30/03/10

Altre due tasche per il portaoggetti, più una sorpresa...

Ecco finito anche il castello...

...e il bosco.

E adesso: indovinate che cosa è questo? Ma soprattutto.... *CHI* lo sta ricamando? :-D

(Matilde non fa che ripetere, mentre ricama, che questo sarà il primo bavaglino del fratellino/sorellina... Quando io ho iniziato i ricami delle tasche del portaoggetti lei ha insistito per ricamare qualcosa anche lei. Testuali parole: "Perché altrimenti, quando nasce, cosa deve dire? Ma che è? E mia sorella che cosa ha fatto per tutto questo tempo? E' stata lì a rigirarsi i pollici???")

29/03/10

Mio marito e l'aquilone


E' inutile che io, su questo blog, mi ostini a chiamarlo "Schroeder". Mio marito è Charlie Brown, in tutto e per tutto...
:-P

28/03/10

Dalle due alle tre

"Mi sono puntato la sveglia alle due"
"Perché?"
"Perché stanotte cambia l'ora"
"E ti sei messo la sveglia alle due?"
"Si, perché l'ora che si salta sono proprio le due: passiamo dall'1.59 alle 3. Perché per una convenzione internazionale... bla... bla... bla... bla..."

Mio marito non ha capito che il mio sguardo un po' allarmato e un po' assente non era certo dovuto alla convenzione internazionale che stabilisce quando deve avvenire il cambio dell'ora...

26/03/10

Fatto!

Sono uscita di casa bella pimpante, annunciando a Woodstock e a me stessa: "Andiamo a fare la nostra bella figuraccia quotidiana!".

Tutta la mattina ho pensato e ripensato, ho scritto una dedica "commemorativa" dell'evento sul frontespizio del libro, quindi sono giunta alla conclusione che il luogo migliore per incontrare "lo/a sconosciuto/a" fosse la stazione.

Vado in macchina o a piedi? Meglio a piedi... magari incontro per strada già un viso che mi ispira e non ho bisogno di andare oltre. Scendo di casa un'ora prima del solito, così ho tutto il tempo per arrivare alla stazione, regalare il libro e tornare verso il centro per prendere Matilde a scuola.

Già per strada incontro qualcuno che mi ispira, ma non ce la faccio. Non riesco a trovare il coraggio di fermare un passante, dargli il libro e... poi? Andare dove? Proseguire per la mia strada oppure torno indietro? Non voglio lasciare all'altro troppo tempo per seguirmi con lo sguardo, non lo sopporterei...
La stazione è il luogo ideale: scelgo lì il viso ispiratore, tra le persone che aspettano i treni, quindi me ne vado in fretta. Il piano è ottimo.

Avvicinandomi alla stazione vedo ragazzi salire verso il centro: hanno inequivocabilmente l'aria di quelli che sono appena arrivati. C'è una ragazza che mi ispira, ma sale velocemente lungo l'altro marciapiede, quindi lascio stare. Ecco: credo che la scelta migliore sia su una donna, in ogni caso... magari se fermassi un ragazzo crederebbe che voglio acchiappare...

Arrivo alla stazione. Do un rapido sguardo ai passeggeri in attesa. C'è un ragazzo con gli occhialoni e il tascapane che non può non aver già letto Pennac. C'è una signora di mezza età... forse lei? Considero chi tra loro è il più isolato dagli altri... non voglio mica mettermi a fare davanti ad altri il discorsetto che mi sono preparata.

Va behe, mi decido, vada per la signora. Scendo il sottopassaggio e arrivo al binario 2. La signora sta accanto ad un uomo anche se non sembra che si conoscano. Il ragazzo con gli occhialoni è più lontano. Va bene, vada per lui. Tanto il treno arriverà a minuti ed io me ne andrò subito.
Mi avvicino e il treno arriva. Ecco: sempre in ritardo, i treni, quando servono... proprio oggi quello delle 12.08 arriva in anticipo.
Il treno si ferma e tutti quelli che aspettavano salgono dalle porte. Ok, aspetterò il prossimo.
Mi siedo sulla panchina, il treno è ancora fermo perché è in anticipo. Il ragazzo con gli occhialoni si affaccia fuori dal finestrino ed io, in pochi istanti, mi faccio il conto se convenga oppure no dargli il libro così, al volo. Ma il finestrino è alto... e se non ci arrivo? Che razza di figura sarebbe se gli facessi il discorsetto, gli porgessi il libro e poi lui non riuscisse ad afferrarlo?

Lo faccio o non lo faccio? Il capotreno fischia, chiude le porte; il treno parte. Non lo faccio.

Mi si libera la visuale sui cartelloni dei treni e il successivo è alle 12.45! Mannaggia! Ho perso l'occasione! Potevo provarci comunque col ragazzo con gli occhialoni, e invece mi sono fatta tremila paranoie.

La stazione è, ormai, praticamente vuota.
Un uomo con un bambino, una donna con una signora anziana e un ragazzo dall'aria strana, mezzo intellettuale e mezzo sfasciato. Arriva un'indiana, mangia crackers... Non me la sento di darlo a lei, magari nemmeno capisce quello che dico.
Arriva sul binario un uomo con la faccia da ignorante... no, questo magari lo butterebbe. Arrivano due ragazzini tutti fikissimi... mi prenderebbero in giro per tutto il resto della loro vita...
Sono già le 12.15 ed io devo essere a scuola da Matilde entro mezz'ora. La strada è in salita ed io sono zavorrata... che faccio? Basta, me ne vado. Decido di provarci col ragazzo mezzo intellettuale e mezzo sfasciato, nella speranza che la sua personalità dominante sia quella dell'intellettuale. Scendo di nuovo nel sottopassaggio e riemergo vicino all'ingresso in stazione.

Ed eccomela davanti.
Una ragazzina, avrà 18-19 anni: trucco leggero, aria intelligente, sguardo sveglio. E' lei.

