Mio marito ha una fidanzata.
Va bene, non è più mio marito, ma per la legge italiana ancora lo è (e lo sarà ancora per lunghissimi anni, ma questa è una storia che meriterebbe un post a parte), e va bene che la parola "fidanzata" può andare bene solo fino ai 30 anni.
Il mio ex marito ha una nuova compagna.
Forse può suonare meglio, ma tanto la sostanza non cambia.
Ad ogni modo, l'ho conosciuta e devo ammettere che mi è piaciuta assai. Non ho ancora capito se Matilde e Angelica lo sanno in maniera esplicita, ma ho visto come lei si relaziona con loro, e mi è piaciuta.
Quando ci siamo salutate mi sono chiesta con quale stato d'animo lei abbia affrontato la mia conoscenza, chissà che impressione le fatto io, chissà se era preoccupata o in ansia.
Chissà se il termine "collega" può essere adatto a definirci reciprocamente :-D
15/05/18
14/05/18
Le porte dell'inferno
La meditazione ti stravolge.
Ti costringe a stare ferma, seduta, inerte; a chiudere il mondo esterno al di fuori dei tuoi occhi chiusi, e se anche siete in trenta a meditare, tu sei solo te.
Inizi dal respiro. Inizi ad osservarlo. Non devi controllarlo, devi solo lasciarlo fluire e tutt'al più tenerne il conto. Contare i respiri aiuta a tenere la mente impegnata e l'attenzione canalizzata.
Solo quando arrivi almeno a 10 respiri senza esserti distratta puoi passare avanti. Puoi passare alla disciplina, al controllo. Inspiri ed espiri con tempi stabiliti. Uno sforzo che abbassa rapidamente il fervore della mente. Non arrivano pensieri a confonderti, sei in uno stato di calma controllata.
Ora puoi fare il secondo passo. Ora puoi ascoltare. Cominci dal corpo fisico, la gamba intorpidita, il doloretto al ginocchio, il prurito alla pianta del piede. Poi le emozioni: cosa senti?
Ed ecco il problema. Se non sei esercitata, se non sei abituata, se non pratichi la meditazione con costanza, questo è il punto devastante.
Perché ancora fino a quando porti la consapevolezza sul corpo puoi piacevolmente sorprenderti di percepire muscoli e punti che non credevi di avere, ma quando ascolti le emozioni è come un fiume che rompe gli argini.
È come spalancare ed affacciarsi incautamente sulle porte dell'inferno.
Non è fatale, non è impossibile. Ci vuole esercizio e pratica ed è per questo che decidi di svegliarti ancora prima la mattina.
Vuoi praticare con costanza quotidiana, perché è risaputo che solo attraversandolo l'inferno, puoi giungere al paradiso.
Ti costringe a stare ferma, seduta, inerte; a chiudere il mondo esterno al di fuori dei tuoi occhi chiusi, e se anche siete in trenta a meditare, tu sei solo te.
Inizi dal respiro. Inizi ad osservarlo. Non devi controllarlo, devi solo lasciarlo fluire e tutt'al più tenerne il conto. Contare i respiri aiuta a tenere la mente impegnata e l'attenzione canalizzata.
Solo quando arrivi almeno a 10 respiri senza esserti distratta puoi passare avanti. Puoi passare alla disciplina, al controllo. Inspiri ed espiri con tempi stabiliti. Uno sforzo che abbassa rapidamente il fervore della mente. Non arrivano pensieri a confonderti, sei in uno stato di calma controllata.
Ora puoi fare il secondo passo. Ora puoi ascoltare. Cominci dal corpo fisico, la gamba intorpidita, il doloretto al ginocchio, il prurito alla pianta del piede. Poi le emozioni: cosa senti?
Ed ecco il problema. Se non sei esercitata, se non sei abituata, se non pratichi la meditazione con costanza, questo è il punto devastante.
Perché ancora fino a quando porti la consapevolezza sul corpo puoi piacevolmente sorprenderti di percepire muscoli e punti che non credevi di avere, ma quando ascolti le emozioni è come un fiume che rompe gli argini.
È come spalancare ed affacciarsi incautamente sulle porte dell'inferno.
Non è fatale, non è impossibile. Ci vuole esercizio e pratica ed è per questo che decidi di svegliarti ancora prima la mattina.
Vuoi praticare con costanza quotidiana, perché è risaputo che solo attraversandolo l'inferno, puoi giungere al paradiso.
11/05/18
Fare l'uomo
Sono uscita dalla mia odierna seduta di psicoterapia con la maturata consapevolezza del voler fare l'uomo della coppia.
