Lo scorso anno c'era una ragazza che si occupava di accompagnare e riprendere Angelica a scuola. Era una ragazza tranquilla, un po' sempliciotta, ma affidabile, precisa e puntuale. Sarei anche passata sopra le sue sgrammaticature se non fosse stato che, a inizio del nuovo anno scolastico, mi ha detto di aver deciso di accettare un'altra proposta di lavoro che, per un minore impegno, le rendeva di più.
Pazienza. Mi sono armata di buona volontà e ne ho selezionato un'altra.
Questa l'ho pagata il triplo, però sta per due ore con le mie figlie e le aiuta anche coi compiti (mansione che, la precedente, non sarebbe stata in grado di svolgere), è una laureata con grandi sogni e tutta l'intenzione di realizzarli. Tanto che se ne va. È stata ammessa ad un corso di specializzazione e, seppure a malincuore, si trasferisce.
Bene. Ho, dunque, finalmente trovato la terza ragazza. Ha un profilo analogo all'attuale: laureata non più giovanissima, ma con poche altre prospettive professionali che, logicamente, quando troveranno un minimo di spiffero per manifestarsi, la convinceranno facilmente a lasciarmi in asso, ché fare da babysitter alle mie figlie, per quanto possa rivelarsi divertente e gratificante, non è la massima ambizione di nessuno.
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