28/06/19

Buon segno

"Arrivo subito da voi... Ma... Posso mettere via la panna, vero? Se non sbaglio voi non la prendete..."

Quando un gelataio sa già cosa prendi e cosa non prendi, è sicuramente un buon segno! :-D

27/06/19

Esami

Sembra ieri che l'ho partorita, e oggi l'ho guardata e ascoltata mentre esponeva la sua tesina per gli esami di terza media.

Ho retto tutto, ho retto bene, anche quando qualche domanda l'ha messa in difficoltà, ma l'inglese no. Quando l'ho sentita parlare in inglese con la professoressa è stato come se avessi realizzato all'improvviso che ha una vita, un'esistenza, un curriculum totalmente "altro" da me. È figlia mia, l'ho fatta io, ma non è me e non ha nemmeno più molto legami che la vincolano a me, ormai va da sola e va anche bene.
È stato lì che mi sono commossa.

26/06/19

Incidenti

Cammino per strada e sento il botto. Sono a una decina di metri da uno dei peggiori incroci di questa parte della città. È inequivocabilmente avvenuto un incidente.
Noto tra i passanti qualcuno che si ferma per un istante, ma poi prosegue. Mi avvicino all'incrocio. Intravedo oggetti scuri sull'asfalto. La gente sembra non accorgersene, dedicando loro solo fuggevoli sguardi rapidi. Arrivo. In realtà è un paraurti, in due o tre pezzi. Mi chiedo dove siano le due macchine incidentate e sono lì, a due metri, accostate al marciapiedi, con le quattro frecce e i due conducenti che stanno compilando un foglio di constatazione amichevole. In tre minuti dall'urto questi, senza prendersi a male parole, senza urla, senza scenate, senza ostacolare il traffico, si stanno già accordando in modo garbato e civile.
Torinesi.

25/06/19

Al 100%

"Eppure, mamma, secondo me tu dovresti vedere quella serie che seguo su un canale telegram che hackera Netflix"
"Quella della ragazzina, con quell'altro ragazzo che poi si bacia con un altro...?"
"Sì, quella che poi crede di essere incinta, ma in realtà aveva fatto male il test di gravidanza..."
"Ah"
"Eh, già"
"E tu che ne sai dei test di gravidanza?"
"Ne so"
"Cioè? Cosa ne sai? Com'è fatto?"
"È un cosino con una spugnetta, si fa pipì e se è positivo spuntano due linee"
"Bene. Sai come farlo. E sai anche come non rendere mai necessaria l'esigenza di farlo?"
"Certo. Usando i metodi contraccettivi"
"Interessante. E quale è il più sicuro in assoluto?"
"Il preservativo"
"Mmmh, il preservativo ti protegge anche dalle malattie, ma non è il contraccettivo più sicuro in assoluto"
"La pillola"
"Nemmeno. Dico il metodo sicuro al 100%, l'unico che non sbaglia mai, ma proprio mai... E che è quello che tu dovresti usare per almeno i prossimi 5 anni"
"..."
"..."
"Ho capito"
"Quindi?"
"I risvoltini, i calzini coi sandali e... sbagliare un congiuntivo"

Ragazza seria <3

24/06/19

21/06/19

Superato il limite

"Dai, forza, facciamoci del male. Facciamolo, mamma".
Matilde ha tolto le scarpe e si è accostata al muro. Io avevo in mano un libro pesante dalla copertina rigida e una matita.
Lei si è raddrizzata ed ha chiuso gli occhi mormorando "tipregotipregotipregotipregotiprego"
Le ho poggiato il libro sulla testa, poi lei si è scostata ed io ho tracciato il segno con la matita.
Lei ha preso il metro e l'ha bloccato al pavimento, mentre io lo srotolavo fino al segno della matita.