"Scusami... posso farti una domanda?"
"Si..."
"A te piace leggere?"
Forse è stato uno sbaglio: lei si schernisce sorridendo... forse pensa che voglio venderle qualcosa...
"No, ascolta! Oggi, in tutta Italia c'è un'iniziativa: regalare un libro ad uno sconosciuto"
Sorride imbarazzata e divertita.
"Ecco, tu sei la mia sconosciuta e questo è il tuo libro!"
Mi ringrazia, ridendo. La saluto augurandole "Buona lettura!", dunque infilo rapidamente l'uscita dalla stazione.

L'ho fatto. Non ci posso credere, l'ho fatto. Ho fermato una sconosciuta per regalarle un libro.
E' stata un'esperienza straordinaria.

Lo rifacciamo anche l'anno prossimo?

Leggere leggere leggere!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Non dimenticatelo! L'iniziativa di Alberto, (Leggere! Leggere! Leggere!) è per oggi!
Io ne avevo già parlato QUI

Io regalerò "Il paradiso degli orchi", di Daniel Pennac, ad un esimio sconosciuto che non ho ancora capito come rintracciare...
Quasi quasi mi faccio una passeggiata per la città e scelgo il primo viso che mi ispira.

Boh? Vi terrò aggiornati!
Nel frattempo, se anche voi partecipate a questa simpaticissima e meravigliosa iniziativa, mi piacerebbe che lo raccontaste nei commenti, oppure lasciaste un link al vostro blog dove ne parlate... sono curiosa di sapere come è andata! :-D

La coperta dal nome impronunciabile...


Sono arrivati i primi due quadratini per il Bai Jia Bei di Woodstock!
Eccoli

Questo è di Daniela, di SempliceMente

Questo è di Margherita, che credo non abbia un blog...



Grazie ancora a tutte e due!

25/03/10

Caccia e nascondino

Io non sopporto gli insetti. Proprio mi fanno talmente schifo che non ne tollero la vista. Sono comunque esseri viventi e li rispetto, quando si trovano nel loro ambiente, ove sono io, invece l'intrusa. Non mostro alcuna pietà verso le formiche in cucina o i ragni in camera da letto, ma se si trovano appena fuori dalla pprta di casa mia (sul balcone, per strada, nelle aiuole o in aperta campagna) non mi sognerei mai di ucciderli. Ma in casa no. Tolleranza meno di zero.

Con gli insetti volanti (mosche più o meno giganti, api, vespe, falene ecc) sono più buona e cerco di farli uscire di casa dal balcone, ma con ragni, formiche, pesciolini d'argento (dal nome tanto poetico quanto è schifoso il loro aspetto) e altri insettini di terra sono spietata.

Siccome mi fa schifo persino pestarli con la scarpa, di solito uso le armi chimiche: lo sgrassatore, il vetril, il sapone liquido, a seconda di cosa ho a portata di mano, e poi aspetto che mio marito si occupi della pulizia finale: "Schroeder, c'è un ragno che si sta lavando le mani in bagno!" e lui capisce che deve cercare un pozzanghera di sapone liquido sul pavimento del bagno che ingloba il cadavere annodato di un ragnetto.

Ultimamento, però, specialmente per gli insettini di piccolissime dimensioni, ragni microscopici, formiche o scarafaggini "di schiusa delle uova", mi faccio più coraggiosa e sono capace di schiacciarli con l'ausilio di un tovagliolo o di una spugna umida.

Ciò che non sopporto, però, è quando lo vedo, prendo la mira, mi giro per prendere la spugna umida e quando mi rigiro per completare l'opera è sparito.
Sparito dove???
Ieri sono stata tutta la mattina a cercare uno scarafaggetto microscopico che avevo visto sulla parete del frigorifero. Il tempo di prendere il tovagliolo e non l'ho più visto. Allora ho fatto spostare il frigo a mio marito ed ho spruzzato insetticida ovunque, pur non trovandone traccia.

Ma lo scoverò, ah se lo scoverò! La caccia è appena aperta e il nascondino sta per concludersi.
Se ne tornasse nella natura, senza dare fastidio a me e alla mia casa.

23/03/10

Ogni volta ce n'è una...

La data prevista per la nascita di Matilde era il 31 dicembre 2005.
Scherzavamo sempre, con mio marito, facendo la battuta "Te l'immagini se nasce a Natale? Quei poveracci di turno che dovranno assistermi saranno neeeeeeeeeeeeeeeeri...!"
Ero sicura che, essendo prima gravidanza, sarei riuscita a tenere fino all'anno nuovo, magari anche fino alla befana, ma che comunque MAI E POI MAI avrei partorito a Natale.
Infatti, Matilde è nata il 24.

Stavolta, invece, è diverso. La data prevista per il parto è il 10 giugno. E si che c'è di mezzo la festa del 2, ma non è certo come Natale... insomma... cosa mai potrebbe esserci a fine maggio - inizio giugno? Nulla. Tanto più che, se ho anticipato la prima gravidanza, figuriamoci se non anticipo la seconda...!

Orbene, stasera, chiacchierando e parlicchiando, mi è venuto un flash.
I mondiali.
La prima partita dell'Italia sarà il 14 giugno.

Scommettiamo che, alla faccia delle mie previsioni, mi troverò in sala parto proprio in quel momento, assistita da medici ancora più inca##ati che se fosse la vigilia di Natale?

22/03/10

Ti voglio così...

"Matilde rimetti in ordine le barbie prima di prendere gli album da colorare...!"
"Si!"
"Oh! Brava! Così mi piaci: ordinata e ubbidiente!"
"E pure tu mi piaci così: che non ti arrabbi!"

Basta saperlo...

21/03/10

Per festeggiare l'arrivo della primavera!