Mi trovo e mi impantano a lungo in relazioni con uomini che non rientrano negli stereotipi della mascolinità, e rifuggo come la peste gli uomini che, invece, mostrano uno spiccato aspetto virile. Non parlo solo di *sesso* allo stato brado, ma proprio del modo di relazionarsi con me, il mondo, la vita l'universo e tutto quanto.
Tralascio i dettagli, anche se ce ne sono alcuni di davvero simpatici e divertenti, e chiarisco fin da subito che escludiamo si tratti di (mia) omosessualità latente e negata.
E' un po' il modo per come sono stata cresciuta, del dovermi dimostrare all'altezza di certi standard fuori dalla mia portata.
In pratica sono una specie di Lady Oscar. Ma meno bella.
Mi trovo e mi impantano a lungo in relazioni con uomini che non rientrano negli stereotipi della mascolinità, e rifuggo come la peste gli uomini che, invece, mostrano uno spiccato aspetto virile. Non parlo solo di *sesso* allo stato brado, ma proprio del modo di relazionarsi con me, il mondo, la vita l'universo e tutto quanto.
Tralascio i dettagli, anche se ce ne sono alcuni di davvero simpatici e divertenti, e chiarisco fin da subito che escludiamo si tratti di (mia) omosessualità latente e negata.
E' un po' il modo per come sono stata cresciuta, del dovermi dimostrare all'altezza di certi standard fuori dalla mia portata.
In pratica sono una specie di Lady Oscar. Ma meno bella.
10/05/18
La felicità è un compromesso
Dobbiamo accettare l'inesistenza della felicità assoluta e perpetua. Ci hanno cresciute con il sogno del principe azzurro, del mulino bianco e di Cicciobello. Non è così, non funziona così. Ci hanno mentito, ci hanno ingannato per spingerci a cercare sempre oltre, per non accontentarci, per non apprezzare, per garantirci un rinnovato ed eterno desiderio di ciò che non esiste. Per non lasciare mai che ci distogliessimo dall'avida ricerca della felicità.
La felicità non esiste. Esistono momenti di appagamento o luoghi di serenità mischiati nel caos delle nostre vite. Esistono i compromessi. La perfezione non appartiene a questo mondo. Non esiste il compagno perfetto, la famiglia perfetta, il figlio perfetto. Esiste la normalità claudicante, e la sua vera forza sta nell'aiutare e lasciarsi aiutare quando, inciampando, ci si rialza.
Io sono ancora nella fase discendente della caduta. Non ho ancora toccato il suolo, ma già pregusto il dolore dell'urto, il livido dell'indomani. Vedo la terra sempre più vicina, e mi viene quasi da recitare la battuta del capodoglio nella Guida Galattica per gli Autostoppisti, quando tutto si ferma, e invece dello "Splat!", sento che qualcuno mi afferra per il braccio e mi trattiene.
La felicità è un compromesso.
Il compromesso tra uno "Splat!" distruttivo e catartico e il sollievo per non avere altri lividi da nascondere.
La felicità non esiste. Esistono momenti di appagamento o luoghi di serenità mischiati nel caos delle nostre vite. Esistono i compromessi. La perfezione non appartiene a questo mondo. Non esiste il compagno perfetto, la famiglia perfetta, il figlio perfetto. Esiste la normalità claudicante, e la sua vera forza sta nell'aiutare e lasciarsi aiutare quando, inciampando, ci si rialza.
Io sono ancora nella fase discendente della caduta. Non ho ancora toccato il suolo, ma già pregusto il dolore dell'urto, il livido dell'indomani. Vedo la terra sempre più vicina, e mi viene quasi da recitare la battuta del capodoglio nella Guida Galattica per gli Autostoppisti, quando tutto si ferma, e invece dello "Splat!", sento che qualcuno mi afferra per il braccio e mi trattiene.
La felicità è un compromesso.
Il compromesso tra uno "Splat!" distruttivo e catartico e il sollievo per non avere altri lividi da nascondere.
09/05/18
Ma anche basta
All'inizio la cosa mi divertiva. Poi ha cominciato a darmi fastidio, dunque replicavo, ribattevo, spiegavo.
Ora sono proprio stanca.
Ogni volta che porto i Bambini in giro, ci sono almeno due o tre persone che non riescono a trattenersi dal fermarmi, chiedere se sono gemelli, fingere di non essere sorpresi del fatto che siano maschio e femmina, manifestarmi la loro commiserazione e farmi i complimenti.
Oggi una signora mi ha fermato credendo che io non sarei riuscita a dormire stanotte se lei non mi avesse detto di avere anche lei due nipotine gemelle, e ogni tanto deve accudirle, quindi sa bene quanto sia difficile e impegnativo, ma me lo diceva con lo sguardo di chi vorrebbe poter protestare che noi mamme prima facciamo i figli gemelli e dopo li molliamo ai nonni.
