22/07/25

Il lavoro che amo di meno

Quello con il centro estivo è il lavoro che amo di meno. Non mi sento gratificata e riconosciuta per la professionista che ormai ho deciso di essere, ossia l'insegnante di yoga.
Alla fine ricopro un ruolo che si piazza a metà tra la mamma, la maestra e l'addetta alle pulizie.

Lo so fare, e lo so fare bene. I bambini e le bambine stanno con piacere con noi, le famiglie sono contente, abbiamo sempre feedback positivi e non per niente, nonostante siamo abbastanza costose, quasi sempre ci riportano i figli negli anni successivi fino al superamento del limite di età, e talvolta vorrebbero poterlo fare anche oltre.

Però non mi piace. Mi diverto, e - paradossalmente - mi riposo perché tra le 8.30 e le 16.30 non mi devo scapicollare da nessun altra parte, non faccio la trottola da un capo all'altro della città. Al massimo portiamo i bambini al parco giochi o al museo.

Ciò che non amo affatto è sentirmi l'alternativa alla famiglia. Per quanto il più delle volte i bambini non vogliano andare via a fine giornata, spesso fanno fatica anche ad arrivare. Ci sono e ce ne sono stati in passato che salutavano tranquillamente i genitori e se ne andavano subito a giocare, ma il più delle volte lo fanno con un sottile dolore nascosto, quasi soffocato; hanno solo 4 anni e sanno già che devono ingoiare la loro tristezza.
Poi, per fortuna raramente, capita la scenata.
Stamattina è successo, e tra me e la mia collega sono sempre io quella che ha questa mansione (perché fisicamente sono più forte e contenitiva: strappare letteralmente una bambina aggrappata con tutte le sue energie alle gambe della madre che non riusciva a divincolarsi ed era più isterica della figlia.
Perché nemmeno ai genitori piace del tutto l'idea di dover lasciare i propri figli, penso.

Ecco, quando questo capita io mi chiedo se veramente tra i miei ricordi voglio che ci siano tutti i corpicini scalcianti che ho ormai imparato ad avvolgere e disinnescare, contenere, confortare con il mio di corpo. Se veramente voglio tornarmene a casa indossando una maglietta che è stata intrisa di lacrime e moccio disperato di una bambina che voleva solo restare con la sua mamma.

Quello con il centro estivo è il lavoro che amo di meno. E' quello che mi strazia di più.

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