Stamattina, uscendo in terrazzo, ho aspirato a pieni polmoni questa tiepida e soleggiata prima giornata di primavera... poi mi sono girata verso i miei vasetti, per vedere se c'erano novità, ed ho notato che la terra di uno dei vasi aveva una grande spaccatura. Stavo già per prendermela con la Strega, quando ho guardato meglio notando del "verde" dentro le crepe...


Ma cosa...?

Non dirmi che..........................

Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!


Sono proprio loro!!! I tenerissimi germogli dei semini della mia miracolosa piantagione di basilico!!!!!

Quale migliore segnale della primavera che arriva? Quale miglior modo per dimostrare al mondo intero (specialmente a mio marito) che un po' di verdino sul pollice ce l'ho anche io? :-D

Sono trooooooooooooooooooooooooooooppo felice! ^_^

20/03/10

Un biscornu primaverile

Oggi pomeriggio abbiamo festeggiato i due anni del gruppo delle "crocettine" palermitane e il mese scorso avevamo deciso per un piccolo scambio celebrativo, a tema primaverile... uno scambio piccolissimo, un oggettino poco impegnativo e di facile e veloce realizzazione, giusto per festeggiare e per scambiarci un pensierino.
Ecco il biscornu-puntaspilli che ho fatto io e che la sorta ha consegnato a Danila.




Fronte


Retro

Io ho ricevuto da Anna/Idiva, ma aspetto che pubblichi lei stessa le foto sul suo blog per sgraffignargliele :-D

Il vangelo secondo Gesù Cristo

di Josè Saramago.

Da diverso tempo mi incuriosiva e finalmente, un giorno, l'ho visto e l'ho comprato.
Bellissimo, stupendo. Saramago è uno scrittore vero, altroché! E non meraviglia affatto (fin dal primo capitolo) sapere che abbia rischiato il linciaggio da parte dei cattolici. Però è una storia infinitamente umana e verosimile, al punto da convincere che, se le cose sono andate davvero così, è in *questo* modo che sono andate e non come ce le raccontano nei vangeli tradizionali.

Gesù è un ragazzo, poi uomo, assolutamente normale e credibile, niente a che vedere con il Gesù che ci hanno insegnato ad immaginare. Ma non per questo ne viene fuori un personaggio "offensivo", tutt'altro! Gesù è un uomo che *soffre* per la sua condizione, ha paura di ciò che la volontà del Padre lo obbliga a fare e trema per le conseguenze che avranno le sue parole e i suoi gesti nei secoli dei secoli.

Dio è un personaggio a tratti esilarante. Alcuni dialoghi sembrano ispirati al famoso "Parola di Giobbe", di Giobbe Covatta. Un Dio arrogante, presuntuoso, sarcastico, ambizioso e - comunque - onnipotente che rispecchia alla perfezione quell'immagine "negativa" che ne da la Bibbia, nel vecchio testamento: un Dio capriccioso da temere, perché è capace di seminare morte e distruzione solo per mettere alla prova gli esseri umani.

Insomma, un libro che non si legge tutto d'un fiato, perché Saramago scrive in modo molto intenso, ma che senza dubbio fa venire voglia di sapere come va a finire, cosa ci sarà ancora di diverso rispetto alla versione "ufficiale"... Io non sono stata capace di leggere più di un capitolo al giorno, anche perché ciascun capitolo è così pieno di spunti di riflessione che se si va troppo avanti nella storia si rischia di perderseli.

Bello, bellissimo, stupendo...

19/03/10

La festa del papà




(Per chi abbia mai visto mio marito anche solo in foto... alto e magro... vabbè, magari è l'amore di figlia che glielo fa vedere così, ma................. tutti quei capelli AZZURRI da dove saltano fuori?????????)

18/03/10

Corso di accompagnamento alla nascita: prima lezione

Già il titolo m'è piaciuto, e mi sembra la giusta risposta a chi - ma non dico *chi* - mi ha chiesto sarcasticamente "Ma perché ormai non lo sai come si partorisce?".
A parte che nessuno sa come si partorisce, perché ogni parto fa storia a sè (e questo principio è stato uno di quelli che mi hanno aiutato a trovare il coraggio di rifarlo: l'alta probabilità che il secondo parto vada molto meglio del primo); secondo: nessuno può insegnare a partorire, nè un'ostetrica nè una donna che ha sfornato 12 figli.

I corsi di preparazione al parto, secondo me, servono solo ed esclusivamente a prendere confidenza con la cosa, e, se si ha la fortuna di frequentarli nella stessa struttura in cui si è deciso di partorire, permettono di conoscere e prendere confidenza anche con la struttura stessa e il personale.

Ieri mattina c'era il primo di otto incontri. Ciascun incontro dura 3 ore (tre ore!!) ed è suddiviso in due parti: la prima ora e mezza è tenuta da un operatore sanitario (i primi 4 incontri sono con le ostetriche, poi il ginecologo, l'anestesista, il neotatologo e la puericultrice) e la seconda parte di ciascun incontro è tenuto da una psicologa che ci insegnerà il training autogeno e ci spiegherà come fare a mantenere un certo decoro durante il travaglio senza lasciarsi andare a scene isteriche di urla e maledizioni all'indirizzo del marito :-D

Insomma, è partito bene, mi è piaciuto perché ha tutta l'aria di essere davvero "serio", inoltre offre la possibilità di incontrare quelle figure professionali che si incontreranno durante il momento clou e poter chiarire dubbi e curiosità...

Perché ho deciso di farlo? Perché, come avevo già detto, avevo bisogno di prendere contatto con questa realtà, di cominciare a sentirmi davvero incinta e fare le cose che fanno le donne incinte. Incontrare e scambiare esperienze anche con altre mamme è fondamentale... il confronto, la condivisione, lo scambio di idee e di opinioni...