"Io sono la tata, non sono figli miei" le ho risposto stancamente.
"Eh, ma è uguale, lo sai pure tu quanto è impegnativo accudire due gemelli"
"Certo che lo so, ma io, a differenza sua, vengo pagata per farlo, è il mio lavoro, dunque non mi lamento"
Cheppalle.
Ora sono proprio stanca.
Ogni volta che porto i Bambini in giro, ci sono almeno due o tre persone che non riescono a trattenersi dal fermarmi, chiedere se sono gemelli, fingere di non essere sorpresi del fatto che siano maschio e femmina, manifestarmi la loro commiserazione e farmi i complimenti.
Oggi una signora mi ha fermato credendo che io non sarei riuscita a dormire stanotte se lei non mi avesse detto di avere anche lei due nipotine gemelle, e ogni tanto deve accudirle, quindi sa bene quanto sia difficile e impegnativo, ma me lo diceva con lo sguardo di chi vorrebbe poter protestare che noi mamme prima facciamo i figli gemelli e dopo li molliamo ai nonni.
"Io sono la tata, non sono figli miei" le ho risposto stancamente.
"Eh, ma è uguale, lo sai pure tu quanto è impegnativo accudire due gemelli"
"Certo che lo so, ma io, a differenza sua, vengo pagata per farlo, è il mio lavoro, dunque non mi lamento"
Cheppalle.
08/05/18
Ready player one
Non ho visto il film, ma ho appena finito il libro.
È una ca##ata. Scontato, fantasioso, scorrevole, avvincente, ma non di certo un capolavoro.
Eppure, lo leggi d'un fiato e con il magone.
L'ambientazione è futuristica ma dannatamente verosimile e attuale, ed evoca la nostra giovinezza, di noi 30-40enni, la nostra musica, i nostri telefilm, i nostri videogiochi, facendoci sentire maledettamente vecchi.
Il film dev'essere spettacolare.
È una ca##ata. Scontato, fantasioso, scorrevole, avvincente, ma non di certo un capolavoro.
Eppure, lo leggi d'un fiato e con il magone.
L'ambientazione è futuristica ma dannatamente verosimile e attuale, ed evoca la nostra giovinezza, di noi 30-40enni, la nostra musica, i nostri telefilm, i nostri videogiochi, facendoci sentire maledettamente vecchi.
Il film dev'essere spettacolare.
07/05/18
Lo sguardo di chi si defila
Non appena salgo l'ultima rampa di scale, mi accolgono le urla disperate di Bambina che si sentono fin dietro la porta chiusa.
Sulla soglia trovo Bambino con il papà.
"Che succede?" domando.
"Bambina piange" è la risposta del papà "perché si è svegliata presto ed ha visto la madre uscire".
Bambina è inconsolabile. Urla più che piangere, e non si calma. La prendo in braccio e la coccolo un po'. Fa una pausa di 30 secondi, poi ricomincia. Bambino è tranquillo, mangia biscotti e osserva il padre che fa colazione.
"Oggi è proprio lunedì" sorrido a entrambi "dai, prepariamo la colazione e prendiamolo di petto questo inizio settimana". Riscaldo il latte per tutti e due, nel frattempo il loro papà si prepara ad uscire.
Bambina mi sta in braccio, perché appena provo a metterla giù ricomincia a urlare, Bambino nota che il padre sta indossando la giacca e inizia un timido brontolio. Il padre ci saluta e fa per uscire, ma Bambino gli si attacca alla gamba. Non c'è verso di farlo mollare, dunque la Rottermeier che è in me prende servizio.
Siedo Bambina sul seggiolone, lei ricomincia a strillare. Vado a prendere Bambino e lo strappo letteralmente via dalla gamba del padre. Ora piange e urla anche lui.
Ecco, caro padre dei Bambini, quando a fine mese mi pagherai lo stipendio ricordati dello sguardo che avevi oggi, quando ti sei defilato rapidamente.
Sulla soglia trovo Bambino con il papà.
"Che succede?" domando.
"Bambina piange" è la risposta del papà "perché si è svegliata presto ed ha visto la madre uscire".
Bambina è inconsolabile. Urla più che piangere, e non si calma. La prendo in braccio e la coccolo un po'. Fa una pausa di 30 secondi, poi ricomincia. Bambino è tranquillo, mangia biscotti e osserva il padre che fa colazione.
"Oggi è proprio lunedì" sorrido a entrambi "dai, prepariamo la colazione e prendiamolo di petto questo inizio settimana". Riscaldo il latte per tutti e due, nel frattempo il loro papà si prepara ad uscire.
