Nei giorni scorsi ho toccato veramente il fondo e solo ieri ho iniziato lentamente a risalirne, quindi ho fatto mille riflessioni e considerazioni sulla mia educazione, sul modo in cui sono stata cresciuta, le credenze e i retaggi culturali che inevitabilmente compongono la mia personalità ecc.
Il tema del lavoro è un tema dolorosissimo.
E allora, tra una tribolazione e l'altra, un attacco di ansia e una scusa per giustificare gli occhi arrossati con gli allievi con cui ho fatto lezioni in questi ultimi giorni, stamattina mi sono ricordata l'episodio.
Mi sono rivista alla guida di Julie, la Panda che era di Schroeder, con Angelica di pochi mesi sul seggiolino, con la consapevolezza che non avrei fatto in tempo a prendere Matilde a scuola se non avessi imboccato l'autostrada per tornare da Palermo a Bagheria.
E quando mi ci sono vista, poi, in autostrada. Scoprirmi capace di farlo, capace di guidare in autostrada. La paura è passata di colpo, e quando sono arrivata a casa avevo solo voglia di rifarlo.
Io sono capace di superare le mie paure, questa è una delle poche doti che ho davvero e che mi appartengono, però spesso me ne dimentico e mi lascio prendere dallo sconforto.
Forse dovrei iniziare a considerare quel ricordo, quella sensazione, come una sorta di rifugio per i momenti difficili.
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