Il cinguettio degli uccellini è, da sempre, il suono del mio risveglio alla casa di campagna dei miei nonni. Il suono dei risvegli d'estate, languidi, lenti, beati. Il suono del poter pigrare a letto, fingendo di non essere ancora sveglia, maledicendo i pennuti, rei di avermi svegliato, ma contenta perché la loro presenza indica la vacanza per eccellenza.
Ecco.
Il problema è che a Torino ci sono così tanti alberi in giro, nelle strade, nei parchi, nelle aiuole, nei cortili condominiali, che il cinguettio degli uccellini è - sì! - il suono del risveglio, ma anche nei giorni lavorativi.
E prenderne coscienza, tra il sonno e la veglia del lunedì mattina della terza settimana lavorativa di luglio nella quale - peraltro - devo essere al lavoro alle 7.35, ecco, non è proprio un bel risveglio.
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