alla vita dei nostri figli, che si svolge al di fuori della nostra e seguendo percorsi che noi non abbiamo mai contemplato.

18/10/19

17/10/19

È il destino...


A quanto pare è il mio destino... La maledizione, proprio! :-D

16/10/19

Al mattino

Alle 7.30 del mattino, sull'autobus, abbiamo tutti la stessa faccia stropicciata di chi è stato strappato prematuramente al tepore domestico. Tranne gli studenti. Non tutti, ma alcuni hanno l'espressione pallida della paura per la verifica in classe, e in mano tengono un libro o un quaderno che sfogliano convulsamente, secondo me a casaccio.

15/10/19

Complemento d'arredo


Al di là delle date stabilite e dell'astronomia, il vero momento in cui l'estate cede definitivamente il passo all'inverno è quello in cui lo stendino torna ad essere un complemento d'arredo fisso dentro casa.

14/10/19

Traguardo

"Lo sapevo che andava a finire così" ho detto alla mia psicologa quando ho iniziato a piangere. Ma erano lacrime di gioia, di liberazione, di fierezza.
Da diversi giorni ci rimuginavo sopra, e finalmente ci sono arrivata. Un altro grande traguardo psicoterapico raggiunto: il riuscire a dire "Non me ne frega più niente".

11/10/19

Quarantuno (e dodici)


Credo che quello di Matilde sia il più sincero messaggio di auguri che abbia mai ricevuto.

10/10/19

Il pendolo, lo stato sociale e Saramago

Ho ascoltato tre audiolibri in tre settimane.
"Il pendolo di Foucault": in nove giorni di ascolto serrato ho fatto fuori le 26 e passa ore di durata. Il libro più lungo che abbia mai ascoltato e, forse, anche letto. Strepitoso. I
smettere di ascoltare e per fortuna Neonata dorme tanto per cui ho potuto fare sessioni anche di due ore consecutive.

Poi volevo qualcosa di leggero e il nuovo libro de "Lo stato sociale" poteva capitare a fagiolo, se non fosse che è stata una rivelazione pazzesca. No no solo mi è stato difficile interrompere gli ascolti, ma contrariamente al solito l'ho anche ascoltato durante i miei spostamenti per strada, e in genere non riesco quasi mai a seguire il filo di un audiolibro se sto camminando per strada, perché mi distraggo, seguo altri pensieri ecc. Invece questo è stato un portento, ma devo dire che ho avuto il dubbio che la vera portentosità sia attribuibile all'interpretazione, che non al testo in sé. Il libro non è solo letto, e nemmeno recitato. È davvero interpretato, con una maestria inimmaginabile che fa ridere e piangere e riflettere e divertire come se si stesse assistendo in prima persona alla scena. Davvero portentoso.

Poi mi sono dedicata una "coccola".
Ho letto "Cecità" intorno al 2000. Significa che sono passati quasi vent'anni, eppure ho continuato a considerarlo uno dei romanzi più belli della letteratura mondiale. L'ho ascoltato in audiolibro e me lo sono ricordato tutto, ma ogni parola era la riscoperta di un'opera grandiosa. Questa cecità fa davvero "vedere" la profondità dell'abisso in cui l'essere umano è capace di portare gli altri e se stesso. Nessuno dei protagonisti, alla fine storia è lo stesso dell'inizio, e nemmeno il lettore.

Dopo questo tour de force letterario, fino a lunedì farò pausa. Mia figlia adolescente mi suggerisce di ascoltare i "Pinguini Tattici Nucleari" su Spotify.

09/10/19

Sarebbero stati 15

Oggi sarebbero stati 15 anni di matrimonio.
Una cosa di cui ero sicura, 6 anni fa, e le mie previsioni si sono realizzate, era la certezza che non sarebbe mai passato anno (in realtà anche mese, settimana e giorno) in cui io non ci avrei ripensato, e così è stato.
Ricordo quel giorno come fosse ieri e, nonostante tutto, non lo rimpiango. Ci sono pensieri ed emozioni che ricordo ancora vividi.

E poi, ormai, è tutto stato elaborato, ammorbidito, digerito, accettato come naturale prosieguo della storia. Per come eravamo fatti, Schroeder ed io, eravamo perfetti l'uno per l'altra. Nel momento in cui ci siamo sposati, se ci fossimo cristallizzati lì, saremmo durati per secoli. Il problema è l'imprevedibile fattore umano che purtroppo ci caratterizza. La vita cambia e ci cambia, e se la sincronia del movimento dell'uno e dell'altro non si riallinea, lo squilibrio va esacerbandosi, arrivando all'estremo, all'irriconoscibilità. Sembra impossibile che sia mai esistito un momento in cui, consapevolmente, si è creduto che quell'unione potesse durare per sempre.
Quanto ho imparato e quanto ancora sto imparando sulle relazioni e sulla coppia. Sulla condivisione, sulla parità, sul modo di dire "l'uno per l'altra" e "insieme". Quanta terapia sulla parola "insieme" e sui verbi coniugati al plurale.

