13/11/19

Ho i capelli bianchi

Ho iniziato a tingermi i capelli intorno ai 21 anni. Avevo già qualche capello bianco, eredità genetica della nonna materna, ma soprattutto voglia di trasgredire.
Nel momento storico in cui ci si tingeva di nero corvino, io mi lanciavo sul rosso ciliegia, sul viola melanzana, sul fucsia ciclamino. Adoravo lo scintillio di quei colori quando venivano illuminati dal sole, che mi si riconosceva da lontano.
Poi mi sono calmata e sono scesa al rosso mogano. Per anni.

Per anni ho tinto i capelli per gioco, per voglia di scherzare, per avere l'illusione di poter decidere di essere diversa in un paio d'ore, come quando ho virato bruscamente al rosso carota, nel 2014, portandolo e curandolo con costanza per più di un anno prima di scendere di nuovo di uno scalino, verso un rassicurante castano dorato, molto simile al mio colore naturale anche se ormai non era più facile stabilire quale fosse.

Quando tingevo i capelli dovevo farlo ogni 2 mesi al massimo, altrimenti la e crescita diventava oscena, le punte sembravano paglia e i capelli bianchi cominciavano a farsi prepotentemente notare.

Ecco, forse è stato proprio per scoprire l'entità del danno, camuffata per anni e mai realmente appurata, che ho smesso di tingerli. Mi chiedevo quanti ne avessi davvero di capelli bianchi, perché dal 1999 circa non ne avevo idea (anche perché ho continuato a tingerli regolarmente anche in gravidanza, usando la tintura di hennè invece che quella permanente).
Così ad agosto 2018 ho fatto l'ultima tinta. Poi ho pazientato.
Ho continuato a tagliarli, mantenendoli sempre sul medio-corto. Non cortissimi, ma mai a toccare le spalle. Fino a quando, adesso, credo di aver tagliato l'ultimo centimetro che era rimasto con la traccia dell'ultima decolorazione, dunque sono al naturale.


In molti mi hanno chiesto il perché. Boh?
Mi piacerebbe dire che sto lanciando una mia personale battaglia in favore dell'accettazione del tempo che passa e lascia i segni, oppure contro la dittatura dell'apparire che impone alle donne di mantenere sempre un alto livello di cura estetica, finalizzata al contrastare i segni del tempo e fingere di essere più giovani, più toniche, più felici di quel che si è, ma non è così. Non me ne importa niente. Semplicemente mi sono stancata (e annoiata) del gioco.
Prima non era una necessità, lo facevo perché mi piaceva farlo e in qualunque momento avrei potuto smettere. Ora non sarebbe più così, ora sarebbe una schiavitù.
E allora basta così, grazie. Ho avuto il mio periodo punk e poi quello "estetico".
Ora mi godo i miei raggi di luna.

1 commento:

dolcezzedimamma ha detto...

Ho fatto la stessa scelta,ma ancora sono a metà strada. Spero di arrivare in fondo: i colpi di luna piacciono anche a me