Bambina mi sta in braccio, perché appena provo a metterla giù ricomincia a urlare, Bambino nota che il padre sta indossando la giacca e inizia un timido brontolio. Il padre ci saluta e fa per uscire, ma Bambino gli si attacca alla gamba. Non c'è verso di farlo mollare, dunque la Rottermeier che è in me prende servizio.
Siedo Bambina sul seggiolone, lei ricomincia a strillare. Vado a prendere Bambino e lo strappo letteralmente via dalla gamba del padre. Ora piange e urla anche lui.
Ecco, caro padre dei Bambini, quando a fine mese mi pagherai lo stipendio ricordati dello sguardo che avevi oggi, quando ti sei defilato rapidamente.
04/05/18
Alberi
Li abbiamo visti spogliare, perdere le foglie rosse e gialle, lasciar cadere tutto il superfluo, tutto ciò che non era più vivo addosso a loro.
Li abbiamo visti addormentarsi, rinsecchirsi, manifestare la propria forma scheletrica e scura, nuda.
Li abbiamo visti imbiancarsi, ricoprirsi di neve.
Li abbiamo visti germinare, abbiamo cercato avidamente sulla loro superficie le incoraggianti protuberanze delle gemme, e le abbiamo osservate con gratitudine.
Poco a poco le gemme sono diventate foglioline e in pochissimo giorni la città è di nuovo esplosa di verde.
Gli alberi di Torino hanno ripreso a vegetare a pieno regime. Prima o poi lo farò anch'io.
03/05/18
Un altro passo
Entrare a casa tua è sempre faticoso.
Gli odori, i colori, le tue abitudini, il tuo ordine maniacale e il tuo disordine caotico. Il nostro tacito accordo prevede che io entri in casa tua quando tu non ci sei, perché ho bisogno di utilizzare la tua lavatrice, dato che mi hai permesso di risparmiarmi di comprarne una mia, ed io ti ripago il favore occupandomi anche del tuo bucato. Scambio equo.
Fino a qualche mese fa, la lavatrice era anche il pretesto che usavo con le mie figlie per venirti a trovare. E quanto lunghi erano i tempi di carico e scarico della biancheria!
Ad oggi, invece, entro in casa tua solo quando so che non ci sei.
Precauzione inutile quanto sciocca, perché ci sei tu in ogni angolo, in ogni centimetro, in ogni cartaccia lasciata in giro e nella gradazione cromatica dei dorsi dei libri. E so che ci sono anch'io, in casa tua. Quando torni sai esattamente dove sono stata, cosa ho toccato.
Potrei comprarmi una lavatrice tutta mia, ma il mio progetto e più grande: voglio andarmene da questo palazzo, voglio trovare un'altra casa, rimanendo in zona per non dover cambiare scuola per le mie figlie, ma non più qui.
Chissà, quando ci riuscirò, se saranno anche le strade, gli alberi e i marciapiedi a testimoniarci reciprocamente il nostro passaggio.
Gli odori, i colori, le tue abitudini, il tuo ordine maniacale e il tuo disordine caotico. Il nostro tacito accordo prevede che io entri in casa tua quando tu non ci sei, perché ho bisogno di utilizzare la tua lavatrice, dato che mi hai permesso di risparmiarmi di comprarne una mia, ed io ti ripago il favore occupandomi anche del tuo bucato. Scambio equo.
Fino a qualche mese fa, la lavatrice era anche il pretesto che usavo con le mie figlie per venirti a trovare. E quanto lunghi erano i tempi di carico e scarico della biancheria!
Ad oggi, invece, entro in casa tua solo quando so che non ci sei.
Precauzione inutile quanto sciocca, perché ci sei tu in ogni angolo, in ogni centimetro, in ogni cartaccia lasciata in giro e nella gradazione cromatica dei dorsi dei libri. E so che ci sono anch'io, in casa tua. Quando torni sai esattamente dove sono stata, cosa ho toccato.
Potrei comprarmi una lavatrice tutta mia, ma il mio progetto e più grande: voglio andarmene da questo palazzo, voglio trovare un'altra casa, rimanendo in zona per non dover cambiare scuola per le mie figlie, ma non più qui.
Chissà, quando ci riuscirò, se saranno anche le strade, gli alberi e i marciapiedi a testimoniarci reciprocamente il nostro passaggio.
02/05/18
Uomini del nord
"Ma che brava, quindi sai anche cucinare..."
"Beh, non sono certamente un grande chef, ma me la cavo"
"Interessante"
"Guarda, io sono una donna siciliana: ho imparato a cucinare prima ancora di imparare a sparare con la lupara"
E chi vuole capire, capisce :-D
"Beh, non sono certamente un grande chef, ma me la cavo"
"Interessante"
"Guarda, io sono una donna siciliana: ho imparato a cucinare prima ancora di imparare a sparare con la lupara"
E chi vuole capire, capisce :-D
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