31/10/18

Il tempo libero

In una vita frenetica e piena di impegni, dove rinunci al sonno per poter avere gli unici 40 minuti quotidiani da dedicare a te, e ti arrabatti costantemente tra la frustrazione di un lavoro che ti gratifica, ti permette di campare, ma ti fa sentire in ostaggio della vita di altri, e il sempre-presente senso di colpa nei confronti delle tue figlie e del poco tempo che dedichi loro, e gli altri doveri nei confronti della casa, della dispensa, del parentado, quando hai un giorno libero all'improvviso, ti ritrovi spaesata.
Come se qualcuno ti avesse mollato di colpo nel bel mezzo di una piazza enorme e circondata dal paese della cuccagna. Sai che hai almeno 7 ore tutte tue, ma non sai come impiegarle - o meglio - vorresti poterle impiegare con tutte quelle cose per le quali non hai mai tempo: leggere, dormire, fare pulizie accurate, passeggiare, fare una telefonata, andare in bici. Non sai dove dirigerti, dal centro di quella piazza, da quella parte o dall'altra? Basteranno 7 ore per poter andare sia di qua che di là? E se non bastasse, quale direzione offre le attrazioni migliori? E se poi fosse una delusione? E se rimpiangessi il tempo impiegato da quella parte, mentre ti sei privata di esplorare dall'altra?

Ti senti così.
E ti ritrovi alle 8 del mattino a guardare fuori dalla finestra e pensare: "E adesso?"

Nella vertigine di tutto il quel-che-potrei-fare, opti per un vegetare consapevole, che con una lavatrice avviata mette a tacere il tuo senso del dovere, e con una passata di smalto sulle unghie appaga il desiderio di fare una cosa da donna adulta.

Poi divano, coperta, musica e sguardo fisso sul soffitto bianco. Adieu.

30/10/18

Terrible two

"Bambina, senti un po' che puzza! Vieni qui, così ti cambio il pannolino"
"No, grazie"

Siamo entrati appieno nella "terrible two", l'età del no-a-tutti-i-costi.
Però con educazione, bisogna ammetterlo.

#lofacciopersoldi

29/10/18

La settimana di passione

Fuori stagione, decisamente.
Per tutta la settimana scorsa si sono susseguite malattie, vere e immaginarie, prima per l'una e poi per l'altra figlia, mentre la mamma eroicamente resiste, ché la malattia, vera o immaginaria che sia, è cosa che non può permettersi.

Questo per dire che ancora resisto, imperterrita.

19/10/18

90s Italia

Sono nata negli anni '70, ho imparato a leggere negli anni '80 ma sono davvero cresciuta negli anni '90.
Per una curiosa concomitanza di disservizi e presunzione di diritti inesistenti, alle scuole medie ho studiato francese, e a quei tempi si studiava una sola lingua straniera, ed ho proseguito anche al liceo dunque non ho mai davvero imparato l'inglese. Non l'ho mai studiato in modo ragionato e strutturato, come si può fare a scuola, né ho mai avuto modo e occasione di praticarlo dal vivo.
Solo dopo il diploma, con l'arrivo di internet a casa, ho iniziato a sforzarmi di decifrarlo, e tale continua ad essere il mio livello attuale: mi sforzo di decifrarlo e di, eventualmente, farmi capire. Un livello che mi ha permesso di viaggiare all'estero e tornare, di dare indicazioni ai turisti, di sostenere conversazioni semplicissime e poco altro, ma questa gravissima lacuna, durante l'adolescenza, mi ha precluso la musica straniera. Perché quando hai 16 anni e ti struggi di nemmeno-tu-sai-cosa vuoi ascoltare canzoni che parlino a te e di te, e lo scoglio linguistico è insormontabile.
Per questo motivo la musica con cui sono cresciuta, sono passata dallo status di bambina a quello di donna, è la musica italiana di quegli anni, dalla Pausini a Grignani, dagli 883 a Bersani, da Antonacci a Giorgia.

Ecco perché sono drogata della play list '90 Italia su Spotify.

18/10/18

Nina sente

Ho appena finito di ascoltare l'audiolibro "Nina sente", di Elasti, letto da lei stessa. Non ho mai letto nessuno dei suoi libri precedenti perché ho sempre temuto che fossero troppo autobiografici e ispirati/scopiazzati dal suo blog. Persino quello sulla ragazza alla pari, per quanto "di fantasia" sarebbe stato pericolosamente, liberamente ed eccessivamente tratto dalla sua vita.
Non ho nulla contro De Lillo, ci mancherebbe altro. Ho iniziato a seguirla quando ha iniziato anche lei col blog. Stavamo su Splinder insieme, all'epoca, eravamo entrambe due mamme che scrivevano sul proprio blog della quotidianità domestica. Tra l'altro i suoi tre figli si intersecano anagraficamente con le mie, per cui eravamo davvero sulla stessa barca.
Certo, ammetto di aver rosicato per parecchio quando lei è riuscita a "sfondare" come blogger, in quel momento storico in cui i blog andavano fortissimo, ma l'ho sempre seguita con stima. Ora la ascolto quotidianamente alla radio e la trovo molto garbata e intelligente.