È andata così.
Oggi festeggio un anniversario mancato. Contrariamente alla maggior parte delle volte precedenti, lo festeggio con un sorriso. Un sorriso sereno, di presa coscienza e accettazione. E giuro che non sarà provocato dall'alcool :-D

08/10/19

Ma perché?


Ma per quale strana ragione un'adolescente pensa ad utilizzare lo Smartphone per programmare l'invio di un messaggio alla madre su telegram, invece che, banalmente, usarlo per impostare una sveglia?

07/10/19

Mistero

E quindi mi fermano queste due ragazze, che all'inizio mi sembrava che cercassero di vendermi qualcosa da quanto erano cariche di borse, e mi chiedono dove si trova una via che, in effetti, era proprio a duecento metri da dove stavamo, però dovevo spiegare loro come infilarsi nella scacchiera di traverse e traversine che riempie gli spazi tra i grandi e larghi corsi da queste parti. Ci provo, glielo spiego, dovete passare sull'altro marciapiede e poi alla seconda traversa girare a sinistra, poi dovrebbe essere la prima o al massimo la seconda traversa sulla destra, e insomma, sembra che abbiano capito, mi ringraziano e si avviano. Io proseguo, arrivo al semaforo per attraversare il corso, suppongo che loro abbiano optato per un attraversamento selvatico a metà della strada che tanto c'è poco traffico, e mentre passo mi giro per guardarle. E non ci sono. Sparite.
E non è possibile perché erano a piedi ed erano cariche di borse, mica potevano mettersi a correre, e di sicuro avrebbero dovuto ancora essere a mia portata di vista.
Dove sono finite? Hanno sbagliato? Hanno girato a destra? Non hanno attraversato? Si sono infilate nella traversa sbagliata?
Non lo saprò mai.

04/10/19

La rapitrice di bambini

"Vieni, Bambino, è arrivata la tata"
"Io non voglio"
"Bambino, dai, vieni, andiamo a casa"
"No!"
"Dai, Bambino, è arrivata la tata"
"No, io non voglio andare!"
"Bambino, amore... Devo anche prendere Bambina che sta aspettando nella sua classe... Forza, esci da lì e andiamo"
"Io non voglio andare, io voglio restare con la maestra!"

Segue azione di forza. 
La tata veste la divisa dei NOCS, entra in classe andando in deroga al regolamento, si infila sotto il tavolo da pollicino sotto il quale si è rifugiato quel disgraziato in miniatura, lo tira fuori e lo porta via mentre lui si aggrappa agli abiti della maestra continuando a dire he non vuole andare, e la maestra sorride rassicurante agli altri adulti, tranquillizzandoli sul fatto che quello a cui stanno assistendo non è un rapimento.

In corridoio, davanti agli armadietti per il cambio delle scarpe.
"Bambino, ma che modo è? Perché ti sei messo a fare storie?!"
Lui ride: "Ti ho fatto uno scherzo"

Io non sono la madre. Per quanto le maestre abbiano la copia dei miei documenti, la delega firmata e controfirmata, mi abbiano conosciuta perché la madre mi ha presentato a loro come la tata che sarebbe andata a prendere tutti i pomeriggi i Bambini, abbiano visto quasi tutti i giorni i Bambini corrermi incontro felici che ero andata a prenderli, io non sono la madre. E, nonostante tutto, mi sono sentita come se davvero li stessi rapendo.

03/10/19

Una cosa

Di certo Torino non è una città che si fa amare per il clima, però una cosa che mi piace è che quando fa le notti di pioggia e l'indomani c'è il sole, l'aria si pulisce e la visuale si perfeziona. Camminando per strada diventa facile scoprire, inaspettatamente, le montagne.
E davvero, per giorni e giorni nemmeno ti ricordi che ci sono.


02/10/19

Un buon metodo

Suona il campanello.
Apri gli occhi. Guardi l'ora. Le 04:15. Impossibile che abbia davvero suonato il campanello di casa tua alle 4 di notte. Lo avrai sicuramente sognato.
Hai ancora un'ora e 25 minuti di sonno prima della sveglia. Ti giri.
E pensi.
E se avesse davvero suonato?
E se fosse successo qualcosa? La dirimpettaia che sta male e chiede aiuto? Un'emergenza per cui si deve evacuare il condominio? Un ladro che sta cercando di forzare la porta?
Ti alzi. Vai alla porta, origli. Silenzio. Guardi dallo spioncino. Nessuno.
Torni a letto. Le 04:20. Avresti avuto un'ora e 20 minuti di sonno davanti a te, ma tutta questa agitazione te l'ha fatto sfumare.