"Ti prego, dimmi che è almeno 150"
"Perché proprio 150?"
"Perché sarebbe ridicolo andare al liceo e non essere alta almeno un metro e mezzo"
"Vabbè, ma hai ancora tutta l'estate davanti, andrai al mare, prenderai il sole, sintetizzerai la vitamina D..."
"Mamma, smettila di tergiversare e dimmi quanto solo alta"
"Centocinquantuno virgola due"
"Ma dai?! Ho persino superato il metremmezzo?!"

È una nanerottola adorabile.

20/06/19

La prova gonna

A me della prova costume è sempre importato poco. Ho sempre avuto una sorta di accettazione-rassegnazione al mio corpo esposto in spiaggia e, molto spesso, mi sono resa conto che altre ragazze e altre donne con più cellulite di me se ne stavano belle tranquille in costume e allora l'importante era non essere la peggiore in spiaggia.
Poi ho iniziato, davvero, a fregarmene. Non ho mai avuto un corpo da modella e, onestamente, non lo avrei mai desiderato. Troppa fatica mantenerlo.

Risento pesantemente, però, della prova-gonna in estate. In realtà anche in inverno, ma mi rendo conto che la vera causa di questa apprensione non sta soltanto nell'effetto estetico complessivo, ma soprattutto nel condizionamento culturale di cui sento il peso del giudizio.
Quanto può essere corta una gonna affinché mi si ritenga entro i limiti del decoro?
Ecco, sarebbe semplice rispondere: fino a quando io stessa mi sento a mio agio indossandola. E ci sta, come risposta, il problema è che, però, non riesco a liberarmi del tutto dal peso del giudizio di chi incontro.
Io ho problemi di termoregolazione. Tanto freddo sento in autunno, inverno e primavera, quanto caldo sento in estate. E in estate non tollero le gambe coperte, non ci riesco, soffro, anche con leggings leggeri, anche con pantaloni a pinocchietto. Di sicuro devo avere le caviglie e i polpacci scoperti, meglio ancora se pure le belle cosciazze cellulitiche.
In estate non riesco a fare a meno della gonna. Della minigonna.

Fino all'estate scorsa l'ho indossata con disinvoltura. Me ne frego del biancore delle gambe, della buccia d'arancia, dei capillari e persino dei peli non sempre freschi di ceretta, che mica una se la può fare ogni due giorni.
Fino all'estate scorsa.
Da questa settimana ho iniziato a indossarla e noto gli sguardi dei passanti.
So bene che non ho belle gambe, ma non mi importa molto, visto che farmi ammirare le gambe non è lo scopo principale della mia vita, il problema è che non capisco che cosa, davvero, attira lo sguardo degli altri.
Mi viene il dubbio che ritengano la mia mise "indecorosa" contestualizzandola all'età, allo status, al fatto che sono in un giardinetto con due bambini di due anni ecc.
O forse, come sempre, è cambiato il mio modo di percepirmi e lo proietto sugli altri. Forse, semplicemente, si è modificato il mio livello di agio ed è questo che viene percepito dagli altri e quindi da me attraverso i loro sguardi.

Devo comprarmi una gonna più lunga.

19/06/19

L'animale che mi porto dentro

di Francesco Piccolo.

Mi sono resa conto che di Francesco Piccolo sto leggendo solo i libri autobiografici.
"L'animale che mi porto dentro" racconta l'evoluzione da ragazzino a uomo adulto e maturo di tutto ciò che riguarda l'essere maschio. È divertente e abbastanza ironico, ma per certi versi lascia emergere la tragicità di certe situazioni che riguardano, soprattutto, l'essere maschio. Mi ha molto sorpreso.
In alcuni tratti mi sono persino riconosciuta, non tanto come "maschio" ma come portatrice di acne giovanile, in molti altri casi ho pensato parecchio ad alcuni amici maschi, per i quali mi è facilmente partito "il giudizio" in passato senza soffermarmi a cosa significa, davvero, "essere maschio" nell'occidente contemporaneo.

Francesco Piccolo mi piace, l'ho scoperto da poco e mi pento di non averlo potuto seguire di più.

18/06/19

Che cosa li spinge?

