11/04/20

Ci sono, anche se non sembra

Sono quasi 2 mesi che non scrivo, ma a guardami indietro sembra ieri. L'unico momento di buio totale precedente a questo era stato a cavallo tra il 2013 e il 2014, quando mi sono separata da Schroeder. Stanotte ci ho pensato: forse è il caso di riprendere le redini di questo blog, fosse anche soltanto per rassicurare sulla mia persistenza in vita di chi mi ha seguito.

Quindi: ci sono. Sono viva e anche in ottima salute, che - per quanto sia sempre un parametro importante dell'esistenza - in questi tempi lo è ancora di più.

Anche le mie figlie stanno bene, perfettamente in salute. Sclerate, isteriche, depresse, stufe, annoiate come tutti, ma in perfetta salute fisica, nemmeno un raffreddore o un colpo di tosse. Hanno avuto, entrambe, una lieve irritazione alla pelle di mani e polsi, perché dobbiamo ammettere che non erano mai state delle maniache dell'igiene personale, e l'aver incrementato tipo del 400% le occasioni di lavarsi le mani ha dato questo effetto. E NON usiamo disinfettanti, il semplice sapone liquido che abbiamo sempre usato (e che - in effetti - prima ci durava anni, mentre adesso dobbiamo ricaricarlo ogni 3-4 settimane). Niente di grave: un po' di burro di karité e passa.

Anche Rerun sta bene. Oddio: sarebbe meglio dire che sta meglio.
Già, perché in casa abbiamo provato l'ebbrezza dell'allarme covid, con tutto il circo al completo. A metà febbraio, dopo la lieve influenza che hanno avuto a turno Matilde e Angelica, anche lui si è ammalato. Risparmio tutti i dettagli dell'iter medico, ma ha tirato a casa con assistenza telefonica fino al 2 marzo, poi lo hanno ricoverato per una polmonite di una certa gravità, ma è risultato negativo al covid.
Quando le parole: "E' una polmonite interstiziale, ma batterica" è assurdamente una diagnosi positiva che ti fa tirare un sospiro di sollievo.
Ne avrà ancora fino a fine aprile, ma fondamentalmente sta bene.

Io, chiaramente, sono disoccupata. Totalmente.
La Neonata è stata portata in salvo dai nonni già il 21 febbraio. Io ho fatto in tempo a fare solo due lezioni di yoga, quando è iniziata la chiusura totale. Abbiamo persino mancato il brevissimo viaggio a Palermo, per l'appuntamento di Matilde dal dentista che le cura l'apparecchietto dei denti.

Sono giorni strani. Noi, in Piemonte, abbiamo appena concluso la settima settimana di chiusura. Le ragazze sono uscite da scuola il 21 febbraio, contente perché ci sarebbero stati 3 giorni di vacanza per il carnevale, invece non ci hanno più rimesso piede, e probabilmente non lo faranno fino a settembre.
Sono giorni che non scorrono tutti uguali. In queste sette settimane abbiamo dovuto reinventarci una quotidianità, un equilibrio, nonché una capacità di coabitazione che avevamo perso da anni. Siamo passati dall'isteria alla depressione, dall'iperattività repressa alle crisi di pianto, dall'apatia alla rinascita. Già, perché c'è voluto del tempo, almeno 4-5 settimane, prima che ci arrendessimo all'evidenza che non sarebbe tornato tutto come prima, non subito, non presto. E forse non sarà mai più com'era prima.
Però siamo ragazze toste, lo siamo sempre state, e tutte e tre abbiamo sviluppato la capacità di reagire costruttivamente. Ci siamo disperate, ognuna coi suoi tempi e i suoi modi, ma ci siamo adattate.
Matilde ha iniziato con la didattica a distanza con capacità e impegno paragonabili a quelli che ci metteva dal vivo.
Angelica ha avuto bisogno di più tempo, molto più tempo, perché per lei l'aspetto sociale della scuola era il vero punto fermo delle sue giornate. Ci trascorreva 10 ore, con maestre e compagni, ed è quella che soffre di più in assoluto della mancanza degli altri. Da qualche tempo ha imparato a gestirsi in autonomia l'accesso al registro elettronico per le nuove lezioni, e si impegna coi compiti.

Io ho mancato per poco la possibilità di lavorare. Ero stata contattata da due medici che, con l'asilo nido chiuso, avevano bisogno di qualcuno che si prendesse cura della loro figlia di un anno. Mi avrebbero strapagata, ma ho dovuto rifiutare. Non potevo rischiare di portare a casa un virus che, probabilmente, non sarebbe stato grave per me e le ragazze, ma avrebbe potuto avere effetti devastanti su Rerun, già convalescente e debilitato. Ci sentivamo miracolati che fosse andata bene, sarebbe stata un'incoscienza, un andarsela a cercare.
Dopo i primi momenti di disperazione, però, ho avuto la reazione.
Ho iniziato con un canale youtube sul quale ho caricato alcuni video di attività di yoga. Ammetto di aver iniziato a farlo solo per mantenere il contatto (e la fidelizzazione) con i bambini che frequentavano già il mio corso, nonché per avere qualcosa con cui impiegare il tempo, infatti era un canale privato e mandavo i link soltanto ai genitori.
Poi hanno iniziato a chiedermi il permesso di condividerli con altri, e allora ho pensato che sarebbe stato meglio renderlo pubblico. In effetti quei video fanno un numero di visualizzazioni ben superiore ai bambini del corso :-D
Alla fine, consultandomi con altre colleghe, ho deciso di convertire il corso in lezioni online. Mi sono fatta l'account premium su zoom e ogni sabato faccio un'ora di lezione. E mi pagano lo stesso, e sono contenti di farlo.

Insomma, queste 7 settimane sono state cariche di evoluzioni e rivoluzioni. Noi la noia non l'abbiamo proprio vissuta, anzi! Io sento più forte di tutte le altre la necessità di stare da sola, altroché.

Va bene. Direi che come post di aggiornamento è sufficiente. Da lunedì riprenderò la pubblicazione quotidiana, lo prometto. Perché la voglia di normalità riguarda anche questo blog.

3 commenti:

Daniela... ha detto...

Bentornata <3

Mara ha detto...

Bentornate,ero preoccupata.

Niki ha detto...

Nun me n'ero nemmeno accorto😁