Sognare il suono del campanello è un buon metodo per sprecare ore di sonno prezioso.

01/10/19

Lo devo ammettere

Contrariamente al papà dei Bambini, che incarna tutti i cliché sugli uomini della pianura padana, sui figli unici e sui padri inadeguati al ruolo, il papà della Neonata è un gran figo.
:-D

30/09/19

Incontrarsi al discount

E fingere di non conoscersi. Ma perché? Che c'è di male?

Io non mi vergogno di fare la spesa al discount. Se dovessi fare la spesa al supermercato acquistando prodotti di marche note e pubblicizzate, faremmo letteralmente la fame. Dovessimo campare di pasta Barilla, biscotti Mulino Bianco, mozzarella Santa Lucia, pisellini Findus e passata di pomodoro Cirio, seriamente potremmo mangiare 1/3 a parità di spesa.
Però ho alcuni prodotti su cui non transigo. Il caffè, ad esempio: deve essere di marca; ne ho provati diversi da discount e non me n'è mai piaciuto nessuno. Stesso discorso per la nutella; e non mi riferisco alle creme di nocciole e cacao di marche "concorrenti" o prodotte artigianalmente (tra l'altro qui in piemonte ogni bancarellaro al mercato ha i suoi bei vasetti di crema spalmabile alle nocciole e cacao prodotti da suocuggino che ha l'azienda agricola sulle langhe, ma chevvelodicoaffare) ma proprio della marche da discount: ecco quelle no, quelle sono oscene. Oscene anche le marche "del supermercato". E, se ne comprassi, avrei lo stesso rigore nei riguardi della coca cola: tutte quelle sottomarca sono orribili.
Ma, a parte il caffè, che compro quasi mensilmente, nutella e cocacola mi può capitare di comprarle una volta ogni 3 anni, al massimo ogni 2, ecco, dunque non le terrei propriamente in considerazione per il mio bilancio domestico.

Quindi, facendo la spesa al discount, ho incrociato il papà di un compagno di Angelica. Che già è uno che mi sta antipatico di suo, figuriamoci quando ho notato che stava fingendo di non avermi visto.
"Oh, ciao! Anche tu qui!" l'ho calorosamente salutato.
VaffancuBo.

27/09/19

La piccola manifestante

Come altri 150.000 ragazzi piemontesi, stamattina Matilde era al corteo del FridayForFuture.

È stata la sua prima manifestazione, tra l'altro in una città che nell'ultimo anno ha avuto spiacevoli epiloghi per i cortei e le manifestazioni, ma il mio ottimismo di fondo, sommato al fatto che si trattava fondamentalmente di ragazzini, mi ha fatto stare tendenzialmente tranquilla, salvo dare qualche indicazione precisa e mirata sul come ci si comporta in caso di manifestazioni che degenerano. Le reti dei cellulari chiaramente erano intasate, dunque abbiamo anche avuto qualche ritardo nelle comunicazioni.


Questo il nostro scambio di SMS in differita di almeno 20 minuti per messaggio. 
Quando è tornata a casa ha avuto anche il coraggio di dirmi: "Certo che però tu sapevi che il telefono non prendeva bene e ti sei messa a chiedermi cosa significa IDK"
Ho fatto un respiro profondo per non spaccarle la sedia in testa ed ho replicato: "Certo che però tu eri in una manifestazione dove i telefoni non prendono bene ed hai anche la mancanza di buon senso da metterti a scrivermi per acronimi da adolescenti nerd di merda quali siete tu e i tuoi amici. Proprio perché le comunicazioni sono difficili, in queste situazioni bisogna mandare messaggi chiari e inequivocabili".

Per fortuna mi ha dato ragione, altrimenti a manganellate la prendevo io.

26/09/19

Giornate doppie

Grazie al fatto che mi occupo della Neonata fino alle 14 circa e vado a prendere a scuola i Bambini alle 16, ho quelle due ore libere di pausa pranzo che trovo, sì, utilissime e importanti, ma che mi spezzano la giornata lavorativa in due mezze giornate che, in realtà, vivo come due intere, dunque se penso a stamattina mi sembra che sia stato come minimo ieri, dunque questa cosa dell'orario spezzato è, sì, positivo, ma temo che mi stia facendo invecchiare al doppio della velocità del tempo come il paradosso dei gemelli che anche solo a leggere la deriva delirante di questo post su queste ultime righe uno dice che è vero che non mi sta facendo proprio bene bene questa cosa o che magari come tutto le cose devo solo abituarmici. Fine.

