22/07/20

La fuggitiva

In un manuale per l'allevamento delle tartarughe ho letto che la loro natura è quella di andare, scappare, muoversi in eterno lungo una direzione, a prescindere da dove si trovano e dalla qualità dell'ambiente. Loro vanno, e non puoi sperare che non lo facciano. Puoi dargli tutto il cibo e tutte le comodità che vuoi, loro proveranno sempre ad andarsene. Che siano tartarughe di terra, di mare o d'acqua dolce, loro vanno.

Nella casa di campagna dei miei genitori c'è una vasca con pesci rossi e tartarughe d'acqua dolce. I pesci si susseguono nelle generazioni da più di 30 anni, mentre la più anziana delle tartarughe l'abbiamo comprata nel 1993.
I pesci stanno lì, fanno la loro vita da pesci.
Le tartarughe stanno lì, nel costante tentativo di uscire dalla vasca.

Ne ho beccata una per miracolo. Guardavo la vasca proprio nel momento esatto in cui ho visto qualcosa cadere pesantemente giù dal bordo. Non poteva essere un gatto, non poteva essere un uccello.
Non ho fatto in tempo ad avvicinarmi che la vedevo correre, alla faccia dei modi di dire sulle tartarughe, scappando verso l'orto, in mezzo alla terra e all'erba e ammetto che mi sono sentita vagamente stupida quando ho realizzato che stavo inseguendo una tartaruga in mezzo all'orto. Sono riuscita a riacchiapparla, mannaggiallei peserà almeno un chilo ormai, e l'ho sgridata. Lei si è rintanata dentro il guscio, facendo l'offesa. Non avessi guardato, o ci fossimo sbagliate anche solo di un secondo, chissà dove andava a finire, dispersa in campagna o peggio ancora schiacciata da qualche auto lungo la strada vicina.

Non mi bastano le figlie, mi ci voleva pure la tartaruga d'acqua che si crede di terra.



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