Non appena salgo l'ultima rampa di scale, mi accolgono le urla disperate di Bambina che si sentono fin dietro la porta chiusa.
Sulla soglia trovo Bambino con il papà.
"Che succede?" domando.
"Bambina piange" è la risposta del papà "perché si è svegliata presto ed ha visto la madre uscire".
Bambina è inconsolabile. Urla più che piangere, e non si calma. La prendo in braccio e la coccolo un po'. Fa una pausa di 30 secondi, poi ricomincia. Bambino è tranquillo, mangia biscotti e osserva il padre che fa colazione.
"Oggi è proprio lunedì" sorrido a entrambi "dai, prepariamo la colazione e prendiamolo di petto questo inizio settimana". Riscaldo il latte per tutti e due, nel frattempo il loro papà si prepara ad uscire.
Bambina mi sta in braccio, perché appena provo a metterla giù ricomincia a urlare, Bambino nota che il padre sta indossando la giacca e inizia un timido brontolio. Il padre ci saluta e fa per uscire, ma Bambino gli si attacca alla gamba. Non c'è verso di farlo mollare, dunque la Rottermeier che è in me prende servizio.
Siedo Bambina sul seggiolone, lei ricomincia a strillare. Vado a prendere Bambino e lo strappo letteralmente via dalla gamba del padre. Ora piange e urla anche lui.
Ecco, caro padre dei Bambini, quando a fine mese mi pagherai lo stipendio ricordati dello sguardo che avevi oggi, quando ti sei defilato rapidamente.
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