25/09/19

E chi sugnu, so matri?

In realtà la frase che dico più spesso è "Non sono figli miei", ma ribaltata e tradotta rende meglio l'idea.
Uno dei miei obiettivi per il futuro immediato è quello di imparare a vivere con più leggerezza il peso dell'educazione e della crescita dei bambini di cui mi occupo e che, spontaneamente, sento gravare su di me.
Anche a costo di adottare metodi che non approvo, quando questi mi vengano indicati dai genitori. Chiaramente non parlo di violenza o punizioni fisiche, ma della semplice, banale, drammaticamente diffusa e deprecabilissima necessità (=scorciatoia) di mettere su i cartoni animati per fare mangiare i bambini.
Io che non ho mai avuto la TV in casa eppure ho allevato due bambine riuscendo a nutrirle lo stesso, mi ritrovo davanti a boccucce tassativamente chiuse di cedere all'abitudine coltivata dai genitori.
Non sono figli miei. Non lo sono stati Bambina e Bambino, nonostante abbia trascorso con loro più di 10 ore al giorno, figuriamoci se lo è Neonata.

E con questa scusa ho scoperto che esiste una versione a cartoni animati di "Mamma Maria" dei Ricchi e poveri.

24/09/19

L'invidia dell'orchidea

Da sempre, le orchidee, mi si sono suicidate. Ho un discreto pollice verdognolo in genere, tranne che per le orchidee. Me ne hanno regalato decine, negli anni, e ciascuna di loro dopo un paio di mesi ha voluto raggiungere le sue predecessoresse* nel paradiso delle orchidee. Mi sono convinta che la mia casa di Bagheria, per qualche strana ragione, non fosse adatta. Eppure era luminosa, mai direttamente assolata, fresca in estate.
Qui a Torino, però, è tutto un fuoco d'artificio di orchidee negli appartamenti che frequento. In quasi tutte le case dove sono stata ci sono phalenopsys floride, bellissime, vegetanti, fiorite, colorate. Mi è presa proprio l'invidia.
Mi sa che è giunto il momento di riprovarci.


* Questo plurale femminile me lo sono inventato. Ditemi come si dice.

23/09/19

L'esame della nonna

Ho iniziato ad accudire, al mattino, una nuova bambina che chiameremo Neonata. Poiché non ci sono stati i tempi tecnici per fare un affiancamento in compresenza con la mamma, oggi, primo giorno, c'è stata con me la nonna materna per spiegarmi dove si trovano le cose, come e quanta pappa si deve preparare, dove si trovano i vestiti, le salviettine ecc.

Ero sicura che, oltre al supporto pratico e istruttivo, la nonna mi avrebbe fatto esami del sangue, radiografie, risonanza magnetica e visita ginecologica. Le nonne lo fanno sempre con le tate dei loro nipoti.
Infatti, con auspicabile delicatezza, è andata così, ma al momento di salutarci sono convinta di aver superato tutti gli esami.
Finalmente posso riprendere a drogarmi. :-D

20/09/19

Si è fatto male

Sto mettendo in ordine ciò che ho usato in cucina mentre sento inequivocabili rumori di colluttazione provenire dalla cameretta dei Bambini. Ormai ho l'orecchio allenato ed entro una certa soglia non intervengo nemmeno. Li ascolto dalla cucina, lui frigna, lei sghignazza, rumori di botte sulla pelle nuda, lui continua a frignare sempre più rabbioso mentre lei ride beffarda. Lei è una vipera, non so se si è capito. A un tratto un colpo più forte, lui piange: intervengo a voce.
"Ragazzi, che succede?"
Sento i passi. Arriva lui piagnucolante e mi si arrampica addosso. Lo prendo in braccio.
Bambina lo segue a ruota correndo "Bambino si è fatto male!"
Lui sbotta "Non mi sono fatto male! È lei che mi ha dato botte!"
La guardo. Sorride.

A volte provo a immaginarli da adulti e lui lo vedo ragioniere granitico e noioso, mentre lei... Lei farà la camionista, o l'amministratrice delegata dell'azienda dove lui farà il ragioniere.

19/09/19

La maestra

Quando incroci per strada una signora che ti guarda, ti sorride e ti saluta, e tu ricambi lo sguardo, il sorriso e il saluto, per educazione, mentre in realtà ti chiedi chi sia, e dopo qualche secondo capisci che non l'hai riconosciuta solo perché l'hai vista troppo fuori contesto, ma sai benissimo che quella signora è una delle due maestre di Bambina, ecco, è proprio in quel momento che ti domandi se il fatto che *lei* ti abbia riconosciuto per strada e fuori contesto non potrebbe essere un messaggio nascosto da parte dell'universo che tu non riesci o non vuoi interpretare.

