Una volta pensavo che le cattive notizie arrivassero sempre più in fretta del necessario.
Devo ricredermi.
Ho saputo, con più di 10 giorni di ritardo, della morte di un mio amico di giovinezza, dei tempi del liceo-università.
Aveva solo un anno in meno di me. 33 anni. Morto di tumore a 33 anni. Bah.
Era compagno di scuola di una mia amica, abbiamo fatto volontariato insieme per parecchio tempo e, insieme, rubavamo tempo allo studio cazzeggiando e bivaccando come solo a 18 anni si può fare. Abbiamo passato insieme alcune tra le più divertenti serate di tutta la mia vita, roba che ti facevano male gli addominali dal troppo ridere e senza nemmeno farsi le canne.
Poteva avere al massimo vent'anni quando, stufo di ritrovarsi sempre come confessore della compagnia e depositario dei più loschi segreti degli altri, annunciò: "Il Signore deve farmi solo una grazia: mi deve avvisare tre giorni prima di morire, così io mi monto un bel palco in piazza e spiattello tutto, ma proprio tutto quello che ho sentito dire dalle vostre bocche in questi anni".
Quando ho saputo della sua morte mi sono chiesta se fosse riuscito a farlo davvero.
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