I miei dolori sono sempre stati eclettici e variegati, hanno investito un po' tutte le parti del mio corpo, specialmente le articolazioni, ma la loro area preferita è quella che va dalla mano destra alla spalla e al collo.
Sindrome (borderline non operabile) di tunnel carpale; rizoartrosi, epicondilite, episodi infiammatori acuti con edema, infiammazione della cuffia dei rotatori, contrattura del trapezio, più probabilmente qualcos'altro che non ricordo.
Nessuno ha mai capito che ca##o ho, nessun medico, di medicina tradizionale e non. Sono tante piccole cose che si sommano, si condizionano a vicenda e soprattutto provando ad aggiustarne una se ne sfascia un'altra, come mi è probabilmente successo trattando la rizoartrosi e finendo per innescare l'infiammazione di alcuni muscoli della spalla perché ho inconsciamente smesso di usarne altri.
Io ritengo di poterci convivere. Mi sono ormai rassegnata già da un po'. Non ho nulla di sufficientemente grave tale da richiedere un intervento medico vero e proprio, quindi va bene, lo accetto e basta.
C'è una cosa, però, che ho capito di non tollerare, ed è proprio il dolore in sé.
Sono disposta ad accettare di non poter più fare certe cose, di dovermi esercitare con costanza per tenere attivi quei muscoli che mi aiutano a mantenere stabili le articolazioni lasse, sono disposta ad indossare tutori durante il giorno e durante la notte, sono disposta a stare attenta, ad essere cauta, a concentrarmi prima di fare certi movimenti per essere sicura di farli in sicurezza, ma il dolore non lo sopporto proprio più.
Non sono più disposta a sopportare le fasi acute di questa cosa che non si capisce che cosa è.
Il dolore fisico mi annebbia proprio la mente, condiziona i miei pensieri, le mie decisioni, la mia meditazione.
Mi sono accorta che invece di ripetere in mente il mantra che mi è stato assegnato, me ne sto lì a sentire il dolore.
Ecco, avessi la possibilità di esprimere un desiderio, chiederei di non sentire dolore.
Nessun commento:
Posta un commento