Ripongo molta speranza nel training autogeno, vorrei riuscire ad evitare l'epidurale, stavolta, e partorire da seduta invece che da coricata... se riesco ad imparare il training autogeno, i tempi si fanno brevi (e non c'è bisogno di molto sforzo per farli più brevi.... Matilde ci ha impiegato 17 ore per nascere... quand'anche me ne facessi la metà sarebbe già ottimo) e riesco a gestire il dolore e la respirazione, posso farcela. Devo farcela.
...
...
...
Aiutatemi! Inventate il teletrasporto fetale entro la fine di maggio, per favore!!!

15 anni

E' successo per caso: a casa di mia madre. Chissà se il videoregistratore funziona ancora, si chiedevano. Proviamolo, semplice.
Infiliamo una vecchia videocassetta  a caso e la prima scena che si vede sono i miei fratelli che giocano in campagna dai nonni... 1993.

Fa una certa impressione rivedersi così, all'improvviso, in versione adolescente. Avevo dei capelli orribili, il viso martoriato dall'acne, un corpo ancora magro e asciutto, niente seno ma anche niente cellulite, e un atteggiamento costantemente burlone e clownesco che non riscordavo di avere. Quindici anni e la maggiorparte delle volte che venivo inquadrata facevo la scema davanti alla telecamera.

Bah...


16/03/10

Eccesso di onestà?

Due settimane fa avevo ordinato sull'unico sito italiano che lo vende, il PUL, il poliuretano lamellare che uso per cucire i pannolini per Woodstock. Con l'occasione ho anche ordinato (approfittando dell'offerta 3x2) tre rotoli di veli raccogli-pupù usa e getta... Per qualche strano disguido, il PUL è arrivato ottimo e perfetto, come sempre, ma dei rotoli ne è arrivato solo uno e non tre.
Ho scritto loro spiegando l'accaduto e loro mi hanno prontamente risposto che mi avrebbero subito spedito gli altri due.
Dopo una settimana non avevo ancora ricevuto nulla, per cui ho scritto di nuovo per chiedere cosa fosse successo... al limite avrei anche accettato il rimborso della differenza della spesa... invece mi hanno controrisposto che c'era stato un problemino e che avrebbero spedito l'indomani.
Orbene, sabato arriva il pacco e dentro ci sono tre rotoli, anziché due.

Mi sono sentita subito a disagio. Parliamo di cifre ridicole, tipo 3 euro di differenza, però mi son detta che quando la mancanza era a mio sfavore avevo rotto le scatole con la mail e il sollecito, ora che lo sbaglio è a mio vantaggio che faccio?

Mio marito votava per il "fai finta di nulla e riponi tutto nel cassetto fischiettando", ma la mia vocina interiore mi faceva pensare che mi sarei sentita una ladra per tutto il tempo in cui avrei usufruito del rotolo "in più".
Quindi ho scritto di nuovo, chiedendo loro se dovevo considerarlo un omaggio oppure se volevano che gli pagassi la differenza...
Troppo onesta?

In medio stat virtus

Cuginetta S. (di 10 mesi più grande): "Io sono la più grande e il palloncino più grande è mio!"
Matilde: "Allora a L. (fratellino di S. che ha 15 mesi) che è il più piccolo diamo il palloncino più piccolo.... Io invece, che sono la più media, mi prendo il palloncino medio!"


15/03/10

Anche se è ormai risaputo...


...che il mio pollice è nero, nerissimo, rinsecchito e putrefatto, ci ho voluto provare.

Quando l'ho detto a mio marito, lui mi ha guardato pensando "E vabbè, spendiamo sti 10 euro di vasi, terriccio e semi e facciamole passare sto capriccio".
Quando l'ho detto a mia madre, lei si è limitata a guardarmi con gli occhi al di là degli occhiali, basita e muta.
Quando l'ho detto a Matilde, lei tutta gioiosa ha esclamato "Siiiiiiiiii! Facciamo le giardiniere!!!"

E così, complice una giornata primaverile, come oggi, ci siamo messe in terrazza, ci siamo rimboccate le maniche e ci siamo sporcate di terra, ma alla fine abbiamo ammirato soddisfatte il risultato ottenuto:

         

In ordine di apparizione, le nostre piantagioni di basilico, lavanda, rucola.

Speriamo bene...

Il pannello porta oggetti per Woodstock

Per Matilde avevo fatto questo pannello con le tasche ricamate a punto croce:
Nel corso degli anni ho capito che mi sono state più utili le tasche piccole, mentre quella grande con Snoopy non mi è mai servita a nulla.

Per Woodstock ho deciso di farne un altro, sia perché questo lo uso ancora (ci metto la bottiglia della fisiologica, le medicine, le forbicine, i fazzoletti, il pettine ecc) sia perché mi sembra un'idea carina che ognuno abbia il suo.
Però il punto croce no... non me la sento proprio... quindi (grazie ai preziosissimi link della mia amichetta Fede) ho trovato del soggetti semplici da ricamare a punto erba. Ho deciso di utilizzare i soggetti delle fiabe (e non a caso questi disegni sono stati presi proprio da una serie di "carte di Propp"... ricordi della prima media!)
C'è il sole, una nuvola, un bosco, un castello, un principe, una principessa, un giullare e due gnomi, per un totale di otto tasche, 4 grandette e 4 piccolette.
Per la gloria della semplicità del punto erba, ecco che in soli due giorni (ma senza lavorarci nemmeno tanto) ho già ricamato il sole, la nuvola e una parte del castello:



A guardarli così, sul lino biano, mi sembrano un po' scarni... spero di riuscire a vivacizzare il tutto con una stoffina adeguata, altrimenti proverò a dare qualche tocco di colore con i pastelli per la stoffa (si salvi chi può!)

