Di solito mi basta guardare in faccia Matilde, ascoltare il ritmo del suo respiro e notare la frequenza con cui sbatte le palpebre per capire che sta per mettersi a piangere.
"Che succede?" le chiedo.
"C'è un animale strano sul balcone"
"Un animale strano? Un uccello?"
"No"
"Un insetto?"
"No. Non è un insetto"
Nel frattempo raggiungo insieme a lei il balcone della sua camera e noto che è stato chiuso e blindato, persiane sbarrate, vetri sigillati. Probabilmente, se avesse saputo dove si trova, ci avrebbe fatto pure un giro di silicone tutto torno torno all'apertura.
Apro.
"E' un animale così strano che ti ha spaventata?"
"Sì. Anche perché l'ho cercato sul "Grande libro degli animali" ma non l'ho trovato"
Non sapendo cosa aspettarmi, apro le persiane con cautela.
"Mi dici dov'è?"
"Lì, appeso alla ringhiera"
"Appeso? Forse era un ragno?"
"No, non era un ragno, e stava appeso un po' alla ringhiera e un po' al pavimento".
Esco, mi giro e rigiro ma non vedo nulla.
"Qui non c'è niente. Ma che colore era?"
"Tipo giallo"
"Ma dove si trovava?"
Lei non vuole nemmeno uscire in balcone, ma la convinco a indicarmi il punto preciso dove si trovava. Esattamente davanti alla porta.
"Boh? Qualunque cosa fosse ormai non c'è più"
Poi mi affaccio verso la strada e vedo questo:
Un geco con la coda mozzata ("Ecco perché non c'era nel libro degli animali! Perché io lo cercavo senza la coda!") che a quanto pare stava sospeso tra la ringhiera e il pavimento del balcone, sgranando i suoi occhioni e suscitando un climax di stupore, curiosità, spavento e ribrezzo in Matilde.
Mentre se ne stava lì a farsi fotografare, sospeso nel vuoto, reggendo solo con un dito a ventosa, mi ha fatto molto l'impressione un gremlin. Probabilmente anche a Matilde.
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