Finalmente stamattina mio marito è tornato al lavoro, e così rieccomi nella solita routine.
Io sto molto bene da sola, non sono mai stata un animale da branco. Però quando sono sola faccio cose strane.
Stamattina, lavandomi i denti, ho parlato di come un'accurata e costante pulizia del nasino dei bambini riesca a prevenire davvero le malattie.
Mentre andavo a casa da mia madre ho spiegato come l'allattamento al seno influisca sullo sviluppo psicologico dei bambini, rendendoli più inclini alle coccole e alle manifestazioni d'affetto tramite il corpo.
Mentre ricamavo ho raccontato perché ho deciso di interrompere gli studi, di quanto non sia pentita della scelta fatta ma anche di quanto mi piacerebbe riprendere in mano i libri.
Preparavo il pranzo per la bambina e discutevo di come, spesso, il moralismo cattolico in cui siamo nati e cresciuti influenzi negativamente le nostre capacità di formarci un'opinione che sia solo nostra e non sia positiva o negativa in relazione al nostro rapporto con la Chiesa e, conseguentemente, con l'opinione che ha la Chiesa in merito.
Mentre lavavo i piatti ripensavo ai motivi per cui abbiamo scelto le due persone che hanno battezzato la bambina, e quanto io abbia sempre ammirato, specialmente in lui, la capacità di vivere normalmente nonostante una disabilità fisica, il suo non arrendersi ad una gamba che non fa ciò che lui vorrebbe e a quanto importante sia, per me, che questo messaggio venga trasmesso a mia figlia.
Poco prima di mettermi al computer, ho spiegato le mie ragioni a favore dei vaccini, e il motivo per cui, anche se l'anno scorso ci stavo lasciando le penne, quando mi scadrà la copertura antitetanica tornerò comunque a rivaccinarmi, a costo di farlo in ospedale e sotto stretta sorveglianza medica.
Tutto questo da sola.
Bei discorsi a bassa voce. Gesticolando, a volte. Ma con nessun interlocutore reale.
Ecco, la solitudine mi fa questo effetto. Un effetto che, a vederlo da fuori, sembrerebbe negativo. Si penserebbe "Quella ragazza, poverina, parla da sola.... deve aver proprio bisogno di compagnia"
E invece non è affatto così, perché in compagnia non direi mai cose del genere. In compagnia sono più il tipo "Fatti i fatti tuoi, annuisci sempre e dai ragione a tutti, ché non hai le forze per intavolare una discussione, né ti interessa davvero farlo"
Uno dei miei primi post su questo blog parla della mia mancanza di una valvola di sfogo. Ai tempi dell'adolescenza avevo il diario segreto e Lorena, la mia compagna di banco. Adesso ho questo blog e nessuna, dico NESSUNA amica, o compagna di banco o vicina di casa che sia, con cui parlare, scambiare quattro chiacchiere e cose simili.
Io parlo da sola. Soltanto da sola.
Beh, vi ricordo che il nome di questo blog è "Psychiatric Help" e non è detto che sia un'offerta.
Talvolta mi sembra quasi una velata richiesta.
4 commenti:
io invece non sono mai sola e a volte ne sento un forte fortissimo bisogno. a volte suona il telefono e io lo guardo .... Pucciboy mi guarda e capisce .... smette di suonare e anche il telefono capisce ...... io sento parlare ma soprattutto sento discutere tutto il giorno, non vivo con persone calme a parte mio marito che è la cosa più calma che mi sia mai capitata. io sento tanto il bisogno di solitudine perchè parlo parlo parlo con tutti .... ma anche da sola ...... perchè non mi basta parlare con gli altri .... nossignore ....
io ho proprio bisogno di te!
il fatto è che mi mancano i 5 cent
Ornella
quando lavoravo in cucina, da sola, parlavo con i piatti e le pentole...
non mi sembra un segno di pazzia.
magari dovresti adoperati a trovare delle amiche, fanno comodo!!oltre che compagnia
mentre ti leggevo mi veniva voglia di prendere una tazza di tè insieme :)
@ Tarta: capisco e condivido anche ciò che dici...
@ Yersy: oddio! non credo che riuscirei mai a parlare con le pentole! con l'amico immaginario si, e anche spesso, ma con le pentole proprio no...!
@ Simo: Bene e allora come ci organizziamo? Vengo io o passi tu da me? ;-) ....magari....
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