18/09/19

Alla fine me l'ha detto

La mia psicologa mi ha, infine, dato la sua interpretazione sul perché il mio matrimonio, costruito su quel tipo di relazione, era destinato a morire, o comunque a trascinarsi nell'inerzia.
Ci sono voluti quasi due anni di terapia, fiumi di lacrime, sforzi immani, ma nel momento in cui, per la prima volta, sono riuscita a parlare di Schroeder senza sentire rabbia è stato come raggiungere un'estasi di pace. È andata. È finita. È stato tutto metabolizzato, elaborato, trasformato. Sono cresciuta io.
Ma la soddisfazione più grande sta nel fatto di sentirmi finalmente serena, leggera e capace.

17/09/19

Il pranzo

"E allora, Bambino! Com'è andata a te a scuola?"
"Bene"
"Oggi hai anche pranzato con i tuoi compagni e la maestra. Cos'hai mangiato?"
"No, non ho pranzato"
"Come sarebbe che non hai pranzato? La maestra ma ha detto che hai mangiato tutto"
"Ho mangiato tutto ma non ho pranzato"
"Scusami, cosa hai mangiato?"
"La pasta con il pesto e la frittata"
"Eh, quindi hai pranzato"
"No, non era il pranzo"
"E che cos'era?"
"La merenda"

Porzioni inferiori alle aspettative? :-D

16/09/19

La cosa più difficile

La cosa più difficile non è stata arrivare a scuola e trovare Angelica in lacrime, con il blocchetto di ghiaccio sulla schiena.
La cosa più difficile non è stata mantenere la calma mentre la ragazza del post scuola era nel panico a metà tra lo spavento per la caduta pazzesca di Angelica e il terrore per il modo in cui avrei potuto reagire io.
La cosa più difficile non è stata ascoltare la dinamica della caduta, raccontata con enfasi da una compagna che ha deciso di riassumere la scena in "L'ho vista volare da lassù, ed è arrivata a terra come una palla, nel senso che ha proprio fatto due o tre rimbalzi"
La cosa più difficile non è stata portare Angelica a casa, continuare a porre altro ghiaccio sulla gamba e sulla schiena, mentre lei ancora piangeva disperata.
La cosa più difficile non è stata decidere di portarla in ospedale.
La cosa più difficile non è stata la trafila a triage, l'attesa in pediatria, la decisione del ricovero in osservazione per la notte, le radiografie.
La cosa più difficile non è stata dormire accanto a lei su un letto del reparto di pediatria, sentendola respirare serena.
La cosa più difficile non è stato passare la notte sveglia per le urla di dolore e i pianti di un bambino qualche stanza più in là.
La cosa più difficile non è stata rifare le visite col pediatra, col radiologo, con l'ortopedico l'indomani mattina.
La cosa più difficile non è stata nemmeno riportare a Angelica a casa con una diagnosi di nessuna frattura, ma solo qualche contusione e la prescrizione di un gel antidolorifico e una settimana senza giochi movimentati né acrobazie.

La cosa più difficile è stata convincerla a togliersi il braccialetto identificativo del triage prima di andare a scuola, ché non è davvero una medaglia al valore da ostentare. Il compromesso raggiunto è che lo userà come segnalibro sul diario.

13/09/19

Non è mai troppo tardi


A Torino c'è questa cosa fantastica, l'Università Popolare, che con la semplice iscrizione da accesso a tutti i corsi nei limiti del personale dono di ubiquità dello studente.
Poi c'è lei, la nostra beneamata Lucy Van Pelt, che non ha mai avuto la ventura di studiare inglese in modo razionale e organizzato e, nonostante le sue doti comunicative l'abbiano fatta più volte andare e tornare dall'estero, bisogna ammettere che ha un inglese pessimo e che quella screanzata di quella skillatissima figlia maggiore la prende in giro per la grammatica, per la pronuncia e per le "licenze" che si concede.
È il momento di dire basta.
Lucy ha saputo che sarà disoccupata (=libera*) un pomeriggio a settimana.
Lucy ha deciso che dedicherà quel pomeriggio a un'altra attività lavorativa, ché non si campa di aria, ma facendo in modo da liberarsi in tempo per seguire un corso d'inglese per principianti.
Lucy ha deciso di prendere in mano la sua conoscenza dell'inglese e usarla (a fine corso) per sculacciare sua figlia.
Lucy non si arrende all'ignoranza e alla screanzatitudine degli adolescenti.
Sii come Lucy.

*: è più forte di me, non riesco a vivere come "liberi" i giorni in cui non lavoro, perché per me un giorno in cui non lavoro è un giorno nel quale non vengo pagata.

