Ti capita mai di pensare che non sarai mai più capace di innamorarti?
A me sì. Sempre.
E ogni volta che mi soffermo a pensarci, trovo sempre mille motivi per cui mai nessuno sarà, nella mia vita, ciò che è stato Schroeder, mio marito.
D'altro canto, siamo separati da più di 10 anni e divorziati da più di 2, ci siamo rifatti vite su vite entrambi, eppure io continuo a chiamarlo "mio marito".
Se penso a un film che non conosco, mi chiedo se avrebbe potuto far parte del programma di "acculturamento cinematografico" che mi aveva preparato quando eravamo fidanzati. Se penso a un luogo, mi ricordo di quando ci siamo stati insieme o mi domando come sarebbe stato andarci con lui.
Non lo vedo quasi mai, a malapena due volte l'anno e per una mezz'oretta al massimo, ma ogni volta il senso di "completezza" è sempre lo stesso di vent'anni fa. Già. Vent'anni. Tra un mese avremmo fatto vent'anni di matrimonio, invece siamo durati a malapena 9.
Ci tornerei? No. Nemmeno per sogno. Non provo più per lui nessun tipo di sentimento e men che meno attrazione fisica.
Eppure la sensazione è sempre la stessa, sempre quella, sempre la solita.
C'è scritto il suo nome sullo spazio del mio cuore dedicato all'innamoramento. L'innamoramento quello unico, quello che non c'è bisogno di parlare perché basta uno sguardo per capirsi.
Lo so che detta così è crudele nei confronti di chi c'è stato dopo. Ma l'Ingegnere io l'ho amato con il cuore, il corpo e l'anima, ma non ne sono mai stata innamorata. Non nel modo in cui intendo io l'innamoramento.
Banalmente, ancora oggi sorrido quando racconto aneddoti su Schroeder. Con l'Ingegnere non credo mi sia capitato mai. E nemmeno con chi c'era stato prima di Schroeder.
Nella filosofia meditativa che seguo e pratico (ma anche nel Buddismo, però io non sono di religione buddista) c'è il concetto di samskara, che è un po' complesso da spiegare qui con poche parole su un blog di sproloqui personali, ma che è la spiegazione che ho trovato per tutto ciò che sento e che mi accade.
Il samskara è la traccia che viene lasciata sulla nostra mente dalle azioni che compiamo. La legge del karma regola la formazione dei nuovi samskara e la loro risoluzione nel susseguirsi dei cicli di morte e rinascita. Ecco, i samskara possono molto spesso essere legati alle nostre relazioni interpersonali e possono influenzare la nostra vita sentimentale in ciascuna delle reincarnazioni. Per risolvere un samskara con una persona possono essere necessarie anche diverse reincarnazioni durante le quali la relazione tra i due può essere di varia natura e grado di parentela.
Ecco, io sono convinta che con Schroeder condivido un samskara che non siamo riusciti a risolvere in questa vita. Ne serviranno ancora parecchie prima di riuscirci, e probabilmente la mia sensazione di "destino" legata a lui è dovuta a questo.
Ed io non riuscirò mai più a innamorarmi, in questa vita, come ho già fatto per lui. E paradossalmente, lo trovo rassicurante.
Ma d'altro canto, poi... è forse un caso che mi sono immaginata come Lucy Van Pelt... eterna innamorata di uno scostante Schroeder?
Ma secondo te, Lucy da adulta si sarà mai innamorata di qualcun altro con la stessa intensità con cui si è innamorata di Schroeder?
E' un samskara anche il suo.
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