Oggi ho subìto l'estrazione di un dente, un molare dalla vita travagliata che ha iniziato a darmi problemi 6 anni fa e che il mio dentista storico ha cercato di salvare in tre diverse occasioni, l'ultima delle quali tre anni fa, incapsulandolo. Da 5 mesi aveva ripreso a darmi fastidio, col culmine un mese e mezzo fa, e con un crescendo di fastidi che mi hanno convinto a cercare un dentista a Torino. Su Google.
Adesso che sono a casa mi rendo conto che ho sviluppato una grande capacità di fidarmi e affidarmi ai perfetti sconosciuti. Sono una che si fida.
Questo dentista è il più vicino a casa, e questo è stato l'unico metro di giudizio. Ho preso appuntamento per venerdì scorso, sono andata, lo studio fantascientifico, lui un bonazzo dagli occhi azzurri, bene: piglio e mi faccio togliere un dente. Senza altri pareri, senza rifletterci più di tanto, senza nemmeno parlarne con qualcuno della famiglia. Piglio e vado. Ero esasperata dal fastidio e dal dolore per il dente ormai distrutto letteralmente, ma forse non abbastanza da non poter aspettare.
Vabbè, ormai è andata. Via il dente, via il dolore.
È il quinto dente che tolgo in vita mia. Dice: vuole che innestiamo un po' di osso sintetico così tra sei mesi può fare un impianto?
No, grazie. Quando li avrò tolti tutti mi metto la dentiera come mia nonna.
Nessun commento:
Posta un commento