08/04/13

L'ossessione di una vita

Lo sapete, è la mia storia "fantasy-romance".

Sto ricevendo le relazioni-recensioni di chi si è offerto di leggerlo. Persone che si sono meritate un posto in eterno nei miei pensieri e nel mio cuore per il solo fatto di aver dedicato a me il loro tempo. Sembra una sciocchezza, o potrebbe sembrare un'adulazione, ma in realtà sono sincera.
Io, che vedo il tempo scorrermi via tra le dita, senza che riesca a fare un decimo di ciò che mi prefiggo di fare durante la giornata, eppure non avendo quasi mai un momento per semplicemente mettermi seduta, do al "tempo" un valore immenso. Il pensiero che qualcuno si sia messo lì, con calma e impegno, a dedicare il proprio tempo alla lettura del mio romanzo, invece di curare il giardino, preparare la cena, cazzeggiare su internet, fare una passeggiata o anche solo stare a fissare un muro bianco facendo il vuoto nel proprio cervello, è un gesto stupendo.
Se poi, dopo averlo letto, mi mandano anche pagine e pagine di considerazioni, riflessioni, suggerimenti e critiche, allora la mia stima nei loro confronti lievita.

Il problema, poi, è quando faccio i conti tra me e me, assimilando e metabolizzando quelle parole.
Nel 90% dei casi hanno maledettamente ragione. Il "Principe" (che è il titolo con cui il l'ho sempre chiamato) ha ancora tanti punti deboli che non avevo mai visto prima. Ecco perché fa bene alla scrittura la diffusione ampia. Come per i propri figli, è difficilissimo scovarne i difetti.
Quella storia, nella mia testa, è perfetta. Il problema è che non lo è sulla pagina. Io, in testa, ho tutto ben chiaro. Io. Il difficile è renderlo chiaro anche al lettore che si trova fuori dalla mia testa.

E quindi siamo di nuovo qui. Con tante altre limature da fare.
Però poi mi chiedo: ma per farne cosa?
Alterno momenti di delirio di superbia, dove mi dico che ce la posso fare, devo solo tirare a lucido il testo e mandarlo alla case editrici "giuste", perché una storia come quella non può non piacere!, a momenti "down" in cui mi chiedo che senso abbia stare lì a rivedere, correggere, tagliare, riscrivere... con la vaga sensazione che a furia di scrivere e cancellare il foglio finirà per bucarsi.
E allora mi dico che mi va bene così, che io scrivo perché mi piace farlo e va già bene se mi accontento di far leggere agli amici ciò che scrivo, senza eccessive illusioni ché tanto non riuscirò mai a "sfondare" come scrittrice.
Eppure si pubblicano tante porcherie... molte delle quali non hanno nulla da invidiare a quella mia ! Però quelle vengono pubblicate da case editrici anche grandi, mentre la mia porcheria no.

Vabbè, oggi è una giornata di quelle down, non so se si era capito. Ieri sera ho passato 3 ore a girovagare tra i siti di scrittura e mi sono scoraggiata.
Ma magari entro stasera cambia, e trovo la forza, la voglia e il coraggio di riprendere in mano "Il figlio di Kelium" per l'ennesima revisione.

5 commenti:

Iole ha detto...

ma... si fa ancora in tempo a candidarsi per la lettura?? sono una lettrice veloce, sai.. ;)

Lucy ha detto...

Certamente! Tra l'altro ho pure tutte le conversioni in formati per ebook, che forse ti viene più comodo!

Federica ha detto...

mmmmh... ti ho appena risposto alla mail, ma ancora non avevo letto questo post.
Allora ci aggiungo questo: ripiglio la metafora libro=figlio.
Da mamma nelle tue bimbe vedi tutto il potenziale, tutti i doni e i talenti che son riuscite a guadagnarsi, e ovviamente ti sembrano (sono) perfette, geniali, incommensurabilmente dotate e destinate a grandi cose. Non per questo le iscrivi all'università all'età di 6 anni... realisticamente ti rendi conto che hanno bisogno di maturare ancora un po', che devono vivere ancora molte esperienze, farsi le ossa per poter prendere a spallate la vita... per il tuo libro vale un po' la stessa cosa: il potenziale c'è tutto, devi solo curarlo ancora per farlo crescere forte e sano, e quando sarà il momento giusto anche lui farà la sua strada. Che sia sullo scaffale delle migliori librerie con un grosso bollone in copertina che lo definisce "best seller", oppure pubblicato da una piccola casa editrice poco importa... come mamma sarai sempre giustamente orgogliosissima di lui. E noi da zie pure!!

Santarellina ha detto...

Forse un terzo di porcheria non lo pubblicano, ma tre terzi sì! :)
Sai quanto costa stampare una copertina? Tanto vale stamparla mettendoci dentro un sacco di pagine, no?

Sciacallo ha detto...

ciao, non avevo il coraggio di farmi avanti. io scrivo (male) da una vita. so quanto sia importante la critica dei lettori (a dir la verità è importante anche solo sapere che qualcuno legge ciò che scriviamo!).
posso candidarmi lettore?
ti avverto che sarò una tartaruga perché lavoro molto e ho poche ore libere. se ti va io ci sono lungavita@hotmail.com