"Nina sente" è un giallino. Nel senso che c'è un morto di mezzo ma non è certo l'argomento principale del romanzo. Lo stile discorsivo è piacevole, il linguaggio e i dialoghi sono verosimili, la caratterizzazione dei personaggi è nel definita, anche se scivola nei cliché ogni tanto, ma glielo perdoniamo perché tutto il romanzo gira intorno ad un'ambientazione che è un cliché per eccellenza, dunque diventa verosimile.
Poi letto da lei è proprio una chicca. Lo consiglio.

17/10/18

Rimedi da bambini

"Ahia! Bambina, fai piano, oggi sono tutta dolori. Sono andata a fare un giro in bici dopo tanto tempo, e mi fa male dappertutto"
"Ahia"
"Sì, oggi sono tutta ahia, ahia da tutte le parti, le braccia, le gambe, la schiena, addirittura fino al culetto..."
"Il culetto"
"Si, mi fanno male pure i muscoli del culetto"
"Il culetto. Fa male il culetto"
"Si, mi fa male il culetto"
"Mettiamo la cremina!"

Ben mi sta.

16/10/18

Nel 2019

Ho appena segnato sul calendario un impegno per il 2019, nonostante siamo ancora a metà ottobre.
Però è una serata al Regio, per l'opera, e allora è bellissimo così. :-)

15/10/18

I segni

Quando ti chiede di comprarle delle brassiere; quando il suo numero di piede non rientra più nel reparto kids e dovete guardare in quello donna; quando la sorprendi a mettersi il tuo rimmel.
Questi sono i segni che tua figlia sta crescendo piu in fretta di quanto tu stai invecchiando.

#noncelapossofare

11/10/18

Summa maxima

Sveglia alle 4.50, yoga e meditazione fino alle 5.40, colazione e preparazione del pranzo; alle 6.20 sveglio le mie figlie, alle 6.25 inizio a preparare la loro colazione ma alle 6.30, con Angelica in bagno, arriva Matilde in cucina e mi dice "Mamma, vieni un attimo". 

La prima cosa che penso è che Angelica stia male, o che ci sia qualche mostro interdimensionale che si è materializzato nella sua stanza, ma Matilde mi porta all'ingresso e mi dice "C'è una sorpresa". Mi aspetto il tradizionale biglietto di auguri hand&heart made, ma va per aprire la porta di casa. 
Per un attimo fugace temo che ci sia qualcosa, tipo un serpente inchiodato alla porta, o una testa di capretto sullo zerbino, invece no. C'è lui, alle 6.30 del mattino, con un mazzo di fiori.

Abbracci, baci, emozione e commozione. 
Si era messo d'accordo con Matilde ieri sera per farmi questa meravigliosa sorpresa e, mentre li abbraccio entrambi, tra le lacrime di gioia e i cuoricini che svolazzano intorno a noi, dal bagno la voce di Angelica urla: "Ma che sta succedendo? Mi sentite? Qualcuno mi porta la carta igienica?! Dove siete?!".
Ecco, direi che il giorno del mio quarantesimo compleanno si è presentato come summa della mia vita, in tutte le sue sfaccettature. 



10/10/18

La tessera del mhh

"Mamma mi prendi la tessera dell'autobus nella tasca dello zaino?"
"Tieni. Ora mi raccomando, quando arrivi a casa avvisami ma poi non ti distrarre più e fai i compiti"
"La tessera dell'autobus ha la stessa metrica della macchina del capo"
"Matilde sto parlando di cose serie"
"Si, mamma,, ti ho sentito. Te l'immagine, la tessera del mhh ha un fsss nella gomma"
"Matilde"
"Si mamma, appena arrivo ti avviso e poi mi faccio i compiti"
"Bene. E quando arriva Angelica fate prima merenda ma poi chiedile se ha compiti e se ha bisogno di aiuto"
"..."
"Magari ha bisogno di qualcuno che la ascolti mentre ripete"
"..."
"Lo so che vi chiedo tanto, ma io purtroppo ho questi orari e non posso farne a meno. E non potete nemmeno aspettare che io torni a casa per fare i compiti"
"..."
"Ma mi senti? Perché sorridi?"
"No niente, è che stavo ancora canticchiando in testa la tessera del mhh ha un fsss nella gomma"

Homer, esci da questo corpo.
#noncelapossofare

09/10/18

Eri bellissima

"Me lo ricordo pure io il giorno del tuo matrimonio. Eri bellissima".

