E così è morto anche Sepùlveda.
Per il post di oggi avevo pensato a ben altro argomento, ma avendo da poco letto la notizia mi è partito una magone soffocante in gola e credo che non riuscirei ad esprimermi come avrei voluto su un argomento tragicomico come quello che avrei voluto trattare.
Io ho "conosciuto" Sepùlveda tramite un mio ex fidanzato. In realtà moltissimi scrittori che ho amato li ho conosciuti tramite lui. Uno dei suoi pochi pregi era la sua passione per la lettura, e a lui devo davvero molto in questo senso. Forse è anche per questo che il magone per la notizia della scomparsa di Sepùlveda mi colpisce così tanto. Non tanto per un'ipotetica nostalgia di lui (che non c'è proprio) quanto, forse, per la nostalgia di quei tempi, di quando potevo permettermi di stare 3 giorni interi a leggere, senza occuparmi di altro che di mangiare e andare in bagno. Esempio classico di come non ero capace, all'epoca, di apprezzare ciò che avevo: tempo a volontà e nessuna responsabilità verso terzi.
Sono molto dispiaciuta per Sepùlveda, non era tra i miei autori preferiti, ma alcuni dei suoi libri mi sono piaciuti tanto che li ho anche riletti; con il suo recente filone di narratore per bambini, avevo anche iniziato a leggerlo con mio fratello piccolo, dapprima, e le mie figlie poi. Tra l'altro, quella per andare a vedere "La gabbianella e il gatto" è stata una delle ultime uscite al cinema in coppia con lui, il mio fratellino piccolo.
Ecco, questa notizia di oggi mi colpisce.
Ma per evitare piagnistei inutili e poco costruttivi, chiudiamo con la sua citazione più famosa, che sia di augurio per tutti. Vola solo chi osa farlo.
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