Che cosa spinge la gente che mi incrocia coi Bambini a chiedermi: "Sono gemelli?"
Si sentono originali? Simpatici? Credono che io frema per qualcuno che mi chieda se sono gemelli in modo da poter avviare tutto il mio repertorio di aneddoti?
Si credono gli unici a farmi questa domanda? I primi? I primi del mese? Della giornata? Della passeggiata?
Cosa spinge la gente a rompermi le scatole mentre faccio già fatica, per strada, a condurre a passeggio due bambini di due anni e nove mesi?

Spingitori di rompica##o su rieduchescional channel.

(Oggi è stato pesante, si capisce?)

17/06/19

Vai (e torna)

Quando alla fine dell'estate 2018 Matilde mi ha chiesto di portarla al concerto di Ed Sheeran, io non l'ho escluso a priori. Le ho detto: vediamo le date, vediamo dov'è e poi decidiamo.
Poi sono state pubblicate le date e le città e la più comoda è stata quella di Firenze, dove c'è mio fratello, l'ex sKafazzato, che da un paio d'anni vive e lavora lì.
La data però, il 14 giugno, era una scommessa contro la sorte per quel che riguardava gli esami a scuola. Il costo, inoltre, non era proprio proibitivo, ma nemmeno incoraggiante. Lo zio sKafazzato ha assunto il ruolo di "zio d'America" e ha detto che gliela portava e i biglietti glieli regalava lui. Tanto, se per qualche ragione (esami a scuola) non si sarebbe potuto più fare lui ci avrebbe messo un minuto a rivenderseli.

E così passano i giorni e i mesi e questo pensiero del concerto di Ed Sheeran è stato la carota appesa al bastone davanti all'asinello per farlo camminare. L'ansia per gli esami si era trasformata in ansia perché nessuno scritto fosse calendarizzato per il 14, perché altrimenti Matilde il treno lo doveva prendere nel pomeriggio e sarebbe arrivata la sera e magari non avrebbe fatto in tempo a trovare un buon posto sul prato.
A fine aprile il calendario degli esami ci rasserena e compriamo il biglietto del treno. A costo di spendere di più, scegliano un frecciarossa. In tre ora arriva, fa solo tre fermate, passeggeri soltanto per lunghi tragitti. Insomma, fermo restando che il mostro si annida ovunque, era la soluzione più sicura perché una ragazzina di 13 anni e mezzo andasse e tornasse viva e senza perdersi chissaddove.

Arriva la mattina del 14. Nei suoi occhi c'erano l'entusiasmo e la paura di chi sta per fare una cosa bellissima che desidera da tempo ma che non ha mai fatto prima.

"Ciao Matilde, buon viaggio. Divertiti e goditela, ma mi raccomando: torna sana, salva e illesa nel corpo e nello spirito".

Ebbene, l'ha fatto.

14/06/19

Ce l'ho

Mi erano piaciuti fin da subito. Lei mi ha accolto con entusiasmo, la bambina con un sorriso sdentatissimo, lui è stato attento e silenzioso.
Abitano a un chilometro e mezzo da casa mia, 8 minuti di autobus, probabilmente 20 a piedi e al massimo 6 in bici.
Che ero piaciuta, me l'hanno detto fin da subito. Incuriositi dal mio curriculum, volevano conoscermi per capire (e secondo me verificare) che fossero vere tutte quelle competenze, conoscenze, capacità che millantavo.
Poi la bambina ha battuto la fronte sul tavolo. Pianti disperati, ombra di senso di colpa negli occhi del padre, che l'aveva in braccio, imbarazzo e senso di inadeguatezza nella voce della madre. Io ho preso un giochino che stava sul tavolo e l'ho porto alla piccola, sorridendo. "Guarda cosa ti do".
Ha smesso istantaneamente di piangere e mi ha guardato, poi ha guardato il giochino.
"Dai, prendilo, è morbido, guarda"
Occhi su di me, occhi sul giochino.
"Forza, allunga la manina, afferralo"
La bambina afferra il giochino, lo porta alla bocca, sorride.