Oggi sarebbero stati 14 anni. Io me lo ricordo ancora come se fosse stato ieri. Ci sono sensazioni, emozioni e pensieri lucidi che ricordo perfettamente. Uscendo da casa, quando mi sono guardata allo specchio dell'ascensore (in cui potevo stare solo io, il mio abito e il mio velo), mi sono vista e mi sono detta "Sta succedendo davvero, lo stai facendo davvero", nel bene e nel male, al punto che ho anche pensato che non si dovrebbe mai lasciare che una sposa resti da sola davanti a uno specchio nel giorno del suo matrimonio.
E poi l'ansia, e le lacrime a dirotto entrando in macchina, con mia cognata accanto che non sapeva come tamponare il trucco che si stava sciogliendo, e mio cognato, alla guida, che si è fermato lungo la strada a comprare due chili di riso per farmi stare tranquilla visto che non avevamo avuto conferma che qualcuno se ne fosse ricordato.

Ho in memoria centomila ricordi e aneddoti di quel giorno e posso affermare con serenità che nessuno di questi porta con sè dolore, rabbia, tristezza o rammarico.
Nonostante tutto, nonostante l'epilogo, mai una sola volta, in questi 5 anni, mi sono giudicata stupida perché ero stata raggiante di felicità il giorno del nostro matrimonio.

Ero bellissima, mi ha detto stamattina una persona molto cara che quel giorno era accanto a noi. "Ero giovanissima", ho risposto, ma è vero che ero anche bellissima.

08/10/18

L'amica

Un fine settimana al profumo di mare, suono e rumore della mia terra, sapore di dolci autunnali, risate, lacrime e tante, tante parole.
Ho lasciato tanta gente in Sicilia, tanti pezzi di cuore, ma per fortuna ogni tanto alcuni di questi vengono a trovarmi a Torino e mi fanno sentire di nuovo a casa per qualche ora.

04/10/18

Livello tecnologico

Il fatto che mio nipote arrivi a casa mia e chieda al forno a microonde di fargli sentire il valzer del moscerino alla stessa maniera di come lui, a casa sua, si rivolge al suo home assistent, mi fa capire due cose.
La prima è che stiamo sottovalutando la dimensione di quanto questi "nativi digitali", i "millennial" ce la faranno prendere in saccoccia tra una ventina d'anni al massimo, ossia quando la generazione degli '80 sarà anziana; e la seconda è che persino un bambino di un anno e mezzo, arrivando a casa mia, riconosce che l'oggetto tecnologicamente più avanzato di tutta la casa è il forno a microonde del 2004.

03/10/18

La nuova babysitter

La baby-sitter che fino a pochi giorni fa si occupava di accompagnare Angelica a scuola e poi riprenderla e portarla a casa, ha trovato un altro lavoro. Non che ci volesse molto a trovare un lavoro più remunerativo di quello che offrivo io, ma sta di fatto che, per movimentare ancora un po' le mie giornate, mi sono pure sorbita due giorni di colloqui conoscitivi con ragazze, donne, signore di variegata natura, estrazione sociale, età e ambizioni.

Quella notevole era la signora di 58 anni. Che non entro certo nel merito dell'età in sé, quanto nel rinforzo della consapevolezza che tra vent'anni pure io sarò ancora ad annacarmi i figli degli altri.

Insomma, alla fine ha vinto la neolaureata siciliana che abita vicino, per cui anche dal suo punto di vista può valere la pena di farsi sottopagare da me.
Se non altro non avrà colpa del peggioramento della polentonizzazione del linguaggio delle mie figlie, come invece accadeva con la piemontesissima ragazza di prima, che al primo giorno in cui era andata a prendere Angelica a scuola le aveva chiesto "Com'è?".

"Mamma, mi ha chiesto com'era ed io le ho risposto che era bello, ma in realtà non ho capito a cosa si riferisse".
Figghia mia :-)

02/10/18

In sala d'attesa

Fa un certo effetto ascoltare dalla sala d'attesa i discorsi di una coppia che fa terapia nella stanza adiacente. 
Prima pensi che gli studi associati degli psicologi dovrebbero avere la stessa struttura degli studi insonorizzati delle sale di registrazione, poi ascolti. 
Non è tanto l'argomento, e nemmeno i toni che usano reciprocamente i due.
Il vero dubbio che hai riguarda chi ha avuto modo di ascoltare te, in una situazione analoga e capovolta. Chissà cosa ha pensato.

01/10/18

Come ti chiami?

"Come ti chiami?"
"Tambino"
"Bambino, Ba. Ba. Bambino"
"Tambino"
"Ascolta, Ba. Bbbba. Bambino. Bbbba. Ripetilo, Bbbbbba"
"Bbbbbba"
"Esatto! Bbbbbba. Bambino"
"Bbbbbba. Bbbbbba...tambino"