Bollettino gravidico

La consueta, mensile, visita in ospedale ha prodotto i seguenti risultati:

- sono a +3,5 chili dall'inizio della gravidanza... resta inspiegabile il vertiginoso aumento tra dicembre e gennaio, secondo me la bilancia era tarata male.
- pressione delle gomme, liquidi e coppa dell'olio tutto ok.
- nonostante le contrazioni "fastidiose" avute la settimana scorsa, il collo dell'utero è ben chiuso, quindi nessun allarme.
- Woodstock è ancora podalico.

Siamo a metà del settimo mese e se non ricordo male anche Matilde è rimasta podalica fino all'ottavo, ma, mentre la volta scorsa la cosa mi lasciava indifferente, adesso questa notizia mi ha spiazzata un po'.
Ci sono ancora almeno 3-4 settimane abbondanti per fare la capriola... secondo voi punzecchiandogli continuamente il sederino con un dito posso accelerare il processo?

11/03/10

Il fotografo, questo sconosciuto

Ieri

"Mamma, domani a scuola viene il fotografo"
"Davvero? Ma che bello!!"
"Ma chi è il fotografo?"
"Un signore che viene a farvi le fotografie"
"Ma ci sono pure le mamme?"
"No, che c'entra... le foto le fa solo ai bambini e alla maestra"
"Ma è simpatico o antipatico?"
"Sarà simpatico, vedrai..."
"Ma poi resta a scuola con noi?"
"No... viene a farvi le fotografie e se ne va"
"E ce le fa a tutti?"
"Si, certo, ve ne fa una tutti insieme e poi una ciascuno"
"E perché le mamme non possono venire?"
"...ma perché sei così preoccupata?"

Il "fotografo" è forse una parola troppo altisonante per non incutere almeno un po' di timore.

"Sai mamma oggi è venuto il fotografo! Era un ragazzo giovane e un poco simpatico. Ci ha fatto mettere a turno, prima le femminucce e poi i maschietti e poi ci siamo seduti a turno sulla sedia e lui ci ha fatto la fotografia. L'abbiamo fatta nel corridoio, però, non nella classe e dietro la sedia c'era un quadro disegnato con il cielo. E comunque non c'era niente da preoccuparsi..."
Ed era quasi un po' delusa, mentre lo diceva.

10/03/10

Un altro regalino


Stavolta è arrivato per posta... da parte della dolcissima Moonsweet:



(Così vi faccio vedere anche la rotondità della pancia che, ormai, è scoppiata all'improvviso, come un pop corn! :-D )

09/03/10

Lucy HM

E finalmente ce l'ho anch'io!!! :-D

Dopo aver litigato con il word e il paint shop pro per giorni e giorni, è stato sufficiente chiedere a mio marito di farlo lui..., un foglio pieno di rettangolini con scritto "Lucy HM" ( =Hand Made) da stampare al rovescio su un foglio di carta termotrasferibile (quella che si usa per stampare sui tessuti, per farsi in casa le magliette), per poter finalmente "firmare" degnamente i miei lavoretti con le mie super-fantastiliose etichette personali!!






Il nastro che ho usato è una comunissima fettuccia di cotone bianco, da 8mm. Con le striscette di un solo foglio sono riuscita a fare quasi tutta la pezza da 10 metri!

...peccato che più andremo avanti e sempre meno tempo avrò da dedicare al "lavoro"... sigh... l'avessi fatto anche solo un anno fa...

Full immersion


Quando aspettavo Matilde, complice la libertà di essere totalmente sola e senza pensieri per tutto il giorno, mi sono iscritta a tutto l'iscrivibile pre-parto. Mi sono fatta l'abbonamento a ben 3 riviste del settore ed ho frequentato fin dal quinto mese un corso di preparazione al parto e, dal settimo mese, il corso di pediatria per genitori tenuto dalla Dottoressa Rossa (è così che l'ho conosciuta).

Stavolta ho iniziato a frequentare, saltuariamente, solo il corso della Dottoressa Rossa, e soltanto perché me l'ha proposto lei stessa, dato che ci vediamo ancora ogni 2 mesi per i controlli di Matilde.

Quando mi sono inserita all'ambulatorio prenatale dell'ospedale dove partorirò (il Buccheri La Ferla, di Palermo... così, caso mai qualcuno, poi, volesse venire a trovarmi...) mi è stato proposto il corso preparto che fanno lì. Al tempo di Matilde lo trovavo "macchinoso", è a pagamento (mentre gli altri erano gratis) ed è a Palermo e a quei tempi io non avevo la macchina a disposizione (solo da due anni, mio marito si è convertito al pendolarismo ferroviario) quindi mi era rimasto un po' in gola, mi sarebbe piaciuto seguirlo, ma non ho potuto. Stavolta, invece, appena me l'hanno proposto ho subito accettato e mi sono prenotata.

Da ieri pomeriggio, la sede del corso della Dottoressa Rossa non è più alla asl della mia cittadina, ma al consultorio di un paesello qui accanto, sul mare.... lo stesso consultorio dove seguivo il corso preparto al tempo di Matilde. Mi ero ripromessa di saltarmelo, quello, dato che non sono più libera come lo ero nel 2005, ma alla fine ho ceduto: ho rivisto la signora che se ne occupava e lei mi ha riconosciuta "Tu sei quella che veniva con quei calzini tutti colorati!"
Si ricordava di me e dei miei calzini, a righe colorate e con le dita dei piedi, come guanti...
Insomma, ho ceduto all'emozione di essere riconosciuta e mi sono iscritta... mi chiameranno tra 2 o 3 settimane, appena si libera un posto.

Poco fa, invece, mi hanno telefonato dall'ospedale... inizierò il loro corso mercoledì 17 marzo, ore 9.30 del mattino.

Quindi, ricapitolando: lunedì pomeriggio corso Dottoressa Rossa; Mercoledì mattina corso in ospedale; giovedì mattina corso al consultorio.
Non sarà troppo?

No.