12/09/19

Comodo

Comodo, abitare accanto alla scuola di tua figlia.
Simpaticamente fastidioso il vociare dei bambini che giocano in cortile dopo pranzo. Emozionante, sentire una voce che ti chiama mentre metti in ordine il balcone, ed è proprio lei, tua figlia, che ti ha vista e ti saluta.
Divertente il fatto che tutti gli altri bambini, incuriositi, si avvicinino.
Imbarazzante stare lì al balcone a salutare 450 bambini di scuola elementare, mentre tua figlia ti indica a tutti entusiasta "È mia madre! È mia madre, lì al balcone! Quella è mia madre!".

11/09/19

I peggiori sono gli italiani

Mi ritrovo a sbrigare una commissione in un ufficio di pubblica amministrazione. Trattandosi della richiesta di un beneficio tradizionalmente legato alla fascia di reddito, l'utenza è al 90% straniera. L'ufficio apre al pubblico alle 8.30 ma la gente inizia il turno molto prima. Il primo che arriva inizia a scrivere su un foglio il proprio nome e così via, man mano che arrivano altri nottambuli e poi i mattinieri. Alle 8.30 l'ufficio apre, due impiegati si posizionano sulla porta, uno legge l'elenco dal foglio, l'altro distribuisce i numeri ufficiali del turno, poi segue la pianificazione in base alle fasce orarie, ossia dalle 8.30 alle 9 si prevede di servire i primi 10 numeri, dalle 9 alle 10 dall'11 al 25, dalle 10 alle 11 dal 26 al 44 e così via, in modo che l'utenza abbia una linea di massima per capire cosa altro può fare nel frattempo invece che affollare inutilmente la sala d'attesa.
Il 90% sono stranieri, dicevo, e tra le donne, senza veli ci sono soltanto io e le africane.
Arrivo alle 7.35 e prendo il numero 60. Per capire. Fino a quando l'ufficio apre, alle 8.30, si sono segnati 120 utenti.

Prima che aprisse l'ufficio c'è stato un piccolo screzio tra una signorona piemontese che, ad alta voce e senza pudore, si chiede "Ma il primo che è arrivato non ce l'ha una casa? Quando è venuto, alle due di notte?", e il primo dell'elenco che le ha replicato che no, non ce l'ha una casa perché vive insieme ad altri 6 connazionali, ma non ha dormito lì, è solo arrivato alle 5.
La signora finge che la sua sia stata una battuta ma non so come è finita perché mi sono vergognata per lei e mi sono allontanata.

Durante la mattinata, quando sono tornata nella fascia oraria auspicabile per il mio numero, ho assistito ad altri tre "incidenti".
Durante la mattina arrivano altri avventori a chiedere il turno, ma dopo 130 numeri non ne danno più, se ne riparla l'indomani. Sono entrati almeno 8 a chiedere durante la mia permanenza e i peggiori, i più maleducati e arroganti, sono stati gli italiani. Nessuno di loro ha accettato di non poter avere il turno oggi, di doversi "addirittura" presentare domani molto presto, alle 7 almeno, per avere speranza di prendere il turno. Neri, gialli, beige e bordò ringraziavano ugualmente l'impiegato delle informazioni e se ne andavano, gli italiani inveivano contro di lui, contro quest'ufficio dimmerda, che ti dicono che ti danno aiuto e poi pretendono che tu ti vieni a mettere a turno alle 7 di mattina!

Io non la capirò mai questa arroganza italica che pretende che tutto sia dovuto, facile, comodo e gratis.

En passant: l'impiegato che da le informazioni è un signore africano molto educato e distinto, probabilmente collocato a quello sportello proprio per la provenienza maggiore dell'utenza. L'ho visto con ragazzi che parlavano pochissimo italiano e aiutarli a compilare il modulo per la richiesta, o dare informazioni in una lingua che probabilmente è africana. Ed è stato paziente e gentile anche con me, che sono bianca e colta e che teoricamente avrei potuto capire da sola se la documentazione che avevo portato era corretta. Per dire.

10/09/19

Fine

Ho finito di lavorare full time con i Bambini. Domani inizieranno la scuola dell'infanzia e a partire dalla settimana prossima dovrò soltanto andarli a prendere e portare a casa in attesa dei genitori.
Certo, da un punto di vista remunerativo, il full time con loro mi ha permesso di sopravvivere nei due anni trascorsi, ma è stato molto pesante e travolgente. Ho fatto di tutto, per loro e per la casa, ché una volta che ci sono stata dentro per 10 ore e mezza al giorno sarebbe stato ridicolo non dare una mano dove possibile, ho preso i bambini che mangiavano solo omogeneizzati e semolino e avevano a stento iniziato a gattonare e li ho portati alla soglia della scuola dell'infanzia.
Posso prendermi in giro quanto voglio dicendo che ho accettato di restare con loro nel pomeriggio perché sono un compromesso comodo di distanza e retribuzione, ché oramai ci conosciamo, loro sanno quali sono le regole su cui non prescindo ed io conosco tutti i loro punti deboli e di forza, ma la verità è che mi sono affezionata a loro.