Ecco, in quel momento ho sentito squillare le trombe degli angeli maggiori, minori e di passaggio, mentre i più festaioli sparavano i fuochi d'artificio.

Ho capito che avevo vinto. L'unico dubbio restava - naturalmente - quello economico.

Sono stata tutta la settimana a sperare, perché in confronto ad altre situazioni con cui mi sono relazionata, mi sono sembrati i più seri, stabili, desiderosi di collaborare. E la vicinanza a casa è impagabile.

Oggi, finalmente, mi chiama la mamma dicendo che ci hanno pensato per tutta la settimana, incontrando anche altre due aspiranti tate, ma alla fine hanno scelto me, e accettano anche le mie condizioni economiche.
Mi hanno tolto un peso dal cuore che nemmeno immaginano.

Ho un nuovo lavoro per settembre. Ce l'ho.

13/06/19

Nove

Sei stata un grande impegno fin dal primo momento. Sei stata pesante, insopportabile, soffocante. Sei stata capace di dimostrazioni estreme di amore e di odio, come se non esistessero mezze misure.
Oggi compi 9 anni ed hai delle capacità e maturità che io non avevo nemmeno a 18.
Amarti non è facile, ma non farlo è impossibile.
Auguri Angelica, buon compleanno.

12/06/19

Autostima a mille

Mi ha chiamato una delle centordici mamme con cui ho fatto un colloquio negli ultimi giorni per propormi un contratto con una tariffazione oraria superiore a quella che ho chiesto io pur di spingermi ad accettare.
Quasi sicuramente rifiuterò perché ha delle necessità incompatibili con la mia disponibilità, ma mi ha molto lusingata questa cosa.

11/06/19

La prima prova

Matilde è sopravvissuta alla prima prova, quella di italiano, per gli esami di terza media.
Sì, Matilde quest'anno sta affrontando gli esami di terza media.
Non guardatemi così, lo sappiamo tutti che sembra ieri che, su questo blog, parlavamo di spannolinamento, di fatina dei ciucci e di dialoghi surreali. Il tempo passa per tutti e, sì, ho una figlia che sta affrontando gli esami di terza media.

10/06/19

36 minuti e 20 secondi

Domenica mattina, apro gli occhi, vedo una notifica sul cellulare, guardo.
Un messaggio vocale da parte di Gandalf. 36 minuti e 20 secondi.
Ormai da diversi mesi abbiamo preso l'abitudine di comunicare attraverso messaggi vocali che possiamo ascoltare e registrare in differita, visto che i nostri orari non coincidono mai e quando per l'uno potrebbe essere un buon momento per farsi una chiacchierata al telefono, non lo è per l'altra e viceversa.

"Ciao Lucy, sto a tornà da-a serata coi colleghi, se semo magnati n'amburgher buonissimo ma soprattutto me so' bbevuto 'na birra bbona, ma bbona, che era tanto che nun me bbevevo 'na birra così bbona, un gusto così pieno, così rotondo... Era la più forte che ci avevano, nove gradi, che pe' na birra so' tanti nove gradi... Ora sto tornando a casa ma me sa che non ci ho molto da dirte... Poi sto pure ad ascoltà la radio... Ce metterò na quarantina de minuti pe' arrivà a casa, ma mica te posso mannà un audio de quaranta minuti! E chi te sente, poi? Anche se, a ben rifletterci, sarebbe proprio carino che poi tu fai lo screenshot e lo pubblichi sul blog, tipo dicenno ma guardate a sto cojone che me manna un audio de quaranta minuti! Ha! Ha! Ha! Sarebbe proprio na figata! E ner frattempo che tte dico? Te faccio sentì la radio, va'"



Cose così soltanto con chi si vuole bene. Ma proprio tanto, eh?


