23/11/20

La mia nuova ossessione

Ormai mi conoscete, sapete che non sono capace di mezze misure. Ho una nuova ossessione-fissazione: i libri per bambini.

Oddio, li ho sempre amati, letti, comprati, regalati, ma adesso la cosa mi sta sfuggendo di mano. Ormai convoglio tutto il budget per i libri solo esclusivamente in libri per bambini, ché tanto ormai ho deciso che i libri "da adulti" me li ascolto in audiolibro. Ma il vero problema è che i libri per bambini sono TANTI, e quasi tutti BELLISSIMI, e LI VOGLIO!

La fregatura sta nel fatto che ormai basta cercare un qualsiasi libro per bambini su youtube per trovare almeno una maestra/educatrice/appassionata che lo ha letto durante lo scorso lockdown, e questo da un lato aiuta a fare acquisti mirati (mi è capitato purtroppo di comprare libri che inizialmente mi sembravano imperdibili mentre si sono poi rivelati deludenti), ma dall'altro lato toglie ogni possibilità di freni inibitori nella compulsione degli acquisti. Mi suggeriscono un libro? Lo cerco su youtube. Leggo il testo, guardo le immagini, ne valuto il potenziale. Mi piace. Lo voglio. Chiedo a un paio di librerie del mio quartiere se ce l'hanno, e purtroppo spesso non lo hanno disponibile. Ma io devo averlo, ormai lo conosco, mi è piaciuto, non posso più vivere senza. Faccio il giro di tutti i siti online che vendono libri finché non lo trovo e lo compro.

Così. Senza freni. Senza ritegno.

Chissà come se ne esce.


20/11/20

Origliare

 Il mio lavoro da casa è pressoché silenzioso. Sto al pc, scrivo email, creo grafiche, rispondo a qualche telefonata, leggo, studio, programmo le attività online, le lezioni di yoga, cerco informazioni utili e inutili, ma fondamentalmente sto in silenzio quasi sempre.

Gli altri, invece, vociano. Se non loro, gli interlocutori.
L'unica con le cuffie è Matilde, che non mi fa sentire cosa dicono i professori e i suoi compagni, ma la sento quando risponde alle interrogazioni sui promessi sposi.

Angelica è proprio en plein air, microfono ambientale e casse a palla per poter far sentire a tutto il palazzo quanto male leggono ancora alcuni suoi compagni in quinta elementare.

L'altro è il Compagno Rerun, rintanato in camera da letto nello spazio tra l'armadio e il balcone, con porta chiusa e auricolari. Non sappiamo a chi fa i cazziatoni, ma talvolta li fa in inglese.

Ed io in cucina, in un open space su cui affacciano tutte le porte chiuse degli altri, a lavorare, disperarmi, e rassicurare mia madre al telefono che no, non sto male, se parlo a bassa voce è solo per non disturbare gli altri.

19/11/20

Sogno

 Sogno la pandemia. Sogno nella pandemia.

Faccio sogni normali, sogni in contesti quotidiani, eppure ci sono mascherine e distanziamenti. Questa cosa sta permeando dentro di me (e come me, tanti altri) senza che riusciamo a contrastarla, a difenderci, a opporci. Io voglio tornare a una vita normale, dove posso abbracciare un amico che non vedo da tempo, o semplicemente stringere la mano quando mi presento a qualcuno che non conosco. Non voglio sognare che indosso la mascherina appena esco sul pianerottolo dietro la porta di casa.

Ne usciremo, prima o poi, in qualche modo. Bisognerà capire in che modo, e soprattutto quando.

18/11/20

Prendo l'impegno

 Devo prendere più seriamente l'impegno che ripropongo ogni volta che scrivo qui, di continuare a scrivere. Eppure non lo faccio.

Ci sono altre cose che assorbono la mia presenza mentale e - sarò anche noiosa e autodichiaratamente vecchia nel dirlo e ridirlo - ma l'interfaccia mobile di blogger fa schifo. Per scrivere sul blog devo farlo da un pc.

Ok, non mi mancano i pc, ne ho esattamente due a mia disposizione. Il problema è che , forse, ho perso l'abitudine. O gli argomenti.

Ma andiamo a noi.

Stiamo bene, siamo tutti in buona salute. Tutti a casa tra DAD, DDI, smartworking e chiusura cautelativa delle attività in zona rossa.

Abbiamo chiuso la ludoteca a inizio mese, anche se in realtà forse potevamo restare aperti, ma tanto non veniva quasi nessuno (ma ti pare che qualcuno si prende la briga di farsi un'autocertificazione per portare il bambino in ludoteca un'ora?) e stiamo provando a fare qualcosa online. I risultati ovviamente sono scarsi, perché noi ci rivolgiamo soprattutto a bambini molto piccoli, e a 2-3 anni è difficile far seguire qualcosa online, è molto più semplice che guardino i cartoni.

Ma pazienza, dobbiamo sperare che vada meglio. Prima o poi finirà tutto questo, in un modo o nell'altro, no?