Ma non tanto per un discorso di "tempo", quanto perché mancano 3 mesi alla nascita di Woodstock ed io non mi sento ancora incinta. La mia pigrizia sta proprio nel non "vedere" e considerare ancora la gravidanza. Questa full immersion ci vuole, accidenti! Altrimenti mi ritroverò davvero con un picciriddo in mano senza capire da dove sia arrivato.

E' quindi ufficiale: da oggi sono incinta e mi devo comportare come tale.

Con i piedi a papera e la pancia in fuori, mi trascinerò pesantemente sulle scale e andrò a riprendere a scrivere sul diario di Woodstock. Che mamma distratta!

Centomila?!?!


Ho fatto centomila visite al blog e non me ne sono accorta!!! AAAAAAAAArgh! Bisognava festeggiare con uno "Psychiatrichelpizzati e vinci"!!!
Accidenti...

Comunque, GRAZIEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

La vigilessa


In macchina. Schroeder ed io parliamo. Matilde cerca insistentemente di attirare la mia attenzione: "Mamma, ti devo dire una cosa".

Siamo ancora nel periodo in cui, per darsi un contegno e non sentirsi esclusa dal dialogo "dei grandi", Matilde si insinua continuamente nelle conversazioni, inventandosi argomenti inverosimili o fuori luogo. Ormai, però, è abbastanza grande da imparare ad aspettare che gli altri finiscano di parlare, senza interromperli.

"Matilde, sta parlando papà. Appena finisce poi me lo dici. Allora... stavamo dicendo..."
"Mamma ma io ti devo dire una cosa"
"Aspetta che papà finisca di parlare! Lo sai che non si deve mai interrompere qualcuno che parla!"
"Ma mamma, ma io...!"
"Matilde, ma insomma! Quante volte te lo devo dire! Devi aspettare che papà finisca di parlare! Lo sai che si fa così! Ma che novità è questa!"

Silenzio

"Allora, Schroeder, cosa stavi dicendo..."

Sirena ululante sul sedile posteriore

"Matilde... ma perché piangi adesso?!"
"Perché io ti volevo dire che papà non si è messo la cintura!"

Speriamo che abbia capito che, la prossima volta, non deve iniziare il discorso con la solita civetteria da "Mamma ti devo dire una cosa..." che si rivela essere, poi, una domanda su cosa le regaliamo per il compleanno o quando nasce il fratellino, ma che, se deve "rimproverare" suo padre perché ha il vizio di non allacciare la cintura in macchina, lo dica subito e chiaramente, senza preamboli.

07/03/10

L'ho fatto!


Incredibile solo a pensarsi, ma ieri mattina mi son fatta scendere da mio marito ben 4 scatole portabiancheria e due sacchi sottovuoto (che si trovavano nel soppalco-sgabuzzino) contententi il corredino di Matilde, più tutti i vestiti ancora in buono stato, la biancheria da lettino e da culletta e da bagno!

Ho recuperato le camicine di batista che erano mie quando sono nata, più una fatta a mano dalla mia bisnonna quando era incinta di mia nonna. Ho preso i completi da culletta per l'ospedale (tanto poi a casa userò subito il lettino con le sbarre), le lenzuola da lettino e due copertine di cotone, più una copertina di cotone fatta all'uncinetto da una signora del vicinato per Matilde... ma è piccola, da culletta, e Matilde è nata a dicembre, dunque non l'ho usata.
Ho recuperato i 3 accappatoi di spugna per i primi mesi e li ho trovati un po' più sciupati di quanto ricordassi (ma due di questi hanno asciugato anche me e i miei fratelli prima di arrivare a Matilde... la spugna è quella buona, quella "antica" ma ha pure 31 anni, poveretta...) e ho preso anche due asciugamani di lino che per Matilde non avevo avuto il coraggio di utilizzare...

Insomma, sembra quasi che qualcosa si stia muovendo in questa casa...
Scommettiamo che per Pasqua riusciamo persino a spostare un paio di mobili e per fare spazio al lettino?

04/03/10

Rispondendo al commento di Trasparelena


Stavo rispondendo a questo commento, ma ne è venuto fuori un papirone, dunque ho deciso di farne un post.

Io credo che ogni bambino abbia il dovere di essere, innanzi tutto, desiderato dai genitori... fare figli solo perché li chiedono i figli più grandi è una sciocchezza immane, specialmente perché nella quasi totalità dei casi un bambino di 3-4 anni può dire di volere un fratellino senza avere la minima idea di cosa significhi nel concreto, così come potrebbe chiedere una macchinina nuova o un cucciolo.

Woodstock esiste solo ed esclusivamente perché *io* l'ho voluto. Fosse stato per mio marito sarebbe arrivato tra una decina d'anni, pigro e fifone com'è in certe scelte.
Semplicemente una sera gli ho chiesto "Ma secondo te noi due lo faremo mai un altro figlio? Tu lo vuoi?"
"Si, certo che lo voglio, prima o poi..."
"Bene, allora cominciamo da subito"
I "prima o poi" di mio marito significano "Non farmi domande difficili, decidi tu perché preferisco trovarmi di fronte al fatto compiuto piuttosto che dover decidere e programmare una cosa del genere."

Per me il discorso era chiaro: avevo "desiderio" di maternità già da quando ho smesso di allattare Matilde. Uno dei primi post di questo blog è proprio su questo argomento, ma *razionalmente* sapevo che non era ancora il momento e non mi pento di aver aspettato tutto questo tempo, perché la bambina è cresciuta ed è maturata di più, è diventata più indipendente e autonoma e "grava" di meno sulle mie spalle rispetto anche solo ad un anno fa.
In sincerità, il mio ideale era adottare un neonato e trovare il modo di allattarlo ugualmente (so che c'è gente che c'è riuscita - folli! - con farmaci e stimolazioni che hanno iniziato una produzione di latte materno che ha permesso loro di allattare davvero un figlio adottivo) ma poi ho capito che la via più semplice passava per il metodo di riproduzione tradizionale.