09/09/19

Il segnale

Capisci che è il primo giorno di scuola quando ti arrivano notifiche a ripetizione su WhatsApp, vai a vedere cosa diamine è successo e a chi, e semplicemente constati che è passato un anno dalla volta precedente che avevi silenziato il gruppo della classe di tua figlia.

06/09/19

Il navigatore di riserva

"Mamma, perché non usi il navigatore?"
"Perché se mi perdo e mi ritrovo, imparo le strade. Se seguo il navigatore non imparo nulla"
"Va bene, ho capito. Il navigatore lo uso io, qui dal sedile posteriore, e se sbagli strada ti avverto"

Bello sentire la fiducia incondizionata di mia figlia di 9 anni.

05/09/19

Sto crescendo

Matilde è uscita con i compagni della scuola media per rivedersi e salutarsi prima dell'inizio della scuola, quando ognuno di loro andrà in un liceo diverso.
"E quindi? Com'è andata? Come li hai trovati? Sono cambiati in questi due mesi?"
"No, veramente no. Anzi a dire il vero io li ho trovati esattamente identici a come li ho lasciati il 30 giugno, invece loro mi hanno detto che sono cresciuta e sono più alta. In effetti, hai presente che alla mia Compagna Del Cuore arrivavo alla spalla? Ecco, adesso le arrivo quasi all'orecchio"
"Te l'avevo detto che loro erano tutte spilungone solo perché erano già maturate, ma che da adesso in poi si fermeranno o quasi nella crescita"
"Già. E sai cosa significa questo, mamma?"
"Cosa significa?"
"Che c'è speranza di crescere anche per me".

(Al momento è ossessionata dalla statura. Da quando ha scoperto le formule del bersaglio genetico, non si rassegna all'idea che da adulta sarà più bassa di me anche nelle più ottimistiche previsioni)

04/09/19

Come trent'anni fa

Negli ultimi tempi sono andata al lavoro in bici. Non mi fa risparmiare tempo, perché il percorso è così breve (stando a Maps sono 1,3 km) che tra semafori e quant'altro, impiego solo 5-6 minuti in meno rispetto all'andare a piedi. Mi piace farlo più per avere l'illusione di muovermi di più, che per altri motivi. Andare in bici mi sembra più "ginnico" dell'andare a piedi anche se a passo spedito.
Ieri, per tutta una serie di motivi, Angelica era con me al lavoro dunque, andandocene insieme, ho portato la bici spingendola a mano.
Dopo il primo isolato l'ho fatta sedere in sella e l'ho spinta. È stato per lei divertente, ma per gli attraversamenti dei semafori la facevo scendere. A quel punto, l'idea.
La mia bici è una city bike, col telaio dalla forma morbida e dolce, nonché fornito di portapacchi piatto posteriore, esattamente come la bici che avevamo da bambini, quando potevamo portare dietro anche un altro passeggero.
Dapprima l'ho solo fatta sedere dietro, continuando a spingere a mano, poi ho provato e sono salita in sella.
È stato romanticissimo portare mia figlia dietro, sentire che con le mani si teneva ai miei fianchi mentre io pedalavo. Mi è sembrato di tornare indietro di trent'anni, quando dietro portavo mio fratello.

03/09/19

Lo sguardo della psicologa

Alcune volte, durante le sedute di psicoterapia, ho difficoltà ad esprimere a parole quello che sento. Spesso mi viene in mente un colore, oppure una sola parola, e da lì partiamo insieme a razionalizzare, a spiegare cosa sto provando. Altre volte invece no, mi sento immersa in una nebbia lattiginosa che mi impedisce persino di muovermi, e sono le sensazioni alle quali non so dare un nome. 
Quando lo dico alla dottoressa, la osservo sempre. Alcune volte capisco dal suo sguardo che lei sa perfettamente come si chiama quella cosa che io non riesco a riconoscere in modo razionale, ma non me lo dice perché il suo lavoro non consiste nel farmi spoiler delle mie paturnie, ma aspettare e guidarmi perché io le riconosca. Per me è molto rassicurante, perché va bene che non so o non capisco cosa mi crea dolore o disagio, ma sapere che nel mondo qualcuno lo sa mi fa stare più tranquilla, e mi rende fiduciosa.  
Altre volte, invece, e sono le peggiori, la vedo smarrita, e non capisco se è perché non si aspettava un tale risvolto nella trama, oppure se perché nemmeno lei capisce di cosa si tratta. Ed è solo questi casi che mi offre aiuto, mi porge ipotesi di interpretazioni per avere conferma o smentita.
Ieri è stata una seduta di quest'ultima tipologia, solo che l'ho dovuta smentire fortemente perché non trovavo affatto verosimile la sua interpretazione.
Quando va così, esco dallo studio con una sensazione di incompletezza, e me la trascino per giorni e giorni.

