03/05/18

Un altro passo

Entrare a casa tua è sempre faticoso.
Gli odori, i colori, le tue abitudini, il tuo ordine maniacale e il tuo disordine caotico. Il nostro tacito accordo prevede che io entri in casa tua quando tu non ci sei, perché ho bisogno di utilizzare la tua lavatrice, dato che mi hai permesso di risparmiarmi di comprarne una mia, ed io ti ripago il favore occupandomi anche del tuo bucato. Scambio equo.
Fino a qualche mese fa, la lavatrice era anche il pretesto che usavo con le mie figlie per venirti a trovare. E quanto lunghi erano i tempi di carico e scarico della biancheria!
Ad oggi, invece, entro in casa tua solo quando so che non ci sei.
Precauzione inutile quanto sciocca, perché ci sei tu in ogni angolo, in ogni centimetro, in ogni cartaccia lasciata in giro e nella gradazione cromatica dei dorsi dei libri. E so che ci sono anch'io, in casa tua. Quando torni sai esattamente dove sono stata, cosa ho toccato.
Potrei comprarmi una lavatrice tutta mia, ma il mio progetto e più grande: voglio andarmene da questo palazzo, voglio trovare un'altra casa, rimanendo in zona per non dover cambiare scuola per le mie figlie, ma non più qui.
Chissà, quando ci riuscirò, se saranno anche le strade, gli alberi e i marciapiedi a testimoniarci reciprocamente il nostro passaggio.

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