Non volevo la gravidanza, detesto lo stato di gravidanza, odio l'idea di dover partorire e non ci provate nemmeno a suggerirmi un cesareo programmato perché mi terrorizza ancora di più l'idea che mi aprano la pancia per tirare fuori un bambino. Lo avrei voluto bello e fatto.

Woodstock esiste perché l'ho voluto e perché, per la mia esperienza diretta, era la scelta migliore anche per Matilde. I miei fratelli stanno in cima nella classifica delle persone più importanti della mia vita... insomma, io sono quella che quest'estate ha mollato marito e figlia per partire da sola con loro!
Woodstock sarà per Matilde una possibilità, una compagnia, un confronto continuo. Un nemico con il quale contendersi le mie attenzioni ma soprattutto un prezioso alleato per il futuro...
Quando sarò vecchia e decrepita non sarà da sola a doversi occupare di me, e se invece io morissi giovane, avrebbe comunque qualcun altro con cui condividere la cura di se stessa e del padre.

Poi, magari, si odieranno a morte, ma non me la sentivo di privarla a priori della stessa ricchezza che ho io coi miei fratelli...

E lo odierò e me ne pentirò e mi sbatterò la testa al muro, lo so, ma subito dopo i 35 anni un altro figlio lo faccio di sicuro... e se impazzisco del tutto me ne conservo un altro per la vecchiaia, l'ultimo volo ormonale prima della menopausa, verso i 39-40 anni...

Il discorso economico è assolutamente relativo: io mi sono sempre adattata a poco e sono convinta che per i primi anni di vita un bambino abbia veramente bisogno solo della mamma, tutto il resto, giocattoli, vestiti e accessori vari, sono solo fronzoli superflui che fanno piacere più che agli adulti che ai bambini. I vestiti si riciclano dai fratelli, dai cugini, dagli amici... si comprano al mercatino invece che nei negozi chic... i bambini non notano la differenza.
Allattando al seno si risparmia una quantità spaventosa di soldi e con un po' di impegno si possono preparare in casa anche le pappine invece che comprarle già pronte e omogeneizzate.
Poi, adesso che mi si è aperta anche la frontiera dei pannolini lavabili a risparmio esponenziale, è ancora meglio!

Certo, non sarà facile, e sarà un po' più faticoso, ma mi permetterà di poter campare una famigliola allegra e numerosa con cifre abbordabili e alla nostra portata.

Sarà dura, ma ce la farò!

Inavvertitamente flambè


Ho un viziaccio: quando soffriggo la cipolla in padella, invece di rimestarla col cucchiaio di legno, agito la padella.

Allora può succedere che l'olio sia particolarmente caldo, che l'umido della cipolla lo faccia sfrigolare un po' troppo, che il mio gesto sia eccessivamente energico.

Tramite un rivolo d'olio, uno schizzo, mi si è creato un ritorno di fiamma e si è incendiato il contenuto della padella.
Poco male, certo, invece che soffritta, la cipolla è diventata flambè, ma nulla di grave. Certo.

"Lucy, ma che cosa è questa puzza strana?"
"Ehm... niente... è tutto sotto controllo" rispondo mentre le fiamme avviluppavano ancora le fettine di cipolla
"Ma è un'odore strano... come... di plastica bruciata..."

E' vero, c'è odore di plastica bruciata. Da dove viene?
Quando la fiamma si spegne (da sola) guardo in giro, i mestoli, la bilancia, la bottiglia, il forno a microonde... nulla di ciò che circonda il piano cottura ha segni di bruciatura. Poi alzo lo sguardo.

"Ehm... Amooooooooooore... mi sa che dobbiamo cambia il filtro della cappa"

(La foto la metto domani, che adesso son troppo stanca...)

03/03/10

Il mago maestro

"Sai mamma, oggi il maestro di religione ha fatto una magia!"
"E che magia?"
"Ha fatto diventare gialle le palline rosse!"
"Ah... e come ha fatto?"
"L'ha fatto lui! Ha preso le palline rosse, le ha messe nel cappello e poi le ha fatte uscire ed erano rosse!"

Sono stata indecisa se far fare o meno religione a Matilde, a scuola, e alla fine mi sono decisa per il si solo perché l'alternativa era andarla a prendere due ore prima.
Quando ascolto i suoi racconti sulle ore di religione, però, mi chiedo se inavvertitamente non mi sia capitato di firmare sotto la voce "Lezione di prestidigitazione".

Zona tiepida


E così oggi si concpludono i miei 6 mesi di gravidanza. Comincio il settimo mese e tradizione vorrebbe che da questo momento in poi io debba avere già la valigia pronta dietro la porta.
Se solo la tradizione venisse a vedere in che stato si trova l'organizzazione domestica, le verrebbe il dubbio di aver sbagliato casa...

Non siamo effettivamente in "zona rossa" (lo saremo dal 27 maggio in poi) ma diciamo che stiamo entrando in una "Zona tiepida" che diventa sempre più calda, poco a poco.

Mancano circa 3 mesi all'esplosione... giuro che entro due settimane farò recuperare a mio marito il corredino di Matilde per prendere le lenzuola, le copertine di cotone, le camicine ecc...
Giurin giurello che prima che finisca aprile farò lo spazio nella stanza da letto, per piazzare il lettino con le sbarre.
Prometto solennemente che mi metterò al più presto a ricamare il pannello porta oggetti.
Dico, asserisco e confermo, garantito al limone, che ho una fifa tremenda all'idea di dover partorire di nuovo.

Ma chi me l'ha fatto fare, di trovarmi di nuovo in questa situazione?
Ah, già... il discorso del figlio unico... che è triste... le famiglia numerose sono più divertenti... la bambina ha bisogno di compagnia e confronto ecc... già, adesso ricordo... meglio rispolverare, ogni tanto, i motivi che mi hanno spinto fin qui...

