12/07/25

Un anno

E' passato un anno, in effetti, e - anche se non proprio allo stato dell'arte - possiamo dire di essere sopravvissute.
In questo anno ci sono state molte lacrime e moltissime risate, tonnellate di fatica, ma anche tanta gioia e gratitudine. Qualche bella persona è entrata a far parte della mia vita, qualcun'altra se n'è andata, forse per sempre.
 
Ho ricevuto molti aiuti concreti, incoraggiamenti, gesti e parole di supporto. Ho posto le basi per la mia professione ed ho scoperto di avere delle buone probabilità di farcela, nonostante la sensazione perenne che invece no, perché la stabilità e la sicurezza non apparterranno mai a questa mia vita, magari alla prossima, chissà.

Ho imparato come si fa una riunione di condominio.
Ho adottato una gatta.
Ho mappato buona parte delle piste ciclabili di Torino nord.

Ho toccato il fondo, ma mi sono data la spinta per risalire e ho ripreso a respirare. Tante volte sono caduta, inciampata, scivolata, altrettante mi sono rialzata o aggrappata al primo appiglio disponibile per evitare il disastro.
 
Ho imparato ad ascoltare di più, ho imparato a chiedere di più. Ho avuto paura, ho scoperto di avere coraggio. Ho creduto di essere morta, ho appurato di essere ancora viva.

Ho riaperto la porta alla musica ed ho scoperto che non se n'era mai davvero andata, e che - un po' come Bruno Madrigal - si era solo nascosta quatta quatta nelle intercapedini tra me e il mondo.
In questo anno è come se mi fossi riscoperta e avessi ritrovato la mia identità.

Per festeggiare, stasera pizza.

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