L'aereo è un mezzo di trasporto crudele.
È troppo veloce e violento il modo con cui ti strappa via dalla città di partenza, e troppo rapido e improvviso il modo in cui ti appoggia a destinazione.
Non ti da il tempo di abituarti, non ti permette di indugiare con lo sguardo sui luoghi che lasci, di notare come muta il paesaggio e come lentamente si trasforma da quello di partenza a quello di arrivo. No, lui ti prende e, correndo, ti lancia lassù, tra le nuvole, e ti tiene così, in sospeso, sulle spine, che non sai mai dove sei che le nuvole son sempre uguali, e il mare è sempre uguale, e se anche si vede la terra, da quell'altezza non distingui niente, paesi, città, monumenti, è tutto lo stesso presepe. Poi ti agguanta, ti dice di reggerti forte e toh, siamo arrivati. Dall'altro capo del mondo, senza capire come, senza potersi gustare la trasformazione.
L'aereo è un mezzo di trasporto crudele, ma io li benedico sempre gli aerei. È solo la mia inguaribile ferita da emigrata che mi fa straparlare.
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