Bianca come il latte, rossa come il sangue


di Alessandro D'Avenia.

Quando ho visto questo libro la prima volta, un mesetto fa, mi ha attratto subito la copertina. Poi il titolo. Ho chiesto a mio marito di comprarlo alla prima visita utile in libreria e così è stato.

All'inizio mi aveva già deluso. Odio i romanzi che sembrano scritti da me, e i primi 3-4 capitoli sembrano Ballerina Scalza... Un 16enne che si esprime come solo i trentenni possono pensare che si esprimano i sedicenni.
Non l'ho voluto lasciare perché, comunque, mi incuriosiva sapere cosa mai succedeva nel resto della storia. E la storia cambia, all'improvviso, e anche il linguaggio del protagonista: come se l'incubo che incombe su di lui riesce ad epurarlo dalle banalità linguistiche iniziali.

L'ho letto d'un fiato, rammaricandomi di dover interrompere la lettura per i troppo sonno. Erano secoli che un libro "esordiente" non mi prendeva così.

Ho fatto tutta la seconda metà del romanzo con il groppo in gola, e alla fine ho pure pianto, sul serio, lacrime vere che mai, e ripeto MAI mi era successo di PIANGERE con un libro.
E soprattutto, non è per colpa degli ormoni.

E' per colpa della storia, dei miei 16 anni e dell'incredibile similitudine tra le vicende narrate e ciò che mi è successo a quell'età.
Mi ha fatto pensare ad Andrea. Con l'unica differenza che tra noi due non c'era nessuna Beatrice di mezzo e alla fine è stato lui a morire.
Sono passati 10 anni, accidenti, e a me è bastato leggere di un abbraccio perfettamente combaciante per ricordare quanto alla perfezione combaciassero i nostri abbracci, 15 anni fa.
Sono passati 10 anni e sono ancora capace di piangere a dirotto per lui.
Il buco che c'è nel mio cuore non si è sanato e non accenna a farlo. Mi sa che devo davvero arrendermi all'evidenza: posso coprirlo, nasconderlo, fingere che non esista, ma lui starà sempre lì, non si chiuderà mai, non guarirà mai, e probabilmente anche tra 50 anni sarò ancora capace di piangere a ripensarlo.
Ecco perché non chiamerò mai nessuno dei miei figli  "Andrea".

02/03/10

Et voilà: i miei pannolini lavabili!

Ne ho fatti, finora, 7 utilizzando un cartamodello di misura 3, da 4 a 9 chili... Considerando che all'inizio, per forza di cose, userò ugualmente i pannolini usa e getta (suppongo che per almeno il primo mese andrà così), la misura 3 è quella che viene utilizzata per più tempo... per Matilde l'abiamo usata dai 2 mesi fino a quasi un anno, dunque dovrebbero andare bene. Sono composti semplicemente da due strati, all'interno il pile e all'esterno il pul... Con il pile ho creato una tasca dove andranno inseriti uno o più inserti (a seconda della necessità e della "riuscita" di questi inserti) che ho realizzato riciclando una parure di lenzuola di flanella che non usavo da almeno 2 anni (per l'esterno) e 4 strati di spugna di cotone all'interno (recuperato rinnovando interamente il parco asciugamani di casa mia....)

Ho una cassapanca "del corredo" stracolma di asciugamani ORRIBILI, comprate da mia nonna negli anni'60 per il corredo di mia madre e che lei, furba, si è schifata di usare rifilandoli a me.... Ce n'è di carine ma molte sono proprio brutte... con fiori giganti e decorazioni barocche che proprio non mi piacciono... ma ho deciso di metterli in giro lo stesso, è inutile che li conservo, almeno li uso! Così ho tolto di mezzo quelli vecchi (che usiamo da 5 anni) e ne ho fatto pannolini per Woodstock.
Quando, tra altri 5 anni, questi asciugamani nuovi diventeranno vecchiotti, li riutilizzerò in altro modo e finalmente mi comprerò degli asciugamani CHE MI PIACCIONO! :-D

Comunque, per questi pannolini, finora ho speso in tutto meno di 20 euro, per farne 7...
Con Matilde, per i primi 4-5 mesi, riuscivamo a spendere anche 50 euro al mese di pannolini, dunque direi che sul fronte "risparmio" non c'è completamente nulla da ridire. Vedremo, poi, come funzionano... Nel frattempo mi è arrivato l'altro pul con cui voglio farne almeno altri 5, ma li faccio più in là nel tempo... ho chiuso il cantiere da pochi giorni e riaprirlo di nuovo subito proprio non mi va! :-D

Inizi di corredino

Ecco qui i primi acquisti e regali che ho ricevuto...

Questi sono i body che mi ha regalato la mia amichetta Laura..


Questi body, invece, me li ha comprati mia madre


E queste tutine le ho comprate io

Ora... bisogna ammetterlo... non è più bello avere un corredino variopinto e multicolor invece che avere solo cose rosa o celeste?? :-D

01/03/10

Missione compiuta!

Dopo una mattina di trottoleggiare tra i vari settori della asl (prima i prelievi per i consueti esami del sangue, poi la fila per la prenotazione della visita allergologica di controllo...) ho fatto un turno apocalittico all'amministrazione e sono finalmente riuscita a cambiare la Dottoressa Cretina!

Domani pomeriggio, con Matilde più o meno in salute (a parte l'eterno raffreddore che è iniziato a settembre e non passerà prima dell'inizio di maggio) andremo a conoscere la Dottoressa Nuova e vediamo che tipo è. Mi hanno detto che circa 38-39 anni, dunque dovremmo farcela a non vederla andare in pensione, com'è successo finora... Speriamo solo che sia simpatica e soprattutto competente...