02/09/19

Due domande

"Mamma devo farti due domande"
"Sentiamo"
"Ma lo shampoo devo farlo ogni due giorni o ogni tre?"
"Matilde puoi farlo ogni volta che ne senti il bisogno, trovando il giusto compromesso tra il decoro personale e l'ecosostenibilità"
"Ok. Ora la seconda domanda"
"Vai"
"Ma quelli nati a dicembre, a Hogwarts ci vanno al settembre precedente oppure l'anno successivo?"

Qualcuno sa come funziona l'ordinamento scolastico a Hogwarts?
#noncelapossofare

30/08/19

L'ultima mezz'ora

L'ultima mezz'ora di lavoro del venerdì pomeriggio è sempre lunga quanto metà della settimana.

29/08/19

Piccole cose

"Quando prendete l'autobus per andare al comune della prima cintura di Torino dove abitano gli zii e sono attualmente ospitati i nonni, fatemelo sapere che vi guardo passare dalla finestra di casa dei Bambini che accudisco"
...
"Siamo sull'autobus"
"Ed io alla finestra"
...

Nella foto non si vedono, ma stavano tutte e due appiccicate al finestrino a salutare e fare linguacce.
Sono piccole cose, ma mi fanno commuovere.

28/08/19

Meteoropatia portami via


Come se non fosse sufficiente il fatto di rientrare al lavoro.

27/08/19

Ferie - day#20 - THE END


E proprio all'ora di cena dell'ultimo giorno di ferie, accompagno in aeroporto un amico in cambio della sua macchina a disposizione per i prossimi 10 giorni. Di lavoro.

26/08/19

Ferie - day #19


Matilde ha avuto una crescita del piede molto rallentata. Ha avuto lunghi periodi di stasi, al punto che poteva reindossare le stesse scarpe dell'anno precedente. Il suo piede lento a crescere è stato un ulteriore motivo di scoramento durante tutta questa sua fase di crescita lentissima. Era un incubo portarla in giro per comprare scarpe, perché quelle che le piacevano partivano da misure troppo grandi, e si ritrovava a dover ripiegare, a dodici anni suonati e in piena preadolescenza, sulle lellykelly alle quali dovevamo asportare il marchio, e altre amenità simili.
Adesso ha deciso di prendersi la rivincita. Improvvisamente, nel giro di tre-quattro giorni, le è esploso il piede.
In foto potete ammirare le scarpe che aveva indossato comodamente fino a un mese fa e che è stata costretta a indossare dolorosamente per un'ora durante il pellegrinaggio alla ricerca di un negozio di scarpe, e le scarpe che abbiamo comprato. Due taglie di differenza. Da 36 a 38 in un mese.
(Mi tocca precisare che la ragazza è stata costretta a indossare le scarpe di prima della permanenza in Sicilia perché aveva sottovalutato il problema pensando di poter ancora calzare quelle vecchie e si era imprudentemente disfatta delle scarpe che aveva indossato finora, che erano sì strette e un po' rotte, ma per lo meno le avrebbero dato meno dolore).

25/08/19

Ferie - day #18


Angelica ha preso da me l'attitudine alle acrobazie, alle arrampicate, ai salti difficili.

24/08/19

Ferie - day #17


In ciascuno dei vasi che mi ha devoluto mio fratello, non appena travaso qualcosa e inizio ad annaffiare, germoglia una pianta di gelsomino notturno. Tre-quattro anni fa Angelica ne aveva raccolto alcuni semi al lido dove andavamo al mare e li aveva piantati nei vasi dello zio del nord, per lasciargli in casa una traccia delle proprie vacanze al mare.
Adesso sta succedendo la stessa cosa a noi.

23/08/19

Ferie - day #16


In attesa dal parrucchiere per farci tagliare i capelli.

22/08/19

Ferie - day #15


L'alba sulla pista dell'aeroporto di Palermo.

21/08/19

Ferie - day #14


Le vacanze stanno finendo...

20/08/19

Ferie - day #13


Il vento mi ha portato questa carta. È l'asso di coppe nelle carte siciliane. L'ho assunta a segnalibro.

19/08/19

Ferie - day #12


Io l'ho girata la Sicilia, ci sono nata, ci ho vissuto 38 anni, la conosco: il mare più azzurro (escludendo le isole minori) è in provincia di Messina.