07/06/19

È finita

È finita la scuola ufficiale, ma non siamo in vacanza.
Da lunedì Angelica andrà al centro estivo, con orari scolastici. L'unica differenza è che non dovrà studiare (per quanto ci sarà la possibilità di portarsi il libro delle vacanze e fare qualcosina in quella mezz'ora di digestione post pranzo).
Matilde, invece, deve affrontare gli esami di terza media. Martedì, mercoledì e giovedì gli scritti e poi lunga agonia fino agli orali del 27 giugno.
È finita, ma non è finita per niente e credo che sarà già un miracolo sopravvivere fino a fine mese.

06/06/19

Avete presente?

Avete presente quando il bambino ha più di due anni e inizia a fare caldo e allora ne approfittate per iniziare lo spannolinamento, ma chiaramente  deve ancora imparare bene, capire come funziona, e allora il bambino va spisciazzando ovunque manco fosse un animale che marca il territorio, e vi ritrovate a raccogliere pipì da terra, dal tappeto, dai giocattoli, dal divano, dai libri (!), dal seggiolone...?
Ecco, ora immaginatene due.


05/06/19

Diamoci del tu

Quando mi presento alle famiglie, quasi sempre le mamme, per iscritto, rispondendo alle loro offerte di lavoro per tata, ovviamente do del lei. Mi sembra un modo serio e professionale con cui iniziare una comunicazione, per far capire da subito che non hanno a che fare con una ragazzina improvvisata babysitter per intascarsi quattro soldi per comprarsi il jeans firmato, ma una persona matura, affidabile, seria, competente e - importantissimo! - costosa.
In genere, dopo un paio di messaggi, ci si sente al telefono per definire i dettagli e, se va bene, ci si incontra. Io, ovviamente, al telefono parto con il "lei" ma immediatamente dopo dico "vabbè ma diamoci del tu, tanto saremo sicuramente quasi coetanee", che mi serve per fare capire che sono sì una professionista seria, ma non "seriosa", non mi sento la guru della puericultura, la grande maestra pedagoga, la santona dell'accudimento o cose simili.
Ecco, finora era andata bene perché davvero ho incontrato mamme mie coetanee o quasi, qualcuna persino più grande di me, tranne lei, quella che si è ostinata a darmi del lei ha n modo imbarazzato, sia sui messaggi che per telefono, che quando ci siamo incontrate.

La devo smettere di dire "diamoci del tu che tanto saremo quasi coetanee", perché poi mi capita la neomamma di 27 anni che mi guarda con lo sguardo di chi sta pensando "col cavolo che siamo coetanee! ti piacerebbe, eh?"

04/06/19

Nelle case dei ricchi

Camminare a piedi sulle strade dei quartieri dei ricchi è un'esperienza che segna. Ad ogni passo ti sembra di profanare qualcosa di sacro e inviolabile: il silenzio cauto che aleggia per quelle vie.
Ville e villette che si intuiscono dietro muri di cinta che proteggono i giardini privati da occhi indiscreti, campanelli senza nome, al massimo numeri o, nella più plebea delle ipotesi, le iniziali di chi ci abita.
Ti senti fuori posto, comunque e a prescindere, e non solo perché sei vestita "normale" e chiunque ti possa vedere ti prenderà per la domestica di qualcuno che sta uscendo da lavoro, ma ti rendi conto che se anche fossi vestita "da matrimonio" saresti una nota stonata, per il modo di camminare, di guardarti intorno, di respirare.

03/06/19

Un errore di stampa

Ma come è possibile che una persona che, dopo aver parlato di un certo giorno nel rapporto numero/giorno della settimana, ad esempio "mercoledì 7", ed aver constatato coi suoi occhi sul calendario che il rapporto non coincide, perché quel numero non corrisponde al giorno della settimana, stabilisce che l'errore è del calendario, perché è sicura che "il 7 è mercoledì, sarà un errore di stampa sul calendario", com'è possibile, dicevo, che questa persona sia arrivata tutto sommato incolume all'età adulta facendo ragionamenti di questo tipo?